31 dicembre 2011

BUON ANNO

Che impressione!




I giornali dicono (ma la notizia non appare sul sito del Comune. Forse sono in ferie invernali?) che l’ECOCENTRO (alias Isola Ecologia) di Ardea è stata cantierata!!! Ma ATTENZIONE: Se i tempi di realizzazione saranno quelli a cui l’Amministrazione Eufemi ci ha abituato, “forse” fra qualche anno ne potremo usufruire! Resta anche un altro dubbio. L’articolo dice anche che in seguito verrà ampliata...Ma allora la montagna sta partorendo un topolino, oppure un Ecocentro vero, degno di tale nome? Sì, siamo veramente impressionati: A fronte dei 13 mesi trascorsi nella vicina Pomezia fra approvazione consiliare ed inaugurazione di un Ecocentro completo e funzionale, da noi sono passati solo cinque anni fra l’approvazione consiliare per TRE isole ecologiche sul territorio e la CANTERIZZAZIONE di parte della prima! Sul sito del Comune abbiamo letto gli auguri di Buon Anno. Lo sarà sicuramente se nelle prossime elezioni comunali sapremo dotarci di una Amministrazione che POCO promette e MOLTO mantiene!
Pasquino Ardeatino

29 dicembre 2011

Appalti sospetti, salgono a 11 le richieste di rinvio a giudizio Ecco i primi nomi negli atti del pm


Si muove la Procura della Repubblica di Velletri. Coinvolti due ex dirigenti, un funzionario e un tecnico comunale più un consigliere comunale, due assessori e un ex assessore e alcuni tecnici della ditta coinvolta


da Il Faro on line - Inviate dal Gup Aldo Morgini della Procura della Repubblica di Velletri undici richieste di rinvio a giudizio per fatti legati ad una storia, ancora tutta da provare, di tangenti e di assegnazione appalto di manutenzione cimiteriale che vede coinvolti due ex dirigenti dell’Ufficio cimiteriale, un funzionario ed un tecnico comunale all’epoca dei fatti in servizio presso l’Ufficio citato, un consigliere comunale, un assessore ed un ex assessore, tre imprenditori che hanno partecipato alla gara, oltre ad un imprenditore rutulo di pompe funebri, l’udienza non pubblica si svolgerà a Velletri a fine marzo 2012.

Le indagini sono state svolte dalla Guardia di Finanza di Pomezia, la quale, su disposizione del P.M. Dott. Giuseppe Travaglini della Procura di Velletri, effettuò perquisizioni domiciliari che fecero in paese molto scalpore per i personaggi che a vario titolo vi erano coinvolti.
Una storia tutta da provare per la quale il giudice ha riconosciuto cinque parti lese, tra cui il Comune di Ardea, che questa volta non potrà più esimersi, come troppe volte ha fatto in passato, dal costituirsi parte civile.

Oggi per il Sindaco ciò potrebbe implicare un nuovo rimpasto in giunta, per una eventuale incompatibilità se non proprio giuridica almeno morale da parte di chi ancora ricopre incarichi istituzionali conferitogli proprio dal sindaco Carlo Eufemi considerato il sindaco che della legalità ne ha fatto il suo cavallo di battaglia, oltre di chi sembra intenzionato a candidarsi o ricandidarsi a partecipare alle prossime elezione comunali.

Di recente il Comune non si è costituito parte lesa neppure contro alcune persone attualmente rinviate a giudizio per aver, con falsa rappresentazione dell’elaborato grafico, ottenuto un permesso a costruire in sanatoria ingannando tutti i tecnici, tanto che l’allora dirigente del competente Ufficio dovette in autotutela revocare il permesso a costruire in sanatoria.
Tale revoca ancora oggi solleva perplessità perchè non fu sostenuta con un legale del comune davanti al TAR, per cui la revoca venne vanificata. Successivamente a seguito di denuncia di una delle parti lese il rinvio a giudizio fu accolto (nei prossimi mesi il dibattimento) pur senza che il Comune si fosse costituito parte civile per il rispetto della legalità cosa che ancora non è data a capire. Fatti questi che certamente verranno portati all’attenzione della Procura per capire con quali criteri, come e contro chi il Comune si costituisca parte civile, oppure non lo faccia, in tribunale o nei giudizi al TAR del Lazio.

Ecco i primi nomi coinvolti
L'ex assessore Cassio Roccafiorita, l'attuale assessore Petricca, il consigliere comunale Di Fiori, i due ex dirigenti comunali Cucuzza e Porreca. Per tutti - lo ricordiamo per correttezza d'informazione - vale il principio d'innocenza. Un'accusa, per qunato pesante, non è una prova, che casomai verrà costituita in Tribunale, unica sede preposta. E comunque la legge prevede tre gradi di giudizio.


Luigi Centore

FERRERO (PRC): MONTI RACCONTA BALLE E FA INTERESSI DEGLI SPECULATORI


«Lo spread continua a salire mangiandosi tutti i sacrifici a cui Monti ha obbligato i lavoratori italiani. Oltre al danno la beffa, a causa di un governo che usa la crisi per fare macelleria sociale e non fa nulla contro il vero problema , la speculazione. Il motivo è uno solo: Monti fa gli interessi degli speculatori, non del popolo italiano. La manovra è iniqua socialmente, recessiva e favorisce la speculazione, questa è la verità. Il fatto che noi abbiamo detto la verità e Monti ha raccontato delle balle, non toglie però che molta gente si affidi a Monti pensando che "altrimenti andava peggio". Questa è la funzione dell'ideolgia dominante: far apparire come necessario cioò che è sbagliato e produce danni. In questo contesto, il compito primario dei comunisti è quindi quello di decostruire l'ideologia dominante, spiegando perchè vengono fatte certe cose e spiegando cos'altro si poteva fare. Spiegare è decisivo per rompere la cappa ideologica che altrimenti sovrasta tutto».

27 dicembre 2011

L'Udi di Napoli scrive al Presidente della Repubblica

"In un momento tanto drammatico della nostra vita di cittadine siamo indignate tanto per un simile spreco come per quello che ci pare spregio delle regole"
inserito da Redazione
Di seguito la lettera inviata dall’Udi di Napoli al Presidente della Repubblica. Non si tratta di un appello ma di una delle tappe della denuncia di un modo di fare politica stolto e rovinoso per il paese. Nei prossimi giorni, senza attendere la Provvidenza, cercheremo di inaugurare l'anno accedendo a tutti gli elementi che ci consentano di avviare nuove azioni. Ne abbiamo intraprese altre ma sappiamo che solo insistendo questo caso non diventerà "il solito caso di malapolitica" da archiviare insieme agli altri. Se le cattive usanze ed abitudini politiche sommate hanno dato i risultati che vediamo, ci sarebbe da dire che tante perseveranze avrebbero forse cambiato il corso degli eventi. Perseveranze, che potrebbero essere almeno pari alle determinazioni ed alle abilità che precedono un'elezione dei nostri (?) rappresentanti.
Se qualche perseverante vuole unirsi a noi può farlo aggiungendo sostegno alla nostra informativa al Presidente. Inviando al numero di fax 06.46993125

