31 luglio 2007

SE NON BASTA LA TURBOGAS CI SONO I TERMOVALORIZZATORI

Il capogruppo alla Regione Lazio dei Socialisti Riformisti Donato Robilotta sembra essere intenzionato a voler incenerire tutto il Lazio.
In tutto il mese di luglio non sono mancate sue esternazioni tese a popolare Roma e provincia, in nome di una supposta emergenza rifiuti, di termovalorizzatori (termine esistente solo in Italia per celare delle vere e proprie fabbriche di diossina ed inquinamento mascherandole come forme di energia alternativa) da costruire a breve termine.

Le esternazioni sono cominciate il 4 luglio, quando a distanza di pochi minuti una dall'altra le agenzie hanno diffuso le note seguenti.

"È assordante il silenzio dei vertici istituzionali della Regione, della Provincia di Roma e del Campidoglio sulla notizia che il cdr dell'Ama, quello prodotto dagli impianti di Rocca Cencia e Salaria e dagli impianti di Albano, non essendo stato previsto il quarto termovalorizzatore, verrà bruciato nel cementificio di Guidonia. È grave che nonostante la decisione della conferenza dei capigruppo della scorsa settimana non sia stato ancora convocato né il Consiglio straordinario sui rifiuti, chiesto a norma di regolamento da oltre un quinto dei consiglieri, né la commissione Ambiente con l'audizione del presidente della Regione per la presentazione del piano regionale sui rifiuti concordato con il ministro Pecoraro Scanio". Lo dichiara, in una nota, il capogruppo dei Socialisti rifornisti alla Regione Lazio Donato Robilotta. "Il presidente Marrazzo e la maggioranza - prosegue Robilotta - pensano veramente di poter sfuggire ad un confronto su un tema così delicato come i rifiuti, dal momento che siamo ancora in regime commissariale e senza decisioni sulla costruzione di nuovi impianti il Lazio farà la fine della Campania e i rifiuti riempiranno le strade della Capitale? Basta leggere i dati per capire che anche con la raccolta differenziata al 40% a fine anno, livello impossibile da raggiungere, abbiamo oltre 500.000 tonnellate di cdr da smaltire. Anche se Marrazzo e Veltroni riuscissero ad imporre alla loro coalizione la costruzione del famoso quarto termovalorizzatore, quello che consentirebbe ad Ama di chiudere il ciclo e di non farla andare in perdita permanente, che dovrebbe essere previsto nel quadrante sud, Pomezia, Ardea, Albano, per trattare su due linee il cdr prodotto appunto dagli impianti di Rocca Cencia e Salaria di Roma e da quello di Albano con una potenza di 220.000 t/a, ci sarebbero problemi. Infatti anche con la previsione del quarto termovalorizzatore resterebbero comunque almeno 300.000 tonnellate di cdr da smaltire. E siccome al 40% della raccolta differenziata a fine anno non ci arriveremo, il problema sarà ancora più grave. Consente il presidente Marrazzo che ne discutiamo in Consiglio?"

Qualche minuto dopo una seconda esternazione, simile nei contenuti alla prima, veniva battuta dalle agenzie stampa.

"Nel piano - aggiunge Robilotta - non e' stato piu' inserito il quarto termovalorizzatore, quello dell'Ama, individuato nel quadrante sud (Pomezia, Ardea, Albano) previsto per trattare su due linee + una stand-by il Cdr prodotto dagli impianti di Rocca Cencia e Salaria di Roma e da quello di Albano con una potenza di circa 220.000 t/a di cdr. Anche se previsto il quarto impianto ci sarebbe un deficit di circa 115.000 t/a. (335.000 - 220.000). A questi occorre aggiungere il cdr proveniente dalla termovalorizzazione del Fluff, prodotto dagli impianti regionali per il trattamento dei residui della rottamazione automobilistica, stimata in circa 80.000 t/a, che aggiunta al deficit di 115.000 t/a, porta d un deficit di potenzialita' di circa 200.000 t/a di Cdr".
"Tutto questo - prosegue Robilotta - con il quarto termovalorizzatore, oggi escluso, altrimenti saremmo ad un deficit di circa 400.000 t/a di Cdr, e con la differenziata al 40% a fine anno.
La raccolta differenziata al 40% significa un quantitativo di rsu pari a circa 1.400.000 t/a che rilasceranno comunque uno scarto irrecuperabile almeno pari al 10% del materiale, per cui avremo un ulteriore quantitativo pari a circa 100.000 t/a di cdr. Per cui saremmo ad un deficit, con il quarto termovalorizzatore e con la rd al 40%, di circa 300.000 t/a di cdr, che significherebbero almeno altre tre linee di combustione".
"Il piano rifiuti concordato da Marrazzo, Gasbarra e Veltroni, con il Ministro Pecoraro Scanio, prevede solo l'esistente, cinque linee. Mentre dai dati si evince che oltre agli impianti di S. Vittore (una linea), Colleferro (due linee), gassificatore Malagrotta (due linee), sono necessarie almeno altre cinque linee, da prevedere a Roma citta', in provincia, una su Viterbo/Rieti ed almeno una su Latina.
Occorre - conclude il capogruppo alla Regione Lazio dei Socialisti Riformisti - poi con urgenza ultimare il completamento degli impianti di trattamento meccano-biologico (TMB) realizzandone uno a Bracciuano, uno a Guidonia, uno nell'area Valmontone, Palestrina, Labico, ed uno o due nella Provincia di Latina. Infine, occorre dotare la Regione Lazio di una o piu' piattaforme per il trattamento dei rifiuti pericolosi, che e' il vero motivo della inadempienza contestata dalla sentenza della Corte di Giustizia UE del 14 giugno 2007"


