CASTELLI-LITORALE: PIU' DI 50.000 HANNO VOTATO NELLE FABBRICHE E NELLE SEDI CGIL. IL 98,3% HA DETTO NO ALL'ACCORDO SEPARATO DEL 22 GENNAIO.
LA SEGRETERIA: "RISULTATO IMPORTANTE, SABATO TUTTI A ROMA"
La consultazione dei lavoratori, dei pensionati e dei precari nel Comprensorio Pomezia Castelli Colleferro Subiaco svolta dalla CGIL, ha dato risultati inaspettati e importanti circa l'orientamento contro l'accordo separato del 22 gennaio.
L'esito positivo è stato reso possibile grazie alle tantissime assemblee svolte nelle fabbriche, negli uffici, nel commercio, nei cantieri edili, negli ospedali.
Insomma: in tutti i posti di lavoro.
Dati alla mano, hanno votato 51.548 persone, di cui 12.287 pensionate/i, con una percentuale di contrari pari al 98,32%.
La Segreteria della Cgil Cdlt di Pomezia, nel ringraziare tutte le compagne ed i compagni che si sono impegnati in queste settimane, mette anche in risalto il ruolo positivo svolto dai "Comitati 4 Aprile" che hanno contribuito, con assemblee cittadine, con migliaia di contatti e con la capillare diffusione del nostro materiale informativo, a raggiungere questo risultato estremamente positivo.
Ora siamo tutti impegnati nella organizzazione della manifestazione del 4 Aprile al Circo Massimo a Roma, per dire che non accettiamo la decurtazione dei salari e delle pensioni e tanto meno la diminuzione della libertà e dei diritti faticosamente conquistati con anni di lotte dal movimento sindacale.
Invitiamo tutti a partecipare alla nostra manifestazione anche per cambiare la politica economica e sociale di questo governo.
Pomezia, 31 marzo 2009
Ufficio Stampa Cgil Pomezia-Castelli
Francesca Marrucci
333 38767830
31 marzo 2009
29 marzo 2009
OSSERVAZIONI RIGUARDANTI IL BANDO RELATIVO
ALL'APPALTO DI SERVIZI DI IGIENE URBANA
Comunicato stampa congiunto dei Comitati di Quartiere della Nuova Florida e della Nuova California
Nel leggere il bando di gara relativo ai servizi di Igiene Urbana sono state notate alcune imprecisioni (per non parlare di errori vari!) e cioé:
- Non sono citati nella suddivisione del territorio comunale in zone sia il Quartiere "Nuova California" che "Lido dei Pini".
- Nel servizio di spazzatura e pulizia strade ed aree pubbliche non sono citate né il Quartiere Nuova California, né i Colli Marini né Lido dei Pini. Per quanto riguarda il lungomare di Tor San Lorenzo ci sembra assurdo che il servizio di spazzatura sia stato determinato in una volta alla settimana, specialmente durante il periodo estivo. Sono invece citati per due volte sia "Montagnano" che "Villaggio Ardeatino".
- A fronte di un servizio attualmente considerato insoddisfacente, aggiudicato nel 1999 per 6.000.000.000 di vecchie lire (pari ad Euro 3.098.741) sulla base di una popolazione di 20.000 abitanti, non comprendiamo i criteri utilizzati ora per fissare la base d'asta in Euro 3.200.000 per il nuovo appalto, destinato a servire più del doppio di abitanti, cioè 43.000.
- Non è chiaro se il servizio di spazzatura e pulizia strade ed aree pubbliche debba coprire tutte le strade, ivi comprese quelle non asfaltate.
A fronte di quanto sopra specificato, gli scriventi CdQ Nuova Florida e CdQ Nuova California, chiedono che il bando venga modificato aggiungendo le zone sopra citate e "stranamente dimenticate" comprensive di un adeguato servizio di spazzatura delle strade.
Alla luce di tutto ciò gli scriventi CdQ esprimono molte perplessità sul bando in oggetto e si auspicano che tra qualche anno non vi sia un nuovo "contenzioso" che andrebbe a ricadere come al solito sui cittadini/utenti/paganti non avendo nel contempo alcun beneficio.
CdQ Nuova Florida, il Presidente: Rita Serino
CdQ Nuova California, il Presidente: Piero D'Angeli
27 marzo 2009
GRANDE SUCCESSO DEL NEONATO CdQ COLLE ROMITO
Il giorno 31 gennaio 2009 si è costituito, presso la sede sita in viale Perseo al civico 51 di Colle Romito, il Comitato di Quartiere denominato "Comitato di quartiere di Colle Romito", quale centro permanente apartitico, democratico e senza scopo di lucro, la cui attività è espressione di partecipazione, solidarietà e pluralismo.
Il gruppo promotore, formato dai Sigg. Cecchetti Rossano, Fasoli Antonio, Frattini Sergio, Greco Salvatore Sergio, Porretti Carlo, Riccobono Giovannella e Ziroli Mauro, all'unanimità ha votato come Presidente pro-tempore del Comitato il Sig. Mauro Ziroli, come Vice-Presidente pro-tempore il Sig. Rossano Cecchetti, come Segretario e tesoriere pro-tempore la Sig.ra Giovannella Riccobono.
Alla data del 25 marzo c.a. gli iscritti, in continua crescita, risultano essere circa 300. Prossimamente sarà indetta l'Assemblea Generale per procedere alla nomina delle cariche sociali, il che consentirà al nuovo direttivo di iniziare ad affrontare le problematiche del territorio secondo gli scopi prefissati dallo Statuto, e che avrà come interlocutore diretto il Sindaco di Ardea.
IL PRESIDENTE
Mauro Ziroli
Il gruppo promotore, formato dai Sigg. Cecchetti Rossano, Fasoli Antonio, Frattini Sergio, Greco Salvatore Sergio, Porretti Carlo, Riccobono Giovannella e Ziroli Mauro, all'unanimità ha votato come Presidente pro-tempore del Comitato il Sig. Mauro Ziroli, come Vice-Presidente pro-tempore il Sig. Rossano Cecchetti, come Segretario e tesoriere pro-tempore la Sig.ra Giovannella Riccobono.
Alla data del 25 marzo c.a. gli iscritti, in continua crescita, risultano essere circa 300. Prossimamente sarà indetta l'Assemblea Generale per procedere alla nomina delle cariche sociali, il che consentirà al nuovo direttivo di iniziare ad affrontare le problematiche del territorio secondo gli scopi prefissati dallo Statuto, e che avrà come interlocutore diretto il Sindaco di Ardea.
IL PRESIDENTE
Mauro Ziroli
25 marzo 2009
TUTTI I NODI VENGONO AL PETTINE
La stampa del 25 marzo riporta la notizia di una risposta dell'Assessore all'ambiente del Comune di Ardea che giustifica il ritardo delle riparazioni stradali con la sospensione della fornitura del bitume necessario, da parte della società produttrice a seguito del mancato pagamento di alcune fatture.
Dall'articolo apparso vengono tratte conclusioni negative sulle prospettive future per le ristrettezze economiche in cui versa il bilancio comunale a causa del rispetto del patto di stabilità interno.
A questo riguardo mi sembra opportuno intervenire per precisare ai cittadini che le responsabilità di tali ristrettezze economiche non possono essere attribuite al mancato rispetto del patto di stabilità, ma soltanto alla inefficienza amministrativa dei governi di centrodestra dell'ultimo quindicennio. I cittadini debbono sapere che il patto di stabilità non è altro che uno strumento contabile che determina la capacità di spesa di ciascun ente commisurandola al rispetto delle spese effettuate in un determinato periodo di tempo e rivalutate con un incremento che la legge finanziaria fissa anno per anno. In altre parole il comune si deve comportare come un buon padre di famiglia che avendo un reddito che nel 2009 sarà lo stesso del 2008 determinerà gli impegni che dovrà sostenere nel 2009 raffrontandoli con le spese consolidate nel 2008, ivi inclusi gli eventuali debiti effettivi o presunti che dovessero emergere.
Il problema vero è che questi amministratori hanno utilizzato con incapacità lo strumento del bilancio omettendo di iscrivere nelle spese talune grosse partite che, sia pure contestate in sede giudiziaria, le norme contabili ne prevedono la esposizione in un fondo per debiti veri o presunti. Se si pensa che addirittura con la delibera consiliare dello scorso settembre sulla salvaguardia degli equilibri di bilancio per il 2008 viene data copertura solo ad una parte dei debiti fuori bilancio emersi (euro 6.807.762,96 pari a circa 13 miliardi di vecchie lire) e rinviato al preventivo del 2009 e al pluriennale 2009/2011 la copertura dei restanti debiti fuori bilancio per un importo di euro 6.171.197,91 (12 miliardi di vecchie lire) è come affermare che negli anni scorsi il bilancio non rispondeva ai requisiti di equilibrio finanziario voluto annualmente dalla legge e pertanto l'amministrazione avrebbe dovuta essere sciolta dal Prefetto.
Non essendo intervenuto lo scioglimento prefettizio e dinanzi ad una nuova stagione di prevedibile dissesto finanziario Eufemi e la sua maggioranza abbiano uno scatto di dignità si dimettano riconoscendo con ciò tutta la loro fallimentare gestione, perché se rimarranno al governo della città, continueranno a produrre delibere, che non rispettando leggi e regolamenti, non potranno che produrre gravi danni per il territorio, la gente e le finanze pubbliche.
Franco Lo Reto - Portavoce del Partito socialista
Dall'articolo apparso vengono tratte conclusioni negative sulle prospettive future per le ristrettezze economiche in cui versa il bilancio comunale a causa del rispetto del patto di stabilità interno.
A questo riguardo mi sembra opportuno intervenire per precisare ai cittadini che le responsabilità di tali ristrettezze economiche non possono essere attribuite al mancato rispetto del patto di stabilità, ma soltanto alla inefficienza amministrativa dei governi di centrodestra dell'ultimo quindicennio. I cittadini debbono sapere che il patto di stabilità non è altro che uno strumento contabile che determina la capacità di spesa di ciascun ente commisurandola al rispetto delle spese effettuate in un determinato periodo di tempo e rivalutate con un incremento che la legge finanziaria fissa anno per anno. In altre parole il comune si deve comportare come un buon padre di famiglia che avendo un reddito che nel 2009 sarà lo stesso del 2008 determinerà gli impegni che dovrà sostenere nel 2009 raffrontandoli con le spese consolidate nel 2008, ivi inclusi gli eventuali debiti effettivi o presunti che dovessero emergere.
Il problema vero è che questi amministratori hanno utilizzato con incapacità lo strumento del bilancio omettendo di iscrivere nelle spese talune grosse partite che, sia pure contestate in sede giudiziaria, le norme contabili ne prevedono la esposizione in un fondo per debiti veri o presunti. Se si pensa che addirittura con la delibera consiliare dello scorso settembre sulla salvaguardia degli equilibri di bilancio per il 2008 viene data copertura solo ad una parte dei debiti fuori bilancio emersi (euro 6.807.762,96 pari a circa 13 miliardi di vecchie lire) e rinviato al preventivo del 2009 e al pluriennale 2009/2011 la copertura dei restanti debiti fuori bilancio per un importo di euro 6.171.197,91 (12 miliardi di vecchie lire) è come affermare che negli anni scorsi il bilancio non rispondeva ai requisiti di equilibrio finanziario voluto annualmente dalla legge e pertanto l'amministrazione avrebbe dovuta essere sciolta dal Prefetto.
Non essendo intervenuto lo scioglimento prefettizio e dinanzi ad una nuova stagione di prevedibile dissesto finanziario Eufemi e la sua maggioranza abbiano uno scatto di dignità si dimettano riconoscendo con ciò tutta la loro fallimentare gestione, perché se rimarranno al governo della città, continueranno a produrre delibere, che non rispettando leggi e regolamenti, non potranno che produrre gravi danni per il territorio, la gente e le finanze pubbliche.
Franco Lo Reto - Portavoce del Partito socialista
MENSE AD ARDEA: IL DELIRIO
PRC -Ardea
Comunicato Stampa
Mense ad Ardea: il delirio.
Agli occhi dei nostri impegnati amministratori, può apparire cosa di poco conto cambiare il servizio mensa con scadenza trimestrale, come le pagelle, ma crediamo che gli utenti, in questo caso le famiglie, dovrebbero quantomeno essere partecipi e consapevoli, non so la scuola potrebbe farsi veicolo informativo.
Non può essere considerata curiosità il diritto di sapere chi si adopera per mettere a tavola più di 2000 alunni in tutto il territorio, soprattutto a chi, questi poveri cittadini, devono pagare un conto corrente...
Il problema, da puramente civile, diventa un problema politico, quando scopriamo che le casse comunali non vedono arrivare entrate dalle famiglie per il servizio mensa. Questo alternarsi di ditte, che ribadiamo continuiamo a non capire, genera ulteriori disagi.
Le famiglie hanno pagato all'inizio dell'anno scolastico la quota d'accesso e poi nulla si è più saputo. In alcuni casi si è debitori perfino dell'ultimo trimestre dello scorso anno, in quanto il comune non ha mai informato le famiglie come, a chi e quanto pagare.
Immaginiamo non si tratti di servizio gratuito, giustamente, allora ci chiediamo, ma che ci aspetta?
Il sospetto, per altro più che fondato è che prima o poi le famiglie si vedranno arrivare a casa tutto un conto, e quindi le conseguenze ve le lasciamo immaginare...
Arginiamo le insorgenze cittadine, o ricorsi alla corte dei conti che ricadrebbero poi sui residenti, quindi prima di studiare l'aumento delle tasse comunali, qualche illuminato che siede negli uffici amministrativi, riprenda il filo...
Barbara Tamanti - segr.P.R.C. Circolo Ardea
Comunicato Stampa
Mense ad Ardea: il delirio.
Agli occhi dei nostri impegnati amministratori, può apparire cosa di poco conto cambiare il servizio mensa con scadenza trimestrale, come le pagelle, ma crediamo che gli utenti, in questo caso le famiglie, dovrebbero quantomeno essere partecipi e consapevoli, non so la scuola potrebbe farsi veicolo informativo.
Non può essere considerata curiosità il diritto di sapere chi si adopera per mettere a tavola più di 2000 alunni in tutto il territorio, soprattutto a chi, questi poveri cittadini, devono pagare un conto corrente...
Il problema, da puramente civile, diventa un problema politico, quando scopriamo che le casse comunali non vedono arrivare entrate dalle famiglie per il servizio mensa. Questo alternarsi di ditte, che ribadiamo continuiamo a non capire, genera ulteriori disagi.
Le famiglie hanno pagato all'inizio dell'anno scolastico la quota d'accesso e poi nulla si è più saputo. In alcuni casi si è debitori perfino dell'ultimo trimestre dello scorso anno, in quanto il comune non ha mai informato le famiglie come, a chi e quanto pagare.
Immaginiamo non si tratti di servizio gratuito, giustamente, allora ci chiediamo, ma che ci aspetta?
Il sospetto, per altro più che fondato è che prima o poi le famiglie si vedranno arrivare a casa tutto un conto, e quindi le conseguenze ve le lasciamo immaginare...
Arginiamo le insorgenze cittadine, o ricorsi alla corte dei conti che ricadrebbero poi sui residenti, quindi prima di studiare l'aumento delle tasse comunali, qualche illuminato che siede negli uffici amministrativi, riprenda il filo...
Barbara Tamanti - segr.P.R.C. Circolo Ardea
QUELLI CHE IL LUNEDÌ...
Come preannunciato la scorsa settimana, lunedì 23 marzo nella mattinata, le componenti politiche della Sinistra Unita di Ardea, PRC e Laboratorio Cittadino (SD, PS, Verdi), hanno dato vita al primo volantinaggio della loro iniziativa "Quelli che il Lunedì...".
Sono state esposte le bandiere dei rispettivi partiti ed è iniziata la distribuzione di volantini di fronte al Comune; al termine dell'iniziativa alcuni rappresentanti si sono recati negli uffici comunali ed hanno protocollato il volantino-richiesta e consegnata una copia anche alla segretaria del sindaco.
Il tema usi civici ha destato interesse nei cittadini che sono stati avvicinati e che hanno apprezzato l'iniziativa anche perché sarà reiterata nel tempo ed affronterà vari temi di politica territoriale.
In attesa di sapere che fine hanno fatto i soldi per l'affrancazione degli usi civici, versati dai residenti, ricordiamo che il prossimo incontro si terrà lunedì 6 aprile e affronterà il tema "sicurezza e illuminazione pubblica".
Uno spunto di cronaca:
Purtroppo a fine manifestazione si è verificato un episodio increscioso: si sono presentati 2 agenti di polizia municipale che hanno chiesto i documenti per identificare un rappresentante di ogni partito presente.
