Ardea sempre più allo sbando i vecchi mali riaffiorano se pur dopo anni e quello che è peggio che questa amministrazione non è riuscita a risolverli, così che presto l’intero paese sarà un paese fantasma come denunciano commercianti e consiglieri comunali. Inziò Bruno Cimadon qualche mese fa, oggi Luca Fanco entrambi della Pdl. Dopo la denuncia del consigliere Cimadon che con una interrogazione in consiglio comunale chiese verifiche sull’inquinamento lungo la costa causato dalle tante costruzioni abusive, Cimadon rimarcava come alcuni manufatti, fossero stati abbattuti mentre altri continuavano imperterrite a restare in essere e per di più a servire come punti di vendita di attività commerciale senza i requisiti di legge e forse anche ad inquinare. A Cimadon si unì un ristoratore di un noto ristorante il quale dopo alcuni controlli chiese con un esposto di controllare tutte le attività commerciali del lungomare. A seguito di questi controlli ieri il comandante Francesco Tiso della capitaneria di porto congiuntamente alla polizia municipale che al comando del Capitano Aldo Secci hanno affisso un cartello di sequestro giudiziario alla nota struttura balneare “La Cannuccia” con annesso bar e ristorante. Il sequestro è stato disposto direttamente dalla Procura della Repubblica di Velletri dopo l’informativa dei due enti in collaborazione con la tenenza di Ardea per abusivismo edilizio e per non aver ottemperato alla demolizione imposta con sentenza del TAR Lazio passata ingiudicato. Prova questa che quanto denunciato dal ristoratore e dal consigliere Cimadon è suffragata da fatti. Le indagini proseguono da parte delle forze dei carabinieri per capire se c’è stata qualche “copertura” o “svista” che ha permesso a tante attività di continuare ad ottenere permessi ed evitare demolizioni e dinieghi di domande di sanatoria come è accaduto a molti proprietari di case abusive sulla battigia oltre che avere un commercio drogato in danno delle attività regolari. La municipale dal canto loro hanno richiesto per altre attività commerciali denunciate dal politico e dal ristoratore ordinanze di chiusura e di abusivismo edilizio che verranno emanate a breve, controlli e verifiche che non risparmieranno ne politici ne controllori. Un fatto questo che presenterà il lungomare di Ardea con le insegne al buio nella prossima stagione balneare. Luca Fanco con un esposto presentato all’architetto Diana normalmente ausiliario di P.G. per disposizione della municipale, al Maresciallo Roberto Fareri comandante carabinieri di Tor San Lorenzo, al comando della Guardia di Finanza di Pomezia alla Procura di Velletri ed alla Corte dei Conti, ha emulato il ristoratore. Fanco dopo che un cittadino a seguito della relazione dello stesso Diana ha subito l’ottantesimo sequestro giudiziario a suo dire non legittimo, Fanco come consigliere comunale pretende come precedentemente richiesto dal suo collega Bruno Cimadon e dal ristoratore di verificare in Tor San Lorenzo centro, oltre trenta locali tra cui cinque palazzine, una banca, e addirittura l’ufficio postale oltre che diversi negozi e centri commerciali che da qualche mese hanno ottenuto la licenza commerciale, manufatti come è scritto nella relazione dell’ausiliario di P.G. edificati in una zona in contrasto con la norma urbanistica regolamentata dal Piano Particolareggiato approvato con delibera di consiglio comunale n. 14.03.92, nello specifico in violazione all’art. 8 delle N.T.A. che fissa al 20% della cubatura dell’edificio di riferimento la volumetria dei negozi e delle attività commerciali. Fanco chiede di verificare successivamente tutte le attività commerciali e se il caso di imputare ai responsabili eventuali richieste di danni. Ardea si presenta sempre più con una illegalità commerciale ed urbanistica diffusa in tutto il territorio. Intanto la classe politica è presa alla ricerca di nuove varianti urbanistiche senza aver provveduto sistemare quelle gia in essere come le zone del lungomare, delle aree industriali in zona Caronti , ed ora per Tor San Lorenzo seri problemi alla cittadinanza ed al vivere civile.
Luigi Centore
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