01 aprile 2010

DONNE: SULL'ORLO DELLA CRISI ?



Aumentano le difficoltà ma le donne resistono”, e forse questa resistenza è dovuta la fatto che stanno manifestando “una capacità di reazione che”, si spera, “alla lunga le premierà”. Così affermano il 36% e il 32% delle risposte al nostro sondaggio. Vivono negativamente questa fase storica il 3% di coloro che affermano che “niente è cambiato e niente cambierà”, e chi invece (il 15%) afferma che siamo di fronte ad una “regressione in campo lavorativo”, mentre per il 14% le donne si stanno inserendo in campi maschili.
Negli Stati Uniti, solo dal gennaio 2010 sono fioriti gli articoli in merito al ruolo delle donne: l’Economist di gennaio dedica la copertina al genere femminile titolando “We did it!”, mentre il columnist Alex Bean del Boston Globe mette in evidenza come stiano avanzando nel lavoro, nella politica. Del resto leggono più quotidiani, sono più attive sulla rete e in politica, tanto da parlare di una “femminizzazione degli States”.
Per chi risponde al nostro sondaggio emergono tutte le difficoltà legate al doppio ruolo e agli stereotipi esistenti alle nostre latitudini. Si afferma che il rapporto donna-lavoro continua ad essere conflittuale perché la società “offre solo due modelli: la madre casalinga e la donna in carriera single. Invece tutte noi dobbiamo fare i conti con famiglia e lavoro contemporaneamente”. Così come spesso viene sottolineata la contrapposizione e il contrasto che spesso si registra tra donne in carriera “che vendono a questa anima e corpo” e le altre che cercano di conciliare ruoli diversi.
Tra le tante, arriva anche il lamento di chi, madre single, si trova con un carico di responsabilità e difficoltà maggiori, senza che il sistema dei servizi riesca ad aiutarla a pieno. Si “lavora troppo e male”, tema sul quale occorrerà riflettere.
Il lavoro cambia, come cambiano le donne. L’elemento primo è che oggi “le donne lavorano per una realizzazione personale”. Ed a partire da ciò, di fronte alle difficoltà quotidianamente incontrate, sviluppano risorse impensabili: “sono instancabili e delle organizzatrici fantastiche e molto pragmatiche, altro che, sono gli uomini quelli buoni a chiacchierare, ma le cose concrete le fanno le donne”. E sono aiutate dalle giovani generazioni a spingere essendo “più decise a fare il lavoro che scelgono e non vogliono accettare modelli antiquati come la segretaria o l'infermiera”.
Purtroppo l’adeguarsi a tutti questi cambiamenti crea stress, crea conflittualità, crea aggressività. “Il più grande difetto di noi donne è che non sappiamo fare gruppo. L'invidia e la concorrenza sleale ci danneggiano. Quando lo capiremo?” dicono in parecchie.
In ogni risposta emerge tanta esperienza personale: “la nostra vita è spezzata e ricomposta a seconda delle esigenze”; “molte pensano di fare mille cose insieme, ma di fatto è solo una gran fatica e spesso una sconfitta”; “molte si adattano, molte rinunciano”.
Ma i vincoli possono divenire opportunità? Molte risposte affermano che i vincoli sono vincoli e difficilmente potranno trasformarsi in opportunità. Per alcune poi “i vincoli diventano scelte. O madre e moglie o donna in carriera. Spesso sono acculturate ma poco utilizzate per le loro mansioni. Donna uguale commessa, maestra, barista, donna delle pulizie, segretaria...”.
C’è anche ci afferma che “le donne sanno essere propositive e stimolare le realtà in cui operano per migliorare sempre di più il proprio lavoro e se stesse”.
Scrive una lettrice, riflettendo come i vincoli legati alla doppia presenza possano trasformarsi in opportunità: fornendo una “maggior autonomia ai componenti della famiglia è un 'opportunità di maggior e più precoce crescita”, mettendo in pratica quella condivisione della cura che molte leggi hanno suggerito ma che la quotidianità scarsamente ha rilevato.

di Rosa M. Amorevole
da www.noidonne.org
(28 marzo 2010)

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