31 dicembre 2009
PD CIRCOLO DI ARDEA
SOSTEGNO ALL’INIZIATIVA DELL’IDV
Il Circolo di Ardea del PD esprime tutto il suo appoggio alle osservazioni al Piano Particolareggiato della Banditella presentate al Comune di Ardea dal Responsabile dell’IDV locale, Alberto Delli Colli.
Le considerazioni contenute nella nota protocollata sono pienamente condivise sia per l’acuta analisi politica e tecnica che esprimono sia per l’attenzione e la preparazione che dimostrano nei confronti di quanto si svolge sulla Rocca.
La voce dell’IDV si leva unanime con quella del PD per denunciare un agire amministrativo che spazia dall’illegittimità alla non conformità alle prescrizioni di legge, dall’annullabilità dei provvedimenti al disagio percepito all’interno della stessa maggioranza e infine, ultima ma non ultima, la situazione di quella parte della popolazione di Ardea che, priva di sponsor e parentele, vede costantemente ignorate le proprie istanze e misconosciuti i propri diritti.
In difesa di costoro il PD continuerà a promuovere e sostenere tutte quelle iniziative che prenderanno vita allo scopo di rinsaldare una seria opposizione e riorganizzazione delle forze di sinistra nel nostro territorio per trovarci pronti a quel cambio della guardia che porterà ben presto ad
UN’ARDEA ALTERNATIVA
Ufficio Stampa PD Ardea
Pisani - Russo
Il Circolo di Ardea del PD esprime tutto il suo appoggio alle osservazioni al Piano Particolareggiato della Banditella presentate al Comune di Ardea dal Responsabile dell’IDV locale, Alberto Delli Colli.
Le considerazioni contenute nella nota protocollata sono pienamente condivise sia per l’acuta analisi politica e tecnica che esprimono sia per l’attenzione e la preparazione che dimostrano nei confronti di quanto si svolge sulla Rocca.
La voce dell’IDV si leva unanime con quella del PD per denunciare un agire amministrativo che spazia dall’illegittimità alla non conformità alle prescrizioni di legge, dall’annullabilità dei provvedimenti al disagio percepito all’interno della stessa maggioranza e infine, ultima ma non ultima, la situazione di quella parte della popolazione di Ardea che, priva di sponsor e parentele, vede costantemente ignorate le proprie istanze e misconosciuti i propri diritti.
In difesa di costoro il PD continuerà a promuovere e sostenere tutte quelle iniziative che prenderanno vita allo scopo di rinsaldare una seria opposizione e riorganizzazione delle forze di sinistra nel nostro territorio per trovarci pronti a quel cambio della guardia che porterà ben presto ad
UN’ARDEA ALTERNATIVA
Ufficio Stampa PD Ardea
Pisani - Russo
30 dicembre 2009
VECCHI SENZA RESURREZIONE
Martedì sera a Vespa a Vespa si parlava di pensioni, argomento dalle mille sfaccettature. Si potrebbe cominciare col dire che se gli attuali pensionati, dopo trentacinque o quarant'anni di lavoro, hanno remunerazioni ridicole, e ancor peggio andrà a quelli che li seguiranno, è perché negli anni '80 la classe politica ha sperperato i soldi, per motivi clientelari e di cattura del consenso, con pensioni di anzianità fasulle, le pensioni di invalidità false, le pensioni baby, le "pensioni d'oro".
Per quanto infame, non è però questa la responsabilità più grave della classe dirigente di allora. Ma la mancanza di qualsiasi volontà o capacità di previsione. La statistica è una scienza fallibile, come tutte le scienze, fa eccezione la statistica demografica che è in grado di fornire previsioni con un'attendibilità vicina al cento per cento. Negli anni '80 si poteva quindi sapere, con precisione quasi matematica, quale sarebbe stata la composizione per età della popolazione italiana del Duemila e che il numero degli anziani pensionati o pensionabili, grazie a quella trappola chiamata "allungamento della vita media", sarebbe stato esorbitante.
Ma i dirigenti di allora non presero nemmeno in considerazione questo fenomeno. Che gli fregava, a loro, di quello che sarebbe successo venti o trent'anni dopo? Ciò che gli importava era il consenso, "qui e ora". Cosa che ha fatto dire all'insospettabile Giovanni Sartori che «le democrazie vivono nell'immediato e non provvedono al futuro». Che è un limite non da poco. Ma c'è anche dell'altro. In democrazia non possono mai essere individuati, e colpiti, i responsabili nel momento in cui lo sono. A chi andiamo a chiedere conto oggi del collasso del sistema pensionistico e dei duri sacrifici che, in questo settore, si dovranno chiedere ai lavoratori? All' "esule" Craxi sepolto ad Hammamet? All'ectoplasma di Andreotti? A Forlani?
