Dilettanti allo sbaraglio. Non si offendano i dirigenti regolarmente eletti del Pd di Roma e del Lazio. Visto i loro comportamenti in questa tormentata marcia che porterà alle elezioni regionali, dovrebbero ringraziarci per non aver pronunciato male parole.
Per fortuna gli iscritti, che sono tanti, li ignorano, restano indifferenti di fronte alle loro beghe, quasi seguendo il dantesco “non ti curar di lor ma guarda e passa”, altri si incazzano, non li capiscono.
Hanno accolto Emma Bonino come meglio non potevano, si stanno mobilitando, fiutando che si può vincere, sbarrare la strada alla destra della Polverini che arriva fino ai neofascisti. Del resto lei da destra viene, ha diretto un sindacato corporativo che aveva cambiato nome ma era pur sempre un derivato dell’organizzazione missina, si gode l’amore quasi filiale, o meglio donnesco, di donna Almirante, ha il privilegio di vedersi salutare con il braccio teso, come ai tempi della buonanima, dicono le nuove camice nere.
Lei, come la Meloni, giovane ministro sostenuta da giovani per i quali la democrazia è un optional, non vede e non sente. E tira avanti. Nel caso ci pensa Ballarò a farla apparire come una che difende i lavoratori, che a Berlusconi non le manda a dire, che vuol togliere ai ricchi per dare ai poveri, libera come non mai, anche se sui diritti civili è più a destra dei clericali più incalliti. Il Foglio, Libero, il Giornale, i cui scribacchini sono esperti in tiro al bersaglio, altro è il mestiere di giornalista, sparano a zero, calunniano, offendono Emma Bonino. Si aggiunge il Riformista che, in omaggio all’editore, un imperatore delle cliniche private, mette sempre più in cattiva luce la candidata del centro sinistra. Che fare in questa situazione per un gruppo dirigente del più forte partito della coalizione, il Pd? La risposta, per persone di normale intelligenza, è una sola: pancia a terra a fare campagna elettorale. No, loro, i dilettanti allo sbaraglio, che fanno? Si sbranano, gli uni contro gli altri, bersaniani doc e dalemiani, franceschiniani, mariniani (di Marini e di Marino), veltroniani doc e meno doc, tradotti in sede territoriale sono un disastro.
Lo stesso Nicola Zingaretti che si è impegnato per risolvere il problema del candidato alla Regione quando il Pd era totalmente imballato guarda allibito. Viene nominato un coordinatore del comitato elettorale. Si scatena il finimondo. Riunioni, incontri, inciuci, raccolta di firme per convocare organismi, assemblee. Addirittura si mettono in campo controcomitati. Ogni giorno ha la sua pena. C’è stato perfino un dirigente Pd romano, un “emergente”, di quelli che due parole su tre richiamano la modernità, il partito aperto, il riformismo, segretario o presidente di un circolo storico che, per protesta contro la candidatura della Bonino, si è dimesso dall’incarico. Già che c’era si è dimesso anche da assessore del Municipio. Ma che c’entra Emma con un assessorato di un municipio? Dilettanti allo sbaraglio, appunto. Possono vincere e fanno di tutto per perdere. Qualcuno, i militanti, la base si diceva una volta, li fermi prima che sia troppo tardi. Da "www.dazebao.org"
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