25 marzo 2009

TUTTI I NODI VENGONO AL PETTINE

La stampa del 25 marzo riporta la notizia di una risposta dell'Assessore all'ambiente del Comune di Ardea che giustifica il ritardo delle riparazioni stradali con la sospensione della fornitura del bitume necessario, da parte della società produttrice a seguito del mancato pagamento di alcune fatture.
Dall'articolo apparso vengono tratte conclusioni negative sulle prospettive future per le ristrettezze economiche in cui versa il bilancio comunale a causa del rispetto del patto di stabilità interno.
A questo riguardo mi sembra opportuno intervenire per precisare ai cittadini che le responsabilità di tali ristrettezze economiche non possono essere attribuite al mancato rispetto del patto di stabilità, ma soltanto alla inefficienza amministrativa dei governi di centrodestra dell'ultimo quindicennio. I cittadini debbono sapere che il patto di stabilità non è altro che uno strumento contabile che determina la capacità di spesa di ciascun ente commisurandola al rispetto delle spese effettuate in un determinato periodo di tempo e rivalutate con un incremento che la legge finanziaria fissa anno per anno. In altre parole il comune si deve comportare come un buon padre di famiglia che avendo un reddito che nel 2009 sarà lo stesso del 2008 determinerà gli impegni che dovrà sostenere nel 2009 raffrontandoli con le spese consolidate nel 2008, ivi inclusi gli eventuali debiti effettivi o presunti che dovessero emergere.
Il problema vero è che questi amministratori hanno utilizzato con incapacità lo strumento del bilancio omettendo di iscrivere nelle spese talune grosse partite che, sia pure contestate in sede giudiziaria, le norme contabili ne prevedono la esposizione in un fondo per debiti veri o presunti. Se si pensa che addirittura con la delibera consiliare dello scorso settembre sulla salvaguardia degli equilibri di bilancio per il 2008 viene data copertura solo ad una parte dei debiti fuori bilancio emersi (euro 6.807.762,96 pari a circa 13 miliardi di vecchie lire) e rinviato al preventivo del 2009 e al pluriennale 2009/2011 la copertura dei restanti debiti fuori bilancio per un importo di euro 6.171.197,91 (12 miliardi di vecchie lire) è come affermare che negli anni scorsi il bilancio non rispondeva ai requisiti di equilibrio finanziario voluto annualmente dalla legge e pertanto l'amministrazione avrebbe dovuta essere sciolta dal Prefetto.
Non essendo intervenuto lo scioglimento prefettizio e dinanzi ad una nuova stagione di prevedibile dissesto finanziario Eufemi e la sua maggioranza abbiano uno scatto di dignità si dimettano riconoscendo con ciò tutta la loro fallimentare gestione, perché se rimarranno al governo della città, continueranno a produrre delibere, che non rispettando leggi e regolamenti, non potranno che produrre gravi danni per il territorio, la gente e le finanze pubbliche.

Franco Lo Reto - Portavoce del Partito socialista