Si precisa che, come sempre fatto, anche questa volta il giorno 18 marzo è stata indirizzata e protocollata, a Comandante di Polizia Municipale e Comandante stazione dei Carabinieri, la notifica di questa iniziativa.
Con la correttezza ed il rispetto delle regole che contraddistingue le nostre componenti politiche sono stati consegnati, senza polemiche, i documenti.
E’ stato però chiesto quale fosse la motivazione di tale intervento, la risposta: non avete provveduto al "pagamento dell’imposta sul volantinaggio...".
Alla richiesta di conoscere gli estremi del regolamento che era stato violato, è stato risposto che non si trattava di contestazione formale e che per ulteriori informazioni di rivolgersi al comando dei vigili e all’ufficio tributi.
Non commentiamo... Vi terremo informati delle prossime evoluzioni.
PRC, SD, PS, VERDI
Sono state esposte le bandiere dei rispettivi partiti ed è iniziata la distribuzione di volantini di fronte al Comune; al termine dell'iniziativa alcuni rappresentanti si sono recati negli uffici comunali ed hanno protocollato il volantino-richiesta e consegnata una copia anche alla segretaria del sindaco.
Il tema usi civici ha destato interesse nei cittadini che sono stati avvicinati e che hanno apprezzato l'iniziativa anche perché sarà reiterata nel tempo ed affronterà vari temi di politica territoriale.
In attesa di sapere che fine hanno fatto i soldi per l'affrancazione degli usi civici, versati dai residenti, ricordiamo che il prossimo incontro si terrà lunedì 6 aprile e affronterà il tema "sicurezza e illuminazione pubblica".
Uno spunto di cronaca:
Purtroppo a fine manifestazione si è verificato un episodio increscioso: si sono presentati 2 agenti di polizia municipale che hanno chiesto i documenti per identificare un rappresentante di ogni partito presente.
Si precisa che, come sempre fatto, anche questa volta il giorno 18 marzo è stata indirizzata e protocollata, a Comandante di Polizia Municipale e Comandante stazione dei Carabinieri, la notifica di questa iniziativa.
Con la correttezza ed il rispetto delle regole che contraddistingue le nostre componenti politiche sono stati consegnati, senza polemiche, i documenti.
E’ stato però chiesto quale fosse la motivazione di tale intervento, la risposta: non avete provveduto al "pagamento dell’imposta sul volantinaggio...".
Alla richiesta di conoscere gli estremi del regolamento che era stato violato, è stato risposto che non si trattava di contestazione formale e che per ulteriori informazioni di rivolgersi al comando dei vigili e all’ufficio tributi.
Non commentiamo... Vi terremo informati delle prossime evoluzioni.
PRC, SD, PS, VERDI
24 marzo 2009
SIT-IN E PRIMA LEZIONE DI ITALIANO ALLE DONNE STRANIERE
Dopo il sit-in in via Garibaldi di lunedì con la partecipazione di tutte le forze della Sinistra Unita di Ardea, si è tenuta martedì la prima lezione di italiano alle donne straniere residenti ad Ardea. Le donne del PRC, dopo un mese di lavoro e di contatti per meglio offrire questo prezioso servizio, hanno visto oggi, la conferma sulla necessità di tale iniziativa.
Nella mattinata alcune donne straniere, arrivate col passaparola, quindi non le prime contattate, hanno chiesto di poter aderire al progetto, che ovviamente è aperto a tutte ed in forma gratuita.
L'entusiasmo delle partecipanti e la soddisfazione delle organizzatrici è per noi in assoluto il compenso più grande. Soprattutto la consapevolezza delle difficoltà legate alla conoscenza di una lingua, è stata la base per ideare questo corso, ed ancora una volta il PRC si fa strumento per la solidarietà e la socialità in quanto questa esperienza rappresenta un arricchimento ed uno scambio importante per tutti noi.
Ringraziamo e salutiamo la nostra "maestra", per la sua professionalità e disponibilità.
Appuntamento a martedì prossimo.
Nella mattinata alcune donne straniere, arrivate col passaparola, quindi non le prime contattate, hanno chiesto di poter aderire al progetto, che ovviamente è aperto a tutte ed in forma gratuita.
L'entusiasmo delle partecipanti e la soddisfazione delle organizzatrici è per noi in assoluto il compenso più grande. Soprattutto la consapevolezza delle difficoltà legate alla conoscenza di una lingua, è stata la base per ideare questo corso, ed ancora una volta il PRC si fa strumento per la solidarietà e la socialità in quanto questa esperienza rappresenta un arricchimento ed uno scambio importante per tutti noi.
Ringraziamo e salutiamo la nostra "maestra", per la sua professionalità e disponibilità.
Appuntamento a martedì prossimo.
REDDITO MINIMO GARANTITO
ASS. TIBALDI: ENTRO 12 APRILE LEGGE IN VIGORE
Roma 24 Marzo - "L'iter della legge regionale sul reddito minimo garantito per disoccupati, inoccupati e precari procede spedito. Il provvedimento verrà pubblicato sul bollettino ufficiale della regione il 28 marzo; entro il 12 aprile la legge entrerà in vigore e necessiterà solo del regolamento attuativo per essere pienamente operativa. Il regolamento, su cui stiamo già lavorando, verrà approvato dalla Giunta in tempi brevi". E' quanto dichiara l'assessora al Lavoro della regione Lazio Alessandra Tibaldi intervenendo nuovamente sul provvedimento legislativo approvato lo scorso 4 marzo dal Consiglio Regionale.
"Da parte nostra - continua Tibaldi - c'è una continua attenzione per far sì che questa importante sperimentazione di un nuovo diritto di cittadinanza possa partire nel migliore dei modi. Anche oggi il presidente Marrazzo ha ribadito l'impegno per lo stanziamento di ulteriori risorse finanziarie a vantaggio dei beneficiari, in aggiunta ai 20 milioni annui già disponibili.
Ampliando la platea degli aventi diritto, e portandola entro la fine del 2009 a 11.000 unità, si avranno dati più significativi su cui ragionare, per trasformare nel tempo il provvedimento da sperimentale e strutturale".
"In prospettiva - conclude Tibaldi - il reddito minimo garantito apre scenari inediti nella predisposizione di un nuovo modello di welfare, che liberi le lavoratrici ed i lavoratori dal ricatto della precarietà offrendo loro più garanzie, diritti e tutele".
"Da parte nostra - continua Tibaldi - c'è una continua attenzione per far sì che questa importante sperimentazione di un nuovo diritto di cittadinanza possa partire nel migliore dei modi. Anche oggi il presidente Marrazzo ha ribadito l'impegno per lo stanziamento di ulteriori risorse finanziarie a vantaggio dei beneficiari, in aggiunta ai 20 milioni annui già disponibili.
Ampliando la platea degli aventi diritto, e portandola entro la fine del 2009 a 11.000 unità, si avranno dati più significativi su cui ragionare, per trasformare nel tempo il provvedimento da sperimentale e strutturale".
"In prospettiva - conclude Tibaldi - il reddito minimo garantito apre scenari inediti nella predisposizione di un nuovo modello di welfare, che liberi le lavoratrici ed i lavoratori dal ricatto della precarietà offrendo loro più garanzie, diritti e tutele".
BILANCIO ARDEA 2009
COMUNICATO STAMPA
Ardea 20 marzo 2009 - La Giunta Eufemi ha deliberato il bilancio di previsione per il 2009 aumentando la fiscalità comunale. Infatti oltre all'aumento della TARSU il nostro Sindaco ha pensato bene di colpire, come dice il suo mentore Berlusconi, le tasche di tutti i cittadini per fronteggiare le conseguenze della colpevole incompetenza di un centrodestra che in 15 anni di governo ha dissipato avanzi finanziari consolidati per diverse decine di miliardi di vecchie lire, per sperperi vari e per i numerosi contenziosi giudiziari in cui il comune è stato soccombente.
Infatti oltre ai già noti aumenti della tassa sui rifiuti, l'amministrazione ardeatina colpisce anche l'ICI elevando dal 6 al 6,3 per mille l'aliquota delle seconde case e degli altri immobili diversi dalle abitazioni, ed eliminando l'aliquota agevolata del 5,5 per mille per i locali ad uso commerciale di estensione massima di 200 mq. direttamente utilizzati dal proprietario.
I socialisti, mentre rilevano che il Sindaco e la sua Giunta non abbiano compreso le difficoltà economiche in cui i cittadini si trovano a causa della sfavorevole congiuntura internazionale, invitano il primo cittadino a rivedere quanto affrettatamente deliberato sia nelle entrate, per l'aumento ingiustificato della pressione fiscale e sia nelle le spese dove a fronte di tagli indiscriminati effettuati persistono numerosi e notevoli sprechi (vedi ad esempio il ricorso alle numerose consulenze, ad una organizzazione amministrativa obsoleta, alle spese legali più o meno giustificate, ecc), anche alla luce delle nuove norme sul patto di stabilità degli enti locali che il parlamento sta approvando grazie alla proposta presentata dal centro sinistra sul nuovo metodo di calcolo.
Franco Lo Reto Portavoce del Partito Socialista
Ardea 20 marzo 2009 - La Giunta Eufemi ha deliberato il bilancio di previsione per il 2009 aumentando la fiscalità comunale. Infatti oltre all'aumento della TARSU il nostro Sindaco ha pensato bene di colpire, come dice il suo mentore Berlusconi, le tasche di tutti i cittadini per fronteggiare le conseguenze della colpevole incompetenza di un centrodestra che in 15 anni di governo ha dissipato avanzi finanziari consolidati per diverse decine di miliardi di vecchie lire, per sperperi vari e per i numerosi contenziosi giudiziari in cui il comune è stato soccombente.
Infatti oltre ai già noti aumenti della tassa sui rifiuti, l'amministrazione ardeatina colpisce anche l'ICI elevando dal 6 al 6,3 per mille l'aliquota delle seconde case e degli altri immobili diversi dalle abitazioni, ed eliminando l'aliquota agevolata del 5,5 per mille per i locali ad uso commerciale di estensione massima di 200 mq. direttamente utilizzati dal proprietario.
I socialisti, mentre rilevano che il Sindaco e la sua Giunta non abbiano compreso le difficoltà economiche in cui i cittadini si trovano a causa della sfavorevole congiuntura internazionale, invitano il primo cittadino a rivedere quanto affrettatamente deliberato sia nelle entrate, per l'aumento ingiustificato della pressione fiscale e sia nelle le spese dove a fronte di tagli indiscriminati effettuati persistono numerosi e notevoli sprechi (vedi ad esempio il ricorso alle numerose consulenze, ad una organizzazione amministrativa obsoleta, alle spese legali più o meno giustificate, ecc), anche alla luce delle nuove norme sul patto di stabilità degli enti locali che il parlamento sta approvando grazie alla proposta presentata dal centro sinistra sul nuovo metodo di calcolo.
Franco Lo Reto Portavoce del Partito Socialista
NO TURBOGAS: MANIFESTAZIONE 29 MARZO 2009
La collettività no-turbogas è pronta a tornare in piazza per manifestare il proprio determinato dissenso contro il cantiere della centrale termoelettrica di Campo di Carne. La risposta ai lavori di Sorgenia spa sui quali già sono stati sollevati dubbi e forti perplessità in merito alla loro legittimità, la risposta ad un'iniziativa che appare rinunciataria come quella del governatore Piero Marrazzo che solo a distanza di cinque mesi dalla chiusura dei tavoli tecnici ha promosso gli atti consequenziali adottati in quella sede, la risposta a talune "voci" che sostengono quanto sia minoritario nell'area pontina il fronte del "no", sarà una giornata di festa e informazione.
L'appuntamento è fissato per domenica 29 Marzo ad Aprilia.
La giornata di festa avrà luogo in piazza e nelle aree verdi della città, da mattina a sera e con diversi appuntamenti in programma. Lo slogan della manifestazione sarà il no alla turbogas "con ogni mezzo (pacifico)". Invitiamo per questo a scendere in piazza ed unirsi al corteo con biciclette, pattini o qualsiasi altro mezzo non motorizzato che la fantasia possa suggerire.
Sarà una bella occasione per grandi e piccoli, intere famiglie per salire in sella alla bici, trascorrere una domenica di primavera in maniera sana ed originale.
Il corteo-biciclettata della mattina prenderà il via da piazza Roma e attraverserà le vie della città per raggiungere i parchi della Pinetina di via degli Oleandri, il Parco In Movimento dell'ex Manaresi in via Galilei per terminare al parco Dei Mille. Ad ogni tappa sono previste animazione per bambini, "rifornimento" e stand informativi sui pericoli della centrale e sulle alternative per uno sviluppo energetico ecosostenibile.
Il raduno del corteo è previsto in piazza Roma nei pressi del gazebo permanente no-turbogas a partire dalle 9.30.
Alle 13.30, a conclusione della passeggiata festosa in giro per la città, al parco Dei Mille avrà luogo il pranzo a sottoscrizione a cura dei volontari no-turbogas e giochi per bambini.
Dalle 15 fino a sera, la festa continua in piazza Roma con giochi di strada, musiche popolari, animazione, convegni sul tema, l'esposizione delle piccole opere d'arte degli studenti delle scuole elementari di Aprilia, e dalle 18.30 sul palco antistante l'edificio comunale si alterneranno band emergenti locali (Saltalaterra, Disarmonia, BombElvis & Hound Dogs e altri...). A sera, panini e birra per tutti.
La manifestazione di Aprilia è idealmente e parallelamente collegata ad altri due appuntamenti concomitanti. Sabato 28 marzo, infatti, una delegazione noturbogas di Aprilia parteciperà alla manifestazione indetta a Bologna per manifestare contro la realizzazione di un progetto analogo in quella provincia, mentre domenica 29, in zona Garbatella a Roma, presso csoa "La Strada", dalle 19.30 avrà luogo un incontro dibattito cui prenderanno parte le delegazioni dei comitati No Tav e No dal Molin, che si concluderà con una cena di autofinanziamento.
LA RETE CITTADINI CONTRO LA TURBOGAS DI APRILIA
L'appuntamento è fissato per domenica 29 Marzo ad Aprilia.
La giornata di festa avrà luogo in piazza e nelle aree verdi della città, da mattina a sera e con diversi appuntamenti in programma. Lo slogan della manifestazione sarà il no alla turbogas "con ogni mezzo (pacifico)". Invitiamo per questo a scendere in piazza ed unirsi al corteo con biciclette, pattini o qualsiasi altro mezzo non motorizzato che la fantasia possa suggerire.
Sarà una bella occasione per grandi e piccoli, intere famiglie per salire in sella alla bici, trascorrere una domenica di primavera in maniera sana ed originale.
Il corteo-biciclettata della mattina prenderà il via da piazza Roma e attraverserà le vie della città per raggiungere i parchi della Pinetina di via degli Oleandri, il Parco In Movimento dell'ex Manaresi in via Galilei per terminare al parco Dei Mille. Ad ogni tappa sono previste animazione per bambini, "rifornimento" e stand informativi sui pericoli della centrale e sulle alternative per uno sviluppo energetico ecosostenibile.
Il raduno del corteo è previsto in piazza Roma nei pressi del gazebo permanente no-turbogas a partire dalle 9.30.
Alle 13.30, a conclusione della passeggiata festosa in giro per la città, al parco Dei Mille avrà luogo il pranzo a sottoscrizione a cura dei volontari no-turbogas e giochi per bambini.
Dalle 15 fino a sera, la festa continua in piazza Roma con giochi di strada, musiche popolari, animazione, convegni sul tema, l'esposizione delle piccole opere d'arte degli studenti delle scuole elementari di Aprilia, e dalle 18.30 sul palco antistante l'edificio comunale si alterneranno band emergenti locali (Saltalaterra, Disarmonia, BombElvis & Hound Dogs e altri...). A sera, panini e birra per tutti.
La manifestazione di Aprilia è idealmente e parallelamente collegata ad altri due appuntamenti concomitanti. Sabato 28 marzo, infatti, una delegazione noturbogas di Aprilia parteciperà alla manifestazione indetta a Bologna per manifestare contro la realizzazione di un progetto analogo in quella provincia, mentre domenica 29, in zona Garbatella a Roma, presso csoa "La Strada", dalle 19.30 avrà luogo un incontro dibattito cui prenderanno parte le delegazioni dei comitati No Tav e No dal Molin, che si concluderà con una cena di autofinanziamento.