Al Presidente della Repubblica
Sen. Giorgio Napolitano

Signor Presidente,
vogliamo sottoporle un aspetto della crisi, che Lei sicuramente intuisce, ma aspetto nel quale la casistica è tanto diffusa da non poter essere conosciuta da Lei singolarmente.
Negli enti locali, l’immobilismo, di fronte alle emergenze delle cittadine e dei cittadini, è la riproduzione di quanto l’ha spinta ad attuare tutto quanto le competeva nel suo ruolo di massimo garante di noi cittadine.
Le esponiamo pertanto la vicenda esemplare dei fondi FESR non trasferiti al Comune di Napoli da parte della Regione Campania.
Riteniamo che Lei debba conoscerla nel dettaglio, perché mostra quanto l’apparente rissosità della politica, risponda nella fattispecie, ma poi sistematicamente, all’imperativo comune di mantenere le donne nella condizione di sempre, danneggiando così lo sviluppo e le condizioni di civiltà dell’intero paese.
Nel FESR (fondo europeo di sviluppo regionale) del finanziamento 2007-2013, per la città di Napoli, mirati al sostegno all'occupazione delle cittadine, sono previsti oltre 14 milioni di Euro. Di questi ne sono stati consegnati al Comune solo 4.
Dal 2007 si è progressivamente completato tutto l'iter degli adempimenti dalla programmazione richiesta al Comune, fino alle approvazioni sia della Regione che della Commissione Europea.
Questi fondi, per quanto di nostra conoscenza, certamente inferiore alla Sua, non sono oggetto del patto di stabilità e non prevedono impiego di capitali aggiuntivi degli enti locali.
Sono stati stanziati "per aiutare" l'Italia a superare il vistoso ritardo in materia di occupazione femminile e servizi alle donne e, come da lei più volte ricordato, questi ritardi segnano la strutturalità dell’arretratezza politica del Paese. A partire dalle Regioni maggiormente inadempienti (Puglia Sicilia Campania Calabria) l’Europa ha visto quello che i Partiti non intendono vedere.
L'Italia, anche nelle sue regioni più avanzate, ha tali ritardi e inadempienze a norma delle leggi vigenti e delle convenzioni, da incorrere sistematicamente in procedure d'infrazione da parte della Commissione Europea, il che concorre a creare le condizioni che attualmente mettono l'Italia nella poco felice posizione attuale tra i paesi della Comunità.
Il Presidente della Regione Caldoro, più volte sollecitato, non firma quello che risulta essere il passaggio formale delle competenze.
C'è stata inoltre una sentenza del TAR che ha ingiunto alla regione di passare i fondi. Le associazioni femminili e femmniste hanno firmato un esposto alla procura ed inviato una segnalazione al Commissario Europeo Barroso.
Una delegazione di donne, ieri 21 Dicembre, è stata ricevuta dalla commissione competente e l'On. Sen. Malvano ha confermato che l'unico motivo della non consegna dei fondi consiste nella mancata apposizione di una firma. Così facendo i fondi saranno restituiti.
In un momento tanto drammatico della nostra vita di cittadine siamo indignate tanto per un simile spreco come per quello che ci pare spregio delle regole.
Noi ci siamo sentite ascoltate da Lei, e ci spiace dover sollevare con Lei un problema che dovrebbe attenere ad una dinamica politica periferica e al normale svolgimento trasparente delle vicende amministrative. Siamo però costrette dal silenzio della stampa che non incalza le Istituzioni, dalla totale sordità degli esponenti politici locali alle nostre domande, dalla nebulosità indisturbata di tutto quanto riguarda il rapporto tra cittadine e politica, a metterla al corrente in questa forma di un problema che certamente le sta a cuore.
Crediamo inoltre, noi che abbiamo sempre apprezzato l’impeccabilità della Sua Presidenza, che la conoscenza nel dettaglio della qualità che caratterizza segmenti Italiani della crisi mondiale, sia per Lei materia importante.
Non siamo mai state nel coro di coloro che hanno reclamato da Lei azioni di cui la politica si era resa incapace, nè mai abbiamo preso in considerazione richiami impropri ad un’interpretazione fantasiosa del Suo ruolo, ben per questo ci sentiamo serene nel dover nuovamente ricorrere a Lei, in pertinenza di un fatto che attiene squisitamente ad un disagio di cittadinanza, disagio di cui sovente e giustamente Lei si è reso e si rende interprete.
Questo Paese, come Lei ha più volte ricordato, ha bisogno dei diritti delle donne. Questi dritti hanno luoghi e opportunità per essere resi vivi nelle cittadine e sono i luoghi dove si determinano le svolte necessarie all’evoluzione umana e politica che tutti dicono di volere. Noi facciamo la nostra parte e continueremo a farla, consapevoli di interpretare una visione della Politica nobile e vantaggiosa per tutti: contiamo sul Suo autorevole ascolto per continuare, libere dalla sensazione che la Democrazia Italiana non sia un affare per donne.
Le auguriamo di cuore di godere le vacanze imminenti, per ritrovarla come sempre vigile, attento e saggio davanti vicende e alle sfide che attendono tutti noi
UDI di Napoli (portavoce Stefania Cantatore)

Napoli, 22/12/2011

24 dicembre 2011

LETTERA PER UN BUON NATALE DI CAMBIAMENTO





Care italiane e italiani,

"è stato un anno molto difficile per il nostro Paese. C'è una crisi terribile che ha reso molta gente che già era povera ancora più povera, e che ci fa guardare tutti al futuro più con paura che con speranza. Oggi è la vigilia di un Natale poverissimo per l’Italia e quello che dovrebbe essere un periodo di gioia e feste è invece mortificato dalla crisi.
Questa crisi non è colpa solo di alcuni di noi italiani.
E’ una crisi globale e all'origine ci sono l’avidità e la miopia di chi, in tutto il mondo, ha pensato solo a diventare sempre più ricco alla faccia di tutto il resto e di tutti gli altri.
Ma da noi c'è stato e c'è chi ha reso questo crisi più dura e più difficile da risolvere. C'era stato fino a poco fa un governo che faceva solo leggi a vantaggio del proprio presidente del consiglio invece di rimboccarsi le maniche per affrontare la crisi e così l'ha fatta degenerare.
Adesso dobbiamo vigilare sul lavoro del primo ministro Monti, magari facendolo incontrare con il professor Manti. Perchè sembra che non dicano le stesse cose.
Il ministro Monti sta somministrando la cura sbagliata, perché rende la gente sempre più povera e così condanna il nostro Paese alla recessione, che vuol dire disoccupazione, miseria e rende impossibile lo sviluppo.
Noi faremo la nostra parte, che è quella di girare in lungo e in largo il Paese andando a vedere con i nostro occhi come stanno i lavoratori e i cittadini in difficoltà.
Negli ultimi mesi siamo stati con i 20mila precari del corpo dei vigili del fuoco, che dal primo gennaio resteranno disoccupati lasciando il territorio del tutto sguarnito di fronte alle emergenze. Con i lavoratori di Termini Imerese, che la Fiat ha gettato in mezzo a una strada chiudendo lo stabilimento. Con i dipendenti della Wind, che il 20 gennaio manifesteranno perché non vogliono essere precarizzati e licenziati.
Con i 1500 operai di Fincantieri minacciati dalla disoccupazione. Con i 1000 dipendenti di Treninotte che da settimane stanno sui tetti perchè Trenitalia li vuole sostituire con i francesi. Con le decine di migliaia di precari che da anni fanno funzionare la scuola e che in cambio continuano a ricevere solo sganassoni.
Questa è la crisi, non un bilancio astratto. Non si può continuare a giocare con le cifre come se dietro non ci fossero le vite di milioni di donne e uomini.
Nel nostro Paese ci sono stati nell'ultimo anno anche, grandi cambiamenti che hanno suscitato grandi speranze.
Dalla primavera delle amministrative ai referendum di giugno, alla raccolta di firme contro la legge elettorale di quest’estate fino alla caduta, a novembre, di Silvio Berlusconi.
In tutte queste piccole e grandi vittorie noi dell'Italia dei Valori abbiamo avuto un ruolo molto importante e ne siamo orgogliosi, perché abbiamo sempre interpretato il nostro ruolo come quello di uno strumento per migliorare la realtà.
Il cambiamento è possibile e a portata di mano. Proviamoci insieme"

Antonio Di Pietro

23 dicembre 2011

ARDEA – EUFEMI, IL POPOLO DELLE LIBERTA' : DA PADRONI MANCO GARZONI



Il garzone di bottega era quella figura di giovane ragazzo che si muoveva nei negozi dei fornai o dei macellai, puliva gli attrezzi da lavoro , aiutava il principale al banco, serviva i clienti e faceva le consegne presso le abitazioni, ricevendo anche qualche mancetta. Un apprendista di altri tempi, una figura mitica nell'antica Roma dei tempi andati.


E' questo il ruolo che Eufemi ha destinato al Popolo delle Libertà procedendo al ribaltone pre natalizio. Cambio di maggioranza, con dentro tutti gli eletti nel centro sinistra e mini giunta con assessori di riferimento dei consiglieri eletti nelle liste antagoniste, lasciando la metà dei consiglieri del PDL fuori dalla porta.


Strategie elettorali da avanspettacolo e preparazioni alle elezioni con strategie apparentemente stravaganti. Eufemi presiede all'apertura delle sedi del nuovo movimento “ Citta' Nuove “ , movimento vicino alla presidente della Regione Lazio Renata Polverini rappresentata localmente dalla simpatica Maricetta Tirrito che ad ogni elezione si sposta nei comuni limitrofi con operazioni di marketing elettorali dagli esisti deludenti ( vedi Pomezia ) . In tali sedute il Sindaco non perde occasione per bacchettare la PDL dissidente , senza peraltro indicare un percorso programmatico di fine mandato ed una eventuale coalizione da presentare agli elettori. Fallito l' accordo estivo, ribattezzato “ il patto dell'ombrellone “ si naviga a vista nelle turbolenze quotidiane.

Intanto il territorio degrada sempre più, i disservizi potrebbero essere così chiamati se esistessero dei servizi, dopo 5 anni di governo del centro destra resta solo una enorme prateria deserta lastricata di fallimenti

Nel frattempo si fa avanti una nuova figura, alla quale i maligni dicono che Eufemi stia tirando la volata, il caos politico ed amministrativo sarebbe agitato ad hoc per preparare il ritorno del papa nero, dal centro sinistra al centro destra, templare costruttore di civiltà,insignito del cavalierato da re Giorgio.



