30 aprile 2010
TREVISO, FA LO SCIOPERO DELLA FAME PER PAGARE I DIPENDENTI
Il cliente non lo paga e lui non riesce a pagare stipendi e contributi ai suoi 4 dipendenti. In tutto 14.000 euro. Così un giovane imprenditore del trevigiano, Matteo Portalupi, farà lo sciopero della fame fino a quando il cliente non avrà saldato il debito.
Matteo Portalupi, titolare della Gobbo Servizi, 36 anni, trevigiano di Badoere, dal 26 aprile ha piantato le tende all’interno della sede dell’impresa debitrice, l’azienda di trasporti Brusutti a Tessera, per la quale ha lavorato fino a febbraio. Portalupi è proprietario di una decina di autobus, con cui effettua trasporto pubblico. «Ho lavorato per Brusutti fino a febbraio - racconta - mi era stato affidato un appalto che consisteva nel trasporto 24 ore dei dipendenti di Trenitalia (dai macchinisti alla polizia ferroviaria), dal deposito dei locomotori di Marghera fino alla stazione di Mestre, servizio svolto per mezzo di una navetta. Il servizio è cessato un paio di mesi fa, ma avanzo ancora 17 mila euro per diverse mensilità non retribuite, denaro che mi viene promesso da settimane ma che non ho ancora visto nonostante le parole. Sono soldi per me fondamentali per pagare i dipendenti, anche perché se facessi sciopero mi accuserebbero di interruzione di pubblico servizio e andrei dentro». Il titolare dell’azienda, infatti, non paga gli stipendi ai suoi dipendenti da gennaio e ha così accumulato 14 mila euro di debiti. Non solo: “Questo mese sono già in ritardo con i pagamenti di una settimana”. Il giovane imprenditore inoltre è in attesa di 115 mila euro dalla Provincia di Treviso, per la quale effettua servizio pubblico, collegando con corse giornaliere Castelfranco a Zero Branco. “La Provincia a sua volta – spiega – deve incassare i soldi dalla Regione, una volta approvato il bilancio. Ogni anno il finanziamento ritarda ad arrivare e le aziende di trasporti come la mia, ma la stessa cosa vale per tutte le altre, si trovano in queste condizioni”. “I 17 mila euro di Brusutti sono fondamentali – precisa – perché senza non posso saldare il debito con i lavoratori, ed a quel punto la Provincia mi dirà che non ho pagato i contributi ai lavoratori e mi farà chiudere. È un sistema di scatole cinesi, in cui ci rimetto io che da mesi non percepisco un euro per cercare di garantire lo stipendio ai miei dipendenti: l’anno scorso sono stato pure senza riscaldamento per lo stesso motivo”.
tratto da www.controlacrisi.org
Maya. E le altre che dicono ‘no’ all’esercito
In una società in cui le piazze sono state vuote per anni, cresce il numero delle giovani attiviste. Dal rifiuto del servizio militare alle manifestazioni contro il muro nei territori Palestinesi
Maya Wind è la responsabile dell’ufficio stampa dei Rabbis for Human Rights (Rabbini per i diritti umani) una delle diverse organizzazioni israeliane che si occupano delle violazioni dei diritti umani dei palestinesi a Gerusalemme Est. Maya descrive la situazione come “estremamente tesa”, “coloni ebrei spesso provocano consapevolmente le famiglie”. Le famiglie Al Kurd, Ghawi, Hanooun, le famiglie senza più la loro casa a Sheikh Jarrah, sono la seconda famiglia di Maya. “Ho dormito con loro diverse notti, ho assistito alla violenza e ai soprusi dei coloni”.
Maya è cresciuta a Gerusalemme, durante la seconda Intifada, in una scuola religiosa, in una famiglia sionista. Poi all’età di 15 anni ha incontrato una sua coetanea palestinese, nel corso di un workshop sulla risoluzione dei conflitti organizzato da Face to face, un gruppo di dialogo tra giovani Israeliani e Palestinesi. Una molla le è scattata nella testa. “E cosi sono andata in West Bank, ero terrorizzata, pensavo che se avessi detto che ero israeliana o ebrea, mi avrebbero sparato, anche se ci ero già stata centinaia di volte, ma nelle colonie illegali; molti dei miei compagni a scuola erano figli di coloni, ci sono stata cosi tante volte da bambina. E cosi all’improvviso sono uscita dalla bolla. Ho visto l’occupazione nelle sue tante forme, per questo mi sono rifiutata di entrare nell’esercito”. A dicembre del 2008 firma una lettera con altri suoi coetanei in cui si rifiuta di fare il servizio militare (obbligatorio in Israele). Diventa una Shministin, che in ebraico indica “gli studenti del dodicesimo grado”, l’ultimo anno della scuola dell’obbligo israeliana, l’ultimo anno di spensieratezza prima di arruolarsi nell’esercito.
Cento obiettori hanno sottoscritto la lettera tra il 2008 e il 2009: giovani israeliani che rifiutano di far parte di un esercito che occupa i territori Palestinesi. Un rifiuto che ha suscitato non poche polemiche, perchè reso pubblico a metà di gennaio proprio mentre Israele portava avanti la terribile operazione militare nella Striscia di Gaza. “Eppure mi sono sentita ancora più forte nel dire pubblicamente no - dice Maya - no a una violenza che è il risultato di decenni di occupazione dei territori palestinesi e dell’assedio di Gaza”. Nella sua lettera scritta al Ministero della Difesa Israeliano alla fine del 2008 si legge “Ho capito che la mia difficoltà a criticare le azioni immorali che Israele commette, avevano origine nell’identificazione con le mie coetanee e i miei coetanei che sono nell’esercito. Oggi è proprio questa consapevolezza che mi porta a dire no. Non posso riconoscere l’umanità negli Israeliani e non nei Palestinesi”. Anche nel 2010, ottanta Shministin hanno inviato lettere al Ministro degli Esteri Israeliano per dire no. Ma la tradizione delle lettere degli obiettori risale agli anni settanta, quando alcuni studenti ne scrissero una all’allora Ministro Israeliano Golda Meier, solo pochi anni dopo la guerra dei Sei Giorni. Chi si rifiuta di entrare nell’esercito rischia dai 21 ai 28 giorni di carcere, chi si rifiuta di indossare la divisa militare viene in genere mandato in isolamento. Dopo il carcere, gli Shministin vengono rimandati a casa e richiamati di nuovo: se rifiutano una seconda volta, come molti di loro fanno, vengono rimandati in cella; fino a quando prima o poi non ottengono di essere esentati dal servizio militare.
Si sono avute lettere nel 1982 dopo la (prima) guerra in Libano, nel 1991 dopo la prima Intifada e ancora nel 2001, 2002, 2005. Nel 2008 un nuovo gruppo ha ripreso la tradizione dei primi firmatari, tante le ragazze. Omer Goldman, Maya Wind, Tamar Katz, Mia Tabarin, Or Ben David. Giovanissime donne israeliane che hanno deciso di raccontare e vivere un’altra versione dei fatti.Vanno regolarmente in West Bank, parlano con i loro coetanei palestinesi, apprendono il significato di cosa vuol dire vivere quotidianamente sotto occupazione. Si tessono relazioni, amicizie. In alcune si percepisce un velo di incertezza, la paura di sentirsi diversa, in una società in cui la prima domanda che ti viene fatta è “e tu che cosa hai fatto nell’esercito o in quale dipatimento eri?”. Quando chiedo a Maya come sono le relazioni con i suoi coetanei, mi spiega che vuole mantenere relazioni con i suoi amici sionisti, con i suoi amici che vivono nelle colonie e con cui è cresciuta. “Credo che qualcuno possa cambiare, come sono cambiata io”. Ma quando le chiedo del suo rapporto con i genitori, accenna timorosamente alle difficoltà, poi mi chiede di spegnere il registratore. Capisco che per lei è troppo doloroso parlarne.
Anche Omer Goldman ha avuto difficoltà a far accettare la sua scelta. Suo padre è una figura in vista nella società israeliana e ha lavorato nel Mossad, l’agenzia di intelligence israeliana. “Fino all’età di 17 anni pensavo di voler diventare un soldato poi un giorno sono stata in West Bank. L’esercito aveva messo un checkpoint in mezzo al villaggio, senza alcuna ragione, cosi tanto per rendere la vita più difficile ai palestinesi, i soldati hanno cominciato a spararci addosso e mi sono detta: è questo l’esercito che dovrebbe proteggere il popolo israeliano?”