LA RETE CITTADINI CONTRO LA TURBOGAS DI APRILIA
LA STANGATA
PRC -IDV Ardea
Nonostante la crisi economica ed il richiamo all'etica amministrativa, la caduta dell'occupazione che sta spingendo nella povertà ampie fasce di popolazione, Eufemi approva una raffica di aumenti ingiustificati di tutte le tasse comunali. Dal buono pasto per le mense scolastiche, alla tassa per la raccolta della nettezza urbana. Un prelievo diretto nelle tasche dei cittadini senza precedenti; la Tarsu passa per le abitazioni civili da 1,49 a 2,07 Euro al mq. Un salasso forzato in previsione di un bilancio falcidiato da contenziosi e pignoramenti. Le conseguenze disastrose di una gestione "allegra" delle finanze pubbliche che non contrasta, anzi aggrava, le condizioni di vita di una popolazione già stressata dalle condizioni di servizi inesistenti e pagati a caro prezzo. Il fallimento del progetto programmatico di Eufemi scarica sui cittadini e sulle famiglie le contraddizioni di una maggioranza amministrativa inconcludente ed incapace ad affrontare le emergenze sociali.
La crisi economica mondiale è gravissima, Eufemi invece di cercare territorialmente i giusti correttivi per affrontarla,
temporeggia nel caos di una maggioranza litigiosa pronta a sbranarsi per dividersi le poche risorse rimaste, e se la "coperta è corta" allora si trova il modo di allungarla prelevando direttamente dalle tasche dei cittadini.
Valtere Roviglioni PRC
Alberto Delli Colli IDV
Nonostante la crisi economica ed il richiamo all'etica amministrativa, la caduta dell'occupazione che sta spingendo nella povertà ampie fasce di popolazione, Eufemi approva una raffica di aumenti ingiustificati di tutte le tasse comunali. Dal buono pasto per le mense scolastiche, alla tassa per la raccolta della nettezza urbana. Un prelievo diretto nelle tasche dei cittadini senza precedenti; la Tarsu passa per le abitazioni civili da 1,49 a 2,07 Euro al mq. Un salasso forzato in previsione di un bilancio falcidiato da contenziosi e pignoramenti. Le conseguenze disastrose di una gestione "allegra" delle finanze pubbliche che non contrasta, anzi aggrava, le condizioni di vita di una popolazione già stressata dalle condizioni di servizi inesistenti e pagati a caro prezzo. Il fallimento del progetto programmatico di Eufemi scarica sui cittadini e sulle famiglie le contraddizioni di una maggioranza amministrativa inconcludente ed incapace ad affrontare le emergenze sociali.
La crisi economica mondiale è gravissima, Eufemi invece di cercare territorialmente i giusti correttivi per affrontarla,
temporeggia nel caos di una maggioranza litigiosa pronta a sbranarsi per dividersi le poche risorse rimaste, e se la "coperta è corta" allora si trova il modo di allungarla prelevando direttamente dalle tasche dei cittadini.
Valtere Roviglioni PRC
Alberto Delli Colli IDV
18 marzo 2009
SOSTEGNO ALLA PROTESTA NAZIONALE DEI MEDICI
Ardea-online.org ne aveva già parlato a gennaio, non appena si era diffusa la voce di una proposta della Lega Nord di abolire le cure primarie ed essenziali agli immigrati, compresi i bambini, sprovvisti di permesso di soggiorno, e comunque di denunciarli alle autorità.
Sull'argomento torna Sinistra e Libertà con un comunicato stampa diffuso oggi.
SICUREZZA - IMMIGRATI
PROTESTA NAZIONALE MEDICI PER OBBLIGO DENUNCIA
IL SOSTEGNO DI SINISTRA E LIBERTA':
il centrodestra è tanto impegnato ad agitare lo spauracchio razzista da non comprendere che così si mette a rischio la salute di tutti...
Oggi in tutta Italia si sono svolti sit in, manifestazioni, assemblee di medici ed operatori sanitari promosse dalla Società Italiana di medicina della migrazioni, da Medici senza Frontiere e da tantissime associazioni professionali dei medici italiani contro la decisione del governo dell’obbligo di denuncia per gli immigrati clandestini che si rivolgono ai presidi sanitari.
Alla manifestazione che si è svolta questa mattina in Piazza San Marco-Piazza Venezia a Roma una delegazione di Sinistra e Libertà guidata dall'europarlamentare Claudio Fava ha espresso agli organizzatori la solidarietà e il sostegno in questa battaglia.
Per Fava "dobbiamo essere grati al moto di indignazione dei medici italiani che con la azione intendono ridare dignità a parole come diritto alla salute per tutti. Quello che viene chiesto non è altro che rispettare misure di elementare civiltà.
Il governo Berlusconi - prosegue l'esponente di Sinistra e Libertà - non vuole comprendere che la possibilità di essere denunciate sta già allontanando dalle strutture sanitarie persone clandestine malate. I nostrani governanti sono tanto impegnati nell'agitare lo spauracchio razzista da non compredere che fare diagnosi e curare ogni persona è il modo migliore per proteggere la salute di tutti.
Continueremo ad impegnarci in tutte le sedi istituzionali a Bruxelles come negli enti locali in Italia affinchè la giusta battaglia dei medici italiani non rimanga isolata"
Sull'argomento torna Sinistra e Libertà con un comunicato stampa diffuso oggi.
SICUREZZA - IMMIGRATI
PROTESTA NAZIONALE MEDICI PER OBBLIGO DENUNCIA
IL SOSTEGNO DI SINISTRA E LIBERTA':
il centrodestra è tanto impegnato ad agitare lo spauracchio razzista da non comprendere che così si mette a rischio la salute di tutti...
Oggi in tutta Italia si sono svolti sit in, manifestazioni, assemblee di medici ed operatori sanitari promosse dalla Società Italiana di medicina della migrazioni, da Medici senza Frontiere e da tantissime associazioni professionali dei medici italiani contro la decisione del governo dell’obbligo di denuncia per gli immigrati clandestini che si rivolgono ai presidi sanitari.
Alla manifestazione che si è svolta questa mattina in Piazza San Marco-Piazza Venezia a Roma una delegazione di Sinistra e Libertà guidata dall'europarlamentare Claudio Fava ha espresso agli organizzatori la solidarietà e il sostegno in questa battaglia.
Per Fava "dobbiamo essere grati al moto di indignazione dei medici italiani che con la azione intendono ridare dignità a parole come diritto alla salute per tutti. Quello che viene chiesto non è altro che rispettare misure di elementare civiltà.
Il governo Berlusconi - prosegue l'esponente di Sinistra e Libertà - non vuole comprendere che la possibilità di essere denunciate sta già allontanando dalle strutture sanitarie persone clandestine malate. I nostrani governanti sono tanto impegnati nell'agitare lo spauracchio razzista da non compredere che fare diagnosi e curare ogni persona è il modo migliore per proteggere la salute di tutti.
Continueremo ad impegnarci in tutte le sedi istituzionali a Bruxelles come negli enti locali in Italia affinchè la giusta battaglia dei medici italiani non rimanga isolata"
QUELLI CHE IL LUNEDÌ...
I partiti della Sinistra Unita di Ardea, PRC e Laboratorio Cittadino (SD, PS e Verdi), anche se ignorati dall'Amministrazione, in primis dal Sindaco Eufemi, vogliono perseverare nella loro opera di denuncia, sollecitazione e informazione ai cittadini.
Per questo scopo danno vita all’iniziativa "Quelli che il Lunedì...": ogni due lunedì a partire dal 23 marzo (06/04, 20/04, 04/05, ecc.) dalle ore 9:30 alle ore 10:30 faranno volantinaggio all'inizio di via Garibaldi.
Ad ogni appuntamento sarà affrontato un argomento diverso, il primo volantino riguarderà l'affrancazione dagli usi civici.
Sinistra Unita di Ardea
Per questo scopo danno vita all’iniziativa "Quelli che il Lunedì...": ogni due lunedì a partire dal 23 marzo (06/04, 20/04, 04/05, ecc.) dalle ore 9:30 alle ore 10:30 faranno volantinaggio all'inizio di via Garibaldi.
Ad ogni appuntamento sarà affrontato un argomento diverso, il primo volantino riguarderà l'affrancazione dagli usi civici.
Sinistra Unita di Ardea
I VERDI OFFRONO IL SERVIZIO CAF
I Verdi di Ardea organizzano un servizio per il CAF, gratuito e rivolto ai cittadini, soprattutto ai più disagiati.
In un momento di profonda crisi economica e sociale sentiamo il bisogno di mettere a disposizione delle classi deboli le nostre competenze a titolo assolutamente gratuito.
Cercheremo di informare sulle opportunità che offrono le norme vigenti a sostegno dei "poveri" e materialmente compileremo modelli vari tra cui i 730 a tutti coloro che verranno a chiedercelo.
E’ giusto intervenire per cercare di aiutare chi è stato meno fortunato di tanti di NOI!.
Il servizio sarà attivo dal 31 marzo ogni Martedì (ore 16.00 – 18.00 ) in viale S. Lorenzo 46 presso il "Circolo Agorà" ed offrirà il servizio di compilazione gratuita di Modello 730, ISEE, RED, BONUS FISCALE, SOCIAL CARD.
Graziella Furini - portavoce del Circolo VERDI di Ardea
Per contatti: tel 3383903094 - www.verdiardea.it
In un momento di profonda crisi economica e sociale sentiamo il bisogno di mettere a disposizione delle classi deboli le nostre competenze a titolo assolutamente gratuito.
Cercheremo di informare sulle opportunità che offrono le norme vigenti a sostegno dei "poveri" e materialmente compileremo modelli vari tra cui i 730 a tutti coloro che verranno a chiedercelo.
E’ giusto intervenire per cercare di aiutare chi è stato meno fortunato di tanti di NOI!.
Il servizio sarà attivo dal 31 marzo ogni Martedì (ore 16.00 – 18.00 ) in viale S. Lorenzo 46 presso il "Circolo Agorà" ed offrirà il servizio di compilazione gratuita di Modello 730, ISEE, RED, BONUS FISCALE, SOCIAL CARD.
Graziella Furini - portavoce del Circolo VERDI di Ardea
Per contatti: tel 3383903094 - www.verdiardea.it
17 marzo 2009
INCENERITORE ALBANO: CONFERENZA DEI SERVIZI
Giovedì 19-03-09 si terrà a Roma la conferenza dei servizi per decidere se l'impianto di incenerimento previsto per Roncigliano è compatibile o no con quel territorio già martoriato da discariche legali e meno, moltissime aziende che producono "fumi strani", un grande traffico veicolare che inquina e non poco, ed in fine ma non per ultima una gravissima emergenza idrica.
A questa conferenza saranno chiamati a partecipare il comune di Albano, quello di Ardea, la ASL di albano, Provincia e Regione.
In cosiglio comunale di Ardea la giunta si è espressa all'unanimità contro l'impianto. Ricordo a tutti che l'articolo 32 della nostra bella costituzione cita questo: "LA REPUBBLICA TUTELA LA SALUTE COME FONDAMENTALE DIRITTO DELL'INDIVIDUO E INTERESSE DELLA COLLETTIVITA'". Chi non garantisse questo diritto e quindi incorra in un reato penale sarebbe perseguito penalmente... Ed i reati penali sono a carico della persona fisica e non giuridica... Per fortuna la nostra giunta si è espressa contro l'inceneritore... Ma se qualche scriteriato si schierasse a favore, e nel corso degli anni accadesse qualcosa a qualche cittadino per colpa dell'impianto pagherebbe in prima persona chi ha votato a favore... Sperimo che questo problema non si ponga mai...
Ricordo inoltre che Sabato 21 marzo alle 15 e 30 partirà da Piazza Mazzini ad Albano, un corteo cittadino che arriverà fino a Genzano. Saremo in tanti e l'opinione pubblica inizierà a capire che il movimento contro l'inceneritore sta diventando una realtà importante e che acquista consensi giorno dopo giorno...
Simone Carabella
A questa conferenza saranno chiamati a partecipare il comune di Albano, quello di Ardea, la ASL di albano, Provincia e Regione.
In cosiglio comunale di Ardea la giunta si è espressa all'unanimità contro l'impianto. Ricordo a tutti che l'articolo 32 della nostra bella costituzione cita questo: "LA REPUBBLICA TUTELA LA SALUTE COME FONDAMENTALE DIRITTO DELL'INDIVIDUO E INTERESSE DELLA COLLETTIVITA'". Chi non garantisse questo diritto e quindi incorra in un reato penale sarebbe perseguito penalmente... Ed i reati penali sono a carico della persona fisica e non giuridica... Per fortuna la nostra giunta si è espressa contro l'inceneritore... Ma se qualche scriteriato si schierasse a favore, e nel corso degli anni accadesse qualcosa a qualche cittadino per colpa dell'impianto pagherebbe in prima persona chi ha votato a favore... Sperimo che questo problema non si ponga mai...
Ricordo inoltre che Sabato 21 marzo alle 15 e 30 partirà da Piazza Mazzini ad Albano, un corteo cittadino che arriverà fino a Genzano. Saremo in tanti e l'opinione pubblica inizierà a capire che il movimento contro l'inceneritore sta diventando una realtà importante e che acquista consensi giorno dopo giorno...
Simone Carabella
STOP ACEA! PARTE LA CAMPAGNA
Sabato 21 marzo alle ore 10 a Roma ci sarà un'assemblea pubblica per il lancio della campagna Stop Acea!
Attac Pomezia, parte attiva di questa campagna, invita a partecipare e a diffondere l'iniziativa.
ASSEMBLEA PUBBLICA
DEI MOVIMENTI E DEI COMITATI
STOP ACEA!
DIFENDERE I BENI COMUNI,
RIPUBBLICIZZARE L'ACQUA
SABATO 21 MARZO ORE 10.00
ROMA - SALA GONZADA - VIA DELLA CONSOLAZIONE, 4
Promuovono:
Action - Amici di Beppe Grillo Roma - Ass. Articolo 3 Roma - Ass. Lib Lab - ASud - Attac Roma - Cobas Acea - Coordinamento Romano Acqua Aniene - Coordinamento Romano Acqua Pubblica - Città dell'altra economia/Osservatorio Oppidum - Gruppo Portuense Roma - Rete Lilliput nodo romano/laboratorio decrescita - Attac Pomezia - Comitato Acqua Pubblica Velletri - Comitato Acqua Pubblica e Basta! Rieti - Attac Frosinone - Coordinamento Acqua Pubblica Frosinone - Coordinamento Umbria acqua pubblica e beni comuni - Rete movimenti toscani per l'acqua - Lavoratori Pubbliacqua Toscana - RdB Energia - Yaku - Coordinamento "Non bruciamoci il futuro" - Forum italiano dei movimenti per l'acqua
ATTAC Pomezia
Associazione per la Tassazione delle Transazioni finanziarie e per l'Aiuto ai Cittadini
"Un altro mondo è possibile"
Claudia - 333/3149669
Andrea - 339/5799057
http://www.attacpomezia.org
Attac Pomezia, parte attiva di questa campagna, invita a partecipare e a diffondere l'iniziativa.
DEI MOVIMENTI E DEI COMITATI
STOP ACEA!
DIFENDERE I BENI COMUNI,
RIPUBBLICIZZARE L'ACQUA
SABATO 21 MARZO ORE 10.00
ROMA - SALA GONZADA - VIA DELLA CONSOLAZIONE, 4
Promuovono:
Action - Amici di Beppe Grillo Roma - Ass. Articolo 3 Roma - Ass. Lib Lab - ASud - Attac Roma - Cobas Acea - Coordinamento Romano Acqua Aniene - Coordinamento Romano Acqua Pubblica - Città dell'altra economia/Osservatorio Oppidum - Gruppo Portuense Roma - Rete Lilliput nodo romano/laboratorio decrescita - Attac Pomezia - Comitato Acqua Pubblica Velletri - Comitato Acqua Pubblica e Basta! Rieti - Attac Frosinone - Coordinamento Acqua Pubblica Frosinone - Coordinamento Umbria acqua pubblica e beni comuni - Rete movimenti toscani per l'acqua - Lavoratori Pubbliacqua Toscana - RdB Energia - Yaku - Coordinamento "Non bruciamoci il futuro" - Forum italiano dei movimenti per l'acqua
ATTAC Pomezia
Associazione per la Tassazione delle Transazioni finanziarie e per l'Aiuto ai Cittadini
"Un altro mondo è possibile"
Claudia - 333/3149669
Andrea - 339/5799057
http://www.attacpomezia.org
SCUOLA - SCIOPERO CGIL
SINISTRA E LIBERTÀ SOSTIENE L'IMPEGNO DELLA CGIL
... governo Berlusconi ha un preciso obiettivo: impoverire e destrutturare la scuola italiana... Sinistra e Libertà sostiene lo sciopero di domani - mercoledi 18 marzo - promosso dalla Flc Cgil del mondo della scuola, dell'università e delle ricerca. E' quanto si legge in una nota di Sinistra e Libertà. Mentre negli Usa e negli altri Paesi europei - prosegue la nota - una delle risposte alla crisi economica è l'aumento di risorse e di progetti a favore della conoscenza, della ricerca, e dell'istruzione, quello che sta accadendo nel nostro Paese è colpevolmente irresponsabile. Le politiche del governo Berlusconi sulla scuola hanno un preciso obiettivo: impoverire e destrutturare la scuola pubblica.
