14 novembre 2006

996: UNA BELLA OPERAZIONE...

Mentre l'Associazione "Antonino Caponnetto" chiede per Ardea l'intervento della Procura regionale della Corte dei conti e della Procura di Velletri per «sanare la storia degli appalti affidati senza certificato antimafia - Le gare espletate senza certificato antimafia sono per legge nulle, quindi, se i lavori sono stati già effettuati e pagati, chi ha autorizzato, e convalidato, i pagamenti è tenuto a risarcire il danno arrecato», la Guardia di Finanza di Pomezia ha condotto a termine "l'operazione 996" sequestrando beni mobili e immobili per 16 milioni di Euro.

E' stata infatti scoperta un'organizzazione criminale che operava nell'ambito della compravendita delle auto di lusso e che effettuava frode fiscale. Come si legge sul sito Alice Virgilio News:
«Sette le persone arrestate e 83 denunciate. L'inchiesta dei militari delle Fiamme gialle è stata coordinata dal procuratore capo della Repubblica di Velletri, Silvano Mazzetti e dal sostituto procuratore Giuseppe Travaglini ed ha portato alla luce un vasto mercato di compravendita di autovetture di lusso che si era ramificato in tutta la Regione Lazio.

[...]

L'inchiesta ha preso il via a seguito di una verifica fiscale avviata dalle Fiamme gialle nei confronti di una società di Pomezia specializzata nella vendita di Ferrari, Porsche, Lamborghini, Maserati, Bentley amministrata da un noto ex calciatore di serie A e da un cinquantenne di Pomezia. Queste indagini si sono poi estese su di un'altra società, sempre operante nello stesso settore, ma di Ardea, amministrata da un trentaseienne. Con l'aiuto di intercettazioni tecniche, pedinamenti ed appostamenti sono state individuate dai finanzieri una decina di società satelliti, senza una reale capacità operativa e amministrate da prestanomi nullatenenti. Questo sistema veniva utilizzato per consentire alle società di evadere l'Iva.

[...]

Tra le sette persone finite in manette anche un ex calciatore di serie A, mentre tra le 83 persone denunciate risultano notai, commercialisti ed imprenditori. Per tutti i reati contestati sono di associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale, false comunicazioni sociali in danno dei soci o dei creditori, falsità ideologica commessa da pubblici ufficiali in atti pubblici e ricettazione. I finanzieri hanno accertato violazioni alla normativa antiriciclaggio per trasferimenti di denaro contanti per importi superiori a quello consentito dalla legge»
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