Valtere Roviglioni IDV


COMUNICATO STAMPA CdQ NUOVA CALIFORNIA


Ancora una volta, è stato preso di mira con un vile atto vandalico (l’ennesimo) il parco giochi di via Reno, ignoti (i soliti????) sono entrati durante la notte e hanno spaccato l’altalena per i bimbi più piccoli, frantumando il seggiolino in mille pezzi e non soddisfatti hanno reciso anche le funi che lo sorreggono, e per finire hanno spaccato una panchina appena installata, mi domando cosa passa nelle mente di questi delinquentelli di periferia che incuranti del bene comune, la sera in “branco” decidono di distruggere tutto quello che è alla loro portata. La domanda più ricorrente che mi viene è: ma dove sono le famiglie di questi delinquenti in tutto questo? Perché questi ragazzi non vengono controllati? Come Comitato di Quartiere abbiamo cercato più volte di avere con loro un dialogo, ma evidentemente non siamo riusciti nell’impresa di far capire a questi ragazzi l’importanza del rispetto verso il bene comune, l’amore verso il proprio quartiere, abbiamo segnalato decine di volte ai Carabinieri quello che accade all’interno del parco la notte (dopo la chiusura) la stessa segnalazione è stata fatta più volte al Comune di Ardea, chiedendo di installare urgentemente delle telecamere che potessero scongiurare il ripetersi di vili atti vandalici contro il parco di via Reno, che poi è l’unico punto di ritrovo e aggregazione dei bambini del quartiere e delle loro famiglie. Questa è l’ennesima dimostrazione dell’assenza totale del Comune di Ardea, i “nostri” cari amministratori sono troppo impegnati a proteggere strette le loro poltrone, sono troppo occupati nei loro ribaltoni e nelle loro beghe interne per pensare ai problemi dei cittadini, salvo ricordarsi che esistiamo quando c’è da elemosinare un voto, è arrivato il momento di dire basta, siamo stanchi di assistere inermi alla distruzione del nostro territorio, ormai siamo preda di rom, prostitute, extracomunitari senza fissa dimora, giovani bulletti in preda ai fumi dell’alcol e della droga, purtroppo troppo spesso anche in età adolescenziale, il cartello in entrata al quartiere potrebbe essere, benvenuti a Tor San Lorenzo, terra di nessuno, terra dove tutto è permesso, perdete ogni speranza o voi che entrate.

Si trasmette in allegato denuncia del Comitato di Quartiere con
preghiera di intervento e di diffusione a mezzo stampa Piero D'Angeli Presidente Comitato di Quartiere di Nuova California 334 64 86 398

22 dicembre 2011

ARDEA - PRIMARIE NEL PD, SCONCERTANTE COMUNICATO STAMPA DEI VERDI


Ardea – 21 dicembre 2011 - Comunicato Stampa - Con Abate alle primarie -

Noi Verdi avevamo già concordato con quasi tutti i partiti di centro sinistra (Sinistra Ecologica e Libertà, Partito Socialista, Partito Rifondazione Comunista/FdS e Alleanza per l'Italia) la candidatura a Sindaco di Antonino Abate, che l'organo Direttivo del PD individuava come il migliore a ricoprire tale ruolo, in quanto portatore delle caratteristiche di amministratore attento, capace, esperto e dalle spiccate capacità di aggregazione.

Coerenti con quanto sottoscritto, pur non partecipando direttamente alle primarie di coalizione che ci vincolerebbero anche ad un candidato diverso, sosteniamo la candidatura di Abate.

Siamo certi che Abate potrebbe unire forze del centro sinistra e altri ancora, per portare finalmente aria nuova ad Ardea e per soddisfare la nostra richiesta di politiche ecosostenibili.

Graziella Furini ( portavoce dei verdi di Ardea)



ALLA FACCIA DELLA CHIAREZZA E DELLA COERENZA POLITICA

I VERDI DI ARDEA NON SI VINCOLANO ALL'ESITO DELLE PRIMARIE , MA PRENDONO IN ANTICIPO LE DISTANZE DA UN EVENTUALE VINCITORE CHE NON SIA ABATE.

UNA VERA POSIZIONE ECOINCOMPATIBILE ED ECOINSOSTENIBILE.

Pasquino





La Manovra è legge. Ok fiducia anche al Senato. Buon natale a tutte e a tutti.


E' arrivato! Il regalo di natale di Monti e di tutti quelli che lo sostengono, dal Pdl al Pd, è arrivato. Il Governo di Mario Monti ottiene la fiducia al Senato che dà il via libera definitivo alla manovra, che da adesso è legge a tutti gli effetti e con tutti gli effetti devastanti che porta con sè. I sì (i responsabili... della catastrofe) sono stati 257, in calo rispetto ai 281 voti favorevoli della fiducia dello scorso 17 novembre. I no sono stati 41: ai 25 della Lega vanno aggiunti i voti contrari dell'Idv, del Svp e dell'Union Valdotaine. Hanno fatto giusto in tempo per rendere il natale più brutto possibile e per chiudere la bocca a tutti quelli che volevano augurare alla mezzanotte del 31 "buon...". Altro che buon anno, il 2012 sarà un anno devastante, in cui la crisi si acuirà, la recessione si rafforzerà e aumenteranno disoccupati, poveri. A brindare sarà come sempre solo la speculazione. L'hanno chiamata, proprio per prenderci tutti in giro, "Salva-Italia".

BASTA CEMENTO AI CASTELLI ROMANI !

BASTA CEMENTO AI CASTELLI ROMANI !
Per sottoscrivere l'appello basta cliccare e compilare il proprio nome e cognome:
Si osservi che l'appello (che potete leggere immediatamente sotto) contiene anche alcuni importanti impegni che si richiedono alle amministrazioni comunali. Infatti è proprio dai seguenti impegni che, a mio modesto parere, si potrebbe riconoscere una concreta politica a difesa del territorio.
P.S. colgo anche l'occasione per informarvi della conferenza di Giulietto Chiesa, il giorno venerdi 13 gennaio, ore 18:00, presso la sala della libreria Cavour, piazza S. Pietro, Frascati, sul tema:"LA CRISI GLOBALE, LE BANCHE E... LE GUERRE".
APPELLO RIVOLTO DA ITALIA NOSTRA Castelli Romani alle AMMINISTRAZIONI COMUNALI DEI CASTELLI ROMANI, alla REGIONE, all' ENTE PARCO DEI CASTELLI ROMANI, alla PROVINCIA DI ROMA, alla XI COMUNITA' MONTANA.
" L’area dei Castelli Romani è da tempo gravemente minacciata da un’espansione preoccupante dell’edilizia diventata ormai irrefrenabile. La fisionomia dell’area sta subendo una radicale trasformazione con la conseguente perdita irreversibile dell’identità originaria. Il territorio vive una situazione di emergenza idrica, prova ne sia, in particolare, l’abbassamento del livello dei laghi, il progressivo depauperamento ed inquinamento delle falde idriche, conseguenza di uno sfruttamento indiscriminato del territorio, del crescente carico antropico e delle numerose perforazioni e prelievi abusivi.

Durante gli ultimi anni si è assistito anche al ricorso fin troppo frequente a strumenti urbanistici in deroga agli stessi piani regolatori comunali: patti territoriali e piani di utilizzazione aziendale, ad esempio, hanno aggravato una situazione già da tempo insostenibile.

Verosimilmente si può ritenere come, in realtà, per alcuni comuni, considerando l’intera cubatura di edilizia esistente, comprensiva cioè anche di quella abusiva e degli alloggi inutilizzati o fatiscenti, sia stata raggiunta ormai da tempo la soglia massima del numero di abitanti prevista dallo stesso piano regolatore, tenuto conto del fatto che la dotazione standard per abitante è pari a 90 m3 .

In particolare si osserva come in questi ultimi decenni, gli standard edilizi per i parcheggi ed il verde pubblico non siano stati quasi mai rispettati, assistendo ad una crescita abnorme delle cubature, decisamente superiore e sproporzionata rispetto alla crescita naturale della popolazione, favorendo in tal modo un carico antropico divenuto insostenibile.

L’istituzione del Parco Regionale dei Castelli Romani ha avuto proprio lo scopo di difendere e preservare l’integrità ambientale e culturale dei Castelli Romani. La legge istitutiva regionale n. 2/1984 prevede nell’articolo 11 l’adozione del Piano d’Assetto quale elemento cruciale ed indispensabile per il corretto funzionamento del Parco stesso.

Nonostante l’importanza di tale strumento e la gravità della situazione sopra descritta il Piano d’Assetto non è ancora diventato legge regionale.

Premesso quanto sopra, ITALIA NOSTRA Castelli Romani rivolge un appello a tutte le amministrazioni comunali dei Castelli Romani affinché decidano di assumere come propri i seguenti cinque impegni fondamentali:

1) Svolgere tutte quelle azioni amministrative e politiche intese all’adozione definitiva del Piano d’Assetto.

2) Evitare a priori il ricorso a strumenti urbanistici in deroga ai piani regolatori.

3) Fare ricorso esclusivamente a varianti di salvaguardia che riducano effettivamente in modo drastico la crescita delle cubature nel territorio comunale.