Tuttavia c'è qualcosa di peggio di ricevere una pensione misera. Ed è il concetto stesso di pensione, un'istituto agghiacciante che solo la crudele astrattezza della Modernità poteva inventare. Da un giorno all'altro tu perdi il posto, sia pur modesto, che avevi nella società e vieni buttato nel magazzino dei ferrivecchi. E adesso vai a curare le gardenie, povero, vecchio e inutile stronzo. Nella società preindustriale le cose avvenivano più gradualmente. Il vecchio alleggeriva le proprie occupazioni abituali man mano che calavano le energie fisiche, lasciando i lavori più impegnativi e faticosi ai membri giovani del gruppo, mantenendone però la conduzione. Gli rimanevano prestigio e ruolo perché in una società a prevalente tradizione orale e che si rinnovava molto lentamente era il detentore del sapere.
Nella società industriale il vecchio, e anche chi non lo è ancora biologicamente, viene inesorabilmente superato dal rapidissimo progresso tecnologico. Il suo sapere è obsoleto, come lo è lui. Scrive il grande storico italiano Carlo Maria Cipolla: «Nella società agricola il vecchio è il saggio, in quella industriale un relitto». Meditate, suorine moderniste del Fatto, meditate.
Per quanto infame, non è però questa la responsabilità più grave della classe dirigente di allora. Ma la mancanza di qualsiasi volontà o capacità di previsione. La statistica è una scienza fallibile, come tutte le scienze, fa eccezione la statistica demografica che è in grado di fornire previsioni con un'attendibilità vicina al cento per cento. Negli anni '80 si poteva quindi sapere, con precisione quasi matematica, quale sarebbe stata la composizione per età della popolazione italiana del Duemila e che il numero degli anziani pensionati o pensionabili, grazie a quella trappola chiamata "allungamento della vita media", sarebbe stato esorbitante.
Ma i dirigenti di allora non presero nemmeno in considerazione questo fenomeno. Che gli fregava, a loro, di quello che sarebbe successo venti o trent'anni dopo? Ciò che gli importava era il consenso, "qui e ora". Cosa che ha fatto dire all'insospettabile Giovanni Sartori che «le democrazie vivono nell'immediato e non provvedono al futuro». Che è un limite non da poco. Ma c'è anche dell'altro. In democrazia non possono mai essere individuati, e colpiti, i responsabili nel momento in cui lo sono. A chi andiamo a chiedere conto oggi del collasso del sistema pensionistico e dei duri sacrifici che, in questo settore, si dovranno chiedere ai lavoratori? All' "esule" Craxi sepolto ad Hammamet? All'ectoplasma di Andreotti? A Forlani?
Tuttavia c'è qualcosa di peggio di ricevere una pensione misera. Ed è il concetto stesso di pensione, un'istituto agghiacciante che solo la crudele astrattezza della Modernità poteva inventare. Da un giorno all'altro tu perdi il posto, sia pur modesto, che avevi nella società e vieni buttato nel magazzino dei ferrivecchi. E adesso vai a curare le gardenie, povero, vecchio e inutile stronzo. Nella società preindustriale le cose avvenivano più gradualmente. Il vecchio alleggeriva le proprie occupazioni abituali man mano che calavano le energie fisiche, lasciando i lavori più impegnativi e faticosi ai membri giovani del gruppo, mantenendone però la conduzione. Gli rimanevano prestigio e ruolo perché in una società a prevalente tradizione orale e che si rinnovava molto lentamente era il detentore del sapere.
Nella società industriale il vecchio, e anche chi non lo è ancora biologicamente, viene inesorabilmente superato dal rapidissimo progresso tecnologico. Il suo sapere è obsoleto, come lo è lui. Scrive il grande storico italiano Carlo Maria Cipolla: «Nella società agricola il vecchio è il saggio, in quella industriale un relitto». Meditate, suorine moderniste del Fatto, meditate.
