07 ottobre 2008

UDI ARDEA: IN MERITO ALL'ORDINANZA ANTI-PROSTITUZIONE DEL SINDACO

Ma quale contrasto alla prostituzione, ma quale programma per la sicurezza. L'ordinanza del sindaco è una palese violazione dei diritti della persona e una lesione gravissima della libertà per tutti di potersi muovere ed agire. L'UDI di Ardea, Unione donne in Italia, si ribella inoltre all'offesa che l'ordinanza reca alle donne in generale. Se venissero applicate alla lettera, le disposizioni del sindaco Eufemi metterebbero in seria difficoltà qualsiasi donna in attesa di un autobus ai bordi delle nostre strade, tra l'altro quasi tutte buie o malamente illuminate.
Come dovranno comportarsi e vestirsi le donne per circolare nelle strade di Ardea senza rischiare di essere scambiate per "soggetti che per l'atteggiamento ovvero per l'abbigliamento o le modalità comportamentali manifestino l'intenzione di esercitare l'attività di meretricio"? Quanto potrà essere corta la minigonna? Come faremo a distinguerci dalle prostitute in jeans? Il testo sfiora il ridicolo, poi, nel vietare la sosta "anche solo per chiedere informazioni" per concordare "prestazioni sessuali a pagamento". Impossibile provare "la trattativa" in corso, possibilissimo invece, per zelanti vigili - magari neoassunti - fermare chiunque per il solo sospetto che ciò stia avvenendo. Il riferimento alla sicurezza è inappropriato sia perché non si vede come la prostituzione possa far sentire meno sicuri i cittadini, sia perché la presenza di organizzazioni malavitose (quelle sì sono un problema serio per la "sicurezza") si manifesta con la tratta, di cui le prostitute sono le vittime.
Del resto anche nella relazione dell'Osservatorio sulla Prostituzione redatta dal Ministero dell'Interno insieme alla Direzione Nazionale Antimafia e agli Enti Locali si afferma che la prostituzione non è una questione di ordine pubblico ma di rilevanza sociale. Le ordinanze si emanano per fronteggiare emergenze improvvise e non ci pare che la prostituzione possa essere definita un'emergenza. Inoltre, poiché non si ha notizia di iniziative amministrative volte ad aiutare le vittime della tratta, il provvedimento del sindaco Eufemi appare dettato da un protagonismo che questa volta supera il limite della decenza.
Il decreto Carfagna, cui il sindaco evidentemente si ispira, dovrà passare il vaglio del Parlamento prima di diventare legge dello Stato, ma nel frattempo vogliamo ricordare che la Costituzione garantisce la libertà alle persone e che quest'anno ricorre anche il 60° anniversario della Dichiarazione dei Diritti Universali dell'Uomo.

Ardea, 7 ottobre 2008