di Giuliano Pennacchio
Alle 21 chiusi i seggi. Hanno votato, secondo gli ultimi dati aggiornati, 4.584 lavoratori su 4.821 aventi diritto, pari al 94%. Viene data per scontata l'affermazione del "sì" in un referendum truffa in cui di fatto i lavoratori si dovevano esprimere sulla possibilità di continuare a lavorare o diventare disoccupati. Si tratta ora di vedere quale saranno le percentuali, visto che l'ad Marchionne vuole un trionfo assoluto per dar seguito all'accordo sottoscritto da Film Uilm e Ugl.
A quasi due ore dalla chiusurea dei seggi, ancora non ci sono dati indicativi sulle possibili percentuali. Pare che la conta sia iniziata a partire dal seggio in cui hanno votato gli impiegati e da quello distaccato di Nola. All'uscita dalla fabbrica dichiarazioni contrastanti di lavoratori su come avevano votato, tutte segnate comunque dal pesante clima di ricatto, dalla paura di perdere il posto di lavoro. Qualcuno che ha votato si dice che lo ha fatto per disperazione. Attesa per i risultati anche da parte dei lavoratori degli stabilimenti Fiat di Torino Mirafiori, Melfi, Termini Imerese e della ex Alfa Romeo di Arese.
Dura la presa di posizione del segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, che ancor prima delle apertura delle urne dichiarava che si trattava di "una consultazione illegittima nella quale la libera volontà dei lavoratori viene coartata e distorta". "Il quesito stesso della consultazione - proseguiva Landini - è evidentemente privo di validità. Non si può domandare alle persone se vogliono lavorare o no, quando le condizioni di lavoro sono in deroga ai contratti e alle leggi e in contrasto con i diritti sanciti dalla nostra Costituzione. Un quesito di questo genere è quindi assolutamente privo di validità morale e legale." Cose che per il ministro Sacconi sono come acqua fresca.Lo scrutinio procede con grande lentezza e si prevedono ancora alcune ore prima di avere i dati definitivi.
I risultati arrivano con il contagocce ed i dati reali vengono mascherati con il risultato del seggio degli impiegati che fa gridare al plebiscito ed esultare il ministro Sacconi. La realtà è diversa. Non c’è plebiscito. Marchione non sfonda stando al risultato parziale del voto. Quando mancano poco più di 900 schede ancora da scrutinare i sì si attestano attorno al 68,8% mentre i no attorno al 31,2%. Se si guarda al solo voto degli operai i no salgono al 42%. Queste percentuali dovrebbero rimanere pressoché invariate quando siamo verso la conclusione dello scrutinio
Di seguito la cronaca di una giornata drammatica vissuta a Pomigliano dalle migliaia di lavoratori.
Nella fabbrica si avverte un clima pesante. I capi girano nello stabilimento ed invitano i lavoratori a votare sì. Nei punti ristoro viene trasmesso un dvd che manda in onda uno spot sulle ragioni del voto, con l’indicazione del sì. A Pomigliano è stata segnalata la presenza di Mauro Boreggio, capo del personale, arrivato da Torino, che darebbe direttamente indicazione ai dirigenti FIAT di come agire in queste ore.
Le”voci” dello stabilimento dicono che c'era aria da caserma, ai limiti dell'intimidazione secondo la Fiom. Un delegato riferisce: "Ci segnalano che a chi dice che voterà no, viene mostrato un tabulato con un elenco di nomi: questo poi lo passiamo all'azienda". Oppure, altra pressione: "Se i sì al referendum saranno al di sotto del 90 per cento, per la Fiat scatta il piano C". "Un ricatto scandaloso", commenta Massimo Brancato, numero uno della Fiom napoletana, che all'assemblea dei delegati nella sede della Cgil, con l'europarlamentare De Magistris, Idv, che ha detto "porterò il caso Pomigliano in Europa", ha portato l'abbraccio di Pietro Ingrao.
Andrea Amendola, della segreteria provinciale di Napoli della FIOM – CGIL, riferisce che è stato chiesto ai presidenti dei seggi di far lasciare fuori dalle cabine i telefonini. Vi era il rischio fondato che le schede venissero fotografate per certificare la volontà del voto.
Il sindacato dei metalmeccanici della CGIL, inoltre, ha convocato a Pomigliano d’Arco un’Assemblea nazionale per il lavoro, per i diritti, per la democrazia. All’Assemblea, che si terrà giovedì 1° luglio 2010, parteciperanno le delegate e i delegati del gruppo Fiat, dei grandi gruppi industriali metalmeccanici e delle aziende metalmeccaniche del Mezzogiorno.
Nella giornata di oggi, va aggiunto, si sono registrate in tutta Italia proteste dei lavoratori contro l'accordo di Pomigliano d'Arco. I dipendenti dell'ex Alfa Romeo di Arese (Milano) hanno bloccato stamani la portineria sud-ovest dello stabilimento; alla Piaggio di Pontedera dalle 9 alle 11 si è scioperato per solidarietà. Ieri, invece, anche alle Meccaniche di Mirafiori c'è stata un'ora di sciopero, con adesione al 50% delle maestranze.
Per le 24 di questa sera si prevedono la conclusione dello scrutinio delle schede ed i risultati del referendum.
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