29 dicembre 2009
2010, BRINDANO: FACCENDIERI - TRAFFICANTI - EVASORI
COMUNICATO STAMPA
SCUDO FISCALE: FESTEGGIANO BANCHIERI,FACCENDIERI,TRAFFICANTI E MEF, PER IL RIMPATRIO DI 93 MILIARDI EURO,IN FORMA ANONIMA ED IN DEROGA NORMA ANTIRICICLAGGIO,CON OBOLO DI 4,650 MILIARDI,INVECE DI 46 MLD. NON FESTEGGIANO GLI ONESTI,COSTRETTI A VERSARE PER EVASORI 3 PUNTI DI PIL
Nello stesso giorno in cui vengono diffusi dati allarmanti sui gravi disagi economici delle famiglie che arrivano a fine del mese con molte difficoltà (il 17,0 per cento, contro il 15,4 per cento del 2007),con un aumento di quelle che non riescono a provvedere regolarmente al pagamento delle bollette (11,9 per cento, contro l'8,8 per cento del 2007),all'acquisto di abiti necessari (18,2 per cento, contro il 16,9 per cento), con un ulteriore l'incremento di famiglie cui è capitato di non avere soldi sufficienti per pagare le spese per i trasporti (8,3 per cento, contro il 7,3 per cento del 2007) e di quelle che sono in arretrato con il pagamento del mutuo (7,1 per cento,contro il 5,0 per cento), né di poter riscaldare adeguatamente la propria abitazione (10,9 per cento) e quelle che hanno risorse insufficienti per gli alimenti (5,7 per cento) e per le spese mediche (11,2 per cento),con un terzo delle famiglie (31,9 per cento) che non è in grado di far fronte ad una spesa imprevista di 750 euro con risorse proprie, il Ministro Tremonti brinda,con banchieri,evasori e trafficanti, agli straordinari successi del terzo riciclaggio di Stato.
Il Tesoro è molto soddisfatto per il grande successo dello scudo fiscale,che ha permesso il rimpatrio di 95 miliardi di euro, fa sapere con soddisfazione il ministero dell'economia, spiegando che "la cifra (pari a 190.000 miliardi di vecchie lire) è il volume delle operazioni,e su questo volume, il 98% è fatto da rimpatri effettivi in Italia".
Se questi numeri,per il MEF,marcano uno straordinario successo facendo brindare i banchieri, che hanno incassato da 1 ad 1,5 miliardi di euro di sole commissioni (variabili dall’1 al 3%); gli evasori, i faccendieri ed i trafficanti,che in deroga alla normativa antiriciclaggio ed in forma anonima,pagando un piccolo obolo di 4,650 miliardi,ne hanno rimpatriato 95 di miliardi di euro; non possono dichiarare la loro soddisfazione-dichiarano Lannutti e Trefiletti- quei contribuenti onesti,fatti di lavoratori, pensionati e piccole e medie imprese vessate e tartassate da un fisco bifronte,che ha scippato dalle loro tasche almeno 3 punti di Pil, ossia quei 46 miliardi di euro ai quali dovevano essere assoggettati i capitali scudati rimpatriati, se non fossero stati evasi ed esportati illecitamente nei paradisi fiscali e/o legali.
Ed oltre al danno,i lavoratori,i pensionati e le piccole e medie imprese tartassate alla fonte che hanno subito una pressione fiscale più elevata proprio a causa di quei disonesti scudati per la terza volta in soli 7 anni dal solito Ministro Tremonti, che affermando sarebbe stata l’ultima volta,ha trovato proprio con i condoni tombali le ricette necessarie per combattere l’evasione fiscale, potranno ricevere la spiacevole beffa della terza bolla immobiliare, se è vero che almeno il 40 per cento dei soldi scudati verranno indirizzati verso il “mattone”, contribuendo ad una lievitazione artificiosa dei prezzi delle case,che diventeranno inaccessibili proprio per i giovani e per le famiglie dei lavoratori dipendenti e di migliaia di precari,costretti a festeggiare il Natale all’addiaccio,sui tetti delle fabbriche,per difendere miseri salari da 800-1.000 euro al mese.
29.12.2009
da http://www.federconsumatori.it/
RAI, IL CANONE AUMENTA
E IL DIGITALE FA FLOP
L'ULTIMO DONO A MEDIASET
Il canone annuale della Rai aumenterà dai 107,5 euro del 2009 ai 109 euro per il 2010. Non è una notiziola di poco conto. In verità si tratta dell'ennesimo "regalino" a Mediaset. La piccola postilla contenuta nel decreto "ad aziendam" a firma Romani elargisce l'ultima regalìa alle famiglie del premier. L'ultima perché, in ordine, sotto l'albero di Natale, il governo ha lasciato ancora alla grande famiglia di Arcore il dimezzamento della raccolta pubblicitaria di Sky già pesantemente penalizzata dall'aumento dell'Iva al 20%, ed ora costretta a diminuire gli spot da dodici minuti per ora a soli sette minuti per ora. Il provvedimento, è vero, è indirizzato a tutte le tv a pagamento e interessa effettivamente anche Mediaset Premium, ma i dati pervenuti indicano come la piattaforma digitale del Biscione non sia ancora arrivata al 12% della raccolta pubblicitaria rendendo così palesemente "chiara" la strategia dell'Esecutivo. Non basta: perché gli amici del Partito dell'Amore hanno pensato bene di preparare