Comunque è un passo che non arriva dall’oggi al domani, “per me è stato un processo durato 4 anni. Sono andata in West Bank e da li ho preso la decisione, non avrei preso parte al sistema dell’occupazione”, spiega Netta Mishley, “Cosa ho fatto? Delle manifestazioni contro il muro nei villaggi palestinesi, a 25 minuti di automobile da Tel Aviv, dove vivo. Quando pensi nella tua testa, andrò in West Bank sembra impossibile, ma poi vai perchè vuoi vedere come è dall’altra parte”. Quasi tutte dopo essere state esentate dal servizio militare, hanno iniziato a fare attivismo politico.
L’instancabile Maya organizza anche tour politici con ICHAD (comitato israeliano contro la demolizione delle case) e coordina un gruppo giovanile di dialogo nell’associazione femminista New Profile.
C’è una speranza per il movimento pacifista israeliano? le chiedo “Contiene diversi approcci, diverse forme, solidarietà, politica, diritti umani e certamente molti dei gruppi non lavorano a sufficieza tra loro, non si coordinano. Se non c’è una vera attenzione dei media è perchè davvero siamo una minoranza, questa è la cosa davvero triste. Vorrei tanto saper convincere le persone intorno a me a stare dalla mia parte…”. In realtà è così: Maya e le altre rappresentano una minoranza della società civile israeliana, ma il salto dall’altra parte l’hanno fatto. Se non fossero andate nei territori occupati non sarebbero quel che sono; sarebbero, per citare le parole di Gideon Levy, brillante editorialista di Haaretz, in una recente intervista “come la maggioranza degli Israeliani”.
tratto da www.noidonne.org
ARTE IN FIERA A MARINA DI ARDEA
La Pro Loco Tor San Lorenzo lancia una nuova iniziativa per la prossima estate. Si tratta di una MOSTRA-MERCATO aperta a tutti gli operatori del LITORALE SUD di Roma, da Ostia fino ad Anzio, con possibilità di esporre i propri prodotti, in spazi debitamente attrezzati, in un’area di via Bergamo, adiacente al Litorale di Ardea, di oltre 5.000 metri quadrati.
Obiettivo della manifestazione è quello di rilanciare e promuovere le attività produttive e artigianali del Litorale Sud di Roma stimolando, nel contempo, la creatività, l’ingegno, l’inventiva dei singoli operatori. Per rendere più attraente la partecipazione degli espositori avrà luogo, fra di essi, un originale concorso, con possibilità di presentare un prodotto di esclusiva creazione e di aggiudicarsi un premio in denaro. A decretare il vincitore fra gli espositori sarà una giuria popolare, composta dal pubblico che, nei quattro giorni della manifestazione, avrà modo, accedendo all’area di esposizione contro il pagamento di un modesto ticket, di ammirare i prodotti in mostra nei vari stands e, nello stesso tempo, votare il prodotto in competizione che avrà riscosso il maggiore gradimento. Potrà trattarsi di una creazione artistica (pittura, disegno, scultura ecc.) o artigianale (oggetti in ferro, legno, ceramica, ecc). Al termine della manifestazione, l’espositore vincente, che conseguirà quindi il premio in denaro, metterà a sua volta in palio il proprio prodotto vincente a beneficio, dopo estrazione a sorte, di uno dei fortunati visitatori.
La manifestazione prenderà il via giovedì 15 Luglio e si concluderà domenica 18 Luglio.
Nell’ambito della Mostra avranno luogo alcune interessanti iniziative collaterali:
- Una importante conferenza- convegno avente per tema SALVIAMO IL NOSTRO LITORALE. Dopo il successo della prima iniziativa, organizzata qualche mese fa su questo importante argomento, la Pro Loco Tor San Lorenzo si propone di verificare i progressi conseguiti rispetto al precedente incontro e stimolare ulteriori interventi tesi a valorizzare le risorse storiche, paesaggistiche, archeologiche, artistiche del Litorale Sud, con particolare attenzione al litorale di Ardea (Marina di Ardea, Lido di Tor San Lorenzo, parte di Lido dei Pini). Al convegno potranno partecipare tutti i cittadini, i quali avranno la possibilità di presentare al Comitato Organizzatore della Mostra, nei giorni precedenti la manifestazione, idee, proposte, progetti, sia verbali che scritti, disegni, dipinti, sculture, oggetti di artigianato ecc.aventi come soggetto la rinascita, il rilancio, la valorizzazione del nostro litorale. Alla migliore realizzazione sarà destinato un riconoscimento.
- In questo ambito, particolare attenzione sarà riservata ai visitatori più giovani. Un premio sarà, infatti, destinato alla creazione più originale, fatta in qualsiasi materiale, che abbia sempre per tema “SALVIAMO IL NOSTRO LITORALE”. Sarà molto interessante valutare l’opinione, i sentimenti, le aspettative dei più giovani su questo argomento, cruciale per il nostro territorio.
- Il tema del nostro litorale sarà anche oggetto della creatività dei “writers”, ai quali saranno riservati appositi spazi esterni, tutto attorno all’area della fiera, con possibilità per gli artisti di esprimere tutta la loro fantasia e creatività.
- Due grandi spazi saranno riservati alla gastronomia locale, con degustazione di prodotti anche biologici.
- Musicisti, giocolieri, acrobati saranno disseminati lungo il percorso interno riservato agli espositori con possibilità, per i visitatori, anche piccoli, di distrazione e divertimento.
- Tutte le serate saranno allietate e animate con musica e spettacolo. Nella serata di sabato si esibirà un artista (musicista, attore, gruppo) conosciuto e amato dal grande pubblico a cui seguirà una orchestra dal vivo per consentire ai visitatori che ne avranno voglia di ballare fino allo sfinimento.
- La domenica finale sarà una giornata “multietnica” nella quale si potrà assistere e, in alcuni casi partecipare, a musiche e danze di vari Paesi del mondo. Anche in questo caso, per chi lo vorrà, ci saranno ampie possibilità di ballare.
La manifestazione è in corso di “messa a punto”ed, entro breve tempo, sarà ufficialmente presentata ai media, locali e non.
Per contatti info@tsl.proloconline.it - tel 06 91010354 - 3294879907 - 3336075496 -
Per Pro Loco Tor San Lorenzo - Mario Mannucci -
29 aprile 2010
SFRATTI, DE CESARIS (UNIONE INQUILINI): "DATI AGGHIACCIANTI, URGENTE MORATORIA PER QUELLI PER MOROSITA' E AMMORTIZZATORI SOCIALI VERI"
"Secondo i dati incompleti, pubblicati oggi dal Ministero dell’Interno (che quindi possono solo peggiorare) sono state oltre 61 mila le nuove sentenze di sfratto in Italia nel corso del 2009, con un aumento percentuale rispetto allo corso anno di quasi il 20% (e già l’anno scorso, avevamo un aumento del 18%).
Dentro questo dato, già di per sé agghiacciante, si acuisce ancora di più il dramma della morosità. Gli sfratti per morosità emessi nel 2009 sono stati più di 51000, l’85% del totale (l’anno scorso erano circa l’80%).
Nel 2009 i soli sfratti per morosità raggiungono la cifra totale degli sfratti emessi per qualsiasi causa nel 2008.
Sul sito dell’Unione Inquilini (www.unioneinquilini.it) il documento è pubblicato in maniera integrale e possono essere verificati i dati relativi agli sfratti del 2009 nazionali e quelli delle singole province.
L’inerzia del governo provoca sconquassi che mettono a rischio la coesione sociale nelle città.
Ricordiamo, infatti, che la proroga delle esecuzioni varata recentemente, comprende solo la causa della finita locazione, ormai meno del 15% del complessivo numero degli sfratti e che nella recente legge finanziaria si è drasticamente ridotto il fondo sociale per il sostegno all’affitto. Quando poi si parla di “social housing” si pensa a un meccanismo di fondi immobiliari che non riguarda le fasce sociali deboli e che, in ogni caso, potrà far vedere i primi risultati solo fra alcuni anni.
C’è bisogno di misure immediate.
Serve una moratoria immediata per gli sfratti per morosità incolpevole, ovvero delle sentenze emesse per le famiglie con redditi bassi, tali da poter dare diritto a risiedere in una casa popolare.
