19 maggio 2012

una riflessione a caldo sulla strage di brindisi

Una riflessione a "caldo" sulla strage di Brindisi, ora che a prevalere è soprattutto lo sgomento e la rabbia. Gli attentatori, probabilmente degli affiliati all'organizzazione mafiosa "Sacra Corona Unita", hanno scelto per seminare terrore e lanciare il loro "messaggio" una scuola di un quartiere periferico e popolare come migliaia ne esistono in italia: un istituto professionale frequentato per lo più da ragazze che si specializzano in settori che vanno dalla "moda" (sartoria ecc..) all' "estetica" (estetiste, parrucchiere ecc..) con la speranza, spesso vana visti i tempi e il Paese in cui viviamo, di potere immediatamente lavorare una volta conseguito il diploma; chi ha pianificato l'attacco, in poche parole, si è ben guardato dall'andare a piazzare quelle due maledette bombole davanti a una scuola di "ricchi", ha scelto coerentemente, spiegherò più avanti il perchè, una di quelle scuole che nelle logiche della classe dirigente è destinata ad accogliere e parcheggiare le figlie dei "poveracci", di quelle che appunto, un giorno, tutt'al più avranno l'opportunità di fare le unghie e tagliare i capelli alle loro, di figlie. Non fraintendetemi: non sto dicendo che mettere le bombe davanti alle scuole dei "ricchi" sarebbe giusto: la mia cultura politica rifiuta in ogni modo l'uso di questo tipo di violenza e colpire dei ragazzini, di chiunque siano figli, lo ritengo un gesto scellerato e infame. Sto dicendo che nessuno ammazza i suoi, di figli, e nemmeno quelli degli amici. In queste ore decine di giornalisti si interrogano allibiti del perchè di tanta violenza a danno di ragazzini e si interrogano se sia stato infranto quel "codice d'onore" che attribuiscono alle mafie. Vorrei che fosse una volta per tutte smascherata la leggenda di questo presunto "codice d'onore"...le organizzazioni criminali non solo italiane, ma direi del mondo, si sono fatte scrupoli solo con chi poteva pagare o poteva essere "utile" e persino alleato, coerentemente con la loro mentalità amorale e spiccatamente imprenditoriale non hanno mai riconosciuto una dignità all'infanzia se non sul piano utilitaristico della propaganda. Sono centinaia le vittime di mafia,molte ancora senza nome, a cui gli affiliati dei clan hanno inflitto indicibili violenze: molti di questi sono braccianti che all'epoca della loro morte erano anche più piccoli di Melissa, la ragazza rimasta vittima nell'attentato di oggi. Melissa: una ragazza "comune", come tante ne vediamo vivere, sognare e lottare nelle periferie delle nostre città, rimasta suo malgrado coinvolta al centro di un gioco sporco infinitamente più grande di lei. Melissa, il cui cadavere non è che un numero nelle liste del costante tira e molla tra Mafie e Stato, un tragico "effetto collaterale" figlio di relazioni torbide coperte dal più assoluto segreto tra istituzioni e clan. Le mafie non sono mai state organizzazioni insurrezzionali e rivoluzionarie, bensì imprese della criminalità a forte radicamento territoriale di volta in volta ostili o fiancheggiatrici di uno Stato di cui sono parte ormai integrante e inscindibile, sempre e comunque con l'obiettivo di fare sempre più soldi, spesso in collaborazione dello Stato. Non è un mistero che molti esponenti mafiosi o collegati da patti a organizzazioni mafiose siedono praticamente in tutte le istituzioni locali e nazionali della Repubblica, fino ai più alti vertici, e che da li tentano di influenzare e di rendere la vita più facile alle loro "famiglie". Non è nemmeno un mistero che, questo gruppo di potere, quando vede minacciati i suoi interessi minaccia i colleghi di seggio facendo scoppiare bombe ad orologeria al fine di provocarne l'imbarazzo e le marce indietro su specifici provvedimenti e proposte di legge, i cui testi sono ai più ignoti. Ora potete ben capire come mai a essere colpito è stato un anonimo e grigio istituto professionale frequentato dai figli del popolo e non un liceo frequentato dai rampolli della borghesia brindisina dove, tra figli di politici imprenditori medici e avvocati si annidia anche il pargoletto della Sacra Corona. A morire nei "loro" intrighi sono sempre e soltanto i figli del popolo, schiacciati tra l'incudine delle mafie, rese aggressive dall'avanzare di una crisi che sta ridisegnando i confini dell'illecito, e il martello di uno Stato che crede di poter salvare l'Italia fregandosene degli italiani. La mano è mafiosa, la strage di Stato.
QUELLO CHE SCRIVE è UN RAGAZZO DI 23 ANNI........

Nessun commento:

Posta un commento

I vostri commenti sono molto graditi a patto che non arrechino offesa. In caso contrario i commenti non saranno pubblicati. Dopo aver inserito il commento nella finestra sottostante sarà necessario validarlo introducendo il codice visualizzato di volta in volta. Tutti i commenti sono soggetti ad approvazione.