un altro bel dono alla prole Berlusconi. Così, grazie a un mix di spot e telepromozioni, si sono rese più elastiche le soglie tollerate per la raccolta di pubblicità destinata alle trasmissioni in chiaro delle tv private. Così, come se non bastasse, al comma 2 dell'articolo 37 si legge ancora come in occasioni di eventi o manifestazioni sportive sia consentito inserire televendite, nei programmi per bambini superiori ai 30 minuti di durata le interruzioni pubblicitarie salgono da una a due. E dire che quel decreto a firma Romani doveva servire per adeguare il Paese alle direttive europee. Ma pazienza. E' sempre in questo decreto che, ultima, si inserisce appunto la norma che prevede il rincaro, per il prossimo anno, di circa l'1,50% del canone Rai, che passerà dagli attuali 107 a 109 euro. Una specie di tassa da pagare per continuare a vedere Santoro e Rai tre per esempio, laddove è ancora possibile vederli. Sì, perché il digitale sta facendo "flop" praticamente ovunque. Tanto da aver allertato tutte le associazioni dei consumtori e non solo. L'ultima protesta proviene persino dall'assessorato per la tutela dei consumatori della Regione Lazio che ha esplicitamente chiesto a Tremonti e Romani di esentare la Regione dal pagamento del canone. I motivi? Sono presto detti. «Sono centinaia ormai - si legge in una nota a firma Anna Salome Coppotelli (Psi) - i cittadini che continuano a chiamare il nostro numero verde per segnalare disservizi legati al digitale. La nostra richiesta di esentare il Lazio dal pagamento non è una "boutade". Ma parte dalla constatazione che con il passaggio al digitale i cittadini del Lazio non hanno più potuto vedere le trasmissioni di Raidue dallo switch over dello scorso giugno». Per non parlare di alzune zone, come Ardea per esempio, dove i canali Rai sono rimasti oscurati per diversi giorni e dove il segnale continua ad arrivare con difficoltà. La richiesta pertanto è netta: esentare tutti i cittadini dalla Regione dal pagamento di una tassa che non serve allo scopo. Ma chissà che, invece, lo scopo (oscurare i canali Rai, ndr) non sia chiarissimo a chi governa.
CM 27/12/2009
da http://www.liberazione.it/
28 dicembre 2009
SALDI SALDI SALDI DAL 2 GENNAIO NEL LAZIO
Dal 2 gennaio partirà la stagione invernale dei saldi. Ecco qualche consiglio utile per fare degli acquisti convenienti, evitando le truffe
Fra pochi giorni scatterà il via alla stagione invernale dei saldi e, nonostante prevediamo un calo degli acquisti dato il periodo di crisi che sta ormai colpendo il nostro Paese da mesi, per molti sarà caccia all’affare. Ecco allora qualche consiglio utile per acquistare in modo consapevole e conveniente evitando di prendere il tradizionale “bidone”.
– Non farsi prendere dalla frenesia dell’acquisto e dal volere comprare a tutti i costi;
– È bene preferire i saldi di articoli venduti in pochissimi numeri e taglie, che sono quelli più seri e, generalmente, i più convenienti, trattandosi di merce residua di cui il negoziante ha interesse a disfarsi (per esempio, pochi numeri dello stesso tipo di scarpe);
– diffidare di chi apre un saldo dopo una vendita promozionale;
– per i capi di abbigliamento accertarsi che la composizione eventualmente dichiarata nel cartellino d’accompagnamento corrisponda a quella dell’etichetta vera e propria del prodotto;
– non comprare capi d’abbigliamento che non hanno l’etichetta di composizione e preferire quelli che hanno anche l’etichetta di manutenzione, ovvero le istruzioni per il lavaggio o pulitura, che è un riscontro affidabile di quella di composizione;
– preferire i prodotti di marca nota, che nel settore dell’abbigliamento danno più affidamento, ma fare attenzione alla veridicità del marchio esposto, perché vi sono marchi che imitano nelle fattezze o in qualche elemento quelli più noti;
– controllare sempre le taglie quando si tratta di un capo d’abbigliamento a due pezzi, se è venduto a prezzi stracciati e se non è ammessa la prova di indossabilità, poiché potrebbero essere due taglie diverse.
Inoltre, è utile sapere che i negozianti:
– sono responsabili del difetto del prodotto ai sensi dell’articolo 132 del Codice del consumo (D. Lvo n. 206/2005), che sia in saldo o che non lo sia;
– sono tenuti a sostituire il prodotto o rimborsare il prezzo ai sensi dell’articolo 130 dello stesso Codice, se c’è difetto grave e non riparabile;
– possono modificare l’operazione di cassa anche nei giorni successivi, in quanto il registratore ha il tasto per evidenziare sullo scontrino “eventuali rimborsi per restituzione di vendite”, come ha previsto l’articolo 8 del decreto ministeriale 30 marzo 1992 e una successiva circolare del ministero delle Finanze del 5 giugno 1992.
