Nebbia fitta e visioni spettrali
Sale la protesta del "nube day"
Gli studenti del Liceo Scientifico scendono in strada con mascherina e striscioni contro il rischio ambientale a Termoli. Clima di preoccupazione in città dopo una notte caratterizzata da un paesaggio fantasma a causa della nebbia fitta, che ha fatto riaffiorare la paura. Inquietanti i racconti della popolazione: "Mi sono svegliato con la bocca amara, e l'aria puzza".
di Daniela Fiorilli E Giovanni Mastrangelo
Sotto un'insolita cappa grigia che copre l'azzurro, con gli occhi rivolti al cielo gridano: «Vogliamo il sole». Non è certo una danza propiziatoria quella delle centinaia di ragazzi che sabato mattina sono scesi in piazza per protestare contro la nube bianca che levandosi dalle ciminiere della Turbogas ha terrorizzato tutto il Basso Molise. Gli studenti del liceo Scientifico Alfano da Termoli vogliono risposte concrete e sicurezza. Hanno il volto coperto da una mascherina, portano degli striscioni e distribuiscono dei volantini: "Questa estate le nubi erano gialle e provocavano irritazione agli occhi e alla gola. Ci rassicurarono dicendo che era nella normale attività della centrale. Ora i fumi sono di colore bianco e si sente un odore nauseabondo; ci hanno tranquillizzato dicendo che è vapore acqueo e che ci dovremo abituare a convivere con il cielo grigio e queste nubi": questo il lungo messaggio che in fretta e furia hanno stampato sui foglietti della protesta, che segue una giornata di amare riflessioni e paura esasperata, una giornata che sarà ricordata come il "nube day".
La nebbia è tornata fitta e spessa dopo la mezzanotte, restituendo a Termoli un clima sgradevole e un paesaggio stile Halloween. I cittadini hanno vissuto momenti di inquietudine. Scenario tetro in piazza S. Antonio, dove le luci del lungomare Cristoforo Colombo erano invisibili per la compattezza della cortina di nebbia, così come i palazzi di Piazza Monumento. Le aree dove la visibilità si è ridotta maggiormente sono state il Nucleo Industriale, la riviera di ponente termolese (lungomare S. Antonio) e la periferia nord. In Contrada Porticone il tasso di umidità ha raggiunto un livello tale attorno alle 2 che l'aria lasciava umidi pelle ed indumenti. A rendere più sinistra la nottata, uno strano odore, acre e fastidioso, come di fumo, avvertito soprattutto in Contrada Porticone. Lo stesso odore è stato percepito a tratti nel Paese Vecchio, forse portato dal vento che accompagnava la discesa della nebbia. Meno consistenti ma più acri, i miasmi si sono diffusi nella zona industriale.
Il problema è che non si tratta di un caso isolato. Del resto la comunicazione di Sorgenia, diramata venerdì alcune ore dopo l?allarme, non ha lasciato spazi a dubbi: "Fenomeni del genere si ripeteranno certamente", in quanto sono la "normale" conseguenza del regime produttivo che immette vapore acqueo in grandi quantità nell?atmosfera. Risultato: nebbia e tasso di umidità più alto dei livello standard. Anche il sindaco Greco l'ha detto: «Dobbiamo abituarci a convivere con il cielo grigio».
Ma la popolazione è scioccata, e si rifiuta di accettare questa ipotesi.
«Che significa che dobbiamo vivere così? E chi ci dice che non ci stanno intossicando? Che non sono nubi tossiche?» grida ai giornalisti una ragazzina dai capelli rossi con lo zaino che le pende dalle spalle.
Ma non è solo questo, perché come spiega il rappresentante degli studenti: «Qui rischiamo di restare in trappola. Non esiste un piano di evacuazione per la città, ma neanche nelle scuole vengono fatte le esercitazioni. Non siamo preparati, e se dovesse succedere qualcosa di brutto?».
«L'avete visto questa notte com'era il cielo? Era bianco e rosso! E allora noi ci chiediamo che sta succedendo. Vogliamo delle risposte». E in quel volantino che distribuiscono agli amici e ai passanti gli studenti accusano tutto e tutti: «La centrale turbogas pur non essendo entrata in funzione a pieno regime, sta già esaurendo le risorse idriche della diga, chi l'ha detto che la nostra salute è il prezzo da pagare per il cosiddetto progresso? Chi ci assicura che i fumi della centrale non sono nocivi per la popolazione di Termoli e dell?hinterland? E se ieri invece che vapore fossero uscite sostanze tossiche dalle pericolosissime industrie chimiche del nucleo? Non esiste nessun piano nel caso di un?eventuale emergenza!!!».
E anche se l'Arpa ha scritto nero su bianco che non ci sono state emissioni tossiche, anche se in passato diversi esperti hanno rassicurato sulla "innocuità" dei fumi bianchi della centrale (contro altri che hanno invece puntato l'attenzione sull'aumento di polveri sottili, responsabili dell'inquinamento atmosferico), la gente è allarmata ugualmente. Migliaia di cittadini dell'hinterland termolese si sono svegliati in un paesaggio fantasma.
Strane visioni e strani sintomi. Vincenzo di Campomarino racconta: «Già appena alzato avevo bocca amara, qui da noi l'aria puzza. E' stranissimo ed è così ormai da giorni. Non l'ho notato solo io». E non è l'unico a dirlo. Impressionante è la visione che si ha di Termoli e di tutta la valle del Basso Molise guardandola dai viadotti della Bifernina, in una posizione più alta che restituisce una visione d'insieme inquietante: «Rientravo da Campobasso e per strada c'era il sole, pochi metri più avanti, al bivio per Guglionesi, non c'era più. Di colpo la nebbia fitta. Da lontano si vedeva una nube gialla coprire tutto il territorio» racconta Manuela.
Termoli, sabato 29 ottobre, è immersa nella foschia. Il senso d'angoscia non passa.
(Pubblicato il 28/10/2006 su Primonumero)
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