4) Valorizzare i centri storici, tutelando gli immobili d’epoca passata e favorendo il restauro ed il riutilizzo di quelli eventualmente in disuso.

5) Garantire la trasparenza delle informazioni circa la qualità dell’acqua in distribuzione sul territorio rendendo pubblici sul sito informatico i dati relativi alla qualità dell’acqua distribuita e quelli relativi al bilancio idrico comunale. "

Dicembre 2011 Il Presidente di ITALIA NOSTRA Castelli Romani

Enrico Del Vescovo

16 dicembre 2011

CON LA SALUTE DEI BAMBINI NON SI SCHERZA




Ardea, 15 dicembre 2011. Sono passati 15 giorni e non e' cambiato nulla. Addirittura un problema cosi importante come quello legato alla presenza di amianto nei pressi della scuola di via di Campo di Carne, frequentata da centinaia di bambini, non e' stato neppure preso in considerazione.
Risale infatti al 30 Novembre la trasmissione andata in onda su Telepontina, nella quale alcune mamme, con l'aiuto dell'Italia dei Valori, sollecitavano il sindaco Eufemi a farsi carico dei numerosi disagi in cui versano le scuole di Ardea. Invitato in trasmissione per un confronto faccia a faccia con le mamme e per fornire ai cittadini dei validi motivi che giustifichino il degrado delle scuole nel nostro paese, il sindaco ha deciso di lasciare vuota la poltrona e di non prendere alcun provvedimento per sanare questa situazione deplorevole.
Nello stesso momento noi Giovani dell'Italia dei Valori, presenti dinanzi le scuole per prestare attenzione alle mamme con l'intento di individuare i maggiori disagi con cui i loro bambini convivono da anni, abbiamo constatato con i nostri occhi, che vi e' dell'eternit abbandonato a pochi metri dall' edificio scolastico di via campo di carne.
Questo tipo di materiale, come ben sappiamo, può rilasciare delle fibre di amianto facilmente inalabili e può essere causa di malattie potenzialmente mortali. E’' ormai dimostrato che anche bassissime esposizioni a polveri di amianto possono essere drammaticamente nocive per l'ambiente e gli uomini,figuriamoci per dei bambini!
Augurandoci che il sindaco Eufemi sia informato sulla pericolosità del materiale ci domandiamo per quale motivo non sia ancora intervenuto.
Per il nostro paese questa è l'ennesima dimostrazione di disinteresse e noncuranza da parte di un'amministrazione assente, ma caro sindaco, con la salute dei bambini non si scherza; alcuni provvedimenti non possono aspettare!


I.D.V. GIOVANI ARDEA

13 dicembre 2011

Ora l’Idv vuole cancellare Equitalia


Il giorno dopo l’esplosione nella sede Equitalia dell’Ardeatino, a Roma, l’Idv presenta al Senato una proposta di legge per abolire l’agenzia. «Bisogna colpire gli evasori veri, quello che lo fanno di mestiere, quelli che attraverso condoni hanno sempre scavalcato la legalità. Si deve tornare nelle piazze per raccogliere le firme contro un sistema che strozza i cittadini, le piccole e medie imprese, gli artigiani. Un sistema che aiuta le grandi Imprese, adottando un sistema illegale». L’attacco arriva dal senatore dipietrista Stefano Pedica, che oggi ha annunciato un progetto di legge per «rivedere il sistema di riscossione dei crediti eliminando Equitalia.» Pedica spiega che il suo progetto di legge punta a «salvaguardare i diritti dei contribuenti, sempre più vessati da una società, Equitalia, che in questi anni ha fatto finire sul lastrico migliaia di famiglie e imprenditori». In pratica, «Equitalia dovrà chiudere. La riscossione dei crediti dovrà tornare all’Agenzia delle Entrate e non potrà mai più essere affidata ad altri soggetti. Così facendo, avremo un sistema efficace ma allo stesso rispettoso dei diritti del cittadino». Il senatore dipietrista presenterà il suo testo il 18 dicembre, «in occasione di una manifestazione sul lavoro e sulla manovra» e prevede di accompagnare la proposta di legge «con una raccolta di firme per sostenerla con più forza in Parlamento».

ARDEA LE PRIMARIE NEL PD, IL TRIONFO DELL'ANTIPOLITICA



Il centrosinistra di Ardea alle Primarie
La competizione si terrà il 22 gennaio 2012. I candidati sono: Antonino Abate, Enrico Cacciotti, Mauro Giordani e Peppino Sarrecchia



Il Faro on line - Le forze politiche di centrosinistra di Ardea: Partito democratico, Sinistra ecologia libertà, Partito socialista italiano e Alleanza per l’Italia, hanno firmato un Protocollo d’intesa per la celebrazione delle primarie di coalizione per la scelta del candidato sindaco per le amministrative della prossima primavera. La competizione si terrà il 22 gennaio 2012 e i candidati sono: Antonino Abate, Enrico Cacciotti, Mauro Giordani e Peppino Sarrecchia. Il Protocollo sottoscritto prevede l’impegno al rispetto dell’impostazione politica di centrosinistra, l’osservanza di un codice di comportamento ed etico, la lealtà dei candidati e il massimo impegno al fianco del prescelto candidato sindaco per vincere le elezioni. Nel contempo è stata prevista la realizzazione di un programma comune di governo della città e la presentazione dei candidati e del Protocollo in una conferenza stampa che si terrà martedì 13 alle ore 16, presso la sezione del PD di Ardea (piazza Belvedere, 6), eletta a sede del comitato promotore delle Primarie. L’auspicio delle forze politiche coalizzate è quello della massima partecipazione dei cittadini di Ardea e della possibilità che alla coalizione possano unirsi quelle forze politiche ora non presenti, ma comunque di analoga ispirazione d’area.



LE PRIMARIE DEL PD, IL TRIONFO DELL'ANTIPOLITICA

La solita manfrina pre elettorale, questa volta si arricchisce di una novità: le primarie per scegliere il candidato sindaco.

Qualcuno “ stiracchiando “ il concetto, le chiama primarie di coalizione,perchè, e non se ne conosce il motivo altre forze politiche PSI, SEL, API, hanno aderito ad una consultazione passivamente e senza presentare loro candidati. I 4 pretendenti che si batteranno a singolar tenzone sono tutti rappresentanti e dirigenti del PD. Proprio quel PD di Ardea che prima aveva scelto una candidatura poi si era pentito, sfiduciato il segretario cittadino, invocato il commissariamento del Partito a livello locale.

Che il PD potesse procedere ad una consultazione interna era comprensibile, ma gli altri Partiti che aderiscono sembrano una contraddizione in termini. Come si fa a presentarsi agli elettori con un Partito commissariato e profondamente lacerato.. L ' Api di Rutelli fa parte del terzo polo, Sinistra Ecologia e Liberta' che delle primarie con Vendola ne ha fatto una bandiera, non presenta un suo candidato e per finire con IL PSI strenuo sostenitore della concertazione.

Una competizione a 4, tutta interna allo stesso partito, con intorno forze subalterne che tenteranno di far calare la bilancia a favore di una o dell'altra componente, nella speranza di ricompattare una formazione lacerata da profonde divisioni difficilmente conciliabili.

Eppure l'ITALIA DEI VALORI, aveva indicato una via ed un percorso programmatico serio costruito con la partecipazione dei cittadini e delle forze sociali, la scelta del candidato sindaco attraverso primarie basate sul rinnovamento, fuori dai condizionamenti degli apparati burocratici dei partiti. Evidentemente il centro sinistra di Ardea ancora stenta a comprendere il senso di impopolarità che si alza dal territorio verso la classe politica. Il periodo che stiamo vivendo consiglierebbe un cambio di passo , un rinnovato modo di fare politica, fuori dagli esasperati tatticismi, dallo strabismo della casta, dalle corse goffe e ridicole per assicurarsi candidature , poltroncine, sgabelli, strapuntini, In fondo sono sempre i cittadini elettori che hanno la matita in mano, questa volta la useranno per mandare a casa incompetenti ed incapaci. Per il centro sinistra c'e' ancora tempo per fermarsi? Riflettere , ripartire, recuperare le ragioni storiche, per caratterizzarsi alternativamente al centro destra che ha devastato il territorio.

Valtere Roviglioni




12 dicembre 2011

IL PATTO DI VASTO E' DI DESTRA O DI SINISTRA?