Serve l’adozione di ammortizzatori sociali nel campo delle locazioni, oggi totalmente privo di qualsiasi forma di tutela, che permettano di attenuare l’impatto della crisi sugli affitti. In particolare, il rifinanziamento adeguato del fondo sociale per l’affitto e il varo di agevolazioni che permettano di trasformare gli sfratti emessi in nuovi contratti con affitti concordati.
Queste misure di emergenza, da varare immediatamente, debbono essere connesse ad interventi di riforma strutturale: l’abolizione del libero mercato degli affitti, responsabile principale di una bolla speculativa che continua malgrado la crisi; la messa a disposizione dei comuni di beni immobiliari pubblici, a partire da quelli inutilizzati o in disuso, in cui realizzare case popolari per le famiglie in difficoltà.
tratto da www.controlacrisi.org
MERCATINO ARTIGIANALE FEMMINILE
Continua, ogni Domenica mattina, il mercatino di artigianato femminile a tor san lorenzo, organizzato presso il "circolo Agorà", di Ardea.
Il mercatino vuole diventare un simpatico appuntamento domenicale, per tutti i cittadini che la mattina si trovano a passeggiare per le strade del quartiere, presentando una forma di artigianato tutta al femminile, per rilanciare la cultura del ritrovarsi tra donne, in un momento festoso e creativo. Questa iniziativa si propone inoltre di offrire la possibilità a chi è disoccupata, e dinamica di guadagnare misurando la propria capacità di creazione.
Nel mercatino è possibile anche trovare libri a prezzi popolari.Unico nel suo genere questo progetto è ideato e sostenuto dalle donne della associazione "donna" di Ardea. Chi volesse partecipare e/o avere informazioni puo' contattare i seguenti numeri di telefono:
Barbara 3386119578
Maria 3283743271
per occupare il proprio spazio di esposizione è richiesta una partecipazione economica minima e personalizzata,
Ogni Domenica dalle ore 9.30 alle ore 13.00
associazione "donna" circolo "agorà" viale San Lorenzo 46
tor san lorenzo, Ardea
BORGO CARATTI: DE FUSCO , MA DOVE VAI SE LA MAGGIORANZA NON .........
La seduta del Consiglio comunale di ieri ha messo in luce ancora una volta le difficoltà in cui si dimena la maggioranza che sostiene il Sindaco De Fusco. Di fronte ai rilievi mossi da molti consiglieri di opposizione sulla validità della convocazione e di fronte alla possibilità di un voto del Consiglio su questa questione, la maggioranza, presente a ranghi ridotti, ha pensato bene di far mancare il numero legale.
Ancora una volta importanti punti all’ordine del giorno verranno discussi nella seduta di seconda convocazione, convocata per giovedì 29 aprile alle ore 17.00, per la cui validità è sufficiente l’intervento di almeno dieci consiglieri.
Il continuo ricorso alla seconda convocazione la dice lunga sulla consistenza della maggioranza che, evidentemente, non è più tale.
Pomezia lì 28 aprile 2010
Mario Borgo Caratti
Consigliere comunale
Sinistra Ecologia Libertà
28 aprile 2010
I VERDI CRITICANO LA RACCOLTA DIFFERENZIATA
Ardea, 26 aprile 2010 - Dopo decenni che noi ambientalisti di Ardea denunciavamo la cattiva gestione dei rifiuti, finalmente è a regime, in buona parte del territorio, il porta a porta per l’indifferenziata, l’umido e la plastica ma le lamentele per il disservizio sono numerose. All’assessore all’ambiente e alla società che gestisce il servizio ne segnaliamo alcune pubblicate nel nostro sito www.verdiardea.il, invitandoli a controllare e a provvedere perché i cittadini che ce la stanno mettendo tutta per fare la differenziata possano vivere in un paese più presentabile e civile e possano,a breve, ricevere come premio per i propri sforzi, una riduzione della TARSU (tassa per i rifiuti solidi urbani) che è strettamente legata al risparmio dei costi cioè all’indifferenziata che si porta in discarica.
Ecco quanto viene scritto: “dove sono le buste biodegradabili? Dove sono le buste trasparenti colorate per ogni tipo di rifiuto? dove sono le differenti pattumiere?”. “Questa mattina ho chiamato il numero verde riportato sull'opuscolo ma l'operatrice che mi ha risposto non mi ha fatto neanche parlare dandomi un altro numero verde al quale avrei dovuto rivolgermi ma aimè più volte chiamato la risposta di un disco dicendo che al momento non vi era un operatore disponibile”.”ho letto in questo momento l'annuncio dell' Assessore dove dice che nel kit ci sarebbero stati i sacchi biodegradabili sufficienti x due mesi anche questa è una grossa bugia perché nella nostra via ci è stato consegnato solo il secchio x l'umido e non solo i sacchetti biodegradabili non si trovano in nessun negozio nei dintorni del comune (almeno x ora che sarebbero più necessari). Come vedete ci sarebbe da parlare molto oppure ci sono cittadini di seria A e quelli di serie B.” ”Siamo al 12 marzo e nella mia zona i rifiuti non vengono raccolti..ho l’umido che puzza come un cadavere in decomposizione!!! complimenti verrò a buttarla davanti al comune”. “ Buonasera, ad un mese dall'inizio della raccolta differenziata mi trovo a dover dire con estrema delusione che il comune di Ardea è molto disorganizzato rispetto agli altri comuni. E' un mese che chiamo il numero messo a disposizione per avere informazioni e non risponde mai nessuno...ci chiedete di collaborare..ma dove sono i cassonetti per il vetro e la carta? Perchè a Torvaianica alta sono stati distribuiti tutti i secchi necessari? E'normale secondo voi che ieri 5 aprile non sono venuti a ritirare l'umido e la plastica?Quanti giorni dobbiamo tenere in decomposizione l'immondizia in casa?Se ci sono degli orari per ritirare l'immondizia perché non vengono rispettati?Andiamo incontro all'estate...forse va rivista l'organizzazione...trovo bellissima l'idea della raccolta differenziata e al momento vado in cerca io dei cassonetti ma tenete conto che ci sono anche persone anziane..aiutate anche voi a cittadini a rendere tutto questo possibile con i giusti mezzi”. “Secondo me sta già fallendo, domenica 14 il kit per la raccolta differenziata era già finito alle ore 11 di sabato. .. sono riuscita a reperire dei sacchetti di carta biodegradabili dall’AMA di Roma ma il risultato è stato che il sacchetto con l’umido è rimasto fuori il cancello tutto il giorno – forse perché, anche se biodegradabile era di carta?” “Sarà pur vero che siamo degli inguaribili ottimisti, ma dopo due settimane che lascio il sacchetto biodegradabile appeso al cancello del condominio dove abito e puntualmente lo ritrovo a terra o desolatamente appeso ancora la sera quando ritorno, concludo desolatamente che la raccolta differenziata porta a porta ad Ardea è un fallimento. Abito in un condominio di Via Pavia dove forse siamo in tre a fare la raccolta differenziata, ma sta diventando un incubo. Qualcuno è capace di spiegare perché ci dicono che l'umido va lasciato fuori dalle 21 alle 24 se poi il giorno dopo alle 19 è ancora dove l'ho lasciato?Il condominio dove abito è un comprensorio di villette per il quale forse varrebbe la pena mettere dei contenitori più grandi del semplice secchiello fornitoci. Sentito il numero verde mi è stato risposto che un eventuale "bidone carrellato" non può stare sul suolo pubblico, ma deve rimanere nel comprensorio e tirato fuori solo negli orari indicati... Se lo svuotano così come avviene con i secchielli singoli immagino che festa possono fare topi, gatti e corvi dopo un'intera giornata di esposizione dei rifiuti organici al sole che comincerà presto a brillare...Il risultato della raccolta differenziata così come è gestita a Nuova Florida è che adesso la sera, dalle parti di Via Pavia si sente un puzzo di bruciato rivoltante. E non è difficile capire cosa. Io rinuncio, mi dispiace, ma a queste condizioni getto la spugna; mi organizzerò per conferire i rifiuti nei paesi limitrofi meglio organizzati in fatto di raccolta differenziata!”