Contrariamente a quanto pensano molti consumatori, va invece precisato che i saldi non riguardano necessariamente tutta la merce del negozio, ma quella a saldo deve essere tenuta separata e ben individuabile rispetto a quella di prezzo normale. In questo caso, oltre al prezzo di vendita va indicata la percentuale di sconto, sotto pena della sanzione di 1032 euro, ma nessuna norma prevede un minimo di sconto, che è completamente libero e può essere anche “sottocosto” senza osservare le relative regole.
Autore: Sonia Galardo
Data: 28 dicembre 2009
da http://www.consumatori.it/
Fra pochi giorni scatterà il via alla stagione invernale dei saldi e, nonostante prevediamo un calo degli acquisti dato il periodo di crisi che sta ormai colpendo il nostro Paese da mesi, per molti sarà caccia all’affare. Ecco allora qualche consiglio utile per acquistare in modo consapevole e conveniente evitando di prendere il tradizionale “bidone”.
– Non farsi prendere dalla frenesia dell’acquisto e dal volere comprare a tutti i costi;
– È bene preferire i saldi di articoli venduti in pochissimi numeri e taglie, che sono quelli più seri e, generalmente, i più convenienti, trattandosi di merce residua di cui il negoziante ha interesse a disfarsi (per esempio, pochi numeri dello stesso tipo di scarpe);
– diffidare di chi apre un saldo dopo una vendita promozionale;
– per i capi di abbigliamento accertarsi che la composizione eventualmente dichiarata nel cartellino d’accompagnamento corrisponda a quella dell’etichetta vera e propria del prodotto;
– non comprare capi d’abbigliamento che non hanno l’etichetta di composizione e preferire quelli che hanno anche l’etichetta di manutenzione, ovvero le istruzioni per il lavaggio o pulitura, che è un riscontro affidabile di quella di composizione;
– preferire i prodotti di marca nota, che nel settore dell’abbigliamento danno più affidamento, ma fare attenzione alla veridicità del marchio esposto, perché vi sono marchi che imitano nelle fattezze o in qualche elemento quelli più noti;
– controllare sempre le taglie quando si tratta di un capo d’abbigliamento a due pezzi, se è venduto a prezzi stracciati e se non è ammessa la prova di indossabilità, poiché potrebbero essere due taglie diverse.
Inoltre, è utile sapere che i negozianti:
– sono responsabili del difetto del prodotto ai sensi dell’articolo 132 del Codice del consumo (D. Lvo n. 206/2005), che sia in saldo o che non lo sia;
– sono tenuti a sostituire il prodotto o rimborsare il prezzo ai sensi dell’articolo 130 dello stesso Codice, se c’è difetto grave e non riparabile;
– possono modificare l’operazione di cassa anche nei giorni successivi, in quanto il registratore ha il tasto per evidenziare sullo scontrino “eventuali rimborsi per restituzione di vendite”, come ha previsto l’articolo 8 del decreto ministeriale 30 marzo 1992 e una successiva circolare del ministero delle Finanze del 5 giugno 1992.
Contrariamente a quanto pensano molti consumatori, va invece precisato che i saldi non riguardano necessariamente tutta la merce del negozio, ma quella a saldo deve essere tenuta separata e ben individuabile rispetto a quella di prezzo normale. In questo caso, oltre al prezzo di vendita va indicata la percentuale di sconto, sotto pena della sanzione di 1032 euro, ma nessuna norma prevede un minimo di sconto, che è completamente libero e può essere anche “sottocosto” senza osservare le relative regole.
Autore: Sonia Galardo
Data: 28 dicembre 2009
da http://www.consumatori.it/
IDV: "OSSERVA" IL PIANO PARTICOLAREGGIATO DELLA BANDITELLA
Al Sig. Sindaco del Comune di Ardea
Oggetto : Osservazioni al Piano Particolareggiato di Recupero della Zona C4 del vigente PRG denominata “ Banditella Alta “ , ai sensi della L. R. Lazio n. 28 / 80- Delibera C.C. n. 73 del 15-9-2009
Il sottoscritto Sig. Delli Colli Alberto, nato a Roma il 17-6-61 e residente in Ardea – Via Novara 56 – in rappresentanza dell’Italia dei Valori di Ardea, presenta Osservazioni al Piano in oggetto distinto, pubblicato con Avviso del Dirigente Area Urbanistica in data 27-10-2009, ai sensi della Legge 1150 / 42.
1) Innanzitutto a livello amministrativo si rileva l’illeggittimità della Delibera di affidamento della redazione del Piano stesso, in quanto viziata nella definizione dell’oggetto e della procedura: l’oggetto recitava “ … aggiornamento e completamento degli elaborati…” mentre evidentemente si trattava della variante speciale di PRG ai sensi della Legge Regionale 28 / 80; per la procedura si rileva la assoluta mancanza di evidenza pubblica per l’affidamento che è avvenuto invece discrezionalmente con incarico a chiamata diretta.