Si mandano a casa migliaia di insegnanti, si impoverisce l'offerta formativa e didattica della scuola pubblica, si riduce il tempo pieno.
Nelle università si è al collasso finanziario grazie ai tagli fatti e quelli annunciati per i prossimi anni, mentre nulla si sta facendo contro gli sprechi e i casi di malauniversità.
Il mondo della ricerca si è sostanzialmente fermato, grazie al disimpegno dell'incompetente ministro Gelmini, e lo sfruttamento del precariato ha raggiunto un livello insopportabile.
Un bilancio fallimentare quello del governo Berlusconi su fronte della scuola, con pacchiane cadute di stile, se pensiamo che il prossimo vertice internazionale del G8 dedicato alla formazione si svolgerà in una delle ville dell'attuale Presidente del Consiglio.....
Ha quindi ragione da vendere la Cgil nel proclamare la giornata di lotta di domani: non c'è futuro credibile per un Paese, non c'è una via d'uscita dalla crisi, se la classe di governo non si pone l'obiettivo di fornire ai suoi ragazzi, ai suoi giovani tutti gli strumenti necessari per crescere dal punto di vista formativo.
E' per questi motivi che Sinistra e Libertà sostiene l'impegno e la lotta della Flc-Cgil, degli studenti, dei genitori e degli insegnanti che non intendono rassegnarsi, e saremo con loro in tante piazze italiane domani
Si mandano a casa migliaia di insegnanti, si impoverisce l'offerta formativa e didattica della scuola pubblica, si riduce il tempo pieno.
Nelle università si è al collasso finanziario grazie ai tagli fatti e quelli annunciati per i prossimi anni, mentre nulla si sta facendo contro gli sprechi e i casi di malauniversità.
Il mondo della ricerca si è sostanzialmente fermato, grazie al disimpegno dell'incompetente ministro Gelmini, e lo sfruttamento del precariato ha raggiunto un livello insopportabile.
Un bilancio fallimentare quello del governo Berlusconi su fronte della scuola, con pacchiane cadute di stile, se pensiamo che il prossimo vertice internazionale del G8 dedicato alla formazione si svolgerà in una delle ville dell'attuale Presidente del Consiglio.....
Ha quindi ragione da vendere la Cgil nel proclamare la giornata di lotta di domani: non c'è futuro credibile per un Paese, non c'è una via d'uscita dalla crisi, se la classe di governo non si pone l'obiettivo di fornire ai suoi ragazzi, ai suoi giovani tutti gli strumenti necessari per crescere dal punto di vista formativo.
E' per questi motivi che Sinistra e Libertà sostiene l'impegno e la lotta della Flc-Cgil, degli studenti, dei genitori e degli insegnanti che non intendono rassegnarsi, e saremo con loro in tante piazze italiane domani
EMERGENZA AFFITTI
PRC Donne - Circolo di Ardea
«In Italia mancano due milioni di alloggi popolari
Tredicimila case vuote in una città spopolata»
La crisi si abbatte sulle case. Per il Sunia: "È emergenza affitti"
La crisi è ancora più pesante per chi vive in affitto.
Aumenta infatti il canone medio e cresce il numero di famiglie che, non potendo acquistare una casa, cerca di concludere un contatto di locazione, ma diminuiscono le risorse pubbliche a sostegno degli inquilini con redditi bassi.
Secondo la ricerca presentata oggi da Cgil e Sunia (Sindacato nazionale unitario inquilini e assegnatari) in dieci anni, dal 1999, i prezzi degli affitti sono cresciuti fino al 145% nelle grandi città. Attualmente il canone medio è di 1.100 euro al mese, mentre per i contratti in corso il prezzo medio è di 740 euro, e solo il 15% dei contratti viene agevolato dallo Stato.
Così che l'incidenza sul reddito della spesa per l'affitto continua a rimanere alta, sopra il 50%. L'indagine traccia vaste "aree di disagio abitativo" tra chi vive in affitto in Italia, circa il 20% delle famiglie. I dati elaborati su Roma e Milano registrano 30.000 famiglie in graduatoria per un alloggio pubblico, 16.000 sfratti e 44.000 richieste di contributi all'affitto. L'emergenza abitativa allarga ancora i suoi confini quando nelle statistiche si fanno rientrare gli immigrati e gli studenti fuori sede.
Se si guarda all'offerta di case in affitto, che pure è aumentata, si nota l'innalzamento della disponibilità sul mercato di tagli piccoli, sopratutto bilocali, situati in zone periferiche. "Questa è una semi-novità che rappresenta l'espulsione dal centro delle famiglie in affitto", ha spiegato Luigi Pallotta, segretario generale del Sunia. Le richieste di locazione sono in rialzo, ha sottolineato il sindacalista, anche a causa della crisi che ha determinato un calo delle compravendite residenziali: nel terzo trimestre del 2008 il ribasso registrato è stato del 13%. Pallotta ha, poi, osservato come la contrazione delle compravendite non abbia colpito solo le grandi città, ma anche quelle medie.
Per quanto riguarda le differenze territoriali, i canoni maggiori si registrano al centro di Roma e Milano (2.300 e 2.250 euro al mese). In generale i prezzi più alti si trovano nel Nord e nel Centro Italia, fa eccezione Torino, dove il canone medio (850.000 euro al mese) è uguale a quello dei Capoluoghi meridionali "Le istituzioni si sono dimenticate di chi vive in affitto", ha ammonito Paola Agnello Modica, segretaria confederale della Cgil. "È necessaria" ha aggiunto "una risposta del governo che continua ad annunciare un piano casa mentre erode le già scarse risorse a disposizione". Secondo l'indagine, il Fondo di sostegno all'affitto dal 2000 si è ridotto del 44,41% e si prevede che nel 2011 segnerà un meno 66,58%.
Fonte: Panorama
«In Italia mancano due milioni di alloggi popolari
Tredicimila case vuote in una città spopolata»
La crisi si abbatte sulle case. Per il Sunia: "È emergenza affitti"
La crisi è ancora più pesante per chi vive in affitto.
Aumenta infatti il canone medio e cresce il numero di famiglie che, non potendo acquistare una casa, cerca di concludere un contatto di locazione, ma diminuiscono le risorse pubbliche a sostegno degli inquilini con redditi bassi.
Secondo la ricerca presentata oggi da Cgil e Sunia (Sindacato nazionale unitario inquilini e assegnatari) in dieci anni, dal 1999, i prezzi degli affitti sono cresciuti fino al 145% nelle grandi città. Attualmente il canone medio è di 1.100 euro al mese, mentre per i contratti in corso il prezzo medio è di 740 euro, e solo il 15% dei contratti viene agevolato dallo Stato.
Così che l'incidenza sul reddito della spesa per l'affitto continua a rimanere alta, sopra il 50%. L'indagine traccia vaste "aree di disagio abitativo" tra chi vive in affitto in Italia, circa il 20% delle famiglie. I dati elaborati su Roma e Milano registrano 30.000 famiglie in graduatoria per un alloggio pubblico, 16.000 sfratti e 44.000 richieste di contributi all'affitto. L'emergenza abitativa allarga ancora i suoi confini quando nelle statistiche si fanno rientrare gli immigrati e gli studenti fuori sede.
Se si guarda all'offerta di case in affitto, che pure è aumentata, si nota l'innalzamento della disponibilità sul mercato di tagli piccoli, sopratutto bilocali, situati in zone periferiche. "Questa è una semi-novità che rappresenta l'espulsione dal centro delle famiglie in affitto", ha spiegato Luigi Pallotta, segretario generale del Sunia. Le richieste di locazione sono in rialzo, ha sottolineato il sindacalista, anche a causa della crisi che ha determinato un calo delle compravendite residenziali: nel terzo trimestre del 2008 il ribasso registrato è stato del 13%. Pallotta ha, poi, osservato come la contrazione delle compravendite non abbia colpito solo le grandi città, ma anche quelle medie.
Per quanto riguarda le differenze territoriali, i canoni maggiori si registrano al centro di Roma e Milano (2.300 e 2.250 euro al mese). In generale i prezzi più alti si trovano nel Nord e nel Centro Italia, fa eccezione Torino, dove il canone medio (850.000 euro al mese) è uguale a quello dei Capoluoghi meridionali "Le istituzioni si sono dimenticate di chi vive in affitto", ha ammonito Paola Agnello Modica, segretaria confederale della Cgil. "È necessaria" ha aggiunto "una risposta del governo che continua ad annunciare un piano casa mentre erode le già scarse risorse a disposizione". Secondo l'indagine, il Fondo di sostegno all'affitto dal 2000 si è ridotto del 44,41% e si prevede che nel 2011 segnerà un meno 66,58%.
Fonte: Panorama
PROGETTO SOLIDALE
PRC - Circolo di Ardea
Le donne del partito della Rifondazione Comunista, del circolo di Ardea, presentano un progetto solidale rivolto a tutte le donne straniere che vivono nel territorio: un corso di italiano gratuito.
L'idea nasce dal presupposto che non parlare bene la lingua del paese in cui si vive, può rappresentare un isolamento sociale, molte delle donne straniere che vivono ad Ardea sono costrette in casa in quanto non hanno gli strumenti linguistici o culturali per una vera integrazione.
L'obiettivo è quello di uno scambio socio-culturale tra donne di varia etnia.
Il cammino per la solidarietà e la conoscenza di realtà tanto lontane tra loro, è lungo e questo corso offerto dalle donne di p.r.c. assolutamente gratuito e tenuto da volontarie vuole essere un primo passo.
Ogni Martedì ore 9,30 in via S. Lorenzo 46
"circolo culturale Agorà"
Barbara Tamanti - Segr. Circolo PRC Ardea
Per contatti: ardea.prc@tiscali.it
Le donne del partito della Rifondazione Comunista, del circolo di Ardea, presentano un progetto solidale rivolto a tutte le donne straniere che vivono nel territorio: un corso di italiano gratuito.
L'idea nasce dal presupposto che non parlare bene la lingua del paese in cui si vive, può rappresentare un isolamento sociale, molte delle donne straniere che vivono ad Ardea sono costrette in casa in quanto non hanno gli strumenti linguistici o culturali per una vera integrazione.
L'obiettivo è quello di uno scambio socio-culturale tra donne di varia etnia.
Il cammino per la solidarietà e la conoscenza di realtà tanto lontane tra loro, è lungo e questo corso offerto dalle donne di p.r.c. assolutamente gratuito e tenuto da volontarie vuole essere un primo passo.
"circolo culturale Agorà"
Barbara Tamanti - Segr. Circolo PRC Ardea
Per contatti: ardea.prc@tiscali.it
LA SCOMMESSA DELLA DECRESCITA
Il 26 febbraio si è tenuto a Roma il convegno "La strategia della Lumaca. Per una società della misura: idee e pratiche di un altro sapere ed un altro saper fare", organizzato dall'Assessorato alle Politiche culturali della Provincia di Roma. Ospite di rilievo è stato il grande economista francese Serge Latouche, teorico di riferimento del Movimento internazionale della decrescita.
Nel corso del convegno si è cercato di spiegare come la crisi economica globale può trasformarsi in una grande opportunità: liberare l'umanità dal mito della crescita illimitata.
Questo è l'obiettivo che si propone di raggiungere il progetto della decrescita o acrescita, che non vuol dire crescita negativa.
Quando, nel XVIII secolo, si è fatta strada in Europa l'economia capitalistica, la scienza che la supportava, l'economia politica, prometteva alle generazioni di allora e alla umanità intera la pubblica felicità. Ai suoi esordi era questo il fine dichiarato del pensiero economico: realizzare attraverso lo sviluppo materiale ed il progresso tecnico una crescita continua della ricchezza, la liberazione dalla povertà e la diffusione del benessere, l'umana emancipazione dai bisogni elementari, l'elevazione culturale di tutte le classi sociali. Si trattava dunque, di un grande progetto di civiltà. Un progetto che, per lo meno in Occidente, a prezzo di asprissime lotte sociali e fra infinite ingiustizie, si è in parte realizzato.
Questo è stata la società industriale come l'abbiamo conosciuta.
Oggi è proprio questo iniziale progetto che si è storicamente esaurito. La crescita continua dell'economia non è più finalizzata alla pubblica felicità, ma è una macchina che deve avanzare per mantenere gli equilibri dei poteri dominanti, che sostituisce con la replica di ciò che è stato (la crescita economica) la mancanza di un progetto di società.
Nel frattempo siamo diventati "tossicodipendenti dei consumi" e siamo caduti nella "trappola della torta", ovvero del Prodotto interno lordo. Nei trent'anni successivi al secondo dopoguerra, i capitalisti ne hanno approfittato per prendersi la fetta più grossa di questa torta, ma non si sono curati del fatto che a poco a poco essa diventava sempre più avvelenata, dall'inquinamento, dalle malattie, dalla distruzione dell'ecosistema, dalle ingiustizie sociali.
Dopo gli anni Settanta le statistiche hanno mostrato che il Pil ha continuato a crescere, ma il benessere vissuto no. Guadagniamo di più ma siamo condannati a spendere di più per riparare i danni della crescita. Ora siamo arrivati al punto nel quale occorre cambiare la ricetta della torta. E questo è ciò che si prefigge il progetto della decrescita.
Questo progetto consta di alcuni obiettivi interdipendenti: rivedere i valori in cui crediamo e in base ai quali organizziamo la nostra vita, ad esempio l'altruismo dovrà prevalere sull'egoismo, la cooperazione sulla concorrenza, il piacere del tempo libero sull'ossessione del lavoro, il locale sul globale; adattare in funzione del cambiamento dei valori le strutture economico-produttive, i modelli di consumo, i rapporti sociali, gli stili di vita; consumare essenzialmente prodotti locali per ridurre al minimo i movimenti delle merci, evitando così i costi legati ai trasporti (infrastrutture, ma anche inquinamento, effetto serra e cambiamento climatico); garantire a tutti gli abitanti del pianeta l'accesso alle risorse naturali e ad un'equa distribuzione della ricchezza; ridurre sia l'impatto sulla biosfera dei nostri modi di produrre e consumare che gli orari di lavoro; riparare i beni d'uso anziché gettarli in discarica; recuperare tutti gli scarti non decomponibili derivanti dalle nostre attività.
Tutti insieme questi obiettivi possono portare, nel tempo, ad una decrescita serena, conviviale e pacifica. E' una grande scommessa, ma i sostenitori della decrescita sono sicuri che sarà vinta.
Mario Borgo Caratti
Sinistra Democratica Pomezia
Nel corso del convegno si è cercato di spiegare come la crisi economica globale può trasformarsi in una grande opportunità: liberare l'umanità dal mito della crescita illimitata.
Questo è l'obiettivo che si propone di raggiungere il progetto della decrescita o acrescita, che non vuol dire crescita negativa.
Quando, nel XVIII secolo, si è fatta strada in Europa l'economia capitalistica, la scienza che la supportava, l'economia politica, prometteva alle generazioni di allora e alla umanità intera la pubblica felicità. Ai suoi esordi era questo il fine dichiarato del pensiero economico: realizzare attraverso lo sviluppo materiale ed il progresso tecnico una crescita continua della ricchezza, la liberazione dalla povertà e la diffusione del benessere, l'umana emancipazione dai bisogni elementari, l'elevazione culturale di tutte le classi sociali. Si trattava dunque, di un grande progetto di civiltà. Un progetto che, per lo meno in Occidente, a prezzo di asprissime lotte sociali e fra infinite ingiustizie, si è in parte realizzato.
Questo è stata la società industriale come l'abbiamo conosciuta.
Oggi è proprio questo iniziale progetto che si è storicamente esaurito. La crescita continua dell'economia non è più finalizzata alla pubblica felicità, ma è una macchina che deve avanzare per mantenere gli equilibri dei poteri dominanti, che sostituisce con la replica di ciò che è stato (la crescita economica) la mancanza di un progetto di società.
Nel frattempo siamo diventati "tossicodipendenti dei consumi" e siamo caduti nella "trappola della torta", ovvero del Prodotto interno lordo. Nei trent'anni successivi al secondo dopoguerra, i capitalisti ne hanno approfittato per prendersi la fetta più grossa di questa torta, ma non si sono curati del fatto che a poco a poco essa diventava sempre più avvelenata, dall'inquinamento, dalle malattie, dalla distruzione dell'ecosistema, dalle ingiustizie sociali.