“ Ieri, domenica 21 Marzo, ho lasciato il mio bravo bidoncino contenente il sacchetto per l'umido organico fuori dal mio cancello. Oggi, tornando dal lavoro in serata, ho avuto la simpatica sorpresa di non trovare più ne immondizia nè bidoncino! Evidentemente qualche "simpatico" di passaggio ha deciso che serviva più a lui che a me. Ora dove metterò il mio sacchettino contenente l'umido? Il comune mi darà un nuovo bidone? Devo fare denuncia ai vigili? Al ritmo di un bidone ogni 15 giorni stiamo a posto!!“Trovo la raccolta differenziata una bellissima iniziativa…ma la gestione al momento ha qualche problema!!!! Abito a Tor San Lorenzo e la raccolta differenziata doveva iniziare il 21 marzo; oggi è 23, ma stamattina il mio sacchetto trasparente era ancora fuori il mio cancello. Non dovrebbero passare la notte a raccoglierli? Inoltre ho notato che nella mia via nessuno ha comprato sacchetti trasparenti e tutti utilizzano le buste della spesa dell’eurospin come sacchi per i rifiuti!!! In più dove c’erano i secchi della spazzatura, ieri mattina c’era una discarica a cielo aperto!!Voglio dare anche qualche suggerimento: - E’ possibile avvisare tutti i supermercati della zona di vendere i sacchetti per la raccolta differenziata e renderli disponibili in qualche ufficio del comune. Perché non mettere qualche sacchetto dell’umido e trasparente nella cassetta delle poste degli abitanti, forse così tutti capiscono quale utilizzare?- E’ possibile richiedere che i negozianti della zona vendano solo buste della spesa trasparenti o di stoffa. (io vado a fare la spesa all’Ipercoop ad Aprilia ed ormai da diversi mesi vendono solo buste della spesa di stoffa; le buste bianche di plastica le hanno abolite)- Nei punti dove c’erano i vecchi secchioni andrebbe fatta un po’ di manutenzione, sistemata la strada, messe dell’aiuole per evitare che la gente continui a buttare l’immondizia e qualsiasi oggetto sul suolo pubblico scambiano uno slargo per una discarica (ad esempio vedi Largo della Moletta) - Vicino ai nuovi secchioni della raccolta differenziata andrebbero messi dei cartelli che indichino in modo preciso e sintetico dove e come buttare i rifiuti. (ricordiamoci del fogliame e degli arbusti; nella nostra zona molti hanno un giardino e piante da potare!!) Tra poco inizia la bella stagione e tutte le case saranno abitate dai villeggianti…che accadrà?” “Buon giorno a tutti siamo al 17 aprile, tutti sappiamo che la raccolta differenziata è un impegno che dobbiamo assumere con serietà, nessuno lo mette in dubbio, ma purtroppo a tutt'oggi non ce lo permettono, in Via delle Pinete sono rimasti i secchi ancora pieni di umido per giorni,poi per esigenze di igiene siamo stati costretti a buttarli nei vecchi cassonetti lungo la litoranea , da ieri sera ho fuori al cancello il sacco dell'indifferenziato che presumo sarò costretta a buttare anche quello nei vecchi secchioni,ieri ho chiamato un ufficio del comune il quale mi ha detto che provvedeva alla segnalazione spero che si attivino affinchè questa iniziativa funzioni correttamente, sono giorni che provo a chiamare il numero verde scritto sul calendario che ci avete dato con il secchio (e basta!) non con i sacchi come dite!(quelli ce li siamo comprati!!!!ma non è un problema)la risposta sempre la stessa.... l'operatore attualmente è occupato..punto...riprovate più tardi punto!Sperando che la vostra organizzazione si ripristini al più presto,e che non mi debba sentire costretta a portarvi i rifiuti davanti al comune vi invio distinti saluti.”
Noi Verdi, cogliamo l’occasione per rammentare ai nostri amministratori che l’ISOLA ECOLOGICA è basilare per evitare rifiuti ed incentivare il riciclo come pure è importante favorire la produzione di compost visto che in tanti, ad Ardea, abbiamo giardini ed orticelli.
Verdi Ardea – la portavoce Graziella Furini-
SCUOLA SUPERIORE - CDQ NUOVA FLORIDA, AMMINISTRAZIONE POCO " REATTIVA "
Nel corso dell'Assemblea Annuale del CdQ, tenutasi lo scorso 25 aprile, il Direttivo del CdQ ha dato lettura integrale ai presenti della risposta data dal Sindaco alla nostra lettera del 20 aprile scorso.
Contemporaneamente però, abbiamo fatto osservare che lo stesso sostanzialmente confermava la nostra tesi (le pratiche AMMINISTRATIVE NON sono concluse, e questo per poca reattività dei nostri amministratori, vedi anche la lettera del 13 gennaio 2010, con la quale gli ricordavamo la scadenza del 20 gennaio per la trattativa).
Per quanto riguarda invece la citazione sugli interventi senza prima essersi informato sullo stato delle cose ci siamo limitati a leggere le dichiarazioni del Sindaco del 12.5.2007, il comunicato del PD di Ardea del 23.11.2009, quello dell'ex Assessore Ferone dell 1.3.2010 e di quanto riportato nel libretto Mille giorni di...lasciando agli astanti (come anche a tutti coloro che ci leggono oggi, e che ci leggeranno sulle nostre bacheche nei prossimi giorni) di trarne le proprie conclusioni.
L'ultima considerazione è che la Provincia ha stanziato i fondi per la costruzine di questa scuola nel 2004. I cittadini si chiedono (e noi con loro) come - dopo ben SEI ANNI - si possa ancora parlare di "stato avanzato delle trattative tra Comune e Provincia"!
CdQ Nuova Florida
Il Direttivo
RASTRELLAMENTI
di Alessandro Robecchi
Purtroppo i rastrellamenti continuano. Negli enti, nei consigli di amministrazione, negli organismi dirigenziali, nelle sedi Rai, decine di militanti e simpatizzanti finiani vengono catturati, interrogati con pratiche umilianti, costretti a circolare nei corridoi con un cartello al collo: banditen. Gli spazi faticosamente conquistati a colpi di spoil system e lottizzazione prontamente revocati dal comando tedesco di Palazzo Grazioli. Ora si temono rappresaglie sui familiari. È un bel contrappasso per chi ha votato tutte le leggi del regime, per chi ha partecipato entusiasta e favorevole a tutti i voti di fiducia, per chi ha contribuito attivamente a due anni di mortificazione del Parlamento.
Al massimo con flebili lamenti, ma sempre pronti a passare all'incasso. Presto per loro si chiuderanno gli spazi di comunicazione: niente più dichiarazioni nella nota politica, niente più interviste compiacenti e soffietti amichevoli, niente più cronisti stesi a tappetino.
Dategli qualche giorno e tuoneranno - relegati in angolini di minimo ascolto - contro il controllo dei media, contro il conflitto di interessi. Fulminati sulla via di Damasco assaggeranno il manganello mediatico che fin qui hanno tanto apprezzato, perché colpiva altre zucche. Fini stia attento a che calzini si mette, perché potrebbe essere seguito, filmato di nascosto, tacciato di «comportamenti stravaganti» dagli arditi Mediaset, e chissà se avremo il bene di trasecolare davanti a qualche dichiarazione finiana contro Minzolini, contro Vespa, contro le veline del Minculpop.
Non ci resta che fare la faccia stranita e dubbiosa dei partigiani che vedono salire in montagna questi badogliani in crisi di identità, questi inventori di leggi razziali che oggi parlano di dignità umana. E magari pensare che non siamo a un grande 25 aprile, ma a una minuscola caricatura di 8 settembre, che il cammino è ancora lungo e che anche questa volta liberare le valli del nord non sarà uno scherzetto.
FIRMATE
La carica dei 100 mila
Ieri pomeriggio il quartier generale del Forum a Roma era letteralmente sommerso dalle richieste di nuovi moduli per la raccolta delle firme sui tre quesiti. Tantissime le città dove i banchetti hanno dovuto chiudere prima, con il cartello «tutto esaurito». Cifre record si sono avute nella regione Puglia, con dodicimila firme raccolte in solo giorno. A Roma le firme raccolte sono state diecimila, nei diversi banchetti sparsi nei municipi. A Torino, dove il centrosinistra ha perso le elezioni regionali su un tema delicato come quello dalla Tav, le firme sono state quattromila e cinquecento. La piccola provincia di Savona ha raccolto tra il 24 e il 25 aprile 4.200 firme; duemila a Modena, quasi cinquemila nelle Marche.