2) Sempre a livello politico si rileva come il Piano, sia pure redatto con incarico fiduciario dall’Arch. incaricato, sia non condiviso dalla grande maggioranza della popolazione di Ardea, che si esprime e rappresenta con la fuga dei suoi rappresentanti in Consiglio Comunale; il Piano viene votato a favore solo da sette Consiglieri Comunali su 21 componenti. Assenze che politicamente esprimono contrarietà alle decisioni assunte nel Piano ed altre che esprimono invece l’esistenza di interessi diretti, personali e familiari di alcuni Consiglieri Comunali.
Tutto ciò dovrebbe far politicamente riflettere la maggioranza e prendere atto dei danni che con tale atto comporta al paese ed agli interessi diffusi della cittadinanza.
Nel merito delle decisioni urbanistiche assunte nel Piano pubblicato, come distinto in oggetto, si rileva quanto segue, e si chiede esplicitamente la modifica sostanziale con l’accoglimento delle presenti osservazioni :
a) Il perimetro del Piano non è conforme alle prescrizioni della Legge Regionale del Lazio n. 28 del 2-5-80 e s.m.i. in quanto risulta non rispondente alla zona abusivamente costituita ma si allarga a comprendere aree e lotti liberi e inedificati in modo improprio, determinando un evidente contrasto con le disposizioni della Legge suddetta; infatti l’aumento di volumetrie edificabili determina un automatico incremento della popolazione residente nel nucleo, che invece dovrebbe tendere al solo recupero e riqualificazione urbanistica e non essere l’occasione per aumentare a dismisura le cubature private sui lotti liberi; tutto ciò in contrasto con quanto espresso all’art. 6 punto c della L.R. 28/80 “ …c) il numero di abitanti insediabili non può eccedere quello degli abitanti insediati;”
Inoltre si rileva una carenza di approfondimento tecnico che riguarda le volumetrie previste perché non si sono rapportate all’intero territorio, come previsto all’art. 6 parte seconda lettera e : “… e) la nuova volumetria deve essere compresa all'interno del fabbisogno complessivo dello strumento urbanistico generale approvato o adottato; …” la qual cosa evidentemente non è stata verificata.
b) L’annullamento dei Comparti è un errore che potrebbe determinare in questa sede anche delle ingiustizie e parzialità per la discrezionalità che tale decisione può comportare sulle singole proprietà; il Comparto verrebbe realizzato infatti dagli stessi proprietari, mentre le scelte dirette vengono poste in essere dal progettista del Piano o dall’Amministrazione Comunale.
L’art. 6 della L.R. 28/80 recita espressamente : “ …Nei nuclei perimetrati ai sensi dell'articolo 1, secondo comma, gli interventi sulle aree inedificate devono essere finalizzati alla riqualificazione urbanistica e si attuano attraverso comparti o comprensori d'iniziativa pubblica o privata… “.
La decisione assunta nel Piano risulta dunque in contrasto con le prescrizioni della Legge medesima.
c) Nel Piano viene annullata la previsione della Zona 167 / 62 con grave danno degli interessi diffusi della popolazione di Ardea, per la sottrazione di opportunità di alloggi sociali a costi adeguati a fasce deboli della società ardeatina. E’ evidente che si tratta di una scelta tutta politica nella quale il Comune sceglie di sottrarre ai cittadini opportunità ed occasioni immobiliari a vantaggio di interessi più ristretti.
Tale decisione, per quanto politicamente impopolare ed ingiusta, risulta inoltre in contrasto con le disposizioni della L. R. 28 /80 che all’art. 6 recita espressamente : “ … Il comune puo', quando ne ricorra la necessita' adeguatamente documentata, comprendere nella variante aree adiacenti al perimetro dei nuclei, da destinare all' edilizia residenziale pubblica, attraverso piano di zona ai sensi della legge n. 167 del 1962, fermi restando per questa ultima i limiti della legislazione vigente….”
d) Il Piano riguarda una Zona fortemente carente di infrastrutture viarie e nella quale la condizione ambientale è stata compromessa da edificazioni che hanno paradossalmente interessato il corso ed il letto di canali, scoli e fossi, con i conseguenti allagamenti e le esondazione note alle cronache.
Ai sensi dell’art. 4 comma c della Legge regionale 28 / 80 che recita come segue : “…. c) la compatibilita' con eventuali vincoli di varia natura esistenti nel territorio (rispetto idrogeologico - paesistito - archeologico ed altri) ivi compresi quelli di cui alle leggi regionali 2 luglio 1974, n. 30 e 25 ottobre 1976, n. 52….” Si chiede, con le presenti Osservazioni il rispetto, la verifica e l’adeguamento a quanto contenuto nei Piani Paesistici Regionali adottati dal Consiglio regionale del Lazio nel 2007 ( nuovi P.T.P.R. ).
