Ardea 13 agosto 2010 - Sono anni, anzi decenni, che i partiti del centrosinistra contestano la negazione del libero accesso al mare: una vergogna che continua in barba alle leggi solo grazie ad un uso improprio del potere da parte dei consorzi che con sbarre e vigilanti sbarrano le strade contando sulla compiacenza del governo locale. E’ dello scorso giugno una nostra rinnovata protesta e contestazione al Sindaco e alla sua amministrazione di centrodestra di ricorrere a ordinanze di abbattimento senza darne esecuzione. È il solito copione di Eufemi: grandi annunci a cui segue il niente, nonostante diversi pronunciamenti della giustizia amministrativa. Ora un pezzo della destra si accorge che il mare ad Ardea è inaccessibile per buona parte della costa. Benvenuti tra noi, a patto che non si tratti di tatticismi in vista della prossima campagna elettorale.
Nel fatto specifico segnalato, cioè circa eventuali pedaggi richiesti per l’accesso nei consorzi, riteniamo che sarebbero appropriati controlli sul piano fiscale da parte di organi di polizia tributaria a ciò direttamente preposti. Invece, per quanto riguarda la possibilità di emancipare Ardea dalla schiavitù dei gruppi di potere che ne inquinano da sempre la vita civile e l’effettivo esercizio della democrazia, rinnoviamo la nostra critica a chi ha creato una città parallela costellata da piccole repubbliche chiamate consorzi, più o meno regolari più o meno riconosciuti, allo scopo di costituire feudi e serbatoi di voti per i diversi personaggi che ne diventano “padrini”. Il Popolo delle Libertà continua a strangolare la città e le sue potenzialità di sviluppo economico e sociale. Libertà intese ad uso (e abuso) privato, evidentemente, e non a favore della collettività.
Franco Lo Reto – Portavoce del Partito Socialista Italiano
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