Dopo gli anni Settanta le statistiche hanno mostrato che il Pil ha continuato a crescere, ma il benessere vissuto no. Guadagniamo di più ma siamo condannati a spendere di più per riparare i danni della crescita. Ora siamo arrivati al punto nel quale occorre cambiare la ricetta della torta. E questo è ciò che si prefigge il progetto della decrescita.
Questo progetto consta di alcuni obiettivi interdipendenti: rivedere i valori in cui crediamo e in base ai quali organizziamo la nostra vita, ad esempio l'altruismo dovrà prevalere sull'egoismo, la cooperazione sulla concorrenza, il piacere del tempo libero sull'ossessione del lavoro, il locale sul globale; adattare in funzione del cambiamento dei valori le strutture economico-produttive, i modelli di consumo, i rapporti sociali, gli stili di vita; consumare essenzialmente prodotti locali per ridurre al minimo i movimenti delle merci, evitando così i costi legati ai trasporti (infrastrutture, ma anche inquinamento, effetto serra e cambiamento climatico); garantire a tutti gli abitanti del pianeta l'accesso alle risorse naturali e ad un'equa distribuzione della ricchezza; ridurre sia l'impatto sulla biosfera dei nostri modi di produrre e consumare che gli orari di lavoro; riparare i beni d'uso anziché gettarli in discarica; recuperare tutti gli scarti non decomponibili derivanti dalle nostre attività.
Tutti insieme questi obiettivi possono portare, nel tempo, ad una decrescita serena, conviviale e pacifica. E' una grande scommessa, ma i sostenitori della decrescita sono sicuri che sarà vinta.
Mario Borgo Caratti
Sinistra Democratica Pomezia
QUATTRO PROPOSTE DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE
Il Partito Socialista - Sezione di Ardea - informa che dalle ore 9,30 alle ore 13,00 del 21 marzo p.v. organizzerà in Piazza del Popolo ad Ardea una propria postazione per un volantinaggio e per la raccolta delle firme necessarie per la presentazione al Parlamento di 4 proposte di legge di iniziativa popolare.
ASSEMBLEA COSTITUENTE
per la revisione della Costituzione
PER LA RIDUZIONE DELLE TARIFFE
dell'energia elettrica e della telefonia
CONTRO IL LAVORO PRECARIO
per il sostegno dell'occupazione stabile
PATTO CIVILE DI SOLIDARIETÀ
per organizzare liberamente la propria vita
Franco Lo Reto Portavoce Partito Socialista Ardea
ASSEMBLEA COSTITUENTE
per la revisione della Costituzione
PER LA RIDUZIONE DELLE TARIFFE
dell'energia elettrica e della telefonia
CONTRO IL LAVORO PRECARIO
per il sostegno dell'occupazione stabile
PATTO CIVILE DI SOLIDARIETÀ
per organizzare liberamente la propria vita
Franco Lo Reto Portavoce Partito Socialista Ardea
TRAMONTO DELL'UNITÀ SINDACALE
GRANDE MANIFESTAZIONE NAZIONALE
La grande manifestazione nazionale indetta dalla CGIL per il 4 aprile rappresenta un'occasione di importanza fondamentale per dare un segnale forte in favore di una inversione di rotta rispetto alle politiche governative in materia di lavoro, e segnalare le gravi conseguenze negative - principalmente per i lavoratori - del tramonto definitivo dell'unità sindacale.
L'accordo separato, stipulato dal Governo con la CISL, la UIL e la UGL, e non firmato dalla CGIL, in nome di una pretesa modernizzazione delle relazioni sindacali e del sistema della contrattazione, in realtà non fa che indebolire il potere d'acquisto dei salari e depotenziare la contrattazione collettiva nazionale, senza nessun reale beneficio per i lavoratori.
Analizzando, sia pur con estrema rapidità, solo due tra i punti più controversi dell'accordo, emerge in tutta la sua evidenza la fondatezza di questo giudizio negativo.
Per quanto riguarda gli adeguamenti salariali, si è proposto il passaggio da un sistema rivelatosi poco rappresentativo della reale dinamica dei prezzi (il Tasso di Inflazione Programmata) ad un indice (l'Indice dei prezzi al consumo armonizzato) sicuramente più attendibile. Pur tuttavia, nella elaborazione di tale indice non dovrà essere compresa la dinamica dei prezzi dei prodotti energetici importati. Se solo si considera quanto pesi sul bilancio familiare il costo della benzina - gli aumenti vertiginosi della scorsa estate sono ancora nei ricordi di tutti - si ha chiaramente la misura di quanto tale esclusione pregiudichi la reale attendibilità di tale indice ai fini di un adeguamento salariale che consenta ai lavoratori di difendere il potere d'acquisto dei propri stipendi.
Se a ciò si aggiunge che il periodo di vigenza della parte salariale dei contratti collettivi viene allungata dagli attuali due anni a tre anni, si ha ancor più chiaramente la misura di quanto tale accordo possa incidere negativamente sul potere d'acquisto degli stipendi.
Il secondo e più grave aspetto negativo dell'accordo riguarda la prevista possibilità per la cosiddetta "contrattazione di secondo livello" di prevedere deroghe peggiorative rispetto a quanto pattuito in sede di contrattazione collettiva nazionale.
Si tratta di un disegno che ha radici antiche e che mal tollera il ruolo fondamentale della contrattazione collettiva nazionale, preferendo forme decentrate di contrattazione, principalmente a livello aziendale, dove i rapporti di forza tra datore di lavoro e lavoratori sono fortemente sbilanciati in favore del primo, e ciò in nome di una deregolamentazione che dovrebbe di per sé sola incentivare alla crescita, ma che in realtà ha come unico scopo il depotenziamento della forza di negoziale dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali.
Se poi si pensa al fatto che la contrattazione a livello aziendale ha una diffusione abbastanza limitata e che l'accordo separato in realtà non contiene alcuna disposizione volta ad incentivare effettivamente tale livello di contrattazione, ma anzi estende sgravi e benefici anche alle erogazioni unilaterali da parte delle aziende, è evidente che l'accordo in realtà mira ad indebolire l'efficacia vincolante dei contratti collettivi nazionali senza in alcun modo garantire alcun potere negoziale ai lavoratori, nei livelli decentrati.
Queste sono solo alcune delle motivazioni che hanno spinto la CGIL a non firmare l'accordo, sul quale peraltro i lavoratori non sono stati chiamati in alcun modo ad esprimersi prima che venisse siglato.
Si tratta di un'altra tappa nel processo di progressivo attacco al potere rappresentativo delle organizzazioni sindacali, alla capacità negoziale dei lavoratori ed alle loro sicurezze, aggravato dal compimento di quell'opera di rottura dell'unità sindacale che in passato ha garantito forza e compattezza nelle rivendicazioni e nelle lotte più aspre. In tale processo il Governo Berlusconi è scientificamente impegnato e procede con assoluta determinazione, nell'attonito silenzio o nei dubbiosi tentennamente dell'opposizione parlamentare.
Altra cosa è modernizzare le relazioni sindacali, la forma della contrattazione, per renderla adeguata alle nuove sfide lanciate da un mercato del lavoro e da una realtà produttiva profondamente mutate rispetto al passato. Si tratta di un processo necessario, che non può tuttavia essere condotto con l'occhio rivolto unilateralmente in direzione di una restrizione dei diritti e della forza contrattuale dei lavoratori.
La Sinistra ha un ruolo importante di sostegno alla battaglia condotta dalla CGIL, non in nome di un inutile e forse anche dannoso collateralismo, ma nella convinzione della fondatezza dei motivi di critica profonda rispetto ad un accordo profondamente negativo per le lavoratrici ed i lavoratori.
Walter Bianco
Coordinatore Sinistra Democratica
Circolo di Pomezia
L'accordo separato, stipulato dal Governo con la CISL, la UIL e la UGL, e non firmato dalla CGIL, in nome di una pretesa modernizzazione delle relazioni sindacali e del sistema della contrattazione, in realtà non fa che indebolire il potere d'acquisto dei salari e depotenziare la contrattazione collettiva nazionale, senza nessun reale beneficio per i lavoratori.
Analizzando, sia pur con estrema rapidità, solo due tra i punti più controversi dell'accordo, emerge in tutta la sua evidenza la fondatezza di questo giudizio negativo.
Per quanto riguarda gli adeguamenti salariali, si è proposto il passaggio da un sistema rivelatosi poco rappresentativo della reale dinamica dei prezzi (il Tasso di Inflazione Programmata) ad un indice (l'Indice dei prezzi al consumo armonizzato) sicuramente più attendibile. Pur tuttavia, nella elaborazione di tale indice non dovrà essere compresa la dinamica dei prezzi dei prodotti energetici importati. Se solo si considera quanto pesi sul bilancio familiare il costo della benzina - gli aumenti vertiginosi della scorsa estate sono ancora nei ricordi di tutti - si ha chiaramente la misura di quanto tale esclusione pregiudichi la reale attendibilità di tale indice ai fini di un adeguamento salariale che consenta ai lavoratori di difendere il potere d'acquisto dei propri stipendi.
Se a ciò si aggiunge che il periodo di vigenza della parte salariale dei contratti collettivi viene allungata dagli attuali due anni a tre anni, si ha ancor più chiaramente la misura di quanto tale accordo possa incidere negativamente sul potere d'acquisto degli stipendi.
Il secondo e più grave aspetto negativo dell'accordo riguarda la prevista possibilità per la cosiddetta "contrattazione di secondo livello" di prevedere deroghe peggiorative rispetto a quanto pattuito in sede di contrattazione collettiva nazionale.
Si tratta di un disegno che ha radici antiche e che mal tollera il ruolo fondamentale della contrattazione collettiva nazionale, preferendo forme decentrate di contrattazione, principalmente a livello aziendale, dove i rapporti di forza tra datore di lavoro e lavoratori sono fortemente sbilanciati in favore del primo, e ciò in nome di una deregolamentazione che dovrebbe di per sé sola incentivare alla crescita, ma che in realtà ha come unico scopo il depotenziamento della forza di negoziale dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali.
Se poi si pensa al fatto che la contrattazione a livello aziendale ha una diffusione abbastanza limitata e che l'accordo separato in realtà non contiene alcuna disposizione volta ad incentivare effettivamente tale livello di contrattazione, ma anzi estende sgravi e benefici anche alle erogazioni unilaterali da parte delle aziende, è evidente che l'accordo in realtà mira ad indebolire l'efficacia vincolante dei contratti collettivi nazionali senza in alcun modo garantire alcun potere negoziale ai lavoratori, nei livelli decentrati.
Queste sono solo alcune delle motivazioni che hanno spinto la CGIL a non firmare l'accordo, sul quale peraltro i lavoratori non sono stati chiamati in alcun modo ad esprimersi prima che venisse siglato.
Si tratta di un'altra tappa nel processo di progressivo attacco al potere rappresentativo delle organizzazioni sindacali, alla capacità negoziale dei lavoratori ed alle loro sicurezze, aggravato dal compimento di quell'opera di rottura dell'unità sindacale che in passato ha garantito forza e compattezza nelle rivendicazioni e nelle lotte più aspre. In tale processo il Governo Berlusconi è scientificamente impegnato e procede con assoluta determinazione, nell'attonito silenzio o nei dubbiosi tentennamente dell'opposizione parlamentare.
Altra cosa è modernizzare le relazioni sindacali, la forma della contrattazione, per renderla adeguata alle nuove sfide lanciate da un mercato del lavoro e da una realtà produttiva profondamente mutate rispetto al passato. Si tratta di un processo necessario, che non può tuttavia essere condotto con l'occhio rivolto unilateralmente in direzione di una restrizione dei diritti e della forza contrattuale dei lavoratori.
La Sinistra ha un ruolo importante di sostegno alla battaglia condotta dalla CGIL, non in nome di un inutile e forse anche dannoso collateralismo, ma nella convinzione della fondatezza dei motivi di critica profonda rispetto ad un accordo profondamente negativo per le lavoratrici ed i lavoratori.
Walter Bianco
Coordinatore Sinistra Democratica
Circolo di Pomezia
16 marzo 2009
UN NUOVO INTERVENTO PUBBLICO IN ECONOMIA
Le centinaia di migliaia di lavoratori che hanno perso il lavoro nei primi mesi di quest'anno rappresentano plasticamente la gravità della crisi.
Una crisi che non è caduta dal cielo, non è il frutto di qualche cattivo banchiere che ha falsato le regole del gioco; una crisi che è il frutto proprio di quelle politiche liberiste che i capitalisti hanno portato avanti dagli anni '80 e che sono state condivise a livello politico sia dal centro destra che dal centro sinistra. Al centro di queste politiche abbiamo avuto la finanziarizzazione dell'economia e la sistematica compressione dei salari, delle pensioni e dello welfare. Politiche tutte orientate all'esportazione e alla speculazione finanziaria a breve hanno prodotto la situazione attuale: le banche sono piene zeppe di titoli che non valgono nulla e milioni di lavoratori non hanno i soldi per arrivare a fine mese, cioè per comprare le merci e i servizi che producono. Questa crisi è quindi una crisi del meccanismo di accumulazione capitalistico, non solo una crisi economica ma ambientale e alimentare. Da una crisi di questa natura non è possibile uscire senza una radicale messa in discussione della distribuzione del reddito e del potere e senza riprogettare il modello di sviluppo: cosa, come, per chi produrre. Se non si affrontano tali nodi, l'idea che la crisi sia destinata dopo un po' a risolversi "da sola" e che quindi si tratti solo di aspettare, è sbagliata.
Da questo punto di vista è evidente che la politica che sta facendo il governo Berlusconi non è finalizzata all'uscita dalla crisi da piuttosto all'uso della crisi a fini politici.
Berlusconi sta usando la crisi per costruire una organica svolta a destra: presidenzialismo, distruzione del sindacato, attacco ai diritti sociali e civili, aggressione all'ambiente e sua mercificazione, promozione di ideologie razziste, sessiste e clericali come "religione civile" del paese.
Le ideologie reazionarie non sono un optional di questa politica: costituiscono il collante ideologico che permette di costruire consenso anche tra chi vede peggiorare la propria condizione. Bossi e il Papa svolgono la funzione deleteria che hanno svolto i nazionalisti e i nazionalismi all'inizio del ‘900. La gestione autoritaria della frantumazione del conflitto sociale è l'obiettivo berlusconiano: il clerico fascismo per l'appunto. L'obiettivo della destra non è quindi l'uscita dalla crisi ma l'uso della stessa per costruire un regime reazionario.
Per uscire dalla crisi a sinistra e quindi per sconfiggere il progetto berlusconiano è quindi necessario costruire un movimento di massa per l'alternativa. Senza un progetto alternativo che unisca la difesa degli interessi materiali immediati ai valori civili e la proposta di uno sviluppo alternativo, di una rivoluzione ambientale e sociale dell'economia, non è possibile uscire positivamente dalla crisi.
Per questo dobbiamo far vivere dentro le lotte, a partire da quelle organizzate dalla Cgil e dal sindacalismo di base, la costruzione di una piattaforma di alternativa: pesante redistribuzione del reddito e salario sociale per tutti i disoccupati, intervento pubblico in economia per praticare la riconversione ambientale e sociale della stessa, proposta di un nuovo umanesimo laico che veda nell'autodeterminazione degli uomini e delle donne il punto focale. Per superare la frammentazione sociale e la guerra tra i poveri è decisivo che una piattaforma concreta di riunificazione sociale viva dentro la costruzione delle lotte.
Per questo dobbiamo proporre a livello europeo una radicale messa in discussione dell'Europa di Maastricht, costruita da socialisti e popolari, che ha costituzionalizzato il neoliberismo e il cui monumento è la Banca Centrale Europea, dove un pugno di tecnocrati decidono delle nostre vite senza alcun vincolo democratico e sociale.
La tassazione delle rendite finanziarie, la tobin tax sulle transazioni speculative, la rottura di ogni relazione finanziaria con i paradisi fiscali, la possibilità per i lavoratori di tornare in possesso del loro Tfr abbandonando i Fondi Pensione sono tutti elementi di questo disegno che dobbiamo far valere nelle lotte e nelle elezioni europee.
Il punto centrale di questo progetto è la proposta di un nuovo intervento pubblico in economia. Berlusconi propone un intervento pubblico distruttivo delle relazioni sociali e dell'ambiente: dal via libera alla speculazione edilizia alle centrali nucleari. Noi dobbiamo proporre un intervento pubblico che, a partire dalla nazionalizzazione delle banche e dallo stop ai
contributi alle imprese, attivi ricerche e produzioni finalizzate alla soddisfazione dei bisogni sociali e non ai profitti.