Per tutto quanto precedentemente rilevato in forma di Osservazioni al Piano,ai sensi della Legge 1150/42, il sottoscritto, nel ribadire, a nome dell’IDV di Ardea, la sua contrarietà alle scelte effettuate nel Piano in questione, da un gruppo ristretto di Consiglieri Comunali, chiede nello specifico la modifica delle scelte di Piano stesso sulla scorta delle considerazione tecniche suesposte e dunque con l’accoglimento dei contenuti delle osservazioni presentate la sua sostanziale rielaborazione e revisione tecnica.
In fede
Sig. Alberto Delli Colli Ardea
Oggetto : Osservazioni al Piano Particolareggiato di Recupero della Zona C4 del vigente PRG denominata “ Banditella Alta “ , ai sensi della L. R. Lazio n. 28 / 80- Delibera C.C. n. 73 del 15-9-2009
Il sottoscritto Sig. Delli Colli Alberto, nato a Roma il 17-6-61 e residente in Ardea – Via Novara 56 – in rappresentanza dell’Italia dei Valori di Ardea, presenta Osservazioni al Piano in oggetto distinto, pubblicato con Avviso del Dirigente Area Urbanistica in data 27-10-2009, ai sensi della Legge 1150 / 42.
1) Innanzitutto a livello amministrativo si rileva l’illeggittimità della Delibera di affidamento della redazione del Piano stesso, in quanto viziata nella definizione dell’oggetto e della procedura: l’oggetto recitava “ … aggiornamento e completamento degli elaborati…” mentre evidentemente si trattava della variante speciale di PRG ai sensi della Legge Regionale 28 / 80; per la procedura si rileva la assoluta mancanza di evidenza pubblica per l’affidamento che è avvenuto invece discrezionalmente con incarico a chiamata diretta.
2) Sempre a livello politico si rileva come il Piano, sia pure redatto con incarico fiduciario dall’Arch. incaricato, sia non condiviso dalla grande maggioranza della popolazione di Ardea, che si esprime e rappresenta con la fuga dei suoi rappresentanti in Consiglio Comunale; il Piano viene votato a favore solo da sette Consiglieri Comunali su 21 componenti. Assenze che politicamente esprimono contrarietà alle decisioni assunte nel Piano ed altre che esprimono invece l’esistenza di interessi diretti, personali e familiari di alcuni Consiglieri Comunali.
Tutto ciò dovrebbe far politicamente riflettere la maggioranza e prendere atto dei danni che con tale atto comporta al paese ed agli interessi diffusi della cittadinanza.
Nel merito delle decisioni urbanistiche assunte nel Piano pubblicato, come distinto in oggetto, si rileva quanto segue, e si chiede esplicitamente la modifica sostanziale con l’accoglimento delle presenti osservazioni :
a) Il perimetro del Piano non è conforme alle prescrizioni della Legge Regionale del Lazio n. 28 del 2-5-80 e s.m.i. in quanto risulta non rispondente alla zona abusivamente costituita ma si allarga a comprendere aree e lotti liberi e inedificati in modo improprio, determinando un evidente contrasto con le disposizioni della Legge suddetta; infatti l’aumento di volumetrie edificabili determina un automatico incremento della popolazione residente nel nucleo, che invece dovrebbe tendere al solo recupero e riqualificazione urbanistica e non essere l’occasione per aumentare a dismisura le cubature private sui lotti liberi; tutto ciò in contrasto con quanto espresso all’art. 6 punto c della L.R. 28/80 “ …c) il numero di abitanti insediabili non può eccedere quello degli abitanti insediati;”
Inoltre si rileva una carenza di approfondimento tecnico che riguarda le volumetrie previste perché non si sono rapportate all’intero territorio, come previsto all’art. 6 parte seconda lettera e : “… e) la nuova volumetria deve essere compresa all'interno del fabbisogno complessivo dello strumento urbanistico generale approvato o adottato; …” la qual cosa evidentemente non è stata verificata.
b) L’annullamento dei Comparti è un errore che potrebbe determinare in questa sede anche delle ingiustizie e parzialità per la discrezionalità che tale decisione può comportare sulle singole proprietà; il Comparto verrebbe realizzato infatti dagli stessi proprietari, mentre le scelte dirette vengono poste in essere dal progettista del Piano o dall’Amministrazione Comunale.
L’art. 6 della L.R. 28/80 recita espressamente : “ …Nei nuclei perimetrati ai sensi dell'articolo 1, secondo comma, gli interventi sulle aree inedificate devono essere finalizzati alla riqualificazione urbanistica e si attuano attraverso comparti o comprensori d'iniziativa pubblica o privata… “.
