09 luglio 2010

Prezzo della Crisi del 08-07-2010: 'Disabilità: vittoria in Parlamento, ma preoccupano i tagli agli enti locali'


"Questo è un Paese che ha 2 milioni e 700mila di invalidi, e 2.7 milioni di invalidi pone la questione se un Paese così può essere ancora competitivo"

La frase è vera ed è di Tremonti, pronunciata un mese fa durante la conferenza stampa di presentazione della manovra correttiva. La mobilitazione delle associazioni di disabili e invalidi era partita immediatamente e ha ottenuto ieri una prima importante vittoria in Commissione Bilancio. Stralciati dalla manovra sia l'articolo che decretava la restrizione delle indennità di accompagnamento, sia quello relativo all'innalzamento della percentuale di invalidità (dal 74 all'85 per cento) necessaria per l'assegno agli invalidi parziali. Contro i due provvedimenti, che avrebbero colpito in modo irreparabile i diversamente abili e le loro famiglie, le federazioni di categoria Fish e Fand hanno manifestato più volte davanti a Montecitorio. In una situazione già gravosa per i portatori di invalidità, il tentativo del Governo rappresenta un altro duro colpo allo stato sociale, giustificato da una fantomatica caccia al falso invalido, e l'ennesima dimostrazione (se ce ne fosse ancora bisogno) che siamo di fronte a una maggioranza senza ritegno, che attacca i soggetti più deboli della società, i più bisognosi di tutele e sostegno materiale. Basti ricordare che attualmente gli assegni di invalidità dal 74% al 99% ammontano alla “bellezza” di 256,67 euro mensili e gli assegni di accompagnamento sfiorano i 500 euro. E una badante regolarizzata per un invalido, pensate un po', costa mediamente 2.000 euro al mese. Per circa 2 milioni e 700mila famiglie italiane questo è l'unico bilancio che conta. Per questo non possono fermarsi qui.
Dopo la soddisfazione espressa per la vittoria ottenuta, le associazioni hanno dichiarato che la battaglia continuerà, perché il rischio più grande riguarda il taglio dei servizi a livello locale, già fortemente ridotti dai piani di rientro sanità degli scorsi anni. Secondo le ultime notizie relative ai criteri per il taglio agli enti locali, infatti, sembra che il Governo voglia agire riferendosi alla “virtuosità” delle amministrazioni, un criterio che potrebbe essere accettabile se non fosse basato solo su elementi di bilancio, ignorando qualsiasi valutazione relativa alla qualità dei servizi ai cittadini. Tutto il contrario di quanto stabilito dopo la riforma del titolo V della Costituzione, che conferisce allo Stato la funzione, fondamentale, di determinazione dei “livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale”, una funzione che attende da dieci anni di essere esercitata.
“Il rischio più immediato – spiegano i presidenti di Fish e Fand - è che nelle regioni più inefficienti i cittadini finiscano per pagare due volte: prima per l’inefficienza delle risposte, poi per le “sanzioni” dello Stato”. Una beffa intollerabile.
da controlacrisi.org

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