02 luglio 2010
PENSIONI Accelera l'adeguamento delle aspettative di vita sparisce l'innalzamento dei 40 anni di contributi
ROMA - Colpo d'acceleratore sull'agganciamento dei requisiti di pensionamento all'aumento dell'aspettativa di vita. Una nuova versione dell'emendamento del relatore alla manovra prevede infatti che la riforma (secondo cui l'aggiornamento dei requisiti alla speranza di vita deve esserci ogni tre anni) parta il primo gennaio del 2015. La novità della proposta di modifica è che il secondo adeguamento scatterà già dal primo gennaio 2016, e non 3 anni dopo, come previsto originariamente.
Sempre sul fronte pensionistico, come annunciato ieri dal ministro del Welfare Maurizio Sacconi, arriva una nuova versione dell'emendamento alla manovra in cui non c'è nessun riferimento all'innalzamento dei 40 anni di contributi come sufficienti per andare in pensione. Era stato il titolare del Lavoro a parlare di "refuso da correggere" 1, dopo che la novità introdotta nel testo del relatore Antonio Azzolini aveva scatenato critiche feroci da parte di sindacati e opposizioni. Quindi, chi matura 40 anni contributivi può andare in pensione indipendentemente dall'età anagrafica e senza ulteriori attese.
"Non c'è problema, è tutto risolto - ha detto questa mattina Sacconi a margine dell'assemblea di Coldiretti - parliamo solo della norma relativa ai 40 anni di contributi, solo di questo segmento piccolo, purtroppo. È già risolto. E' stato risolto e il testo è stato pulito". A chi gli chiedeva come fosse stato possibile un refuso di questo tipo, il ministro ha ripetuto: "Mi spiace, è tutto risolto. Basta, la negatività è stata risolta. Risolto, risolto, non c'è più".
Per Piero Fassina, responsabile Economia e lavoro del Pd, "non c'è stato nessun refuso. L'emendamento, infatti, è stato scritto direttamente dal ministero dell'Economia. La retromarcia di Sacconi è dovuta, quindi, alle contraddizioni del governo, alla superficialità e all'approssimazione con cui intervengono sui diritti dei lavoratori". Ancora più duro l'ex ministro Cesare Damiano: "L'armata brancher-leone ha colpito ancora: un altro scivolone del governo, questa volta sulle pensioni di anzianità. Deve intervenire il ministro Maurizio Sacconi che declassa un grave incidente a semplice refuso. L'importante è che il governo faccia marcia indietro sul tentativo di allungare la permanenza al lavoro per coloro che hanno maturato i 40 anni di contributi. Nessuna delle riforme precedenti, Maroni e Damiano, aveva toccato questo diritto pensionistico. Il Partito democratico si batterà anche per impedire che questi lavoratori siano coinvolti nelle nuove finestre mobili".
"Mai una volta che si sbaglino a vantaggio dei cittadini - commenta il capogruppo dell'Idv in commissione Finanze al Senato, Elio Lannutti - il governo ogni tanto prova a far passare qualche porcheria nelle more di un emendamento, poi vede la reazione sdegnata e fa finta che sia stato un errore". Sacconi, fa notare il senatore, "poco prima aveva detto che quella controriforma non avrebbe interessato una grande platea di cittadini, poi ha fatto marcia indietro parlando di refuso".
da Repubblica.it
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