28 gennaio 2010

VOCE DEL VERBO FARE

Voce del verbo fare: la sanità gestita con meritocrazia

 la sanità gestita con meritocrazia

Scritto da Vincenzo Maruccio

Prima di tutto desidero ringraziare le centinaia di persone che, attraverso questo sito, hanno partecipato alla scelta dello slogan che ci accompagnerà verso le regionali di marzo. C’è una gran voglia di mettere da parte i politici chiacchieroni a favore di chi ha voglia di fare, e di questa richiesta mi farò portavoce insieme a tutti voi. “Voce del verbo fare" sarà il nostro mantra.
Avanzeremo delle proposte concrete sui temi che più stanno a cuore ai nostri corregionali, e le realizzeremo nel corso della prossima legislatura.
Vorrei iniziare da un tema fondamentale, che riguarda i cittadini nei momenti di maggiore bisogno della loro vita, e già soltanto per questo dovrebbe rimanere fuori dall’arena politica: la sanità.
Questa giunta si è trovata a fronteggiare una situazione drammatica, rappresentata dalla cifra a dieci zeri del deficit lasciato in eredità dalla giunta precedente, formata da quelle stesse persone che oggi si stanno leccando i baffi, pregustando un ritorno alla mala gestione, all’affarismo, alla corruzione e al nepotismo che, stiano tranquilli, non ci sarà.
Nonostante questo, e nonostante i ricatti di un governo che definirei, eufemisticamente, poco collaborativo, la Regione Lazio ha pagato i suoi debiti, e ha proceduto alla riorganizzazione del sistema sanitario regionale. Una riorganizzazione forse ancora lacunosa, ma che ha indicato una strada dalla quale non si può tornare indietro.
Serve adesso uno scatto decisivo, che solo chi si è impegnato su questa inversione di tendenza può fare: eliminare ogni ingerenza politica nella gestione della salute dei cittadini, affidando i ruoli dirigenziali soltanto a professionisti di provata esperienza. Mi rendo conto che su questo tema insisteranno anche coloro che in questi anni, dai banchi dell’opposizione, non hanno perso la minima occasione per piazzare ai vertici delle Asl personaggi a loro fedeli, scambiando un luogo dove i cittadini vanno a farsi curare per un centro di potere e di clientela. Proprio per questo la nostra attenzione dovrà essere massima e ci sforzeremo di far capire ai cittadini che è in gioco il loro benessere, contro il quale nessuno compromesso, né paludoso affare può avere diritto di esistere.
E non mi riferisco solamente alla nomina di direttori generali o manager, ma penso in particolare alla nomina dei primari. La sanità che abbiamo in mente è fatta di professionisti di provata esperienza e capacità, in grado di coniugare con la passione e l’abnegazione quotidiana la propria competenza al sevizio dei cittadini più bisognosi. Una sanità che non perda di vista la cura del malato per correre dietro a incarichi e infilarsi in labirinti burocratici. Una sanità fatta da persone capaci, che ricoprono ruoli conformi alle loro professionalità, costruite con anni di studi e senza la scorciatoia della tessera di partito in tasca. Professionisti ai quali tutti noi potremo affidarci serenamente.

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