Evidentemente a Robilotta non basta sapere che ad Aprilia intendono costruire una centrale turbogas, che da già da sola rappresenta un attentato, per posizione e caratteristiche, alla salute dei cittadini di tutta la provincia meridionale di Roma, ma Robilotta vuole costruirci pure il termovalorizzatore! E non desiste come dimostra una terza esternazione, più recente, diffusa dalle agenzie lo scorso 21 luglio.

"I sindaci dei Comuni di Albano Laziale, Ardea, Ariccia, Castel Gandolfo, Genzano, Lanuvio, Marino, Nemi, Rocca di Papa, dopo il grido di allarme lanciato dalla Pontina Ambiente, hanno inviato una lettera urgentissima al presidente Marrazzo per denunciare l'emergenza rifiuti nella zona". Lo dichiara, in una nota, Donato Robilotta capogruppo alla Regione Lazio dei Socialisti Riformisti. "Il 4 luglio - prosegue Robilotta - la Pontina Ambiente, che gestisce l'impianto di trattamento Rsu e produzione di Cdr sito in Albano Laziale, ha denunciato che la discarica di servizio è ormai satura, e siccome le due line di termovalorizzazione di Colleferro sono ferme sine die ha chiesto ad ogni comune di individuare i siti per la distruzione del CdR non bruciato.
Con la presa di posizione dell'altro ieri i sindaci, preso atto dell'esaurimento della discarica di servizio sita in località Roncigliano, rifiutano l'ipotesi di stoccaggio per ciascun comune, e chiedono al presidente della Regione, Piero Marrazzo, di voler immediatamente autorizzare la richiesta di costruire in quel sito un gassificatore con produzione di energia elettrica, sarebbe il quarto termovalorizzatore, e nel frattempo di autorizzare la Pontina Ambiente ad aprire momentaneamente un altro sito di servizio. Siamo dunque al paradosso, perché diversamente da quello che accade in Campania, gli amministratori locali richiedono la costruzione del gassificatore, per chiudere il ciclo, ed il Commissario dei rifiuti, nominato per costruire impianti senza tener conto dei veti, risponde picche, provocando così l'emergenza rifiuti che dai Castelli arriverà presto a Roma".
"Se Marrazzo non se la sente di prendere decisioni, perché la sua sinistra radicale, ambientalista e massimalista, glielo impedisce allora si dimetta da commissario, e non impedisca così a questa Regione di costruire un numero di impianti di termovalorizzazione sufficienti ad evitare che il Lazio faccia la fine della Campania", conclude Robilotta.


Sarà pure un caso, ma quando si parla di rifiuti è incontestabile che si pensa ad un giro di affari tra i più importanti dell'economia, così come non è un caso che una delle attività più redditizie delle organizzazioni criminali sia proprio il trattamento illegale dei rifiuti... Mai sentito parlare di "ecomafie"?
Se poi ci si aggiunge qualche riflessione sugli strani ammanchi, giri tortuosi, strani appalti e rinnovi di contratto con conseguenti ingiunzioni di pagamento della concessionaria del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti al Comune di Ardea, non si può fare a meno di annodare i fili di una ragnatela spesso invisibile, ma micidiale.
Ciò a fronte di un aumento di costi ed un possibile danneggiamento della salute dei cittadini senza che il servizio abbia dimostrato alcun miglioramento. C'è solo da sperare di non essere anche tra le vittime della ragnatela incendiaria del ragno Robilotta.