02 luglio 2008

TURBOGAS: CONSIGLIO DI STATO SPIANA LA STRADA A SORGENIA

Prendiamo atto con amarezza, non certo con sorpresa, dell'esito del giudizio del Consiglio di Stato, che ha di fatto spianato nuovamente la strada al devastante progetto della centrale termoelettrica alimentata a gas in località Campo di Carne (Aprilia). Devastante, si intenda dal punto di vista ambientale, territoriale, sociale e sanitario.

La formula di rito ci imporrebbe di prendere tempo in attesa di conoscere le motivazioni della sentenza che, nel campo della giustizia amministrativa, è da recepire quale giudizio definitivo sulla vicenda.

La Rete Cittadini, d'altro canto, è pronta a rivolgersi immediatamente alla Corte di Giustizia Europea di Strasburgo perché ancora convinta delle pesanti irregolarità dell'iter amministrativo che ha portato, quel disgraziato 2 ottobre 2006, alla sigla dell'autorizzazione ministeriale unica della turbogas, al termine di un'istruttoria pubblica viziata da mille ambiguità.

Intanto, un "sincero ringraziamento" da parte dei cittadini di Aprilia e dell'Agro Pontino giunga ai governi Berlusconi, Prodi, Storace, Marrazzo, Cusani e Santangelo che, per quanto di loro competenza, nel periodo 2002-2006, hanno lavorato in modo che l'iter realizzativo della centrale proseguisse senza particolari problemi.

Non possiamo infatti non rilevare il pesante deja vù che rischia di condannare la collettività: la firma dell'Aia (autorizzazione
integrata ambientale) ad opera del ministro per l'Ambiente Matteoli (esecutivo Berlusconi) è arrivata nel suo ultimo giorno utile (il giorno dopo si è insediato il nuovo governo); la conferma dell'Aia (già annullata dal Tar Lazio) è arrivata dal Consiglio dei Ministri (esecutivo Prodi) già dimissionario, in una delle ultime sedute prima delle nuove elezioni Politiche.

In entrambi i casi e per due occasioni consecutive, due governi a fine mandato e tenuti soltanto a traghettare la gestione della cosa pubblica producendo atti di normale amministrazione, hanno invece assunto decisioni fin troppo determinanti sulla testa di intere comunità, cui non v'è alcuna concessione di appello.

A questo punto, la Rete Cittadini è pronta a ripartire con iniziative di informazione, sensibilizzazione e comunicazione alla cittadinanza di questo progetto inutile e controproducente per la realtà territoriale. Già prima della pubblicazione della sentenza del Consiglio di Stato annunciamo una nuova grande mobilitazione dei cittadini.

Con uno sguardo, s'intenda, verso la Regione Lazio. Intollerabile la beffa della delibera di sospensione (e non di revoca) del parere favorevole all'impianto, pervenuta solo pochi minuti prima dell'udienza. Il presidente della Regione Piero Marrazzo deve
convocare immediatamente il Tavolo per Aprilia, ove far pervenire le conclusioni dei due tavoli tecnici per la trasparenza degli atti e per la qualità dell'aria, che alla luce degli ultimi eventi rischiano di restare inutilmente fini a se stessi. E in quella sede, il governatore deve impegnarsi a ritirare definitivamente l'intesa, non per quanto sentenziato dalla giustizia amministrativa, ma motivando la sua scelta con i risultati ottenuti proprio dai tavoli tecnici che lui stesso ha istituito e sostenuto. Dimostri Marrazzo che non voleva solo perdere tempo e far perdere tempo ai cittadini, dimostri che fin dall'inizio credeva nella strada intrapresa e che non ha solo giocato su due tavoli.

Quanto all'iter realizzativo, non siamo affatto d'accordo su chi intende che la sentenza del Consiglio di Stato abbia fatto ripartire di slancio il progetto. La realtà è ben diversa. Ricordiamo che ancora molte prescrizioni allegate al decreto autorizzativo frenano l'apertura del cantiere. In special modo, confidiamo nella negatività al parere di compatibilità territoriale della centrale con le altre aziende a rischio di incidente rilevante espresso dal Comune di Aprilia, in ottemperanza alla prescrizione del ministero per gli Interni. A breve si terrà l'udienza al Tar in merito alla vicenda. Al sindaco di Aprilia, Calogero Santangelo, chiediamo notizie sui legali che seguiranno la causa e chiediamo di difendere il suo atto amministrativo in tutte le sedi giudiziarie opportune.

LA RETE CITTADINI CONTRO LA TURBOGAS DI APRILIA