02 agosto 2009

LETTERA AI SINDACI

PRC - Circolo di Ardea

Questo documento a firma del segretario della federazione Modena, trova l'approvazione del circolo PRC di Ardea, e lo fa proprio, sottoscrivendolo senza riserve ed auspicando che arrivi all'attenzione del sindaco Eufemi, perché si ravveda e consideri antidemocratico questo provvedimento e quello dell'istituzione delle ronde.

direttivo circolo Ardea
segr. Barbara Tamanti





Il cosiddetto pacchetto sicurezza per essere applicato richiede la collaborazione degli Enti Locali, e le istituzioni democratiche non devono collaborare a un provvedimento che molti giuristi definiscono anticostituzionale e paragonabile alle leggi razziali del 1938.

L'introduzione del reato di immigrazione clandestina, assieme ad un insieme di altre norme, di fatto sancisce la nascita di diritti diversi per i migranti, oltre ad affermare giuridicamente l'odiosa equazione immigrato uguale delinquente. Un provvedimento odioso, perché toglie agli immigrati una complessità di diritti che nulla hanno a che vedere con la sicurezza fino all'introduzione di norme che se applicate provocherebbero una insostenibile emergenza sociale per quanto riguarda il tema dell'iscrizione anagrafica, della scuola, dell'accesso alla sanità, con conseguenze drammatiche a catena su una serie infinita di diritti che colpiscono anche i cittadini stranieri regolari.

Solamente l'ipocrisia spinge oggi componenti del centrodestra a chiedere una sanatoria per le badanti perché altrimenti milioni di famiglie e l'intero nostro sistema assistenziale, andrebbero al collasso. Una concezione utilitaristica del lavoro delle persone che cancella la dignità dell'uomo che respingiamo con sdegno.

Crediamo inoltre che l'introduzione delle ronde rappresenti la rinuncia dello Stato alla gestione della sicurezza oltre che uno strumento costoso, inopportuno e pericoloso per il controllo del territorio che deve rimanere una prerogativa delle forze dell'ordine e non di gruppi politicizzati.

Ci rivolgiamo quindi ai Sindaci affinché attraverso la loro azione politica e amministrativa contrastino questo provvedimento per tutelare i diritti costituzionalmente garantiti di tutti coloro, migranti regolari e irregolari, che si trovano sul territorio dei loro Comuni.

Crediamo che la disobbedienza a questo provvedimento sia un atto di civiltà di fronte ad una maggioranza parlamentare che confonde la sicurezza con l'oppressione dei più deboli.

Stefano Lugli