Il livello europeo e quello delle lotte sono i terreni decisivi per la richiesta dell'alternativa. Uscire dal chiacchiericcio del bipolarismo tra simili che caratterizza il dibattito politico italiano e far emergere la concreta urgenza dell'alternativa nelle lotte e nella campagna per le europee è il nostro compito.
Paolo Ferrero
Una crisi che non è caduta dal cielo, non è il frutto di qualche cattivo banchiere che ha falsato le regole del gioco; una crisi che è il frutto proprio di quelle politiche liberiste che i capitalisti hanno portato avanti dagli anni '80 e che sono state condivise a livello politico sia dal centro destra che dal centro sinistra. Al centro di queste politiche abbiamo avuto la finanziarizzazione dell'economia e la sistematica compressione dei salari, delle pensioni e dello welfare. Politiche tutte orientate all'esportazione e alla speculazione finanziaria a breve hanno prodotto la situazione attuale: le banche sono piene zeppe di titoli che non valgono nulla e milioni di lavoratori non hanno i soldi per arrivare a fine mese, cioè per comprare le merci e i servizi che producono. Questa crisi è quindi una crisi del meccanismo di accumulazione capitalistico, non solo una crisi economica ma ambientale e alimentare. Da una crisi di questa natura non è possibile uscire senza una radicale messa in discussione della distribuzione del reddito e del potere e senza riprogettare il modello di sviluppo: cosa, come, per chi produrre. Se non si affrontano tali nodi, l'idea che la crisi sia destinata dopo un po' a risolversi "da sola" e che quindi si tratti solo di aspettare, è sbagliata.
Da questo punto di vista è evidente che la politica che sta facendo il governo Berlusconi non è finalizzata all'uscita dalla crisi da piuttosto all'uso della crisi a fini politici.
Berlusconi sta usando la crisi per costruire una organica svolta a destra: presidenzialismo, distruzione del sindacato, attacco ai diritti sociali e civili, aggressione all'ambiente e sua mercificazione, promozione di ideologie razziste, sessiste e clericali come "religione civile" del paese.
Le ideologie reazionarie non sono un optional di questa politica: costituiscono il collante ideologico che permette di costruire consenso anche tra chi vede peggiorare la propria condizione. Bossi e il Papa svolgono la funzione deleteria che hanno svolto i nazionalisti e i nazionalismi all'inizio del ‘900. La gestione autoritaria della frantumazione del conflitto sociale è l'obiettivo berlusconiano: il clerico fascismo per l'appunto. L'obiettivo della destra non è quindi l'uscita dalla crisi ma l'uso della stessa per costruire un regime reazionario.
Per uscire dalla crisi a sinistra e quindi per sconfiggere il progetto berlusconiano è quindi necessario costruire un movimento di massa per l'alternativa. Senza un progetto alternativo che unisca la difesa degli interessi materiali immediati ai valori civili e la proposta di uno sviluppo alternativo, di una rivoluzione ambientale e sociale dell'economia, non è possibile uscire positivamente dalla crisi.
Per questo dobbiamo far vivere dentro le lotte, a partire da quelle organizzate dalla Cgil e dal sindacalismo di base, la costruzione di una piattaforma di alternativa: pesante redistribuzione del reddito e salario sociale per tutti i disoccupati, intervento pubblico in economia per praticare la riconversione ambientale e sociale della stessa, proposta di un nuovo umanesimo laico che veda nell'autodeterminazione degli uomini e delle donne il punto focale. Per superare la frammentazione sociale e la guerra tra i poveri è decisivo che una piattaforma concreta di riunificazione sociale viva dentro la costruzione delle lotte.
Per questo dobbiamo proporre a livello europeo una radicale messa in discussione dell'Europa di Maastricht, costruita da socialisti e popolari, che ha costituzionalizzato il neoliberismo e il cui monumento è la Banca Centrale Europea, dove un pugno di tecnocrati decidono delle nostre vite senza alcun vincolo democratico e sociale.
La tassazione delle rendite finanziarie, la tobin tax sulle transazioni speculative, la rottura di ogni relazione finanziaria con i paradisi fiscali, la possibilità per i lavoratori di tornare in possesso del loro Tfr abbandonando i Fondi Pensione sono tutti elementi di questo disegno che dobbiamo far valere nelle lotte e nelle elezioni europee.
Il punto centrale di questo progetto è la proposta di un nuovo intervento pubblico in economia. Berlusconi propone un intervento pubblico distruttivo delle relazioni sociali e dell'ambiente: dal via libera alla speculazione edilizia alle centrali nucleari. Noi dobbiamo proporre un intervento pubblico che, a partire dalla nazionalizzazione delle banche e dallo stop ai
contributi alle imprese, attivi ricerche e produzioni finalizzate alla soddisfazione dei bisogni sociali e non ai profitti.
Il livello europeo e quello delle lotte sono i terreni decisivi per la richiesta dell'alternativa. Uscire dal chiacchiericcio del bipolarismo tra simili che caratterizza il dibattito politico italiano e far emergere la concreta urgenza dell'alternativa nelle lotte e nella campagna per le europee è il nostro compito.
Paolo Ferrero
15 marzo 2009
MARRAZZO, ORA CHIEDA A SORGENIA DI SOSPENDERE I LAVORI
A cinque mesi dalla chiusura dei tavoli regionali sul monitoraggio ambientale e sulla trasparenza amministrativa relativamente alla realizzazione della centrale turbogas di Aprilia, la Rete dei Cittadini, appresa la notizia della richiesta di approfondimenti che il presidente della giunta regionale Piero Marrazzo ha inoltrato alla direzione regionale ambiente, al dipartimento epidemiologico della Asl Rm E ed alla società Sorgenia, in considerazione della necessità di garantire la tutela dell'ambiente e della salute della popolazione di Aprilia, raccoglie con favore l'atteggiamento di responsabilità del governatore della Regione seppur con qualche elemento di perplessità.
Dalle dichiarazioni alla stampa, si evince la convinzione dell'amministrazione regionale che la Turbogas di Aprilia non possa non essere realizzata. Una decisione così importante per la vita dei cittadini dovrebbe essere presa solo a valle di un studio complesso e approfondito dell'impatto ambientale sul territorio ed i suoi abitanti, che preveda in conclusione anche la c.d. "opzione zero", prevista dalla legge.
Sembra invece che il presidente Marrazzo, data a suo avviso per scontata la costruzione di questa opera privata, voglia tranquillizzare la popolazione, con richieste di dati agli Uffici e alla Società stessa, che saranno raccolti solo in un prossimo futuro, mentre il cantiere, la cui apertura a tutt'oggi è oggetto di indagini della magistratura, va avanti inesorabilmente, rischiando di compromettere definitivamente il territorio vincolato.
"Alla luce delle preoccupazioni legittimamente manifestate dal governatore, attese le gravi incertezze rispetto alla sicurezza ambientale ed alla salute dei residenti, ma più in generale alla effettiva opportunità della realizzazione della centrale Turbogas, il Presidente Marrazzo – dichiara Rita Leli Presidente della Rete dei Cittadini contro la Turbogas di Aprilia - chieda responsabilmente a Sorgenia di fermare i lavori sin tanto che non saranno resi noti gli esiti degli approfondimenti richiesti, nonché ai dipartimenti regionali competenti di provvedere in autotutela, senza ulteriore indugio, sospendendo l'efficacia del parere favorevole sulla valutazione di impatto ambientale".
LA RETE CITTADINI CONTRO LA TURBOGAS DI APRILIA
Dalle dichiarazioni alla stampa, si evince la convinzione dell'amministrazione regionale che la Turbogas di Aprilia non possa non essere realizzata. Una decisione così importante per la vita dei cittadini dovrebbe essere presa solo a valle di un studio complesso e approfondito dell'impatto ambientale sul territorio ed i suoi abitanti, che preveda in conclusione anche la c.d. "opzione zero", prevista dalla legge.
Sembra invece che il presidente Marrazzo, data a suo avviso per scontata la costruzione di questa opera privata, voglia tranquillizzare la popolazione, con richieste di dati agli Uffici e alla Società stessa, che saranno raccolti solo in un prossimo futuro, mentre il cantiere, la cui apertura a tutt'oggi è oggetto di indagini della magistratura, va avanti inesorabilmente, rischiando di compromettere definitivamente il territorio vincolato.
"Alla luce delle preoccupazioni legittimamente manifestate dal governatore, attese le gravi incertezze rispetto alla sicurezza ambientale ed alla salute dei residenti, ma più in generale alla effettiva opportunità della realizzazione della centrale Turbogas, il Presidente Marrazzo – dichiara Rita Leli Presidente della Rete dei Cittadini contro la Turbogas di Aprilia - chieda responsabilmente a Sorgenia di fermare i lavori sin tanto che non saranno resi noti gli esiti degli approfondimenti richiesti, nonché ai dipartimenti regionali competenti di provvedere in autotutela, senza ulteriore indugio, sospendendo l'efficacia del parere favorevole sulla valutazione di impatto ambientale".
LA RETE CITTADINI CONTRO LA TURBOGAS DI APRILIA
14 marzo 2009
IL PROGETTO PER LO SPOSTAMENTO
DEL FOSSO DELLA MURATELLA
Questo è il progetto illustrato al Sindaco Eufemi e al dr Capponi del Consorzio di Bonifica Pratica di Mare nell'ultimo incontro del 20.2.2009 e fino ad oggi il CdQ Castagnola è stato l'unico ad aver presentato una proposta per il risanamento del territorio.
Lo spostamento dell'alveo del Fosso della Muratella consentirebbe:
- di mettere in sicurezza la zona, scongiurando futuri episodi di esondazione che di certo si verificheranno se non si interviene preventivamente per evitarli;
- di trasformare l'attuale alveo nel fossato per accogliere le tubazioni dell'impianto fognario che da anni i cittadini attendono avendo già pagato i relativi oneri di urbanizzazione;
- di rendere le costruzioni sorte in prossimità del Fosso sanabili dal punto di vista urbanistico consentendo così di ristabilire la legalità nella zona;
- di realizzare una fascia verde di circa 50 m di larghezza per 1 km di lunghezza ove posizionare un parco giochi, una pista ciclabile e arredi urbani che migliorerebbero la vivibilità del Quartiere.
I costi per la realizzazione dell'opera non sono astronomici in quanto i terreni ad est dell'attuale alveo sono agricoli e privi di costruzioni e anche dal punto di vista tecnico non si presentano particolari difficoltà.
Quella che temiamo possa mancare è la volontà politica di realizzare questo o un qualsiasi altro progetto che affronti in maniera organica i problemi del Quartiere.
La nostra esortazione è quella di programmare interventi che, dicendo chiaramente NO a qualsiasi ipotesi di demolizione, consentano di affrontare serenamente il futuro e non arrivare impreparati alla prossima inevitabile emergenza.
COMITATO DI QUARTIERE CASTAGNOLA - Via della Vite, 10 - 00040 - ARDEA (RM)
10 marzo 2009
LO SCERIFFO DI PONTE GALERIA
Lo sceriffo di Ponte Galeria
Cronaca di una visita al Cie
Un sopralluogo al Centro di identificazione ed espulsione di Ponte Galeria alle porte di Roma. Una zona grigia di cui i migranti non hanno diritti, e oscuri poliziotti decidono su tutto. E maltrattano i consiglieri regionali
Gli appunti ci sono stati stracciati, la penna tolta di mano, siamo stati spinti oltre i cancelli e ammoniti a non farlo mai più. Si è concluso così il sopralluogo al Cie [Centro di identificazione ed espulsione] di Ponte Galeria, a Roma. Non era la prima volta che andavamo nell'ex Cpt della capitale né la prima che mettevamo piede in uno dei dieci Cpt attualmente funzionanti in Italia [ma se ne prevede la costruzione di altri nove]. Ma è di certo la prima volta che veniamo trattati in questo modo. Eppure, ci eravamo andati con tutti i crismi dell'ufficialità: due consiglieri regionali che si sono fatti precedere da una lettera al prefetto, due accompagnatori, due inviati dal Cerimoniale della Presidenza del Consiglio regionale. Ciononostante, al funzionario di polizia in quel momento responsabile del Centro, dottor Baldelli, al quale sarebbe più congeniale la definizione di sceriffo, c'è voluto più o meno un'ora e mezza per decidere che le autorizzazioni non erano «taroccate» e che potevamo entrare.
A quel punto, e non senza un giro vorticoso di telefonate, ci ha scortato assieme a un suo solerte «uomo» e a un silente vice direttore della Croce rossa, senza mai perderci di vista. «Ma cosa esattamente volete visitare?». Ci ha chiesto più volte. E noi: «tutto». «Ma alcuni settori non sono consentiti neppure al Garante dei detenuti», risponde. Poi, quando lo incalziamo per sapere di quali settori stia parlando, si corregge, cambia argomento. Prima tappa: le donne. «Siamo consiglieri regionali - diciamo - avete qualcosa da chiedere?». Le donne, per lo più nigeriane, ci guardano con un misto di scetticismo, ironia, e disperazione. «La libertà», risponde una e le altre annuiscono. Non parlano volentieri le donne, tranne una anziana rom che racconta di essere in Italia dal 1970 e di avere in questo paese partorito dieci figli che però non sono italiani e, stando così le cose, non lo saranno mai.
Andiamo nelle «gabbie» degli uomini. Lo scenario non cambia: doppie file di sbarre alte oltre tre metri e dentro stanze come tane per orsi, fatiscenti. Chi varca quei cancelli non ha i diritti che spettano ai detenuti né la dignità che spetta a ogni cittadino. Ponte Galeria è il luogo della sospensione di tutto, non devi neppure scontare una pena che non hai commesso. È una zona grigia, è una terra di nessuno nella quale non c'è legge se non quella di chi comanda. Come si può spiegare altrimenti, quello che anche a noi consiglieri è capitato? Mentre rivolgevamo anche agli uomini le medesime domande: «Cosa chiedete? Siamo del Consiglio regionale, avete domande da porci?» la musica è cambiata. Man mano che giovani e meno giovani, nigeriani e bosniaci, rom e richiedenti asilo, tunisini e est europei ci si facevano incontro per parlare, raccontare, spiegare, chiedere, il funzionario di polizia Baldelli ha cominciato a spingerli, a intimare loro di farsi da parte, ci ha tolto di mano la penna con la quale stavamo prendendo appunti, ha preteso che gli consegnassimo il blocchetto, ci ha spinto verso l'uscita.
E non sono mancati i toni sfottenti: a un giovane che si lamentava di non poter nemmeno comperare un deodorante, Baldelli ha risposto, noi testimoni: «Ma a cosa serve a te un deodorante?». Se non possiamo prendere appunti, anche se è la prima volta che ci capita, gli diciamo, possiamo almeno lasciare il nostro biglietto da visita? Negato. Mentre siamo costretti ad allontanarci, riusciamo appena a lasciare ai reclusi il nostro numero di telefono. Da quel momento, è un continuo squillare del telefono per chiamate dal Cie alle quali non sappiamo se potremo dare risposte. L'ultima, arrivata qualche minuto fa, ci diceva che il funzionario, evidentemente irritato, ha detto ai reclusi: «Voi da qui ve ne andrete solo quando io lo deciderò».
Anna Pizzo
Anna Pizzo è nata a Roma cinquantaquattro anni fa. E' laureata in filosofia e con Rossana Rossanda, coordina Antigone, la rivista dell'emergenza. E' Capo servizio del sociale, Capo redattore, coordinatrice de il manifesto mese e di Extra. Candidata dal PRC è nominata Consigliere Regionale nel maggio 2005. In Regione ricopre l'incarico di Consigliere Segretario dell'Ufficio di Presidenza.
Cronaca di una visita al Cie
Un sopralluogo al Centro di identificazione ed espulsione di Ponte Galeria alle porte di Roma. Una zona grigia di cui i migranti non hanno diritti, e oscuri poliziotti decidono su tutto. E maltrattano i consiglieri regionali
Gli appunti ci sono stati stracciati, la penna tolta di mano, siamo stati spinti oltre i cancelli e ammoniti a non farlo mai più. Si è concluso così il sopralluogo al Cie [Centro di identificazione ed espulsione] di Ponte Galeria, a Roma. Non era la prima volta che andavamo nell'ex Cpt della capitale né la prima che mettevamo piede in uno dei dieci Cpt attualmente funzionanti in Italia [ma se ne prevede la costruzione di altri nove]. Ma è di certo la prima volta che veniamo trattati in questo modo. Eppure, ci eravamo andati con tutti i crismi dell'ufficialità: due consiglieri regionali che si sono fatti precedere da una lettera al prefetto, due accompagnatori, due inviati dal Cerimoniale della Presidenza del Consiglio regionale. Ciononostante, al funzionario di polizia in quel momento responsabile del Centro, dottor Baldelli, al quale sarebbe più congeniale la definizione di sceriffo, c'è voluto più o meno un'ora e mezza per decidere che le autorizzazioni non erano «taroccate» e che potevamo entrare.
