Cari amici Democratici,
la situazione del partito è ritornata molto delicata e il rischio di uno sfarinamento che ne comprometta la
possibilità di intercettare il vento del cambiamento anche ad Ardea è molto forte. Nel superiore interesse
del partito e per le sorti politico/amministrative di Ardea, penso che sia giunto il momento di mettere
da parte i piccoli egoismi, i personalismi noti del percorso accidentato degli ultimi anni, per far prevalere
un autentico senso di responsabilità e democrazia interna. Errori sono stati commessi, a cominciare dal
congresso e dal suo andamento di scontro. La segreteria uscita dal congresso non ha tenuto la barra
dritta sulle decisioni assunte e qualche candidatura che è apparsa come imposta.
Come si diceva in tempi remoti, non occorre buttare l’acqua sporca col bambino e dunque le persone
più avvedute, quelle in possesso della maggiore cultura politica e di propensione alla ricerca del consenso,
devono tornare al dialogo nell’interesse di tutti, a cominciare da loro stessi. Oggi come oggi le opzioni
possibili sono tutte, ripeto tutte, perdenti.
1) Insistere sulla candidatura Abate, così come si è delineata, porterebbe inevitabilmente il partito a perdere
pezzi di tesserati e di elettori. Abate, però, non va umiliato ma reso protagonista in un concerto d’insieme;
2) L’approdo alla sfiducia al segretario sarebbe un altro errore, non solo per l’inevitabile incertezza del futuro,
ma soprattutto perché provocherebbe la stessa conseguenza descritta per il punto precedente e metterebbe
in moto un meccanismo di presa di distanze che favorirebbe soltanto coloro che già pensano di costituire
delle forti liste civiche;
3) Impedire le primarie, pur nella legittimità statutaria del suo blocco attraverso la raccolta delle firme,
circa 230, sarebbe una scelta miope, perché si chiamerebbero i tesserati a partecipare a una scelta contraria
rispetto alle attese e alla possibilità di scelta del proprio candidato sindaco e, in ogni caso, non si eviterebbero
le lacerazioni di cui ai punti precedenti.
A mio personale parere (ed è questo il senso e il contributo che desidero porgere) urge subito un fatto
nuovo, un’impennata di orgoglio di partito che faccia perno sull’oggettiva e acclarata circostanza che
uniti si potrebbe vincere, divisi la sorte è segnata.
La proposta è la seguente. Si adotta subito un momento di riflessione fino a settembre. Poi si convoca un
organismo composto da tutti i tesserati che desiderano partecipare e anche cittadini e, soprattutto,
con la presenza di tutte le anime del partito, per discutere assieme come uscire dall’impasse. I punti
fermi dovrebbero essere:
1) che il candidato sindaco sia fortemente condiviso e accostato a un programma di governo del paese
da definire subito;
2) che tutti i presenti stringano subito un patto scritto d’onore secondo il quale tutti s’impegnano ad
appoggiare lealmente il candidato che uscirà dall’assise e rinunciare pubblicamente alle velleità di
diretta partecipazione alla formazione di liste civiche;
3) qualora dall’assise non uscisse un candidato condiviso si aprirebbero le primarie, sempre mantenendo
l’impegno sottoscritto all’apertura di lealtà verso chiunque prevalga.
Qualora desiderato, sono pronto a condurre la riunione che potrebbe durare anche più giorni, garantendo
tutti come feci all’ultimo congresso col compito di segretario.
Ardea, lì 2 luglio 2011
PRECISAZIONI IN MERITO ALLA LETTERA APERTA
AL PD DI ARDEA DI MICHELE LOTIERZO
Devo registrare con sconcerto che ancora una volta alcuni operatori della politica locale di Ardea si fanno avvincere da interpretazioni strumentali che nulla hanno a che vedere con la realtà e la portata effettiva di quello che si scrive assumendosene la responsabilità.
Mi è stato contestato che con la mia iniziativa avrei condotto una battaglia personale contro il candidato sindaco del PD, Abate, prima approvato dalla Direzione del partito come unico candidato e poi rinnegato, a causa delle riserve espresse dall’IDV e per favorire Sarrecchia.
La mia proposta intendeva semplicemente superare lo stato attuale di oggettiva difficoltà e impasse del partito che non può essere sottaciuta: un direttivo di trenta persone diviso, tra venti e dieci, la richiesta di sfiducia del segretario e malumori nella base.
Una scarsa attenzione al mio documento hanno consentito una lettura erronea e incompleta la cui interpretazione autentica deve essere considerata semplicemente questa: 1) una pausa di riflessione anche in relazione al periodo estivo; 2) alla ripresa dell’attività del partito la convocazione di un’assise (assemblea) che largamente costituita cerchi di trovare un superamento dell’attuale situazione grazie alla sottoscrizione di un documento d’onore nel quale si stabilisce che i firmatari accettano di appoggiare lealmente il candidato sindaco qualunque sia e rinunciare ad ipotesi di fuoriuscita dal partito o costituzione di liste civiche.
Appare ovvio che questo non vuol dire o implica il ritiro della candidatura di Abate, al contrario, ed è scritto chiaramente, Abate non deve essere umiliato ma diventare protagonista del concerto assembleare, vuol dire che Abate verificherà se la stragrande maggioranza del partito è con lui e in tal caso sarà l’unico candidato. Solo nell’ipotesi contraria la proposta prevede la celebrazione delle primarie, alle quali parteciperebbero tutti gli interessati ma con il vincolo che o anticipato di appoggio leale al vincitore e rinuncia a spaccare o disertare il partito.
In conclusione non si è trattato di una contrapposizione personale verso Abate, pur nella dialettica dinamica che contraddistingue il nostro percorso attuale, ma soltanto del tentativo di contribuire a non sfarinare il partito.
Per gli interpreti d’assalto o quelli poco accorti, spero sia sufficiente questo comunicato per ristabilire la verità e la correttezza del mio percorso politico personale fatto di stimolo e di denuncia, ma mai di rottura.
Ardea,lì 2 luglio 2011
Michele Lotierzo
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