Già nei giorni precedenti il via alla raccolta l'aria che si respirava nei comitati era decisamente differente da quella abituale. L'indicazione di far collaborare sul territorio i diversi partiti della sinistra - da Sel a Rifondazione, dai Verdi a Sinistra critica - con le decine di associazioni e movimenti che dal 2006 compongono il popolo dei beni comuni ha funzionato. Ieri è arrivato il sostegno anche dei socialisti e della Sudtiroler Volkspartei, che hanno annunciato che collaboreranno alla raccolta firme. Ma la vera sorpresa è stato il Pd. Non l'apparato delle segreterie, ma i militanti, gli amministratori locali, le sezioni che vivono da vicino la privatizzazione dell'acqua, mascherata dietro il modello pubblico-privato. Ad Arezzo, prima città ad avere sperimentato l'arrivo delle multinazionali francesi, il sindaco del Pd ha firmato i tre moduli con quesiti chiarissimi: i privati non possono mettere piede nelle gestioni idriche. È bene ricordare che proprio in Toscana solo tre anni fa il centrosinistra bocciò una legge d'iniziativa popolare che era ben più timida rispetto alla proposta referendaria presentata dai movimenti in Cassazione il 31 marzo scorso. In alcune città della provincia di Roma - raccontano gli organizzatori del referendum - alcuni consiglieri comunali del Pd hanno stanno partecipando direttamente alla raccolta delle firme. Anche a Ravenna il sindaco del Pd ha firmato i tre quesiti, solo per citare i capoluoghi di provincia. E, in generale, in tutta Italia spesso sono loro a vestire i panni degli autenticatori. Dunque il tentativo in extremis di Pierluigi Bersani di boicottare il referendum - lanciando alla vigilia dell'inizio della raccolta firme una petizione sul disegno di legge degli ecodem, che mantiene la possibilità di gestione privata dell'acqua - non sta funzionando.
La domanda che più spesso viene fatta prima di firmare riguarda il marchio doc sui tre referendum. C'è una sorta di terrore di sbagliare, firmando il quesito sull'acqua presentato dall'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro, in chiara contrapposizione a quelli dei movimenti. Basta annunciare - a quel punto - la paternità del Forum per l'acqua per avere garantita la fila davanti ai moduli. Anche le brochure preparate dell'organizzazione con l'illustrazione dei tre quesiti sono state spesso inutili. Bastava lo slogan "l'acqua non si vende" stampato con chiarezza sui manifesti per togliere ogni dubbio, senza dover convincere nessuno. Bastava dire chiaramente che l'obiettivo era quello di mandare via le multinazionali dell'acqua per far sparire ogni dubbio. E non è un caso il successo sorprendente venuto dalle città capofila delle privatizzazioni: Aprilia, Latina, la stessa Arezzo, la provincia di Roma, quella di Frosinone.
La sfida alla cultura della privatizzazione dei beni comuni è dunque partita bene. L'obiettivo di almeno settecentocinquantamila firme entro luglio è più che raggiungibile, visto che quasi il 12% è giù stato raggiunto nei due giorni di apertura dei banchetti. Nell'immediato l'appuntamento referendario avrà anche la forza per allargare a dismisura le centinaia di comitati per l'acqua pubblica già presenti in Italia, aprendo le porte di questo laboratorio ai partiti della sinistra. E' una finestra con aria nuova che si è aperta, un'occasione forse irripetibile.
24 aprile 2010
PSI E SL PREOCCUPATI PER L'OCCUPAZIONE
Occupazione: Segnali preoccupanti si profilano all’orizzonte
Sinistra Ecologia Libertà e Partito Socialista Italiano di Ardea, esprimono viva preoccupazione per i segnali negativi che arrivano dal mondo produttivo nel territorio di Ardea.
Le realtà produttive nella nostra zona sono pochissime e da due di queste arrivano segnali di grave crisi e chiusura; la Cecconi nel comune di Ardea e la PLAYTEX in comune di Pomezia ma al confine con Ardea.
Siamo preoccupati e assolutamente vicini alle lavoratrici e ai lavoratori delle due aziende.
SEL e PSI di Ardea nel confermare tutto il sostegno, e tutto l’impegno possibile per aiutare a trovare soluzione al problema, assicurano che saranno al fianco dei lavoratori nella lotta per la conservazione del proprio posto di lavoro e per la salvaguardia della CECCONI, un’azienda necessaria per lo sviluppo del territorio.
SEL e PSI interverranno presso le istituzioni locali e provinciali per verificarne la effettiva volontà di operare per garantire la continuità produttiva dell’azienda.
Non vorremmo mai che dietro queste operazioni di chiusura di importanti aziende si celassero altri scopi tipo l’utilizzo delle aree per fini diversi.
SEL e PSI - Ardea
23 aprile 2010
ISOLA ECOLOGICA DI VIA PAVIA, ENNESIMA PRESA IN GIRO
22 aprile 2010
LA SCOLERI ESALTA LE DONNE A RIBBELLARSI AL DDL SULLE INTERCETTAZIONI
La viceresponsabile per le pari opportunità dell'Italia dei Diritti: "Le compatriote del passato possono e devono ispirare le donne che hanno a cuore il presente e il futuro della nazione"
Milano 22 aprile 2010 - "Le riforme tanto auspicate dai nostri governanti, non prevedono passi avanti nel sostentamento alle famiglie italiane, fortemente piegate dal perdurare della crisi economica. La scuola è stata la prima vittima di tagli e provvedimenti che la stanno rendendo accessibile a pochi privilegiati. Perché nella scuola c'è il 'sapere' tanto ostile a chi arde di spadroneggiare con metodi dittatoriali". Queste le parole di Francesca Scoleri la viceresponsabile per le pari opportunità dell'Italia dei Diritti a commento della riforma della legge sulle intercettazioni che prevede in modo ignobile l'ennesimo bavaglio all'informazione.
"Mi rivolgo allora alle donne - continua la Scoleri - alle madri, alle coraggiose della nazione, perché non possono non avere a cuore il presente e il futuro con maggiore sensibilità ed attenzione. Un tempo che sembrava lontano, le nostre valorose italiane, hanno avuto un ruolo importante nella resistenza antifascista. E', infatti, un'esigenza civile e un dovere ricordare le nostre compatriote impegnate nella Resistenza, la loro partecipazione e il loro coraggio. Oggi non dobbiamo impugnare armi, ma dobbiamo affidarci solo alla giustizia, perché venga dato un nuovo volto alle donne, perché di pari opportunità, presso questo modo di governare non ne troveremo così come non troveremo uguaglianza, ne per noi, ne per i nostri figli. Siano le donne - conclude l'esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro - ad alzare per prime la testa e dire basta a tutte le censure e a tutte le prepotenze. Questo è l'appello che si rende necessario per ribellarsi dall'attuale condizione che ci impone di vivere sotto regime".
Ufficio Stampa Italia dei Diritti
ARDEA - NUOVA VARIANTE AL PRG - IDV OPERAZIONE TRASPARENTE O FORTE OPPOSIZIONE
Luigi Centore
21 aprile 2010
L'AQUILA NEGA CITTADINANZA A BERTOLASO
L'Aquila nega cittadinanza a Bertolaso, la Del Fallo approva
La viceresponsabile per l'Abruzzo dell'Italia dei Diritti: "Il Comune fa bene a non dare tale onorificenza a chi ha gestito la ricostruzione in maniera cosi maldestra"
L'Aquila, 21 aprile 2010 - "Il voto di ieri dimostra la necessit� di abbandonare tale mozione". E' questo il commento della viceresponsabile per l'Abruzzo dell'Italia dei Diritti, Barbara Del Fallo, alla notizia della votazione sfavorevole al conferimento della cittadinanza onoraria a Guido Bertolaso da parte della commissione statuto del Comune dell'Aquila. Seduta che ha visto 14 voti contro la proposta, 2 favorevoli e un astenuto." Come Italia dei Diritti abbiamo sottolineato pi� volte la maldestra ricostruzione che la Protezione Civile sta effettuando. Anche tramite esperienza personale ho potuto toccare con mano la posizione egemone di questa associazione di volontariato, che ormai non ha nulla di tutto ci�, trasformata in una istituzione. Ho potuto capire che la concezione di volontariato in Italia deve essere rivista. La Protezione Civile - continua la Del Fallo - � un ente che ha un potere smisurato rispetto alle decisioni che si devono prendere in questa ricostruzione". L'esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro termina aggiungendo: "L'ente di Bertolaso ha avuto un ruolo troppo centrale nella ricostruzione del complesso cittadino dell'Aquila con il Governo. Le amministrazioni locali e le popolazioni locali sono state prese in considerazione in seconda battuta su molte decisioni. Visto il mancato coinvolgimento della cittadinanza in tali vicende, e una sorta di protagonismo di Bertolaso, il Comune dell'Aquila fa bene a non dare tale onorificenza a questo personaggio. Inoltre � anche vero che L'Aquila � stata aiutata anche da molte altre associazioni".