A quel punto, e non senza un giro vorticoso di telefonate, ci ha scortato assieme a un suo solerte «uomo» e a un silente vice direttore della Croce rossa, senza mai perderci di vista. «Ma cosa esattamente volete visitare?». Ci ha chiesto più volte. E noi: «tutto». «Ma alcuni settori non sono consentiti neppure al Garante dei detenuti», risponde. Poi, quando lo incalziamo per sapere di quali settori stia parlando, si corregge, cambia argomento. Prima tappa: le donne. «Siamo consiglieri regionali - diciamo - avete qualcosa da chiedere?». Le donne, per lo più nigeriane, ci guardano con un misto di scetticismo, ironia, e disperazione. «La libertà», risponde una e le altre annuiscono. Non parlano volentieri le donne, tranne una anziana rom che racconta di essere in Italia dal 1970 e di avere in questo paese partorito dieci figli che però non sono italiani e, stando così le cose, non lo saranno mai.
Andiamo nelle «gabbie» degli uomini. Lo scenario non cambia: doppie file di sbarre alte oltre tre metri e dentro stanze come tane per orsi, fatiscenti. Chi varca quei cancelli non ha i diritti che spettano ai detenuti né la dignità che spetta a ogni cittadino. Ponte Galeria è il luogo della sospensione di tutto, non devi neppure scontare una pena che non hai commesso. È una zona grigia, è una terra di nessuno nella quale non c'è legge se non quella di chi comanda. Come si può spiegare altrimenti, quello che anche a noi consiglieri è capitato? Mentre rivolgevamo anche agli uomini le medesime domande: «Cosa chiedete? Siamo del Consiglio regionale, avete domande da porci?» la musica è cambiata. Man mano che giovani e meno giovani, nigeriani e bosniaci, rom e richiedenti asilo, tunisini e est europei ci si facevano incontro per parlare, raccontare, spiegare, chiedere, il funzionario di polizia Baldelli ha cominciato a spingerli, a intimare loro di farsi da parte, ci ha tolto di mano la penna con la quale stavamo prendendo appunti, ha preteso che gli consegnassimo il blocchetto, ci ha spinto verso l'uscita.
E non sono mancati i toni sfottenti: a un giovane che si lamentava di non poter nemmeno comperare un deodorante, Baldelli ha risposto, noi testimoni: «Ma a cosa serve a te un deodorante?». Se non possiamo prendere appunti, anche se è la prima volta che ci capita, gli diciamo, possiamo almeno lasciare il nostro biglietto da visita? Negato. Mentre siamo costretti ad allontanarci, riusciamo appena a lasciare ai reclusi il nostro numero di telefono. Da quel momento, è un continuo squillare del telefono per chiamate dal Cie alle quali non sappiamo se potremo dare risposte. L'ultima, arrivata qualche minuto fa, ci diceva che il funzionario, evidentemente irritato, ha detto ai reclusi: «Voi da qui ve ne andrete solo quando io lo deciderò».
Anna Pizzo
Anna Pizzo è nata a Roma cinquantaquattro anni fa. E' laureata in filosofia e con Rossana Rossanda, coordina Antigone, la rivista dell'emergenza. E' Capo servizio del sociale, Capo redattore, coordinatrice de il manifesto mese e di Extra. Candidata dal PRC è nominata Consigliere Regionale nel maggio 2005. In Regione ricopre l'incarico di Consigliere Segretario dell'Ufficio di Presidenza.
ASSEMBLEA NO INCENERITORE
Un messaggio inserito nelle "Opinioni dei politici" riporta l'attenzione sul costruendo inceneritore di Albano. Una minaccia ancora più grave in considerazione del recente sequestro dell'inceneritore di Colleferro a causa dello smaltimento avvenuto in esso di rifiuti speciali pericolosi per la salute pubblica!
Sabato 14 Marzo 2009 nella sala consigliare di Cecchina in via Rocca Di Papa 65 alle ore 16:00 ci sarà un importante assemblea cittadina informativa sui danni prodotti dall inceneritore che vorrebbero costruire a Roncigliano e sui benefici che si potrebbero avere riciclando e riusando i rifiuti.
Ricordo a tutti che ciò che fuori esce da un gassificatore sono nano-polveri e diossina che (prove scientifiche lo dimostrano) provocano il CANCRO....
E' inutile ribadire che questa battaglia non ha colore politico, è trasversale poichè l'eventuale aria tossica prodotta da un gassificatore verrebbe respirata da esponenti di destra come pure da quelli di sinistra... E dalle loro famiglie... E dai loro figli...
Date le condizioni informarsi diventa un dovere... Non lasciamoci avvelenare!!!
Simone Carabella
Sabato 14 Marzo 2009 nella sala consigliare di Cecchina in via Rocca Di Papa 65 alle ore 16:00 ci sarà un importante assemblea cittadina informativa sui danni prodotti dall inceneritore che vorrebbero costruire a Roncigliano e sui benefici che si potrebbero avere riciclando e riusando i rifiuti.
Ricordo a tutti che ciò che fuori esce da un gassificatore sono nano-polveri e diossina che (prove scientifiche lo dimostrano) provocano il CANCRO....
E' inutile ribadire che questa battaglia non ha colore politico, è trasversale poichè l'eventuale aria tossica prodotta da un gassificatore verrebbe respirata da esponenti di destra come pure da quelli di sinistra... E dalle loro famiglie... E dai loro figli...
Date le condizioni informarsi diventa un dovere... Non lasciamoci avvelenare!!!
Simone Carabella
METROPOLI INESTETICHE PERIFERIE ANONIME
Metropoli inestetiche periferie anonime
perché costruire ancora?
Tonino Bucci intervista a Paolo Bernardini Docente Urbanistica
C'erano una volta il Belpaese, le sue città rinascimentali e barocche.
Da almeno dieci anni a questa parte l'Italia è stata cementificata, i suoi territori dissestati, e metropoli circondate da quartieri senza anima.
Si dice che siamo un popolo di proprietari di casa, eppure il governo Berlusconi sta varando in nome dell'emergenza abitazione un piano straordinario per l'edilizia, una sorta di megacondono senza precedenti, un lasciapassare per ampliare gli alloggi, per demolire e ricostruire indiscriminatamente con una semplice dichiarazione.
Ne parliamo con Paolo Berdini, docente di urbanistica.
Ma esiste davvero l'emergenza casa?
No. Non è vero. C'è stata di recente a Roma un'assemblea di tutti i comitati per la casa. Faremo una battaglia per il riutilizzo degli edifici pubblici - non degli immobili di proprietari privati.
Negli ultimi quindici anni di liberismo galoppante abbiamo venduto molti gioielli di famiglia regalandoli per pochi soldi alle grandi immobiliari, da Tronchetti Provera a Gabetti e compagnia bella. Proponiamo che gli edifici in via di dismissione o abbandonati, come le scuole in quartieri ormai senza bambini, vengano ristrutturati ad abitazione.
A Roma trenta-quarantamila famiglie sono in cerca di alloggio.
Questa potrebbe essere la soluzione. Ma vale anche per il resto dell'Italia.
Non esiste fabbisogno di nuovi alloggi. Tra l'altro in questi ultimi quindici anni si è costruito a ritmi inauditi senza risolvere il problema.
Gli strati sociali più bassi non hanno accesso al bene casa.
Non c'è stata un'edilizia pubblica in concorrenza con quella privata. Il valore di mercato delle case è schizzato verso l'alto. Non è così?
E' stata tutta edilizia privata. Da altre parti la bolla immobiliare è scoppiata. Qui in Italia no. Uno Stato liberale dovrebbe costruire le case per chi non ha reddito. Oggi però non serve costruire nuove abitazioni, è sufficiente recuperare i beni pubblici. E per chi dice che non ci sono i soldi sarebbe sufficiente che guardasse oltreoceano quel che sta facendo Obama a sostegno dell'economia.
Altro che recupero degli edifici pubblici. Il ministro Matteoli ha detto che bisogna aumentare le cubature delle case così che le giovani coppie possano costruirsi una stanza in più nell'alloggio dei genitori. Ognuno s'arrangi da sé...
Così non risolvo il problema della casa, faccio solo aumentare di un pezzetto il reddito delle famiglie in difficoltà facendogli ampliare la casa. Secondo, così distruggono il volto delle città lasciando libertà di demolire e ricostruire in modo indiscriminato.
L'edilizia non è solo un pezzo dell'economia. Il modo in cui costruiamo incide sulla qualità di vita e soprattutto sulla qualità delle relazioni sociali. Non c'è un'urgenza estetica delle nostre città?
L'Italia ci è cambiata sotto gli occhi. E' vero che, per fortuna, non ci sono riusciti del tutto. Gli strumenti urbanistici tutto sommato hanno tenuto. Però il dissesto c'è stato. Per fare un esempio, i quartieri nuovi che sorgevano nelle città ottocentesche in espansione erano piccoli gioielli abitativi. Erano case a bassa densità, pensiamo a Modena o a Parma.
Agli inizi del '900 costruivano villini o palazzine a tre piani che erano gioielli di periferia accessibili anche ai redditi medio-bassi. Se passa questo piano sciagurato per l'edilizia di Berlusconi, chi ha i soldi si costruisce un piano in più, chi non ce li ha si arrangia.
Sarebbe devastante per la bellezza delle città. Ma a questa classe dirigente della bellezza non importa niente. C'è invece un bisogno di qualità sociale della vita che la sinistra dovrebbe rappresentare.
Nelle periferie nascono quartieri anonimi senza servizi, senza collegamenti, senza legami comunitari. E' un caso, poi, che questi territori diventano serbatoio della paura e dell'odio per gli immigrati? Chi vive male non è più vulnerabile alla propaganda della sicurezza?
Verissimo. In questi anni hanno dato il via alla più dissennata costruzione di superfici commerciali che ci sia stata in Europa. In Italia non c'è regolamentazione, si può fare tutto. Con i grandi centri commerciali sono scomparsi quei piccoli negozi che garantivano un sistema minimo di relazioni sociali nei quartieri. Hanno il deserto nelle nostre città.
Non solo, con questo piano vogliono aumentare del venti per cento la superficie commerciale. Migliaia e migliaia di metri cubi di cemento in più, un affare per le grandi catene distributive. Senza contare che nel sud - e non solo - sarà un'occasione per la malavita organizzata.
Fonte: www.liberazione.it
perché costruire ancora?
Tonino Bucci intervista a Paolo Bernardini Docente Urbanistica
C'erano una volta il Belpaese, le sue città rinascimentali e barocche.
Da almeno dieci anni a questa parte l'Italia è stata cementificata, i suoi territori dissestati, e metropoli circondate da quartieri senza anima.
Si dice che siamo un popolo di proprietari di casa, eppure il governo Berlusconi sta varando in nome dell'emergenza abitazione un piano straordinario per l'edilizia, una sorta di megacondono senza precedenti, un lasciapassare per ampliare gli alloggi, per demolire e ricostruire indiscriminatamente con una semplice dichiarazione.
Ne parliamo con Paolo Berdini, docente di urbanistica.
Ma esiste davvero l'emergenza casa?
No. Non è vero. C'è stata di recente a Roma un'assemblea di tutti i comitati per la casa. Faremo una battaglia per il riutilizzo degli edifici pubblici - non degli immobili di proprietari privati.
Negli ultimi quindici anni di liberismo galoppante abbiamo venduto molti gioielli di famiglia regalandoli per pochi soldi alle grandi immobiliari, da Tronchetti Provera a Gabetti e compagnia bella. Proponiamo che gli edifici in via di dismissione o abbandonati, come le scuole in quartieri ormai senza bambini, vengano ristrutturati ad abitazione.
A Roma trenta-quarantamila famiglie sono in cerca di alloggio.
Questa potrebbe essere la soluzione. Ma vale anche per il resto dell'Italia.
Non esiste fabbisogno di nuovi alloggi. Tra l'altro in questi ultimi quindici anni si è costruito a ritmi inauditi senza risolvere il problema.
Gli strati sociali più bassi non hanno accesso al bene casa.
Non c'è stata un'edilizia pubblica in concorrenza con quella privata. Il valore di mercato delle case è schizzato verso l'alto. Non è così?
E' stata tutta edilizia privata. Da altre parti la bolla immobiliare è scoppiata. Qui in Italia no. Uno Stato liberale dovrebbe costruire le case per chi non ha reddito. Oggi però non serve costruire nuove abitazioni, è sufficiente recuperare i beni pubblici. E per chi dice che non ci sono i soldi sarebbe sufficiente che guardasse oltreoceano quel che sta facendo Obama a sostegno dell'economia.
Altro che recupero degli edifici pubblici. Il ministro Matteoli ha detto che bisogna aumentare le cubature delle case così che le giovani coppie possano costruirsi una stanza in più nell'alloggio dei genitori. Ognuno s'arrangi da sé...
Così non risolvo il problema della casa, faccio solo aumentare di un pezzetto il reddito delle famiglie in difficoltà facendogli ampliare la casa. Secondo, così distruggono il volto delle città lasciando libertà di demolire e ricostruire in modo indiscriminato.
L'edilizia non è solo un pezzo dell'economia. Il modo in cui costruiamo incide sulla qualità di vita e soprattutto sulla qualità delle relazioni sociali. Non c'è un'urgenza estetica delle nostre città?
L'Italia ci è cambiata sotto gli occhi. E' vero che, per fortuna, non ci sono riusciti del tutto. Gli strumenti urbanistici tutto sommato hanno tenuto. Però il dissesto c'è stato. Per fare un esempio, i quartieri nuovi che sorgevano nelle città ottocentesche in espansione erano piccoli gioielli abitativi. Erano case a bassa densità, pensiamo a Modena o a Parma.
Agli inizi del '900 costruivano villini o palazzine a tre piani che erano gioielli di periferia accessibili anche ai redditi medio-bassi. Se passa questo piano sciagurato per l'edilizia di Berlusconi, chi ha i soldi si costruisce un piano in più, chi non ce li ha si arrangia.
Sarebbe devastante per la bellezza delle città. Ma a questa classe dirigente della bellezza non importa niente. C'è invece un bisogno di qualità sociale della vita che la sinistra dovrebbe rappresentare.
Nelle periferie nascono quartieri anonimi senza servizi, senza collegamenti, senza legami comunitari. E' un caso, poi, che questi territori diventano serbatoio della paura e dell'odio per gli immigrati? Chi vive male non è più vulnerabile alla propaganda della sicurezza?
Verissimo. In questi anni hanno dato il via alla più dissennata costruzione di superfici commerciali che ci sia stata in Europa. In Italia non c'è regolamentazione, si può fare tutto. Con i grandi centri commerciali sono scomparsi quei piccoli negozi che garantivano un sistema minimo di relazioni sociali nei quartieri. Hanno il deserto nelle nostre città.
Non solo, con questo piano vogliono aumentare del venti per cento la superficie commerciale. Migliaia e migliaia di metri cubi di cemento in più, un affare per le grandi catene distributive. Senza contare che nel sud - e non solo - sarà un'occasione per la malavita organizzata.
Fonte: www.liberazione.it
QUALCOSA SI MUOVE!
Domenica 8 marzo, il tradizionale appuntamento con la Festa della Donna ad Ardea ha visto lo svolgersi di una riuscita manifestazione organizzata dai partiti dell'"Agorà". E' stata l'occasione per rinnovare il proposito di avviare un percorso comune per il raggiungimento degli obiettivi che le donne di Ardea perseguono da tempo: servizi sul territorio ed attività a sostegno delle donne e delle fasce deboli.
Straordinaria riuscita dell'iniziativa per la festa dell'otto Marzo, organizzata dalle donne dei partiti dell'agorà di Ardea: partito della rifondazione comunista, sinistra democratica, socialisti e verdi.
Si è tenuto un dibattito sulla condizione femminile in particolare ad Ardea sottolineando le profonde mancanze di servizi sul territorio e sulla necessità improrogabile di attivare iniziative rivolte alle donne e alle fasce deboli.
Questa giornata è stata l'occasione per presentare un progetto prezioso dedicato a tutte le donne: uno sportello d'ascolto, che raccoglie le richieste d'aiuto, aperto a tutte le problematiche del mondo femminile, come la violenza domestica, sul lavoro, sul mobing, sulla legge 104, con la collaborazione della c.g.i.l. che già opera con "sportello d" nel territorio di Pomezia.