Scoppia ancora la lite all'interno del patto di Vasto. E scoppia sul profilo da tenere sul Governo Monti e la manovra. La notizia di oggi è il frontale di Di Pietro con Bersani sulle frequenza televisive ed il contro frontale degli uomini e le donne di Bersani con Di pietro. Di Pietro accusa Bersani d'inciucio, e il PD minaccia la rottura. Vendola rimane in mezzo, più responsabile dell'ex magistrato fa sapere che lui, il governo se fosse stato in parlamento lo avrebbe votato, ma che lo sciopero della CGIL è responsabile. Per uno scherzo del destino la sua agenzia esce quasi in contemporanea con una dichiarazione del suo ex vate Fausto Bertinotti che accusa giustamente il Governo Monti di essere autoritario, una sorta di podestà dei forestieri. A fine giornata però è la Sereni che offre uno spunto interessante per la discussione collettiva, Di pietro - dice la Sereni - è di destra o di sinistra? Vallo a sapere... Già, vallo a sapere, del resto secondo voi chi appoggia un Governo delle banche da che parte sta?

controlacrisi.org

IL CORDOGLIO PER LA SCOMPARSA DI ALESSIO DE GASPERI

CdQ Castagnola-Castagnetta


Comunicato del Direttivo: “Sentito cordoglio per la scomparsa di Alessio De Gasperi”

Il Direttivo insieme a tutti gli iscritti del Comitato di Quartiere Castagnola-Castagnetta si uniscono al grande dolore del consigliere Romano De Gasperi e della consorte Rita per l’improvvisa e tragica scomparsa del figlio Alessio di soli 24 anni. Il ragazzo è rimasto vittima di un grave incidente stradale in località Campo del Fico che ha coinvolto altri due giovani di cui uno gravemente ferito e l’altro anch’esso deceduto.

Rimarrà sempre vivo il ricordo di un ragazzo solare, rispettoso nei rapporti e di grande professionalità. Era conosciuto da moltissimi per la grande competenza e attenzione che quotidianamente dimostrava come responsabile del centro revisioni nell’azienda, sulla via Laurentina, di proprietà della famiglia Soldati.

Ardea perde un esempio giovanile di alto profilo e noi del quartiere un ragazzo meraviglioso.

Nicola Pisani (Presidente CdQ)

Il PSI ardeatino è vicino a Romano De Gasperi ed a tutta la sua famiglia per la improvvisa ed immatura scomparsa del figlio Alessio, di cui la comunità ardeatina non può non piangerne la perdita nel ricordo di un giovane unanimamente apprezzato per le grandi doti che aveva già dimostrato nella sua breve attività lavorativa e nel sociale in cui era impegnato. Franco Lo Reto – Portavoce del PSI di Ardea

10 dicembre 2011

LA CASTA DIFENDE I VITALIZI


Ha ragione il Popolo Viola. C’è chi rivendica l’autonomia del Parlamento solo per proteggere i propri privilegi. Ma sbaglia quando non distingue tra partiti e tra parlamentari. E soprattutto quando attribuisce alla commissione Affari Costituzionale, di cui faccio parete anch'io, la responsabilità del mancato taglio delle indennità dei parlamentari.

La responsabilità, infatti, è delle commissioni riunite Bilancio e Finanze, che stanno esaminando il decreto contenente la manovra economica. Ma parlare di responsabilità collettiva non ha senso, perché ognuno porta in commissione le proprie posizioni. E le nostre, quelle di Italia dei Valori, sono molto diverse da quelle di chi si è opposto alla decurtazione. Questo lo sanno tutti, le nostre battaglie sono note da tempo. Anche in Parlamento c’è chi lavora per abbattere i privilegi della Casta, per tagliare i costi della politica, per eliminare gli sprechi. Non siamo tutti uguali. E purtroppo dobbiamo denunciare un fatto grave: ancora una volta, con motivazioni pretestuose, è stata dichiarata inammissibile la nostra proposta di abolizione dei vitalizi dei parlamentari.

La Casta è senza vergogna perché pensa a tutelare se stessa persino nel momento in cui chiede sacrifici ai cittadini, fa pagare ai lavoratori, alle imprese ed alle famiglie il costo del risanamento. E’ proprio la politica che dovrebbe dare il buon esempio e rinunciare ai propri privilegi in un momento difficile per tutto il Paese. E’ proprio da questo atteggiamento di autotutela che nasce l’indignazione popolare ed il sentimento dell’antipolitica, che allontana i cittadini dalla vita pubblica.

E’ stata scritta una brutta pagina, ma l’Italia dei Valori non demorde e continuerà questa battaglia di trasparenza e di giustizia sociale a nome di tutti i cittadini che sono stanchi di essere presi in giro. Oltre a questo ci auguriamo che il governo accolga le tante proposte presentate anche da Italia dei Valori per rendere questa manovra più equa. Chiediamo significative correzioni per rendere più equa e sostenibile questa manovra, per ripartire i sacrifici in maniera più giusta. In particolare chiediamo che le nostre proposte sulla lotta all’evasione fiscale e sui tagli ai costi della politica vengano accolte, perché reperirebbero risorse importanti e perché renderebbero più giusta socialmente ed economicamente questa manovra.

di Massimo Donati

FERRERO (PRC): CON IL GOLPE MONETARIO L'ORDINE DI BERLINO REGNA SOVRANO «Il vertice europeo si è concluso con la piena vittoria della Cancelliera Mer



«Il vertice europeo si è concluso con la piena vittoria della Cancelliera Merkel: è stato deciso un vero e proprio Colpo di Stato Monetario e l'ordine di Berlino regna in Europa! Il modello a cui si ispira la Merkel sono evidentemente le folli politiche restrittive che il cancelliere Bruning impose alla Germania dopo la crisi del '29. Portarono a 5 milioni di disoccupati e alla vittoria di Hitler nelle elezioni del gennaio '33. Le misure adottate al vertice sono prima ancora che un disastro una follia: 1) sono pesantemente recessive, aggravano la crisi e spingono molti paesi - tra cui l'Italia - sulla strada della Grecia. Per un paese come l'Italia non si tratterà solo di garantire il pareggio di bilancio ma anche di fare - per vent'anni di fila - un ulteriore taglio di 40 miliardi all'anno al fine di rispettare il Six Plus Pack. Una stangata che demolirà l'economia italiana, distruggerà il welfare e porterà alla svendita di tutti i servizi pubblici locali e di tutto l'apparato industriale pubblico. 2) La modifica dei meccanismi di assunzione delle decisioni e le sanzioni automatiche riducono i paesi come l'Italia in un protettorato tedesco privo di potere reale. Si tratta di una palese distruzione della democrazia nel nostro paese e di una palese violazione della Costituzione italiana. E' del tutto incostituzionale che un governo di tecnocrati, non eletto dal popolo, possa decidere che l'Italia non è più un paese sovrano ma un protettorato tedesco. 3) Nell'accordo non vi è alcuna misura per sconfiggere la speculazione finanziaria e la BCE continua a non poter acquistare direttamente i titoli di stato. La destra prussiana della Merkel ha quindi vinto su tutta la linea e i miliardi stanziati nel fondo "salva stati" sono solo la misura di quanto gli speculatori possono succhiare agli stati europei prima di farli fallire. Con il vertice di ieri si è fatto un deciso passo in avanti verso il baratro e la demolizione dell'Euro».

«Il vertice europeo si è concluso con la piena vittoria della Cancelliera Merkel: è stato deciso un vero e proprio Colpo di Stato Monetario e l'ordine di Berlino regna in Europa! Il modello a cui si ispira la Merkel sono evidentemente le folli politiche restrittive che il cancelliere Bruning impose alla Germania dopo la crisi del '29. Portarono a 5 milioni di disoccupati e alla vittoria di Hitler nelle elezioni del gennaio '33. Le misure adottate al vertice sono prima ancora che un disastro una follia:

1) sono pesantemente recessive, aggravano la crisi e spingono molti paesi - tra cui l'Italia - sulla strada della Grecia. Per un paese come l'Italia non si tratterà solo di garantire il pareggio di bilancio ma anche di fare - per vent'anni di fila - un ulteriore taglio di 40 miliardi all'anno al fine di rispettare il Six Plus Pack. Una stangata che demolirà l'economia italiana, distruggerà il welfare e porterà alla svendita di tutti i servizi pubblici locali e di tutto l'apparato industriale pubblico.

2) La modifica dei meccanismi di assunzione delle decisioni e le sanzioni automatiche riducono i paesi come l'Italia in un protettorato tedesco privo di potere reale. Si tratta di una palese distruzione della democrazia nel nostro paese e di una palese violazione della Costituzione italiana. E' del tutto incostituzionale che un governo di tecnocrati, non eletto dal popolo, possa decidere che l'Italia non è più un paese sovrano ma un protettorato tedesco.

3) Nell'accordo non vi è alcuna misura per sconfiggere la speculazione finanziaria e la BCE continua a non poter acquistare direttamente i titoli di stato. La destra prussiana della Merkel ha quindi vinto su tutta la linea e i miliardi stanziati nel fondo "salva stati" sono solo la misura di quanto gli speculatori possono succhiare agli stati europei prima di farli fallire. Con il vertice di ieri si è fatto un deciso passo in avanti verso il baratro e la demolizione dell'Euro».

09 dicembre 2011

Crisi, Saviano: "C'è un tesoro da aggredire gli immensi flussi di denaro della criminalità"


NEW YORK - La crisi internazionale, lo strapotere delle banche e il peso della criminalità: sono questi i punti principali dell'intervento di Roberto Saviano all'auditorium della New York University, di fronte ad alcune centinaia di persone.