Ufficio Stampa Italia dei Diritti
Tel 349/6724504 335/6656173
Al Sindaco Carlo Eufemi ARDEA
Oggetto: E’ EMERGENZA !!
Il problema dei rifiuti urbani non conferiti come previsto da “differenzioio”, ma soprattutto l’illegale abbandono di ingombranti e materiale di risulta su tutto il territorio è diventata una vera emergenza!
Lei, Signor Sindaco, a fronte di un problema così grave e pressante, che richiederebbe da parte Sua un impegno forte e deciso, si limita ad emettere l’ennesima ordinanza (aspettandosi forse che - come per le precedenti - i cittadini si rechino in Comune per ritirarla....).
Questo atto sicuramente assolve un Suo dovere formale e “pilatesco”, ma in sostanza è un provvedimento vuoto perché, come Le è ben noto, la Sua Amministrazione non è assolutamente in grado (anche qui come per le precedenti) di farla rispettare, non solo per radicata incapacità e lassismo, ma anche per carenza di uomini, di mezzi e di tecnologia. E a poco servono le occasionali “giornate ecologiche” (poco pubblicizzate) di sole 5 ore, per un quartiere così vasto!
Una azione urgente e parzialmente risolutiva che i cittadini si aspettano invece da Lei, è l’apertura dell’Isola Ecologica, proprio quella riportata a pagina 38 del libretto “Mille Giorni di... bugie.” (come sarebbe stato invece più utile e gradito alla comunità se il relativo costo fosse stato investito per la messa a norma di questo impianto!) recentemente distribuito che, come evidenziano le sottostanti foto, i cittadini vorrebbero poter utilizzare!
Le ricordiamo che sono ormai quasi QUATTRO ANNI di promesse e di vuoti annunci riguardanti la realizzazione di questa opera.
Veramente troppi, anche per i cittadini più pazienti!
Comitato di Quartiere Nuova Florida
Il Direttivo
Ardea, 20 aprile 2010
IL PRC VICINO AI LAVORATORI DALLA CECCONI
I 50 dipendenti, si sono visti arrivare una lettera di procedura alla mobilità , che equivale al licenziamento, senza che la ditta in questione abbia dato a vedere possibilità di risoluzione.
I lavoratori sostenuti dalla FLAI CGIL, hanno chiesto un incontro istituzionale con l'amministrazione di Ardea per cercare e trovare una soluzione insieme.
Siamo accanto ai lavoratori e sottoscriviamo le loro istanze, chiediamo con loro che sarà del marchio di produzione? e che sarà dell'area dove è sito lo stabilimento che si vuole chiudere , mantenendo solo il negozio aperto? chi produrrà le carni e salumi ?
Il settore in questione registra già una perdita di occupazione notevole,domani sarà tenuto un confronto con il sindaco, e se necessario attivare un tavolo di crisi.
barbara tamanti
PRC circolo Ardea
SALUMIFICIO CECCONI, LA SOLIDARIETA' DELL'IDV
nella zona Caronti,profetizza tramite una lettera di licenziamento
la perdita dell'occupazione per ben 50 lavoratori.
Il problema dell'occupazione mi coinvolge particolarmente.
Un edificio memorabile che elargiva un impiego ad oltre 50
persone,dopo ciò che è accaduto ci presenta una questione
delicata che necessita sicuramente di una profonda diligenza.
Come responsabile dell' Italia dei Valori Ardea,sensibile
al medesimo dilemma,espongo intensa solidarietà ai dipendenti vittime
di questa tormentata vicenda.
Ostile nei confronti di tali ingiustizie esterno il mio appoggio a coloro
che da qui a poco spero vedranno la situazione migliorare ed assestarsi,
riappropriandosi così di quello che è un loro diritto.
Alberto Delli Colli
IDV Ardea
20 aprile 2010
ARDEA - STABILIMENTO CECCONI, NUOVA CHIUSURA
L.C.
ARDEA - SCUOLA SUPERIORE, UNA STORIA INFINITA
Associazione Culturale per la Difesa del Diritto dei Cittadini (ONLUS)
Via Potenza, 13 - 00040 Ardea - Nuova Florida - (Roma)
Tel. 349/6724504 – 335/6656173
Al Sindaco Carlo Eufemi
dopo le trionfanti dichiarazioni lette a suo tempo nei giornali e le affermazioni riportate a pagina 18 del fatidico libretto “Mille Giorni di... bugie.”, ci corre l’obbligo di comunicarle che Lei non è correttamente informato!
Infatti l’iter amministrativo per lo sblocco definitivo - e quindi per il via alla procedure d’appalto – di questa importantissima opera, da anni attesa dalla popolazione, non è affatto concluso! E non lo è proprio a causa della latitanza del Comune di Ardea!
L’ultimo ostacolo che vi si frappone pare essere l’esistenza di due diverse valutazioni circa il valore da attribuire alla permuta con la Provincia di Roma: una del Comune di Ardea e l’altra della Provincia.
Le due versioni non sono inconciliabili. Occorre tuttavia sedersi ad un tavolo con la Provincia e chiudere la questione, cosa che il Comune di Ardea non ha ancora fatto, dando così prova del suo scarso interesse.
Possiamo chiederle il perché ??
Quella della realizzazione ad Ardea di una Scuola superiore è una battaglia che vede il Comitato di Quartiere della Nuova Florida impegnato da anni. Ai cittadini farebbe sicuramente piacere vedere lo stesso impegno su questo tema da parte Sua e di tutta la Sua Amministrazione.
Distinti saluti.
Il Direttivo
Ardea, 20 aprile 2010
19 aprile 2010
NERONE: UN KEYNESIANO ANTE LITTERAM ?
Al suo insediamento, nel 54 d.C., Nerone, ultimo imperatore di quella stirpe, trovò la riforma dell’amministrazione già impostata da Claudio, con l’affidamento dei ruoli dirigenziali a manager tecnici, i liberti, spesso provenienti da quella cultura ellenistica che, con il suo eclettismo, rappresentava al meglio il dinamismo, anche economico, di molte parti dell’Impero. Il giovane imperatore perfezionò la riforma, con molta attenzione al settore della giustizia, cercando di coinvolgere il Senato nella sua azione, e comunque di compiacerlo ogni volta che era possibile; la sua inclinazione naturale, tuttavia, e forse anche il calcolo politico, lo portava al rapporto diretto con la plebe che, per parte sua, gli manifestò affetto fino oltre la morte.
Nel 58, Nerone tentò la prima vera riforma radicale sul versante economico, in senso anti-protezionistico, con la proposta di abolizione delle imposte indirette: si trattava di una manovra complessa, equivalente ad un quindicesimo del bilancio pubblico. L’intento era quello di liberalizzare i commerci all’interno dell’impero, attraverso la diminuzione dei prezzi e il conseguente aumento del grado di concorrenza, con vantaggio per i ceti meno abbienti e a reddito fisso. Ma i senatori videro in pericolo le loro rendite, derivanti dalle condizioni di quasi-monopolio a cui vendevano in Italia le produzioni dei loro latifondi, e si opposero. Nerone fu costretto a ripiegare su misure parziali e di entità molto minore; ma, in questa sconfitta politica, si consumò definitivamente la sua rottura con il Senato. Da questo momento, Nerone comincia a orientarsi verso una monarchia assoluta di tipo ellenistico: un impero così vasto aveva bisogno di un centro decisionale unico, in grado di relazionarsi con le culture e le esigenze delle province, non più riconducibili alle categorie ristrette della romanità delle origini repubblicane.