L'incontro ricco di interventi si è concluso con la promessa di avviare un percorso unitario dedicando una giornata a settimana in sede per l'attivazione di un cammino che le donne di Ardea aspettavano da tempo.
PRC, PS, Verdi, SD
Straordinaria riuscita dell'iniziativa per la festa dell'otto Marzo, organizzata dalle donne dei partiti dell'agorà di Ardea: partito della rifondazione comunista, sinistra democratica, socialisti e verdi.
Si è tenuto un dibattito sulla condizione femminile in particolare ad Ardea sottolineando le profonde mancanze di servizi sul territorio e sulla necessità improrogabile di attivare iniziative rivolte alle donne e alle fasce deboli.
Questa giornata è stata l'occasione per presentare un progetto prezioso dedicato a tutte le donne: uno sportello d'ascolto, che raccoglie le richieste d'aiuto, aperto a tutte le problematiche del mondo femminile, come la violenza domestica, sul lavoro, sul mobing, sulla legge 104, con la collaborazione della c.g.i.l. che già opera con "sportello d" nel territorio di Pomezia.
L'incontro ricco di interventi si è concluso con la promessa di avviare un percorso unitario dedicando una giornata a settimana in sede per l'attivazione di un cammino che le donne di Ardea aspettavano da tempo.
PRC, PS, Verdi, SD
08 marzo 2009
VUOTE PROMESSE!
Il Comitato di Quartiere "Castagnola" sollecita il rispetto degli impegni presi con i cittadini di Ardea e in particolare con quelli del Quartiere Castagnola in merito ai problemi che affliggono Ardea.
Nonostante le sollecitazioni, iniziate a settembre 2008 presso il Campus Universitario di Selva dei Pini a Pomezia, dove venne presentato in conferenza stampa dall'Associazione Via Libera e dai CdQ Nuova Florida e Castagnola, un Dossier sulla sicurezza stradale ad Ardea; proseguite nel novembre 2008 con un incontro svoltosi presso la Casa Comunale con l'ass. ai LL.PP. De Angelis, i dirigenti ai LL.PP. e all'Urbanistica e il Direttivo del CdQ Castagnola, dove il Sindaco affermò che i lavori per la realizzazione della rete fognaria, essendo già state reperite le risorse finanziarie, sarebbero stati effettuati entro il 2009; fino a febbraio 2009, dopo numerose sollecitazioni per ottenere un tavolo di incontro per discutere del problema della messa in sicurezza del Fosso della Muratella, malgrado le assicurazioni verbali del Sindaco e del dr Capponi, direttore del Consorzio di Bonifica Pratica di Mare, sull'immediata effettuazione di un sopralluogo con i responsabili tecnici di Regione, Comune e Consorzio per verificare la fattibilità della proposta, finora niente di tutto ciò è stato concretizzato.
Siamo alle solite: fare promesse è rapido e non costa nulla e il povero cittadino se ne torna a casa con un barlume di speranza nel cuore, non potendo credere che quelle garanzie date con tanta sicurezza e dai vertici più alti di un Comune, altro non siano, finora, che vuote parole. Ma il nostro motto è "Arrendersi? Mai!"
Comitato di Quartiere "Castagnola" - Via della Vite, 10 - 00040 ARDEA (RM) - elenarusso2006@libero.it
Nonostante le sollecitazioni, iniziate a settembre 2008 presso il Campus Universitario di Selva dei Pini a Pomezia, dove venne presentato in conferenza stampa dall'Associazione Via Libera e dai CdQ Nuova Florida e Castagnola, un Dossier sulla sicurezza stradale ad Ardea; proseguite nel novembre 2008 con un incontro svoltosi presso la Casa Comunale con l'ass. ai LL.PP. De Angelis, i dirigenti ai LL.PP. e all'Urbanistica e il Direttivo del CdQ Castagnola, dove il Sindaco affermò che i lavori per la realizzazione della rete fognaria, essendo già state reperite le risorse finanziarie, sarebbero stati effettuati entro il 2009; fino a febbraio 2009, dopo numerose sollecitazioni per ottenere un tavolo di incontro per discutere del problema della messa in sicurezza del Fosso della Muratella, malgrado le assicurazioni verbali del Sindaco e del dr Capponi, direttore del Consorzio di Bonifica Pratica di Mare, sull'immediata effettuazione di un sopralluogo con i responsabili tecnici di Regione, Comune e Consorzio per verificare la fattibilità della proposta, finora niente di tutto ciò è stato concretizzato.
Siamo alle solite: fare promesse è rapido e non costa nulla e il povero cittadino se ne torna a casa con un barlume di speranza nel cuore, non potendo credere che quelle garanzie date con tanta sicurezza e dai vertici più alti di un Comune, altro non siano, finora, che vuote parole. Ma il nostro motto è "Arrendersi? Mai!"
Comitato di Quartiere "Castagnola" - Via della Vite, 10 - 00040 ARDEA (RM) - elenarusso2006@libero.it
I CITTADINI NON DEVONO PAGARE LA CRISI
Rifondazione Comunista rivendica un impegno straordinario della Regione su:
Comitato Politico Regionale
Gruppo Consiliare Regione Lazio
www.rifondazionelazio.it - prclazio@libero.it
- SANITÀ
- LAVORO
- TRASPORTO
- TERRITORIO E AMBIENTE
- POLITICHE SOCIALI
Comitato Politico Regionale
Gruppo Consiliare Regione Lazio
www.rifondazionelazio.it - prclazio@libero.it
04 marzo 2009
RIASFALTATURA E CONTRIBUTI
Il direttivo del Comitato di Quartiere "Nuova Florida" ha protocollato in data odierna due lettere riguardanti in un caso, le modalità di riasfaltatura di Via Pratica di Mare nel tratto compreso tra Via Sassari e L.go Udine, e nell'altro la possibilità di ottenere contributi per un milione di euro a quei Comuni che - oltre ad essere limitrofi al Comune di Roma - hanno subìto un incremento demografico superiore al 20% nel periodo 1999/2007.
Buona lettura...
FACCE DI BRONZO
PRC Ardea
Come dice un vecchio detto popolare, "siamo alla frutta". Penso che mai come in questi anni, Ardea abbia davvero toccato il fondo. Non si contano più gli attacchi che arrivano da ogni parte all'amministrazione Eufemi, i giornali locali sembrano abbiano indetto un concorso a premi sulle lamentele cittadine, a chi infierisce di più.
Proviamo quasi una tenerezza infantile verso la classe dirigente politica ardiese. Le strade dissestate, l'abusivismo edilizio, le scuole, la sicurezza, alberi che crollano, su vie a grande scorrimento, col rischio di uccidere qualcuno, occupazione abusiva di interi condomini, servizi carenti e promesse mai attuate, quartieri che insorgono, comuni cittadini che si trasformano in provetti leader di gruppi di protesta spontanei.
In questo decadimento generale, si è perso ormai di vista il gioco dei ruoli tradizionali, non c'è più chi amministra, non c'è chi fa opposizione, non c'è chi detta regole. Persino i partiti hanno perduto la loro istituzionalità.
Potremmo avviare un altro concorso: "Ma che c'ha il sindaco???"
Barbara Tamanti
Segretaria PRC - Circolo di Ardea
Come dice un vecchio detto popolare, "siamo alla frutta". Penso che mai come in questi anni, Ardea abbia davvero toccato il fondo. Non si contano più gli attacchi che arrivano da ogni parte all'amministrazione Eufemi, i giornali locali sembrano abbiano indetto un concorso a premi sulle lamentele cittadine, a chi infierisce di più.
Proviamo quasi una tenerezza infantile verso la classe dirigente politica ardiese. Le strade dissestate, l'abusivismo edilizio, le scuole, la sicurezza, alberi che crollano, su vie a grande scorrimento, col rischio di uccidere qualcuno, occupazione abusiva di interi condomini, servizi carenti e promesse mai attuate, quartieri che insorgono, comuni cittadini che si trasformano in provetti leader di gruppi di protesta spontanei.
In questo decadimento generale, si è perso ormai di vista il gioco dei ruoli tradizionali, non c'è più chi amministra, non c'è chi fa opposizione, non c'è chi detta regole. Persino i partiti hanno perduto la loro istituzionalità.
- I cittadini non si sentono rappresentati e si organizzano, dopo un certo periodo di frequentazione con gli uffici comunali, di incontri, si sentono traditi, presi in giro, cominciano ad odiare gli interlocutori politico-amministrativi, e scrivono alla stampa locale.
- Un gioco perverso senza risultato, una sorta di sfogo pubblico che lascia solo l'amaro senso di aver tentato...
- La stampa fa il suo lavoro, pubblica, come può pubblica ogni cosa, ogni piccola cosa, ma il risultato?
- Ecco che appare nitida la scelta del sindaco: riceve i cittadini, promette il suo impegno, poi quando questi si rivolgono ai giornali, lascia che si sfoghino, senza mai replicare, pubblicamente, e questo è ammirevole, ma neanche da segni di presa coscienza delle denunce disperate dei suoi concittadini.
Potremmo avviare un altro concorso: "Ma che c'ha il sindaco???"
Barbara Tamanti
Segretaria PRC - Circolo di Ardea
GRIDA! IL LAVORO CONTA
PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA
CIRCOLO "LUCIO LIBERTINI" DI POMEZIA
Venerdì 6 marzo sarà nelle edicole con Liberazione, il manifesto e Carta "GRIDA!" - IL LAVORO CONTA. Un dvd di oltre un'ora i cui ricavati convergeranno in un fondo di solidarietà per le vittime degli infortuni sul lavoro creato da Rifondazione Comunista.
Il dvd contiene i contributi di numerosi artisti (da Stefano Benni a Valerio Mastrandrea ad Ascanio Celestini) che hanno voluto partecipare a questa importante iniziativa editoriale.
Il prezzo del DVD è di soli 5 € + il prezzo del giornale che acquisterete in abbinamento.
PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA - Circolo "Lucio Libertini" di Pomezia
http://prcpomezia.splinder.com | prcpomezia@email.it - tel. 340/8699048
CIRCOLO "LUCIO LIBERTINI" DI POMEZIA
Venerdì 6 marzo sarà nelle edicole con Liberazione, il manifesto e Carta "GRIDA!" - IL LAVORO CONTA. Un dvd di oltre un'ora i cui ricavati convergeranno in un fondo di solidarietà per le vittime degli infortuni sul lavoro creato da Rifondazione Comunista.
Il dvd contiene i contributi di numerosi artisti (da Stefano Benni a Valerio Mastrandrea ad Ascanio Celestini) che hanno voluto partecipare a questa importante iniziativa editoriale.
Il prezzo del DVD è di soli 5 € + il prezzo del giornale che acquisterete in abbinamento.
PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA - Circolo "Lucio Libertini" di Pomezia
http://prcpomezia.splinder.com | prcpomezia@email.it - tel. 340/8699048
8 MARZO 2009
SINISTRA DEMOCRATICA - VERDI - RIFONDAZIONE COMUNISTA - PARTITO SOCIALISTA
INVITANO
Per Domenica 8 marzo alle ore 10
tutte le donne nella sede del CIRCOLO "AGORÀ" (Viale S. Lorenzo 46)
per celebrare la giornata internazionale della donna.
Sarà un incontro con mimosa dolci e aperitivo, ma sarà occasione per
Illustrare un progetto destinato alle donne di Ardea.
VI ASPETTIAMO NUMEROSE!
Sarà presente all'incontro: ADELE CACCIOTTI Segretaria Camera del lavoro CGIL di Pomezia
02 marzo 2009
MANUTENZIONE STRAORDINARIA STRADE ''LIMITROFE''
PRC Ardea
Bando di gara per "Lavori di manutenzione straordinaria
strade di pertinenza comunale aree limitrofe"
Così recita l'ultimo bando comunale da circa 200 mila Euro per la manutenzione di strade di pertinenza comunale e aree limitrofe. Naturalmente l'appalto prevede il subappalto e non ci è dato sapere quali strade saranno oggetto dell'intervento. Questo terzo appalto si aggiunge ai precedenti due, ciascuno di 400 mila Euro per Nuova Florida e T.S. Lorenzo.
Uno spacchettamento per aggirare le norme comunitarie che prevedono bandi europei sopra un certo importo. Un modo per continuare a gestire i Lavori Pubblici tutto in "famiglia", con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti.
Lavori senza programmazione ed eseguiti con approssimazione che hanno suscitato le proteste dei cittadini, un consigliere di opposizione finalmente ha tuonato contro l'amministrazione: «ci stanno prendendo per scemi e offendono le nostre intelligenze».
Quello che ci lascia perplessi è l'indifferenza del sindaco Eufemi che da professore e preside di scuola non corregge i suoi collaboratori amministrativi, infatti dovrebbe spiegarci cosa significa quella dicitura "aree limitrofe" che leggiamo sul bando di gara. Un bando così generico già lascia spazio a discrezionalità clientelare, figuriamoci la dicitura che comprende aree limitrofe non identificate.
C'è da scommettere che ancora una volta il famigliare, il conoscente, l'elettore "limitrofo" dovrà rivolgersi al politico o amministratore di turno per avere un pezzo di asfalto sulla sua strada.
Non siamo scemi, come dice giustamente il consigliere, ma anche molto attenti sul modo di governare di un Sindaco e di una maggioranza che ha ridotto Ardea ad un degrado senza precedenti.
Valtere Roviglioni - PRC Ardea
strade di pertinenza comunale aree limitrofe"
Così recita l'ultimo bando comunale da circa 200 mila Euro per la manutenzione di strade di pertinenza comunale e aree limitrofe. Naturalmente l'appalto prevede il subappalto e non ci è dato sapere quali strade saranno oggetto dell'intervento. Questo terzo appalto si aggiunge ai precedenti due, ciascuno di 400 mila Euro per Nuova Florida e T.S. Lorenzo.
Uno spacchettamento per aggirare le norme comunitarie che prevedono bandi europei sopra un certo importo. Un modo per continuare a gestire i Lavori Pubblici tutto in "famiglia", con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti.
Lavori senza programmazione ed eseguiti con approssimazione che hanno suscitato le proteste dei cittadini, un consigliere di opposizione finalmente ha tuonato contro l'amministrazione: «ci stanno prendendo per scemi e offendono le nostre intelligenze».
Quello che ci lascia perplessi è l'indifferenza del sindaco Eufemi che da professore e preside di scuola non corregge i suoi collaboratori amministrativi, infatti dovrebbe spiegarci cosa significa quella dicitura "aree limitrofe" che leggiamo sul bando di gara. Un bando così generico già lascia spazio a discrezionalità clientelare, figuriamoci la dicitura che comprende aree limitrofe non identificate.
C'è da scommettere che ancora una volta il famigliare, il conoscente, l'elettore "limitrofo" dovrà rivolgersi al politico o amministratore di turno per avere un pezzo di asfalto sulla sua strada.
Non siamo scemi, come dice giustamente il consigliere, ma anche molto attenti sul modo di governare di un Sindaco e di una maggioranza che ha ridotto Ardea ad un degrado senza precedenti.
Valtere Roviglioni - PRC Ardea
01 marzo 2009
SUCCESSO PER LA FESTA DEL TESSERAMENTO PRC
Grande partecipazione alla festa del tesseramento del PRC di Ardea.
L'iniziativa si è svolta in un atmosfera serena e propositiva, numerosi i giovani che hanno assistito al dibattito, che ha visto come ospite d'onore la compagna Bianca Braccitorsi membro del comitato nazionale di Rifondazione Comunista e storica fondatrice del partito.
Il suo intervento ha posto l'attenzione sulla deriva democratica del nostro paese ed ha invitato l'assemblea a lavorare insieme per ricostruire una società del diritto e del rispetto alle diversità, aderendo al progetto del partito della Rifondazione Comunista.
Il circolo di Ardea ringrazia tutti per la partecipazione e conferma il suo impegno civico e politico.
Barbara Tamanti - segr. PRC Circolo di Ardea
L'iniziativa si è svolta in un atmosfera serena e propositiva, numerosi i giovani che hanno assistito al dibattito, che ha visto come ospite d'onore la compagna Bianca Braccitorsi membro del comitato nazionale di Rifondazione Comunista e storica fondatrice del partito.
Il suo intervento ha posto l'attenzione sulla deriva democratica del nostro paese ed ha invitato l'assemblea a lavorare insieme per ricostruire una società del diritto e del rispetto alle diversità, aderendo al progetto del partito della Rifondazione Comunista.
Il circolo di Ardea ringrazia tutti per la partecipazione e conferma il suo impegno civico e politico.
Barbara Tamanti - segr. PRC Circolo di Ardea
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