In cella l'amministratore Giuseppe Saggese, altre
quattro persone con obbligo di dimora e quattro indagate a piede libero.
Per anni la società ha incassato Ici, Tarsu, Tosap ed altre imposte
per conto di almeno 400 amministrazioni pubbliche. Il danno
ammonterebbe a oltre 100 milioni
Una società di riscossione con sede legale a Roma ma operativa a
Chiavari, in Liguria, per anni ha riscosso tributi come l'Ici o la Tosap
per conto di almeno 400 Comuni italiani. Solo che, invece di versare
gli incassi nelle loro casse, li ha fatti sparire con artifici
contabili ed altri sistemi, per un'appropriazione complessiva di oltre
100 milioni di euro. Sulla base questa ricostruzione, la Guardia di
Finanza di Genova ha arrestato Giuseppe Saggese, l'amministratore di
fatto della 'Tributi Italia spa', la concessionaria per la riscossione
dei tributi. Quattro amministratori di società collegate sono stati
raggiunti da provvedimenti che prevedono l'obbligo di dimora e altre
quattro persone sono indagate a piede libero.
Le accuse vanno
dal peculato alla dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o
altri documenti per operazioni inesistenti, fino all'omesso versamento
di ritenute certificate e dell'Iva. La Guardia di finanza di Genova ha
effettuato perquisizioni in diverse abitazioni nel Tigullio, in
provincia di Piacenza e a Roma. Gli arresti sono stati eseguiti su
ordine del Gip del Tribunale di Chiavari, Fabrizio Garofalo, che ha
accolto le richieste di custodia cautelare avanzate dal pm Francesco
Cozzi.
OItre a Saggese, 52 anni, gli accusati sono: Mario
Ortori, 77 anni, amministratore di Tributi Italia dal 2000 al 2008;
Paolo Vito Marti, 64 anni, amministratore dal luglio 2008 al gennaio
2009; Pasquale Froio, 56 anni, amministratore dal gennaio al maggio del
2009 e Paolo Lanzoni 59 anni, che ricoprì lo stesso incrico dal maggio
del 2009 al luglio dello stesso anno; Patrizia Saggese, 43 anni,
sorella di Giuseppe; Gianfranco Froio, 53 anni, amministratore della
Gestor Spa dall'agosto al dicembre 2008; Anna Anglani, 65 anni,
amministratore della Gestor Spa dall'ottobre del 2007 al gennaio del
2008; Giovanni Bucci, 56 anni, amministratore della Gestor Spa fino al
giugno 2007; Pasquale Leobilla, 56 anni, amministratore della Gestor
Spa dal giugno all'ottobre 2007.
Secondo l'accusa, gli indagati
una volta incassate le somme (tolto quanto spettava loro per
l'incarico ricevuto), anziché riversarle nelle casse dei Comuni le
trattenevano sul conto della società. I fondi, poi, attraverso rapporti
privi di effettive ragioni economiche con altre società riconducibili a
Saggese, venivano distratte a beneficio di quest'ultimo. Le operazioni
con imprese collegate, spesso documentate come consulenze o piani di
riorganizzazione aziendale ed operazioni societarie di natura
straordinaria, come aumenti di capitale e costituzione di nuove società,
erano sempre funzionali, secondo l'accusa, a distrarre somme ingenti.
Saggese,
dominus della
maxi frode, avrebbe fatto prelievi giornalieri dai conti della
società anche di 10.000 euro in denaro contante, utilizzando i soldi
per acquistare autovetture di lusso, yacht ed aerei privati e pagare
soggiorni in località prestigiose, feste mondane e concerti di musica.
Molti dei circa mille dipendenti di Tributi Italia spa sono stati
licenziati, moltri altri sono in cassa integrazione, mentre alcuni
comuni sono arrivati sull'orlo del dissesto finanziario.
Tra i
Comuni citati nell'ordinanza del gip figurano Villa Literno (Caserta),
Scanzano Jonico (Matera), Castel Morrone (Caserta), Vibonati (Salerno),
Caserta, Pomezia (Roma), Augusta (Siracusa), Frosinone, Capaci
(Palermo), Priolo Gargallo (Siracusa), Trezzano sul Naviglio (Milano),
Vercelli, Limbiate (Milano), San Michele Di Ganzaria (Catania). In
questi casi Tributi non versava "entro i termini di scadenza fissati
nelle convenzioni di concessione, alla tesoreria dello stesso Comune e
trattenevano indebitamente l'ammontare delle riscossioni di dette
entrate al netto dell'aggio e dei compensi spettanti al concessionario
per i seguenti ammontari". A numerosi altri Comuni sono stati sottratti i
tributi: tra questi Castelletto D'Orba (Alessandria), Ovada
(Alessandria), Stezzano (Bergamo), Foggia, Benevento.
La
Tributi Spa, a causa delle numerose denunce presentate da vari Comuni
che le avevano revocato le concessioni per l'esazione tributaria, è
entrata in stato d'insolvenza ed è stata quindi dichiarata fallita dal
Tribunale di Roma. Molti dei circa mille dipendenti della società spa
sono stati licenziati, moltri altri sono in cassa integrazione, mentre
alcuni Comuni sono arrivati sull'orlo del dissesto finanziario.
da Repubblica.it