L'autore di Gomorra, che si è alternato con l'economista Nouriel Roubini nell'ambito della conferenza dal titolo "Italia e Usa, due prospettive sulla crisi", ha sottolineato il peso degli "immensi" flussi di denaro della criminalità nella crisi economica globale e ha puntato il dito contro "lo strapotere" delle banche e il loro ruolo nella gestione dei capitali del narcotraffico.

"Esiste un tesoro che deve essere aggredito, e che non può non esserlo, in questa fase così difficile". In particolare, ha evidenziato Saviano, "tra 400 e 500 miliardi di dollari della criminalità ogni anno vengono riciclati dalle banche americane" ma si tratta di "liquidità che arriva alle mafie e viene a mancare al sistema sano".

Poi un attacco al governo Berlusconi: "Per la situazione italiana - ha detto Saviano - i mercati sono responsabili, ma una responsabilità ancora maggiore ce l'ha il governo, posso dire per fortuna, precedente". E ancora: "Il governo Berlusconi non ha preparato il Paese in nessun modo a difendere la propria economia da questa crisi internazionale. Anzi sino a pochissimi mesi fa venivano diffuse attraverso i media dichiarazioni di sicurezza. Vere e proprie menzogne".
"La cosa più complessa - ha affermato Saviano - è che il governo italiano non è stato sconfitto in elezioni e quindi la strategia della ex maggioranza, secondo me, è quella di mettersi da parte, mostrare che chi li ha sostituiti porta avanti politiche drastiche, drammatiche, e tornare come coloro che non avrebbero mai fatto operazioni del genere, scelte così draconiane".

Saviano questo semestre ha insegnato alla New York Uni­ver­sity in un sem­i­nario post-laurea sulla crim­i­nalità organiz­zata inter­nazionale.

L’ossessione della crescita


Se ci si chiede chi sono i responsabili di questa crisi economica globale non si trova una risposta. Perché sono tutti e nessuno. Tutti perché, a parte alcune rare voci “clamans in deserto”, irrise, derise, bollate come apocalittiche dai seguaci dell’Illuminismo e professionisti dell’ottimismo (Umberto Eco: “Di una cosa però sono certo: la dose di futuro contenuta nel nostro presente è in aumento dovunque, nella società, nell’industria, nel costume e insomma in ciascuno di noi”, Repubblica, 28/12/1983), tutti abbiamo accettato un modello di sviluppo paranoico basato sulla crescita continua che anche un ragazzino che studia matematica a scuola avrebbe capito che, prima o poi, sarebbe andato incontro al collasso. Perché le crescite all’infinito esistono, appunto, in matematica, ma non in natura. Noi ci siamo messi in un circolo vizioso terrificante. Il consumismo non è solo un deleterio fenomeno di costume, come pensava Pasolini, è essenziale al modello di sviluppo industriale. Se la gente non consuma le imprese non producono e sono quindi costrette a liberarsi di molti lavoratori che, così impoveriti, consumeranno ancora di meno obbligando le imprese a contrarsi ulteriormente.

Questa si chiama recessione. Siamo quindi costretti a produrre, a ‘crescere’ come tutti dicono, da Washington a Berlino a Parigi a Roma. Ma poiché abbiamo già prodotto di tutto e di più non possiamo più crescere se non con margini sempre più ristretti che alla fine si esauriranno anch’essi. Certo, per un po’ di tempo gli Stati Uniti potranno vendere alla Cina e la Cina agli Stati Uniti e così l’Europa. E lo stesso avverrà con altri Paesi cosiddetti ‘emergenti ‘ come l’India o il Brasile. Ma anche questi Paesi, che hanno il vantaggio di essere partiti dopo, prima o poi diventeranno saturi, come lo siamo già oggi noi occidentali. Quando ciò accadrà il sistema collasserà, irrimediabilmente.

Gli scenari che si aprono, a quel punto, sono due. Uno prende spunto da ciò che accadde dopo il crollo dell’Impero Romano. Le città si spopolarono (Roma che ne aveva avuti due milioni si ridusse a 35 mila abitanti) e chi vi abitava andò a rifugiarsi nelle ‘ villae’ dei grandi proprietari terrieri o presso i monasteri. Nacque così il feudo, economicamente autosufficiente (autoproduzione e autoconsumo). Il denaro, di fatto, scomparve. Bisognerà aspettare otto secoli perché, con l’affermarsi dei Comuni, rifaccia la sua apparizione. Speriamo che sia questo primo scenario ad avverarsi. Perché il secondo è apocalittico. I feudi si formarono abbastanza pacificamente. Oggi potrebbe essere diverso.
Col crollo del mondo industriale e del denaro la gente di città, rendendosi conto che non può mangiare il cemento né bere il petrolio, dopo aver saccheggiato i supermarket si riverserà nelle campagne alla disperata ricerca di cibo. Ci arriverà a piedi (chi avrà la forza di farlo, gli altri cadranno lungo la strada) perché non ci sarà più benzina e si scontrerà con chiunque possegga un terreno coltivabile che difenderà con le unghie e con i denti perché sarà questione, per tutti, di vita o di morte. Fra cittadini e contadini o proprietari terrieri scorrerà il sangue. A fiumi (altro che il ridicolo ‘lacrime e sangue’ di cui si parla in questi giorni perché nessuno è disposto a lasciare sul campo 600 euro senza aver capito che fra poco, qualunque siano le misure prese, perderà tutto).
È anche possibile che le leadership mondiali dei Paesi più potentemente armati, prese dal panico, comincino, nell’impazzimento generale, a sganciarsi atomiche, l’una contro l’altra. In questo caso non si salverà proprio nessuno, nemmeno gli indigeni delle Isole Andemane che, come altri popoli che noi chiamiamo presuntuosamente ‘primitivi’ e i tedeschi, più correttamente, naturevolker (popoli della Natura) che hanno scelto di vivere in una società statica rifiutandosi di entrare in una dinamica come la nostra, nata (assieme a una serie di complessi fenomeni, fra cui, fondamentale, la diversa percezione del tempo, dal presente al futuro) dalla Rivoluzione industriale.

Queste cose noi le andiamo scrivendo, inascoltati, da un quarto di secolo (La Ragione aveva Torto?, 1985). Siccome non siamo buoni rideremmo a crepapelle vedendo che i cosiddetti illuministi, o, per essere più precisi, i loro ottusi epigoni, stanno tagliando, da tempo, il ramo dell’albero su cui son seduti. Il fatto è che su quel ramo ci stiamo anche noi e dobbiamo assistere impotenti a questo “auto da fé” che ci travolgerà come tutti gli altri. Questo è il tragico e beffardo destino di ogni Cassandra.
Massimo Fini ilfattoquotidiano.it

Monti mi ha telefonato


Credevo fosse uno scherzo. E l’ho mandato al diavolo.
Invece era proprio lui.

“Buon giorno, sono Mario Monti.” Ho risposto con il classico: “E io sono Napoleone.” Poi ovviamente mi ha preso un colpo quando mi ha passato Gad Lerner che mi ha detto: “Guarda che è proprio lui…”
In due parole è successo che Monti ha capito che se non modificava la manovra scoppiava la guerra civile. Cioè, non puoi togliere la rivalutazione della pensione a uno che vive con meno di 1500 euro al mese e poi aumentargli l’Iva e la benzina… Succede che s’incazza. E anche i pensionati sono capaci di fare i black bloc se gli gira…

Così ho preso il treno a Foligno e sono andato a Roma.

C’era tutto un gruppo di tipi strani che era stato convocato per tirar fuori qualche idea che potesse salvare l’Italia dalla bancarotta (questo vuol dire “default”) senza creare masse di persone lacere e affamate.

C’erano i cattolici dei Bilanci di Giustizia veneti, con i loro parroci, una delegazione di una consociazione di onlus che in Africa hanno costruito mille pozzi autofinanziati, c’erano i volontari che vanno a fare i clown negli ospedali, Biggeri di Banca Etica, don Ciotti di Libera, Gesualdi del Manuale del Consumo Critico, Alex Zanotelli, Don Gallo, Marco Boschini dei Comuni Virtuosi, Michele Dotti dei Verdi Civici, Fabio Roggiolani specialista di efficienza energetica e imprese ecosostenibili del Sel, Cristiano Bottone delle Città in Transizione, Carlo Petrini, Marco Travaglio, Santoro, Peter Gomez, Luigi Rambelli di Lega Ambiente e la mia mamma… C’era anche Beppe Grillo. Monti ci ha brevemente spiegato che dopo aver sentito le parti sociali aveva deciso di sentire anche le parti Asociali, che eravamo noi. “Asociali un cazzo!” ha sbottato Beppe. “Gli asociali siete voi che sparate miseria sui vecchi e sui bambini.”

E tutti abbiamo fatto di sì con la testa.

