07 luglio 2010
CAMERA DEI FASCI
Squadrismo in Aula. Barbato (Idv) aggredito alla Camera da esponenti Pdl. In ospedale
Mercoledì 07 Luglio 2010 15:32
di Tommaso Vaccaro
ROMA - Tutto come ai vecchi tempi, quando contro i parlamentari di opposizione le squadracce del Duce non risparmiavano bastonate e pestaggi. A farne le spese, durante la seduta alla Camera sul ddl Meloni (alla storia, il ministro della Gioventù-fascista) è stato l’esponente dell’Idv, Franco Barbato, finito in ospedale in seguito all’aggressione subita in Aula.
Durante l'intervento del dipietrista, scoppia la bagarre. Lui, Barbato, accusa il ministro Giorgia Meloni, titolare dell’indecente provvedimento, di «essere ‘vecchia’ e di usare una logica politica ‘vecchia’ che fa rabbrividire anche Pomicino e Mastella». Parole che fanno scattare la reazione di Barbara Saltamartini (Pdl) e innescano una vero e proprio assalto ai banchi dell’opposizione. Gli assistenti parlamentari sono costretti ad intervenire per evitare il peggio, ma a quel punto è già troppo tardi: Barbato viene colpito con un pugno in pieno volto ed alle spalle.
Poco dopo la rissa, che costringe la presidente di turno Rosy Bindi a sospendere la seduta, il senatore Idv viene colpito da un malore e il capogruppo Massimo Donadi lo accompagna in infermeria a Montecitorio, dove il medico gli consiglia di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti.
Donadi (Idv): “Aggressione squadrista. Si faccia immediatamente chiarezza”
«Erano una ventina i deputati, tutti Pdl e direi ex An, che si sono mossi contro Barbato - è la ricostruzione di Donadi. - Abbiamo anche identificato chi lo ha colpito al naso, ma non diciamo il nome». Adesso, prosegue, «abbiamo chiesto al Presidente di fare quanto prima chiarezza», per capire, anche grazie alle riprese dei lavori d'aula, chi siano stati i responsabili. Della questione dovrà occuparsi l’Ufficio di presidenza, che in ogni caso non potrà riunirsi subito per l'assenza del Presidente Fini impegnato a Ravenna. «È successa una cosa inaudita - ribadisce Donadi - perché da parte di Barbato ci sono state delle critiche politiche, anche aspre, alle quali bisognava rispondere con altre critiche, non con la violenza. Invece c'è stata un'aggressione di massa squadrista».
Alessandra Mussolini minacciata dai colleghi di partito
Una tradizione squadrista, di cui ne fa le spese – pur senza conseguenze fisiche – anche un’esponente Pdl dal cognome particolarmente familiare ai “picchiatori” di palazzo Montecitorio.
Minacce e insulti vengono rivolti, infatti, ad Alessandra Mussolini. È lei stessa a raccontare che, dopo il rinvio in commissione del provvedimento del ministro della Gioventù, «i deputati del Pdl, Marsilio e Rampelli, due che fanno capo a Meloni, mi sono venuti incontro in aula e mi hanno detto di 'stare attenta'. Mi hanno insultato e minacciata. Hanno detto che la colpa del rinvio è mia e di Barbato che poveraccio è finito in ospedale solo perché ha detto la verità». Una verità, continua ancora la Mussolini, «che io stessa ho sostenuto sia in aula sia in commissione, perché mancano i fondi per i minori, mentre si danno finanziamenti ai finti-giovani di 30 anni. Così si buttano via milioni, quando ne basterebbero molto meno». Mussolini si chiede perché Marsilio e Rampelli abbiano avuto quella reazioni contro di lei. «Forse - riflette - perché hanno la coda di paglia? Se così non fosse non avrebbero reagito a quel modo. La realtà è che regaliamo milioni di euro alla Meloni che guida un ministero senza portafoglio e non si sa per quale motivo». La deputata Pdl spiega infine di «aver raccontato tutto a Gianfranco Fini» e di aspettarsi che «si prendano delle misure anche nei confronti di chi l'ha minacciata».
Cicchitto chiede scusa, ma il collega di partito Pepe: “Neanche a Matteotti fu impedito di parlare”
«Chiedo scusa in aula per il gesto sbagliato di alcuni colleghi che hanno reagito ad una certa situazione: lo faccio perchè nella mia storia respingo la violenza e perchè alle provocazioni che Barbato fa ogni giorno si risponde con intelligenza politica e senza cadervi»: lo ha detto nell'aula della Camera il capo gruppo PdL Fabrizio Cicchitto in seguito alla aggressione in aula. Quanto a Barbato, ha aggiunto, «ritengo indegno il suo modo di fare politica».
Ma dal centrodestra alza la voce il deputato Pdl, Mario Pepe, il quale commenta: «Se al posto di Barbato fosse stato aggredito uno dei tanti parlamentari che assumono anticoagulanti, lo so perchè sono medico, le conseguenze di quello che è accaduto oggi potevano essere anche gravi. Nella Camera dei fasci e delle corporazioni l'onorevole Matteotti – ha ricordato Pepe- poté finire il suo intervento perchè i deputati in divisa nera non lo aggredirono». «Non vorrei - conclude l'esponente PdL - che il degrado di questo Parlamento sia arrivato ad un punto tale che non è più garantita la libertà dei parlamentari»
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