È nel 66 che Nerone riesce a mettere in atto una manovra, ancora più articolata, a sostegno della domanda e del reddito, combinando tanto efficacemente politica monetaria e fiscale, da farlo indicare da alcuni studiosi dei giorni nostri come una sorta di keynesiano ante litteram (M. A. Levi, M. Thornton, R. Thornton). Per prima cosa, l’imperatore annuncia e attua una svalutazione monetaria, diminuendo il titolo dell’oro e dell’argento nelle monete senza modificare il loro valore nominale, che si concretizza dunque in un aumento dell’offerta di moneta. La misura della svalutazione è studiata in modo che non risulti, tuttavia, conveniente la tesaurizzazione delle vecchie monete a fini di recupero del metallo prezioso; e anche in modo da migliorare il rapporto di cambio tra oro e argento a favore di quest’ultimo, che era il metallo a cui avevano accesso le classi di reddito più basso. Le spinte inflazionistiche, che potevano derivare da tale operazione, sono contenute dal fatto che la maggiore disponibilità di mezzi di pagamento viene collegata ad un ingente programma di spesa pubblica per grandi opere, come diremmo oggi: si tratta, prima di tutto, di ricostruire Roma, dopo il famoso incendio. Dalla spesa pubblica si innescano quelli che oggi indichiamo come effetti moltiplicativi sul reddito e l’occupazione, principalmente nei settori delle cave, dei trasporti, dei laterizi, delle costruzioni; i quali, all’epoca, erano anche quelli a più alto contenuto tecnologico.
Alla fine, l’inflazione si contenne intorno al 2% annuo, senza peraltro toccare i beni primari come il grano; gli effetti di questa manovra in termini di redistribuzione del reddito e di sviluppo economico saranno invece duraturi e andranno ben oltre la morte dell’imperatore. Il Senato, per parte sua, infamò Nerone, alla sua morte, con la damnatio memoriae ad saeecula saeculorum che, in larga parte, sembra durare fino ai giorni nostri; ma questa, è ancora un’altra storia.
tratto da http://www.noidonne.org/
17 aprile 2010
MALEDETTA POLITICA-ENNESIMO SUICIDIO E LORO.........
Si uccide operaio della Renopress
Subito dopo arriva un'offerta di lavoro
L'ha trovato un collega disoccupato. Mario Farisano, 44 anni, si è impiccato in garage con la corda per saltare della figlia. Era in cassa integrazione
di ALESSANDRO CORIE' stata la paura di non riuscire più ad arrivare a fine mese a spingere Mario Farisano a farla finita. Da un anno era in cassa integrazione, come tutti i suoi colleghi della Nuova Renopress di Budrio, azienda che produce ricambi per auto, e il futuro lo spaventava. Due figlie da mantenere, una moglie anche lei disoccupata, Mario si arrangiava cantando la sera per i locali attorno a Molinella, ma la prospettiva di un altro anno senza un vero lavoro ieri mattina è diventata insopportabile.
16 aprile 2010
NOTIFICARE CARTELLE ESATTORIALI O INGIUNZIONI DI PAGAMENTO A MINORI, OLTRE CHE DI CATTIVO GUSTO E' ILLEGALE
Lo avevamo detto..e detto fatto!
Il servizio mensa scolastica del comune di Ardea ancora provoca polemiche.In un comunicato, puntavamo il dito contro l'inspiegabile alternarsi di ditte in appalto al comune per il servizio mensa scolastica.Cambiamenti tanto repentini da provocare l'interruzione del pagamento da parte delle famiglie, che si erano trovate senza alcuna indicazione, per lungo periodo, su quanto e chi pagare.
Ora a distanza di due anni gli innocenti e forzati debitori, si vedono recapitare la richiesta di pagamento regresso,(cifre importanti, in alcuni casi), e per giunta con avviso di mora in caso di ritardato pagamento.
Lo avevamo denunciato, le famiglie degli alunni, compresi gli ex alunni, gettate nel panico improvviso,nessuna forma di dilazione è¨ stata proposta ed è evidente la difficoltà per alcuni di dover pagare 400 o anche 5oo euro tutte insieme.
Chiediamo pertanto di dare la possibilità ufficiale di rateizzare il saldo, per tutti, considerando che la cifra è certo dovuta, ma necessita di sostegno, anche in virtà del fatto che il danno è stato provocato dall'amministrazione stessa, pertanto un minimo di collaborazione a modo di scuse, è dovuta!
Inoltre chiediamo quale criterio è stato adottato nel comunicare tale "debito regresso", visto che la lettera è stata recapitata ai minori usando come veicolo proprio la scuola. Riteniamo questa metodica quanto meno immorale,, si poteva recapitare utilizzando il servizio di posta, o il comune ha perduto tutti gli indirizzi?
In alcuni casi, la lettera è stata addirittura consegnata a minori con disabilità chiedendo per ricevuta la firma della assistente educativa, raggiungendo alcuni scolari alla scuola media, presso la quale si erano trasferiti, dopo appunto due anni.
Il comune di Ardea non perde occasione per manifestare il cattivo gusto amministrativo che a volte, come in questi casi tocca il ridicolo, questo calpestare la dignità dei ragazzi, è davvero indicativa di un governo sprezzante di una qualsiasi sorta di attenzione sociale.
Chiediamo chiarimenti sulla questione e soprattutto, chiediamo una posizione dell'amministrazione sulla proposta di rateizzare i pagamenti.
Barbara Tamanti
PRC circolo Ardea
STORIE DI STRAORDINARIA SOLIDARIETA'
Yassir Goretz*
Non è facile raccontare l’esperienza della brigate di solidarietà attiva in Abruzzo, durante i 7 mesi in cui abbiamo gestito il campo di San Biagio a Tempera, senza cadere nella retorica ed è un peccato, per motivi di spazio, non elencare i nomi e le esperienze di tutti i 650 volontari che ci hanno aiutato in questa straordinaria impresa, partita dal basso, nel nome della solidarietà. IL 6 aprile alle 3.32 un terremoto pari a 5,8 della scala Richter colpisce la città dell’Aquila, ciò ha causato la morte di 308 persone, oltre 1600 feriti e ben 65 mila sfollati.
Il terremoto è stato così forte che anche a Roma si sono creati momenti di panico tra gli abitanti, tanto che le prime notizie ansa e del televideo Rai parlavano di un terremoto nella città di Roma, anche io spaventato nella notte, d’istinto ho preso mio figlio di due anni dal lettino e la mattina insieme alla mia compagna, eravamo in dubbio se portarlo al nido.
La mattina arrivato in Direzione Nazionale, la prima cosa è stata quella di commentare con i compagni il terremoto. Il compagni , mi dissero che il terremoto è stato all’Aquila, infatti le agenzie stampa hanno cominciato a parlare di morti e migliaia di sfollati. E’ stato a questo punto che abbiamo preso la decisione di organizzare qualcosa subito e di andare li e portare il nostro aiuto. Avevamo pensavamo di andare su con un furgone, con acqua biscotti e tè, poi, ora dopo ora, i furgoni sono diventati quattro, è arrivata una cucina completa, pasta, gazebo, tavoli e sedie.
Nel pomeriggio partenza per l’Aquila con dodici compagni e il sottoscritto.
Il Partito tutto è stato mobilitato dalla segreteria nazionale a tutti i nostri circoli, la Federazione di Pescara è stata utilizzata come centro di tutta la raccolta di aiuti.
Durante il tragitto per l'Aquila il nostro pensiero è andato alle Brigate Internazionali, da li l'idea di chiamarci Brigate di Solidarietà Attiva.
Arriviamo all’Aquila al campo base in tarda serata, ci troviamo di fronte a una scena desolante, centinaia di macchine parcheggiate intorno al campo tutte piene di sfollati, tra cui bambini e anziani che non sono riusciti a sistemarsi nel tendone allestito dalla Protezione Civile già stracolmo. Tutto il campo era pieno di fango che si moltiplicava con il via vai degli enormi mezzi dell’esercito e dalla protezione civile, il freddo è pungente e un gruppo di giovani comunisti di Pescara è lì in nostra attesa. Non sono passati 20 minuti dal nostro arrivo, che la terra ha ricominciato a tremare e per la maggioranza di noi era la prima volta. Parlo con un uomo che tiene in braccio il suo bimbo che ha la stessa età di mio figlio, mi ha raccontato che, abitando al quinto piano, durante il terremoto delle 3 e 32 non è riuscito a raggiungere il lettino di suo figlio perché era impossibile muoversi, ho pensato che l’impotenza di aiutare un proprio caro, il proprio figlio, deve essere la peggiore cosa possa accadere nella vita di una persona.