Comunque poi si è passato a parlare di fatti, e nel giro di due ore gli abbiamo manifestato la possibilità di raggranellare non 30 ma 60 miliardi di euro senza colpire i più deboli.

Se si approvassero le proposte anti corruzione del Fatto Quotidiano, le proposte di legge per tagliare i costi e i tempi della giustizia di D’Ambrosio, un po’ di efficienza amministrativa ed energetica, un paio di modifiche al codice per combattere meglio la mafia, un diverso sistema di controllo sul lavoro nero, incrociare i dati finanziari per beccare gli evasori, un taglio vero ai costi militari e a quelli della Casta, e sistemi di controllo dell’efficienza dei servizi pubblici, altro che 60 miliardi di euro ti saltano fuori.

E con un po’ meno burocrazia delirante e lentezze giudiziarie lavoro nero, incidenti sul lavoro e corruzione ci sarebbe anche un bel rilancio dell’economia. E anche liberalizzare la canapa e depenalizzare il consumo delle altre droghe potrebbe essere un grande risparmio per lo Stato e rivedendo il sistema detentivo per una serie di reati minori, come l’immigrazione clandestina, si svuoterebbero pure un po’ le carceri e i centri di accoglienza…

Poi si è passati ad alcune proposte per un progetto di solidarietà nazionale.
Costituire con l’appoggio del governo una borsa delle merci offerte ai gruppi di acquisto territoriali e aziendali, un piano di sostegno all’autocostruzione cooperativa della prima casa, con possibilità di recupero di strutture industriali in disuso, un sistema di certificazione dei servizi.

E poi sistemi per tagliare strutturalmente alcuni costi. Ad esempio, una rateizzazione che permetta di comprare computer agli studenti in modo da eliminare la spesa dei libri scolastici e di dimezzare così i costi per le famiglie. E anche un’integrazione di reddito alle famiglie disagiate e ai pensionati con la minima basato sulla costruzione di impianti fotovoltaici di Stato che permettano di azzerare la bolletta elettrica.

E orti pubblici sulle terre del demanio, migliaia di poderi abbandonati di proprietà pubblica dati in comodato ai giovani nullatenenti, idem per le centinaia di strutture pubbliche inutilizzate.

Corsi tenuti dagli artigiani pensionati ai giovani disoccupati così che imparino ad aggiustare elettrodomestici e computer, mobili, vestiti, in modo da sviluppare il riuso e il riciclo.

Incoraggiare sistemi di banca del tempo, mercati dell’usato e del baratto, monete complementari, car sharing, lavanderie collettive.

E campagne di educazione alimentare e posturale per aumentare il benessere nazionale e tagliare i costi della sanità, e piedibus in tutte le scuole per contrastare l’obesità infantile.

Monti aveva la faccia strana. Poi disse che in effetti era un po’ stupito e che ci doveva pensare su.
Uscendo gli ho detto: “Presidente, e cerchi anche di ridere un po’… Non dico che debba raccontare barzellette idiote… Ma qui si tratta di uscire da una crisi morale depressiva. Un po’ di comico ci sta bene.”
Mi ha guardato perplesso: “Ma i giornali hanno scritto che sono molto spiritoso!”
Ho inclinato la testa: “Presidente quelli sono leccaculo. Lei è allegro come una rana a un funerale.”
Poi ce ne siamo andati tutti in un ristorante dello Slow Food ad abboffarci di carciofi alla romana e spaghetti alla carbonara a chilometro zero.
Poi mi sono svegliato.

Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/12/07/manovra-sogno/175813/


Tratto da: Monti mi ha telefonato | Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2011/12/08/monti-mi-ha-telefonato/#ixzz1g1yBRLZ5
- Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario!

07 dicembre 2011

De Magistris: Una rete dei comuni per i beni comuni


Propongo una data: il 28 gennaio. Propongo un luogo: Napoli. E soprattutto propongo un tema di confronto che abbia come protagonisti gli amministratori, i movimenti, le associazioni, le cittadine ed i cittadini: vediamoci e discutiamo insieme di come uscire dalla crisi economica ma anche da quella politica. Vediamoci e discutiamo insieme di come elaborare un’alternativa economica alla ricetta liberista imposta dall’Europa della Bce e della Commissione, che indica nel welfare e nei diritti il forziere da depredare per far cassa. Vediamoci e discutiamo insieme di come rapportarci alla nuova stagione vissuta dal paese: quella di un governo tecnico che nasce sulle ceneri della politica, consegnatasi mani e piedi alla “tecnocrazia”, cioè agli interessi dei cda della banche, dei mercati, delle istituzioni finanziarie, poiché incapace di fornire una risposta come pure dovrebbe. Vediamoci e discutiamo insieme di come lanciare, dunque, un’alternativa economica e politica che a mio avviso dovrebbe partire dalla difesa dei beni comuni (acqua, internet, saperi, ambiente): un tema che si è dimostrato capace di sintetizzare una nuova idea di politica ma anche di economia. A difesa dei beni comuni si sono infatti mobilitati 27 milioni di italiani, scrivendo una bella pagina di democrazia partecipativa dal basso, a testimonianza di come sia vivo nel paese il desiderio di politica, diretta e attiva. Il perno di questa difesa dovrebbero essere gli enti locali, primo livello della rappresentanza e del governo, primo bersaglio del piano economico che fino ad oggi ha visto la riduzione drastica dei trasferimenti nazionali, costringendoli – adesso e nel futuro – ad una soppressione dei servizi e dunque ad una sospensione dei diritti, minando dunque la stessa tenuta democratica. Penso alla costituzione di una “rete dei comuni per i beni comuni” da cui partire per formulare questa alternativa economia e politica. Il quadro, nazionale e internazionale, rende a mio avviso importante questo appuntamento di confronto. Il governo Berlusconi è crollato sotto i colpi dei grandi poteri economico-finanziari internazionali, espressione di quel neoliberismo e di quella finanziarizzazione dell’economia che hanno portato alla crisi attuale. Berlusconi è caduto, inoltre, per volontà di quelle istituzioni europee, penso alla Bce, che sono figlie di un’Europa definita come entità monetaria ma non come comunità, quindi non ancora compiuta politicamente e non ancora capace di assicurare una vera partecipazione democratica. Il governo Berlusconi è caduto, inoltre, a causa del protagonismo di forze più propriamente nazionali: quei poteri forti – massonici, ecclesiastici e bancari – che per anni hanno sostenuto il “laboratorio Berlusconi” come garante dei propri interessi e che, registrata la sua impresentabilità internazionale, hanno scelto di liberarsene. Per far cosa? Per sponsorizzare un governo di tecnici che potrebbe condurre un’operazione di continuità politica ed economica sfruttando, appunto, i nomi “illustri” di noti accademici, di ex membri di Cda bancari, di elevati giuristi ed economisti. Resta invece ancora vivo il berlusconismo come involuzione (sub)culturale che, per un ventennio, ha deformato il tessuto sociale del paese attraverso un interrotto controllo mediatico garantito dal conflitto di interessi permanente. Stiamo dunque assistendo alla fine della politica e alla genesi della tecnocrazia: la prima non determina i cambiamenti né li governa perchè a farlo è la seconda. La prima risulta, inoltre, profondamente indebolita in conseguenza dello scollamento con la società e l’elettorato, in crisi di rappresentanza anche a causa di una legge elettorale che ha prodotto un parlamento di nominati da segreterie e correnti, non certo dunque di eletti dal popolo. E quello che resta della politica è riassunto in una maggioranza che assembla formazioni tra loro disomogenee per ideali e per storia, marcatamente gestita al centro e potenzialmente eterodiretta dai poteri forti prima citati. Di fronte a questo quadro, appare necessario ritornare alla politica nel suo senso originario, ritornare dunque alla democrazia. Per superare il berlusconismo, che ancora infiltra come modello culturale la società, ma anche per superare quel governo Berlusconi che potrebbe rivivere, in particolare dal punto di vista economico-sociale, sotto le mentite spoglie, soltanto più presentabili, dell’esecutivo Monti. Per evitare dunque l’imposizione di una ricetta economico-sociale fondata sui dettami della Bce e della Commissione europea, di una risposta liberista ad una crisi che nasce dal fallimento del liberismo, della reazione conservatrice. Il governo tecnico mi fa paura per le ragioni espresse, ma da amministratore mi corre l’obbligo di giudicarlo dalle misure che attuerà. L’esordio certo non dirada il mio timore, anzi lo conferma: non una parola critica verso i diktat della Bce e della Commissione oppure sullo sviluppo sostenibile, non una presa di distanza dalla manovra d’agosto, che con l’art 4. obbliga gli amministrazioni a cedere ai privati buona parte delle azioni delle municipalizzate, azione resa ancora più forte dalla legge di stabilita, la quale prevede il commissariamento di quei comuni disobbedienti. È la cancellazione dei beni comuni, legati ai diritti fondamentali, per consegnarli al mercato e alla privatizzazione; è la cancellazione del welfare, usato per fare cassa; è la spoliazione degli enti locali, su cui si scarica la crisi. Semplificando è la sospensione della democrazia, che in primo luogo scompare nei luoghi di lavoro, dunque sparisce anche nel paese. Fine del Ccln, licenziamento illimitato, esclusione di una “parte” della rappresentanza sindacale laddove non si conforma agli accordi imposti dall’azienda, ovviamente senza referendum: il “laboratorio Pomigliano” esportato ed imposto in tutto il mondo dell’occupazione. In questo quadro la voce della politica è flebile, mentre tuona quella della finanza e del mercato di cui si fa portavoce la “tecnocrazia”, soffocando gli stati, i governi e i parlamenti. Soprattutto soffocando le cittadine e i cittadini. Vediamoci dunque e confrontiamoci.


