28 febbraio 2007

TURBOGAS DI APRILIA. UNA SCELTA SBAGLIATA

APPELLO PER UNA MANIFESTAZIONE UNITARIA

Nel nord dell'Agro Pontino, i cittadini di Aprilia e degli altri comuni limitrofi, a cavallo tra la provincia di Latina e il sud di Roma, da 5 anni sono impegnati in una difficile vertenza, portata avanti con le sole "armi" della non violenza e della determinazione, contro la scelta, sbagliata, di realizzare in un territorio densamente urbanizzato e a forte vocazione una centrale per la produzione di energia elettrica a ciclo combinato turbogas da 750 Megawatt.

Le decisione di localizzare una centrale di queste dimensioni in un'area vivono oltre 250mila persone, gravata da seri problemi d'inquinamento atmosferico e con la presenza di industrie ad elevato rischio ambientale, è figlia di un'altra scelta sbagliata: il cosiddetto decreto "Sblocca-centrali," varato dal governo Berlusconi nel lontano 2002, sull'onda del black-out nazionale come misura di emergenza nazionale, che azzera qualsiasi logica di programmazione e mortifica la partecipazione degli Enti Locali e dei cittadini ai processi decisionali.

Ma la scelta di costruire nell'Agro Pontino una nuova centrale termoelettrica è sbagliata per ragioni di carattere ancora più generale: continuare ad inseguire il trend della crescita del consumo energetico senza pianificare dove e come risparmiare, quali e quante energie pulite e rinnovabili realizzare nel nostro paese, aumentando così la nostra dipendenza dalle importazioni di combustibili condanna la nostra Regione e il nostro Paese ad inseguire un modello di sviluppo senza futuro. Appare fuori da ogni ragionevolezza la scelta di continuare a peggiorare la nostra dipendenza energetica continuando ad ignorare i limiti alle emissioni di gas serra previsti dal Trattato di Kyoto e ribaditi dalle recenti decisioni della Commissione europea, che prevede un taglio dei gas serra del 20% nei prossimi 5 anni. Già oggi l'Italia è abbondantemente oltre i limiti di emissione che ri era impegnata a rispettare (le produzioni di Co2 sono addirittura aumentate negli ultimi anni del 13%) e il nostro paese rischia ora pesanti sanzioni da parte dell'Unione europea. Il Lazio, poi, registra un surplus di produzione di energia elettrica, il larga parte dissipato, purtroppo, per le dispersioni lungo la rete di distribuzione.

Anche per queste ragioni la Regione Lazio si è impegnata con una mozione approvata dal Consiglio regionale a redigere un nuovo Piano energetico Regionale entro ottobre 2007, chiedendo contemporaneamente al governo di aprire un vero e proprio tavolo di confronto sulla "questione energetica" del Lazio, bloccando tutte le richieste di autorizzazione di nuove centrali (ne sono state presentate 11, per una potenza complessiva superiore ai 7mila megawatt) e rivalutando la decisione di costruire quella autorizzata ad Aprilia, per verificarne l'effettiva compatibilità con il territorio, le sue condizioni ambientali, la presenza di rilevanti attività agricole fortemente produttive.

Inoltre...

Ci opponiamo a questo progetto anche per ragioni di carattere locale: l'impianto è stato autorizzato e quindi è cantierabile pur avendo collocazione attigua ad una area popolata da ben 12.000 abitanti, e essendo distante solo 2,5 Km dal centro della città di Aprilia (70.000 abitanti). Nel giro di 15 chilometri sono presenti almeno 120.000 abitanti ricadenti nei comuni di Aprilia, Nettuno, Anzio, Ardea, Lanuvio, Velletri, Pomezia e Cisterna, e nel raggio di 40 km almeno 250.000. Come se non bastasse, in altri luoghi la presenza di industrie a rischio rilevante ( rischio seveso) è stato un argomento per cercare una diversa collocazione. Invece, ad Aprilia, dove sono presenti ben 4 impianti a Rischio Rilevante, di cui uno a 250 metri dalla futura centrale, tutto questo viene ignorato. Non viene neppure presa in considerazione la presenza già oggi di livelli di inquinamento atmosferico che collocano Aprilia e il suo territorio tra le aree più inquinate della Regione Lazio, in cui avviare interventi immediati per il risanamento dell'aria. Eppure sono noti gli studi gli studi sulle polveri sottili emesse da centrali termolettrica della grandezza prevista per quella di Aprilia e le crescenti preoccupazioni per quanto riguarda gli effetti sulla salute.

Il territorio di Aprilia e dei comuni limitrofi avrebbe bisogno di ben altri interventi. Quest'area dell'Agro pontino, infatti, è stata martoriata da anni di abusivismo edilizio su larga scala e dallo sfruttamento selvaggio da parte di numerosi imprenditori - predatori, che prima hanno approfittato della Cassa del Mezzogiorno e poi hanno tagliato la corda, dando luogo a un consistente fenomeno di disoccupazione e di forte degrado ambientale. Andrebbero sviluppati, oggi, seri programmi il risanamento ambientale, di riqualificazione urbana, di realizzazione di servizi sociali, creando vere opportunità di lavoro, ad esempio attraverso la valorizzazione dell'agricoltura di qualità.

Il coraggio, la determinazione di migliaia di persone ha consentito di far valere, di nuovo, queste ragioni, richiamando l'attenzione della stampa e delle istituzioni, locali e nazionali. E' nato un movimento che attraverso le sue azioni, sempre pacifiche e mai violente, ha riacceso le speranze di chi contesta, da sempre, la scelta sbagliata della localizzazione in questo territorio di una centrale termoelettrica.

Il decreto "Sblocca-centrali" e tutta la legislazione conseguente ed analoga non accenna ad essere modificata, ed anche il centro sinistra che tanto ne contrastò l'approvazione oggi appare incapace dare un segnale di discontinuità.

Ad Aprilia e nei comuni limitrofi viene portata avanti una battaglia in cui si chiede semplicemente il rispetto e l'ascolto delle ragioni dei cittadini. Ed è per queste ragioni che intendiamo promuovere una iniziativa aperta alla presenza e alla collaborazione di tutte le forze politiche e sociali, le associazioni, i movimenti impegnati in altre vertenze importanti nel nostro Paese. Una grande manifestazione unitaria, che tenga insieme i momenti del confronto, della discussione su una scelta che riteniamo sbagliata e quelli della mobilitazione, pacifica e determinata, per chiedere coerenza tra gli impegni per la riduzione dell'effetto serra e le scelte concrete in materia di energia, affermare il diritto alla partecipazione nella scelte che riguardano la vita dei cittadini, pretendere il pieno rispetto dell'ambiente e l'effettiva tutela della salute.

Le nostre case, non diversamente da quelle della Val di Susa, saranno aperte a chi con noi vorrà condividere questa battaglia in difesa dell'ambiente, del territorio e della democrazia.

Non lasciateci soli, ad Aprilia stavolta si gioca il futuro di tutti.


Sabato 10 marzo ore 15:00 Assemblea del movimento
Domenica 11 ore 11:00 Corteo cittadino

Comitato promotore della manifestazione:
Rete Cittadini contro la Turbogas

Per adesioni all'appello: info@noturbogasaprilia.it
Per info: 3287478394