«La politica oggi è solo leadership carismatica. Lo statista non è un divo, ma un primus inter pares e il parlamento dovrebbe essere un contrappeso, invece è umiliato». La 31esima edizione del Meeting di Comunione e liberazione - il movimento ecclesiale che rappresenta la destra del cattolicesimo militante un po' in tutto il mondo, e che ha tanto amato Silvio Berlusconi - inizia così. Con Giorgio Vittadini, già leader di Cl ed oggi a capo della Fondazione della Sussidiaretà, che dalle colonne della Stampa dà un altolà al presidente del consiglio, al quale il Meeting nell'edizione 2006 aveva tributato un'ovazione da stadio.
Cambia, todo cambia, canterebbe Mercedes Sosa. Quest'anno la monumentale giostra della Fiera di Rimini - decine di dibattiti in contemporanea, tremila volontari, centinaia di sponsor, una festa dell'unità dei bei tempi e fatta meglio, e infatti l'ex Pci Ugo Sposetti da anni va a Rimini e non alle feste del suo partito - tiene gli incontri con i politici a loro posto. C'è il ministro Tremonti (ma Vittadini lo apprezza perché ha fatto «marcia indietro sulle Fondazioni»), del governo ci sono Alfano, Carfagna, Maroni, Matteoli, Calderoli e Frattini; ma Berlusconi non c'è. Non è stato invitato, forse farà una comparsata fra la folla accompagnato da Maurizio Lupi, pupillo del premier e uomo Cl, ma gli organizzatori non caldeggiano. Per questa ragione, per mantenere l'equidistanza, il leader Pd Pierluigi Bersani, da anni ospite coccolato del Meeting (l'anno scorso qui aveva ricevuto gli auguri per la corsa alla segreteria) stavolta non è invitato a dibattiti. Lui la passeggiatina fra ciellini la fa di sicuro, mercoledì.
Milano brucia, Formigoni scotta Il fatto è che a Milano come a Roma, la politica si è messa nei guai. Nel capoluogo lombardo il comitato d'affari della sanità all'ombra del presidente Formigoni è stato decapitato da un'inchiesta che ha mandato in cella anche uomini vicini a Cl e vicinissimi al presidente, a sua volta cattolico popolare doc. Per questo Formigoni alla kermesse eviterà atteggiamenti da padrone di casa. Comunione e liberazione sostiene i politici che sostengono Comunione e Liberazione. Ma abbandona quelli che vengono beccati con le mani nel sacco e fanno fare una figuraccia al movimento. Che anziché interrogarsi se non ci sia qualcosa di criminogeno nel sistema di potere che applaude, abbandona il malcapitato indagato (Formigoni non lo è). Basta ricordare il trattamento che Cl riservò all'andreottiano Vittorio Sbardella detto lo squalo, per anni grande protettore romano degli affari suoi e della Compagnia delle opere. Quando fu beccato, fu abbandonato e disprezzato. E c'è chi giura di aver assistito a messe in cui si pregava per una punizione al mascalzone, reo di aver sputtanato il movimento.
Niente voto, the biz must go on Se Milano brucia, a Roma fa molto caldo: il premier vuole andare al voto, e i ciellini - che pure hanno invitato pochi finiani e defilati - vogliono invece che il governo «vada avanti» e onori le promesse elettorali: l'hanno votato per questo. Persino l'eurodeputato Mario Mauro, ciellino e berlusconiano ieri al Giornale diceva: «Al Meeting proviamo a ricompattare il Pdl. In politica le cose si possono rimettere a posto: in passato la Lega si è permessa di dare del mafioso a Berlusconi e ora è di nuovo nostro alleato di ferro». Ed è proprio la Lega il nuovo soggetto politico che il movimento sta studiando. Dall'alto della mole di affari, la Compagnia delle opere, braccio economico dei cattolici popolari, sempre più spesso si trova come interlocutori gli uomini del senatùr, nelle amministrazioni locali. Ma il leghista e il cattolico popolare si fiutano ancora con diffidenza. L'anno scorso qui venne celebrata la pace fra Chiesa e Lega, che da movimento anticlericale prese i sacramenti di cattolico conservatore. Ma le gerarchie sono caute verso i cacciatori di rom e immigrati. Venerdì il cardinal Bagnasco, segretario della Conferenza episcopale, ha messo in guardia contro un federalismo «che divide il paese». I ministri e i deputati leghisti hanno risposto con rispettose rassicurazioni. Roberto Maroni è fra gli ospiti del Meeting, ma le sue dichiarazioni sulle espulsioni facili ieri hanno provocato una dura presa di posizione (contro) dei vescovi. Dopo aver smesso di dare del mafioso a Berlusconi, la Lega dovrà persuadersi a un minimo sindacale di carità cristiana verso le persone immigrate, se vuole essere ammessa fra i velluti rossi di Oltretevere.
Compagni di coop In tutto questo, ieri i cattolici democratici del Pd, che storicamente vedono come fumo negli occhi Cl e i suoi rapporti concorrenti con l'altissimo inquilino del Vaticano, hanno speso parole di miele verso l'amico Vittadini e la sua tardiva critica alla «leadership carismatica». Si apre «un'altra pagina nel dialogo tra cattolici nei diversi schieramenti», ha annunciano pomposamente il senatore Lucio D'Ubaldo, impegnato, con gli altri ex dc, in un'azione di sponda con i cattolici Pdl per andare «oltre il bipolarismo» verso «un'area democratica plurale», insomma verso una mezza nuova Dc. Ma i ciellini guardano altrove. Al potere, quello vero. E con gran fiuto da mesi si sono assicurati la presenza della 'star' del prossimo autunno caldo: l'ineffabile manager Fiat Sergio Marchionne. E anche nel Pd, guardano a chi comanda e può essere utile ai variegati interessi della Compagnia. Fatta di imprese che hanno le stesse esigenze delle cooperative, rosse o bianche. Di qui la presenza del folto gruppo dei democratici dell'intergruppo sulla sussidiarietà, una lobby parlamentare che si dedica ad agevolare il lavoro del privato che gestisce servizi e bisogni in cui il pubblico non arriva. Ci sarà Enrico Letta, Francesco Rutelli, Luciano Violante, Giuliano Amato. E poi Bersani, anche se in forma peripatetica. Che resta sempre l'uomo-chiave di quel modello emiliano del rapporto pubblico-privato che sono le coop. Un modello pericolosetto per i politici, però. E lo dimostra bene una recente vicenda bolognese. Per una gaffe di Bersani sul candidato al comune di Bologna (le coop avevano il loro uomo, Bersani lo ha criticato in un fuorionda tv che però è stato diffuso) la Legacoop bolognese quest'anno ha ritirato tutte le sponsorizzazioni alla festa dell'unità. Che ora ha le gomme a terra. Uomo avvertito...
DANIELA PREZIOSI
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