L’Italia sprecona, corrotta e cinica che viene giudicata ogni giorno dai 500 magistrati della Corte dei Conti distribuiti in 20 procure regionali, svela, secondo il presidente Tullio Lazzaro, una corruzione “capillare“. Ossia un reticolo di opportunismo e avidità raccontato nelle 150 pagine della relazione del procuratore generale Mario Ristuccia, che somma le oltre 1.000 sentenze di condanna emesse nel solo 2009.
Tra le opere incompiute c’è il reparto di radioterapia di Sora (FR) chiuso a pochi giorni dall’inaugurazione, e il palasport di Piancavallo in Friuli, costruito in pompa magna nel 2003 e oggi totalmente abbandonato.
In allarme anche la sanità: non soltanto “spese inutili” ma anche “fenomeni particolari di mala gestione” che vanno dagli “inefficienti e costosi programmi di screening anti-tumorale” della Regione Calabria, fino alle “eccessive prescrizioni di farmaci” e agli “sconcertanti interventi chirurgici non necessari“. Senza contare la grottesca operazione “dentiere gratuite“, promesse dalla Regione Lazio a 700 mila anziani e finite con un “niet” economico.
Nella ralazione della Corte dei conti c’è spazio anche per il fisco, oggetto di cattiva gestione e gigantesche truffe. Sono oltre 200 mila gli atti falsi di riscossione emessi nei confronti di evasori inventati da molte concessionarie (scomparse e rimpiazzate da Equitalia che tuttavia, secondo un documento pubblicato dal Fatto quotidiano, usa due pesi e due misure a seconda di chi è il contribuente da colpire).
Il corposo capitolo dedicato alla turbofinanza riporta che nell’ultimo triennio migliaia di piccoli comuni italiani hanno dimezzato del loro valore i contratti a causa di “sottoscrizioni fatte da enti di modeste dimensioni sprovvisti di strutture e professionalità idonee ad esprimere valutazioni di ordine economico-finanziario“.
Il 6% delle 1.077 sentenze di condanna alla Pubblica amministrazione riguarda consulenze “illegittimamente conferite” un po’ come quelle della giunta Moratti a Milano che ne ha ricevute due e per le quali, avendone chiesto conto al vicesindaco a doppio incarico Riccardo De Corato, ho rimediato a una causa civile di risarcimento per “lesa onorabilità” di cui ci sarà udienza in novembre.
Molti i tentativi dei sindaci di fare di testa propria fregandosene dello Stato. Esempio lampante quello delle multe. La legge prevede che la metà del ricavato dalle sanzioni per eccesso di velocità e divieto di sosta venga investito nellasicurezza stradale (dalle buche alla segnaletica). Ebbene sono in continuo aumento i comuni che non rispettano questo limite usando i soldi delle multe per aggiustare il bilancio.
La Corte dei conti, con 500 magistrati contabil fa quello che può. Nel 2009 ha aumentato del 25% i controlli sui comuni colpendone ben 4.000. La metà del totale sul suolo italiano. Lo fa con una lettera scritta al sindaco in cui lo invita ad uniformarsi alle sue osservazioni, e in caso di disobbedienza, scatta l’invio della segnalazione al ministro che potrebbe bloccare i fondi. Non si ha notizia di una simile sanzione andata in porto.
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