Zona Salsare... acquisizione o liquidazione dei terreni


Un'assemblea cittadina fissata per domenica prossima cui prenderanno parte anche le parti politiche

da Il Faro on line - Indetta per domenica 11 dicembre dall’associazione Ardia Comunitas un’assemblea degli occupanti della zona demaniale dei settecento ettari delle “Salsare”. All’assemblea parteciperanno anche il sindaco Eufemi (nella foto) e il legale del Comune di Ardea, Francesco Lettera, che proporranno la definitiva liquidazione e l’acquisizione dei terreni posseduti dagli attuali interessati. Il presidente Giuseppe Spiezia insieme ai consiglieri Enrico Roberti e Vittorio Costabile nel volantino affisso in tutto il territorio scrivono. Il direttivo dell’associazione Ardia Comunitas favorevole alla transazione suggerisce ai propri soci e a tutti coloro che riterranno opportuno di partecipare all’assemblea, muniti di documento di riconoscimento e di conferire il mandato, mediante sottoscrizione di apposita procura, all’avvocato Giovanni Angeloni, il quale presenzierà all’incontro che si terrà il predetto giorno presso la sala Bar Millennium (Mago del Ferro) via Laurentina Km 35,600. Mentre il Comune da un lato cerca di reprimere la piaga dell’abusivismo edilizio nei settecento ettari demaniali e il fiorire delle discariche abusive di ogni genere, dall’altro si rende conto come la soluzione sia vicina. Lo stesso sindaco dopo l’ultimo abbattimento ha dichiarato: "Si tratta dell´ennesimo straordinario risultato ottenuto - dichiara il Sindaco Eufemi - nell´ambito del programma volto a restituire decoro alla città, ma è anche un´ulteriore segno di forza dell´Amministrazione e delle Istituzioni nella lotta alle illegalità. In questo caso si è colpita la criminalità organizzata grazie alla costante azione che i Carabinieri svolgonlla sua squadra. o sul nostro territorio. Proporrò che l´area possa essere attrezzata a servizio dei bambini del quartiere. Rivolgo - conclude il primo cittadino - un ringraziamento particolare alle Forze dell´Ordine (Carabinieri della Tenenza di Ardea e Polizia Municipale), al direttore dei lavori che ha coordinato la ditta esecutrice della demolizione e agli operatori degli uffici comunali intervenuti questa mattina". Mai nessuna risoluzione di questo caso è ancora tanto ma tanto lontana. E’ impossibile al momento poter ottenere il rilascio di permessi a costruire in sanatoria a quanti hanno richiesto la sanatoria edilizia. E’ impossibile effettuare alcun lavoro pubblico. Nel prossimo Consiglio i “dissidenti” chiederanno spiegazioni dei soldi stanziati per portare l’acquedotto in via dei Monti di Santa Lucia. Il permissivismo dell’amministrazione che non ha mai provveduto a diffidare l’Enel a fornire energia elettrica malgrado la legge 47/85 imponga alle società di servizi di non fornire servizi in certe zone. L'unica a rispettare la legge sembrerebbe essere la concessionaria comunale Idrica Spa che da tempo ha bloccato gli allacci per la fornitura di acqua e scarico in fogna… Domenica comunque tra i tanti politici parteciperà lo stesso presidente del Consiglio Policarpo Volante per ribadire come al momento non ci sia alcuna risoluzione e “non conosco la panacea per concludere l’affrancazione dell’uso civico demaniale”. Non è esclusa neppure la presenza dei sei consiglieri del Pdl, in rotta con l’altra parte del partito, i quali prenderanno la parola per "evitare che si possa continuare a giocare sulla pelle di cittadini". Per dovere di cronaca durante l’ultima demolizione avvenuta venerdì scorso alla Banditella Bassa, c’è stato un controllo della zona da parte dei carabinieri della Tenenza i quali sono usciti sbalorditi per le discariche e le costruzioni abusive che nascono come funghi malgrado l’impegno profuso dal capitano Aldo Secci e dalla sua squadra.
Luigi Centore


I PINOCCHI DI ARDEA TORNANO IN AZIONE

In odore di elezioni rispuntano i "merlini " con la soluzione in tasca, ancora una volta i sapientoni del, si può fare, partono alla ricerca famelica di consenso elettorale e qualche altro obolo da far finire nelle tasche dei soliti geometri .

Una miscela di demagogia ed inganno,forse qualcuno dovrebbe cominciare a domandarsi: SE UNA SOLUZIONE ESISTE DAVVERO, E' MAI POSSIBILE CHE I SOLITI NOTI, la vengano a rappresentare sempre prima di una campagna elettorale, sfruttando la disperazione e la buona fede della gente ?

il Webmaster

SE NON LE DONNE CHI ?



Lettera di senonoraquando per la mobilitazione dell’11 dicembre
inserito da Redazione..
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Care donne che eravate in piazza con noi il 13 febbraio, a rivendicare dignità e rispetto, care tutte le altre, italiane per nascita o per scelta. Care donne che non hanno perso il coraggio, la voglia di esserci, il progetto di contare, la speranza di uscire da questi anni di fango. Care donne singolari e plurali, diverse l’una dall’altra, sorelle compagne amiche, figlie e madri, siamo di nuovo qui, tutte unite, perché tutte unite siamo una forza e con “una forza” è ora che facciano i conti. Tutti. Siamo una forza, per quante siamo e per come siamo. Siamo quelle che tengono insieme affetti e lavoro, cura e responsabilità, libertà e senso del dovere. Siamo quelle che il diritto di essere cittadine se lo guadagnano giorno per giorno sulle barricate della vita quotidiana. Non c’è da uscire solo da una crisi economica, ma da una crisi politica, una crisi istituzionale, una crisi morale, da una logica, un immaginario, un ordine. In questo passaggio difficile non possiamo tirarci indietro, perché non può tirarsi indietro chi regge questo paese sulle proprie spalle. Le donne non possono mancare per ridare all’Italia la dignità che ha perso, per ridarle credibilità, nel mondo, in Europa. Perché vogliamo restare in Europa e lavorare per un suo reale governo politico. Ma soprattutto non possono mancare per una politica che sia radicata alle necessità vere di donne e uomini. Democrazia vuol dire donne e uomini insieme al governo, capaci di far parlare le loro vite diverse. E anche così dovranno essere democratiche le aziende, le banche, le istituzioni, le fondazioni, le università. Tutto. E che nessuno ci venga a dire che questo non è il momento. Per anni abbiamo votato una rappresentanza irregolare, composta da una maggioranza schiacciante di uomini. Abbiamo votato in cambio di niente, infatti questo paese non ci somiglia, non ci racconta. Ma adesso basta. Adesso, attenti: una donna un voto. Quando chiederanno il nostro voto non lo daremo più né per simpatia, né per ideologia, ma solo su programmi concreti e sulla certezza dell’impegno di 50% di donne al Governo. Il 50% non è quota rosa, non serve a tutelare le donne, serve a contenere la presenza degli uomini, non è un fine, ma solo un mezzo per rendere il paese più vivibile ed equilibrato, più onesto, più vero. I partiti indifferenti perderanno il nostro voto. E voi uomini, che ci siete stati amici, che ci avete seguiti nelle piazze del 13 Febbraio, credetelo: la nostra forza è anche la vostra. E’ per un bene comune che stiamo lottando. Un Paese senza la voce delle donne è un paese che va a finir male, verso una società triste e lenta, ingiusta, immobile, volgare e bugiarda. Bisogni e desideri delle donne possono già essere un buon programma di governo. Sappiamo più degli uomini quanto oggi sia difficile vivere, difficile lavorare, mettere al mondo figli, educare, difficile essere giovani, difficile essere vecchi. Le nostre competenze non le abbiamo guadagnate solo sui libri, ma anche dalla faticosa e spesso terribile bellezza della vita delle donne. La nostra storia ci insegna che non serve lamentarsi. Non ci basta più quella specie di società equilibrista e funambola che abbiamo inventato, in completa assenza dello Stato, per poter vivere decentemente e far vivere decentemente. La società civile è più donne che uomini. E’ ora di cambiare, cittadine!