Volante Policarpo presidente del consiglio comunale, non firma la delibera per far accorpare catastalmente un appezzamento di terreno situato nel comune di Ardea al Fg. 39 aggiornato al luglio 2010 al patrimonio comunale. Il terreno pomo della discordia tra le amministrazioni di Pomezia ed Ardea è quello che sta al confine tra la Pontina Vecchia ed il fiume, (foto) terreno sui quali sono stati edificati diversi mega complessi immobiliari con tanto di permesso a costruire da parte del comune di Pomezia pur essendo di giurisdizione di Ardea. Diatriba che certamente sfocerà in tribunale oltre che alla Corte dei Conti per non aver Ardea tutelato i redditi provenienti da quei terreni. Il presidente Volante grida allo scandalo. Uno scandalo che ben altri del comune di Ardea avrebbero dovuto prima di lui gridare. Durante la costruzione dei manufatti in questione che venivano costruiti su terreni inseriti nelle mappe catastali al territorio del comune di Ardea. Come può essere avvenuto la “svista”? Catastalmente i terreni sia di Pomezia che di Ardea sono ancora tutti censiti al nuovo catasto terreni nel comune di Pomezia mentre i manufatti edificati regolarmente o abusivi del comune di Ardea sono censiti all’urbano come è giusto nel comune di Ardea come è giusto che sia. “L’equivoco” è stato presentare al comune di Pomezia (certamente in buona fede) domanda di permesso a costruire inserendo nel progetto da visionare, la visura catastale del terreno come comune di Pomezia quando il Fg. 39 è del comune di Ardea ed è diviso dalla Pontina Vecchia. Nessuno ha visto nulla nessuno dei I tecnici dei due comuni non hanno visto nulla nessuno, non hanno controllato ? E il proprietario, una società facente capo ad un noto esponente pometino ha potuto edificare. Purtroppo l’alta professionalità tecnica, l’ottima conoscenza del territorio rutulo e pometino, non è sfuggita al rutulo presidente del consiglio ardeatino Policarpo Volante. Quindi, risultando valida la tesi del presidente del consiglio rutulo, i complessi immobiliari costruiti sui terreni ricadenti in parte nel Fg. 39 insistendo nel comune di Ardea, e non avendo l’ufficio urbanistica del comune di Ardea autorizzato alcuna costruzione, queste risulterebbero per Ardea abusive e quindi soggette ad essere dichiarate costruzioni abusive e trascritte al patrimonio comune di Ardea e con esso il terreno circostante in misura dieci volte la superficie coperta abusivamente. Questo il primo impegno che dovrà risolvere l’assessore Maria Pia Pagano avvocato residente nel comune di Pomezia, assessore proposta dal consigliere Bruno Cimadon. Ancora una volta per “sviste” tecniche” qualche imprenditore potrebbe rimetterci una fortuna, se invece, viene riscontrato dolo finire in tribunale non soltanto per abuso edilizio ma per ben altro. Figuriamoci poi se dovessero essere coinvolti politici come è successo per altri casi al comune di Pomezia e Ardea. In passato la costruzione del tristemente noto complesso immobiliare delle Salsare per una “svista” fu costruito su un’area archeologica in quanto il diniego delle belle arti arrivò per sbaglio al comune di Pomezia quando già da anni era divenuta Ardea comune autonomo. Sbagliare è da umani ma perseverare. Sembra che lo stesso presidente sia intenzionato ad inviare il tutto alla Procura di Velletri ed alla Corte dei Conti, come pure tante altre associazioni ed ex consiglieri comunali che avrebbero già allertato i loro sinistroidi referenti regionali, affinchè si ridia ad Ardea il diritto di sovranità su quel terreno, dichiarando abusiva l’opera per acquisirla al patrimonio rutulo incassandone tasse commerciali ed ici. L’iniziativa degli ex consiglieri è condivisa anche da diversi componenti la maggioranza che vogliono vederci chiaro, ma che per il momento come sempre vogliono restare nell’anonimato, pur chiedendo fino a risoluzione del caso la sospensione dei lavori per portare ad approvazione il nuovo Piano regolatore generale .
Luigi Centore
Eppure, appena notato l'inizio delle attività edilizie in quella zona, abbiamo sollevato dei dubbi sulla reale competenza ma, sia dall'ufficio tecnico che da parte di Consiglieri Comunali molto saccenti ci fu risposto che il sito in questione ricadeva nel territorio di Pomezia. Una operazione di bassa bottega politica ed amministrativa, tutti sapevano, noi abbiamo sollevato il problema, ma nessuna autorità comunale è intervenuta. Ora cadono dalle nuvole “ ma come è potuta accadere una svista così macroscopica ? “ La verità risiede nel metodo omertoso e connivente istituito nel governo della cosa pubblica dal centro destra guidato da Eufemi. Consiglieri comunali eletti ad intermittenza nel consiglio di Pomezia e poi in quello di Ardea costituiscono la trade unions di interessi che attraversano i due territori strettamente legati da interessi edilizi appetibili ai poteri forti e capitali di dubbia provenienza.
Eufemi si è distratto, si è fatto “fregare “ un pezzo di territorio con relativi oneri di urbanizzazione, ha ceduto un pezzo di sovranità, guarda caso ad un Sindaco di centro sinistra, diretto antagonista politico. Una figura barbina alla quale ha risposto giustamente il Presidente del Consiglio comunale di Ardea Policarpo Volante ardiese DOC, rifiutandosi di firmare la delibera.
Spetterà ora all'avvocato Assessore al Patrimonio Maria Pia Pagano risolvere la querelle e ristabilire i confini del territorio di Ardea. Ormai l'operazione edilizia si è conclusa e forse ci aspetta un contenzioso lungo, complesso e costoso per le casse comunali, con buona pace dei soloni che sapevano ma hanno taciuto.
Valtere Roviglioni - Alberto Delli Colli IDV Ardea
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