Contro l'inceneritore di Albano.
Ripubblicizziamo Acea e il ciclo dei rifiuti.
L'inceneritore di Albano si farà. È quanto ha chiarito la conferenza dei servizi della Regione Lazio lo scorso 20 aprile. Nonostante i rilievi negativi di carattere epidemiologico che erano stati sollevati dalla ASL RM H (competente per territorio) è stata praticamente rilasciata anche l'Autorizzazione Integrata Ambientale che ha preso atto di un altro parere epidemiologico, dell'ASL RM E (che col territorio non si sa bene cosa c'entri). Anche le posizioni contrarie dei comuni interessati (Albano, Ardea, Pomezia) sono state considerate non vincolanti ai fini del via libera.
Insomma, c'è chi disfa e rifà senza tenere in considerazione le voci delle comunità locali che, in larga parte, si sono espresse contro l'inceneritore.
Come Attac ci chiediamo a chi gioverà quest'opera? Ai cittadini? O ai privati che nell'inceneritore stanno investendo: Acea, Ama, Cerroni?
Già, perché siamo pronti a scommettere che, nonostante Acea sia ancora a maggioranza del Comune di Roma, i cittadini della capitale non sono a conoscenza delle distruttive avventure della loro azienda. Loro per modo di dire, visto che essendo una SpA quotata in borsa, Acea risponde esclusivamente a logiche di mercato e non di benessere pubblico.
Dove mercato qui significa CIP6 (i contributi alla costruzione di inceneritori) e quindi profitto garantito. Ne saranno felici i soci privati dell'Acea, in primis Caltagirone che, visto lo scoppio della bolla speculativa e il calo delle vendite degli immobili, con questo inceneritore vedrà salva una parte dei suoi profitti.
Noi di Attac Pomezia siamo nella lotta e non siamo disposti ad accettare un nuovo utilizzo speculativo del nostro territorio. Per questo saremo al fianco del comitato contro l'inceneritore e dei cittadini che si mobiliteranno contro quest'opera. Cittadini che invitiamo anche a partecipare alla campagna "Stop Acea!" che decine di movimenti sociali e comitati hanno lanciato lo scorso mese e che punta alla ripubblicizzazione della società, poiché i beni comuni (acqua, energia, rifiuti) devono servire ad assicurare il benessere diffuso dei cittadini e non al profitto di pochi privati.
ATTAC Pomezia
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