05 marzo 2010
Maruccio sottolinea l’importanza delle aree naturali protette del Lazio
L’assessore regionale ai Lavori Pubblici: “Mi impegnerò affinché questo inestimabile patrimonio ambientale benefici di una gestione efficiente per la preservazione della biodiversità e la riqualificazione del territorio”
Roma – “Nel Lazio si contano 13 parchi regionali, 20 riserve naturali regionali, circa 8 monumenti naturali regionali, senza considerare i parchi nazionali, le riserve dello Stato e via dicendo. Questo inestimabile e variopinto patrimonio ambientale fa sì che la nostra sia una regione in cui si trova rappresentato più o meno il 50% della biodiversità presente in Italia. Bisogna considerare che l’esistenza di queste riserve naturali è fondamentale anche per lo sviluppo sostenibile delle comunità locali. Evidenze statistiche testimoniano, per l’appunto, il contributo delle aree naturali protette allo sviluppo locale e rilevano come il patrimonio rurale venga di volta in volta valorizzato, riscoperto, inventato con la sollecitazione di questi siti. Detto altrimenti, le attività di tutela delle aree protette permettono di intervenire nei settori della conservazione dei beni culturali e paesaggistici, nel recupero delle tradizioni e delle identità locali, nei modelli di sviluppo socio-economico sostenibile. Da non dimenticare, infine, che il miglioramento della qualità della vita nelle zone rurali favorisce la permanenza sul territorio delle popolazioni, in particolare di quelle giovanili e femminili”. È quanto sostiene, nella sua accurata analisi dei beni paesaggistici naturali e del territorio laziale, Vincenzo Maruccio, assessore regionale ai Lavori Pubblici.
“Per questi motivi – aggiunge esponendo i suoi propositi – mi impegnerò affinché le aree protette della nostra regione beneficino di una gestione efficace ed efficiente, per la preservazione della biodiversità e la riqualificazione del territorio con il coinvolgimento, a livello decisionale e operativo, dei residenti. Una riqualificazione che avrà come perno lo sviluppo delle attività agro-silvo-pastorali tradizionali e la promozione dell’agriturismo e dell’eco-turismo. La collocazione all’interno dei parchi risulta, infatti, conveniente per la valorizzazione dell’immagine dell’azienda agricola e dei suoi prodotti, nonché per le potenzialità di vendita e consumo determinate dai flussi turistici. Sono altresì convinto che l’offerta agrituristica debba valorizzare la funzione ricreativa, sociale e culturale dell’azienda agricola, anche attraverso la riscoperta della cultura enogastronomica regionale”.
A conclusione del suo discorso, Vincenzo Maruccio, ricorda come la ‘Voce del verbo fare’ sia indispensabile “affinché il nostro sistema delle aree naturali regionali sostenga progetti per la produzione di energia da fonti rinnovabili; favorisca l’occupazione e la formazione di figure professionali nel campo dei beni ambientali; supporti le comunità rurali per la creazione di musei e per il restauro di centri storici ed edifici di valore artistico e culturale; incrementi le capacità e le competenze dei locali per rispondere alle esigenze legate alla ricettività turistica”.
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