Dopo alcuni minuti proviamo a parlare con qualche responsabile della protezione civile, ma nessuno sembra ci voglia dare retta, la confusione era molta e tutti noi volevamo dare una mano. Finalmente, dopo una lunga serie di telefonate, il nostro segretario Paolo Ferrero da Roma, riesce a contattare i vertici della protezione civile, spiegandogli che, potevamo dare una mano preparando dei pasti caldi con la nostra cucina. Dopo molte ore, in mezzo al fango, cerchiamo di renderci utili affiancando un gruppo di militari che stavano preparando le colazioni, finalmente la situazione si sblocca e un responsabile della protezione civile ci dici di recarci nel paese di Tempera.
Ci mettiamo subito in viaggio, più di un’ora per fare appena 10 km perché tutte le strade erano impraticabili e quello che vedevamo dai finestrini dei nostri furgoni sgangherati, ci dava il quadro dell’enorme disastro, con l’aiuto del navigatore arriviamo finalmente a destinazione.
Uno spiazzo bianco di breccia lungo la strada, un gruppo di volontari della protezione civile che tira su le prime tende, noi che scarichiamo i nostri furgoni e cominciamo a montare la cucina e i gazebo, ci accorgiamo però che gli sfollati sono molti e che non ci basterà quello che abbiamo sui furgoni, mandiamo subito, Gennaro e Hamadi a fare la spesa a Teramo, ma non avendo un fondo cassa, il compagno Gennaro anticipa di tasca sua.
Al contrario della protezione civile, sicuramente efficiente, ma con un sistema piramidale, che di fronte ad un problema, fa si che, impiegando molto tempo, per le varie autorizzazioni prima di mettersi in opera, siano stati battuti in efficienza dai nostri compagni, che, come dire, hanno fatto “alla romana”. Del resto, anni e anni di esperienza alle feste di Liberazione serviranno pur a qualcosa? Infatti i nostri compagni in poche ore sono stati capaci di: allacciare la luce, collegare l’acqua e lo scarico nelle fognature e montare una cucina perfettamente funzionante. Dobbiamo essercela cavata egregiamente, se un capitano dell'esercito ci ha chiesto da quanti anni facessimo questo lavoro.
Cristiano (un compagno meraviglioso e colonna portante di tutta la brigata che insieme a me resterà sul campo dall’inizio alla fine della nostra esperienza), prepara il primo pasto per oltre 600 persone e la sera per 1400. Persino i volontari della protezione civile venivano a mangiare da noi, tanto che Luca del dipartimento nazionale della protezione civile, rimane colpito dalla nostra organizzazione ma soprattutto dalla nostra volontà di risolvere i problemi, tanto da seguirci passo dopo passo in tutti i 7 mesi, correggendo anche molti errori che inevitabilmente abbiamo fatto. Al secondo giorno ci fanno spostare al campo di San Biagio che è stato allestito dalla Misericordia ed è li che rimaniamo fin alla fine. Al terzo giorno, oltre alla cucina di San Biagio ci chiedono di aprire un’altra cucina nel paese di Camarda, per fortuna sono arrivati anche altri volontari da tutta l’Italia, questo grazie al fatto che eravamo l’unica organizzazione ad accettare volontari.
Eravamo partiti pensando di rimanere due giorni per distribuire biscotti e tè e ci siamo ritrovati li per 7 mesi, 24 ore su 24. Con la nostra cucina popolare e con uno spaccio POPOLARE vero, che permetteva, in quell’emergenza a tutti, di prendere i generi di prima necessità a seconda delle loro esigenze. Dai vestiti, alle scarpe, ai prodotti per l’igiene personale, senza dover compilare moduli o domande, senza inutile burocrazia. Abbiamo portato barbieri, creato un parco gioco per i bimbi con una piccola piscina, casette di legno, bagni per anziani e bambini. Abbiamo organizzato feste portato giocolieri, attori e gruppi musicali .
Tra i nostri volontari tanti iscritti al Partito della Rifondazione Comunista, giovani dei centri sociali, ma anche persone lontane dalla politica, spinte però dalla voglia di dare una mano, ricordo sempre con piacere l’arrivo di oltre 80 Boy scout e sorrido nel ricordarmi una notte intorno al fuoco con il prete che inizia a cantare “Bella Ciao”. O con l’arrivo di una ventina di studenti americani che dopo una settimana insieme a noi hanno cambiato idea o per lo meno hanno capito che, i comunisti non sono proprio quello che gli hanno insegnato negli Stati Uniti.
Momenti belli e toccanti, pianti quando era il momento di lasciare il campo, ma anche lunghe discussioni e litigate pazzesche soprattutto tra chi il campo lo ha vissuto per troppo tempo. Ma anche momenti buffi, come il volontario che appena arrivato, voleva fare la raccolta differenziata, anche se avevamo un solo secchio della spazzatura e quello che voleva fare lezioni di marxismo-leninismo, non sappiamo se ai terremotati o ai volontari. Anche momenti di tensione, quando un uomo che aveva perso tutto nel terremoto, si è presentato a noi, come un militante di una formazione di estrema destra e che dopo qualche giorno, ferma una tropue giornalistica, gridando che, se non era per i “comunisti”, sarebbero stati li chi sa per quanti altri giorni senza mangiare. Momenti eroici, come quel volontario che, dal 7 aprile e per sette mesi, senza mai parlare, ma lavorando giorno e notte, su e giù per il campo con una carriola a pulire. Quello che, resta tutto il pomeriggio letteralmente nella merda e sotto la pioggia per aggiustare la fognatura, l’altro ragazzo che, la mattina veniva accompagnato dai genitori per darci una mano e la sera doveva tornare casa perché sotto dialisi. Un giovane compagno che distribuiva scarpe tutto il giorno nel nostro spaccio popolare, mentre lui aveva le sue completamente bagnate. Potrei fare tanti altri esempi del genere, di tutti i giovani e delle tante ragazze, ognuno dei nostri 650 volontari potrebbero raccontarci una storia, un momento, un fatto che gli ha cambiato la vita, ma so bene che, molti, la maggioranza, non lo farà, perché appartiene a quella categoria di “essere umani” che non amano stare al centro dell’attenzione o fare vanto di se stessi, ma saranno sempre pronti e presenti li dove c’è bisogno di dare una mano, nella convinzione che la solidarietà è il primo principio per un essere umano e in particolare per un comunista.
Sapevo, quando dopo una settimana dal terremoto, la Segreteria del Partito, mi ha proposto di coordinare i volontari, che non sarebbe stato facile e che inevitabilmente con il mio ruolo, sarei stato il parafulmine di molte situazioni. Il mio telefono è rimasto accesso per ricevere telefonate, giorno e notte e ha squillato per sette mesi senza sosta . Sono rimasto lontano da casa per lunghissimo tempo, tanto che mio figlio, che andava al nido, ha iniziato a dire che ero morto. Ho dovuto spesso prendere decisioni antipatiche, ma sempre con l’intenzione di garantire ogni giorno a 260 persone un pasto e tutto quello di cui avevano bisogno per alleviare, almeno in parte, il dramma che stavano vivendo.
Ringrazio ancora tutti i compagni e i volontari che hanno dato una mano in questa esperienza unica, perché è la prima volta nella storia del volontariato in Italia, che un’organizzazione nasce durante una situazione di emergenza. La maggioranza di noi si è formata in questa esperienza, molti continuano il loro lavoro costituendo nei propri territori associazioni di Brigate di Solidarietà Attiva, impegnandosi nel volontariato e nella solidarietà sociale altri, come il sottoscritto, hanno scelto di intraprendere un percorso all'interno della Protezione Civile in particolare con la Prociv Arci, entrambi i percorsi devono andare di pari passo perché entrambi rafforzano il Partito della Rifondazione Comunista nella sua scelta di impegnarsi nel sociale.
In fine voglio ringraziare tutti i volontari di altissimo livello, con cui abbiamo avuto la fortuna di lavorare, sono convinto che la protezione civile funziona solo nell’ ambito di interforze (Vigili del Fuoco, Volontari della Protezione Civile, Esercito ed Enti locali) e non può e non deve essere privatizzata, deve rimanere e ci impegneremo, affinché la Protezione Civile rimanga quella voluta da Giuseppe Zamberletti ed Enrico Berlinguer.
* responsabile volontari terremoto d'abruzzo