La decisione assunta nel Piano risulta dunque in contrasto con le prescrizioni della Legge medesima.
c) Nel Piano viene annullata la previsione della Zona 167 / 62 con grave danno degli interessi diffusi della popolazione di Ardea, per la sottrazione di opportunità di alloggi sociali a costi adeguati a fasce deboli della società ardeatina. E’ evidente che si tratta di una scelta tutta politica nella quale il Comune sceglie di sottrarre ai cittadini opportunità ed occasioni immobiliari a vantaggio di interessi più ristretti.
Tale decisione, per quanto politicamente impopolare ed ingiusta, risulta inoltre in contrasto con le disposizioni della L. R. 28 /80 che all’art. 6 recita espressamente : “ … Il comune puo', quando ne ricorra la necessita' adeguatamente documentata, comprendere nella variante aree adiacenti al perimetro dei nuclei, da destinare all' edilizia residenziale pubblica, attraverso piano di zona ai sensi della legge n. 167 del 1962, fermi restando per questa ultima i limiti della legislazione vigente….”
d) Il Piano riguarda una Zona fortemente carente di infrastrutture viarie e nella quale la condizione ambientale è stata compromessa da edificazioni che hanno paradossalmente interessato il corso ed il letto di canali, scoli e fossi, con i conseguenti allagamenti e le esondazione note alle cronache.
Ai sensi dell’art. 4 comma c della Legge regionale 28 / 80 che recita come segue : “…. c) la compatibilita' con eventuali vincoli di varia natura esistenti nel territorio (rispetto idrogeologico - paesistito - archeologico ed altri) ivi compresi quelli di cui alle leggi regionali 2 luglio 1974, n. 30 e 25 ottobre 1976, n. 52….” Si chiede, con le presenti Osservazioni il rispetto, la verifica e l’adeguamento a quanto contenuto nei Piani Paesistici Regionali adottati dal Consiglio regionale del Lazio nel 2007 ( nuovi P.T.P.R. ).
Per tutto quanto precedentemente rilevato in forma di Osservazioni al Piano,ai sensi della Legge 1150/42, il sottoscritto, nel ribadire, a nome dell’IDV di Ardea, la sua contrarietà alle scelte effettuate nel Piano in questione, da un gruppo ristretto di Consiglieri Comunali, chiede nello specifico la modifica delle scelte di Piano stesso sulla scorta delle considerazione tecniche suesposte e dunque con l’accoglimento dei contenuti delle osservazioni presentate la sua sostanziale rielaborazione e revisione tecnica.
In fede
Sig. Alberto Delli Colli Ardea
NASCE LA RETE DEI CITTADINI
COMUNICATO STAMPA
Lazio: nasce la nuova lista civica RETE DEI CITTADINI. Un movimento veramente dal basso per aggregare le diverse realt territoriali La RETE DEI CITTADINI nasce pochi mesi fa in modo assolutamente spontaneo, proponendosi di unire le forze di singoli cittadini, comitati, associazioni e movimenti che abbiano a cuore la cosa pubblica e gli interessi dei cittadini e del paese. Nasce come 'proposta dal basso' con l'intenzione di presentarsi alle prossime elezioni 2010 come alternativa politica al mal governo ed alla pessima prassi di quei governanti che non intendono la politica come servizio ma come 'privilegio'. Alla RETE DEI CITTADINI possono aderire tutte quelle realt che vogliono condividere i principi fondanti elencati sul suo manifesto. In questi mesi RETE DEI CITTADINI ha proposto dibattiti, sia sul proprio forum che in luoghi fisici, su temi come Rifiuti Zero, Ambiente, Legalit, Economia alternativa, Acqua pubblica, Sanit e Medicina alternativa e, durante la giornata NO-B DAY, ha lanciato l'iniziativa NO-CASTA DAY, rivolgendo il proprio dissenso non soltanto al premier, ma allintera classe politica asservita al potere economico per salvaguardare i propri interessi piuttosto che favorire il benessere del paese e dei cittadini. Sul forum della RETE DEI CITTADINI ancora in corso l'elaborazione del programma politico con il contributo di tutti gli aderenti al progetto. La nuova lista civica RETE DEI CITTADINI si costituita ufficialmente lo scorso Sabato 19 dicembre presso l'Hotel Golden Tulip di Roma.All'inaspettato numero di partecipanti sono stati presentati il manifesto con i principi fondanti del progetto e le bozze dello statuto dell'associazione e del programma partecipato, prima di lasciare la parola ad alcuni membri del gruppo per presentare le variegate realt che stanno formando ed accrescendo un progetto fatto da cittadini per i cittadini. L'evento stato anche un'occasione per conoscere le prime candidature proposte e per raccogliere impressioni da parte di alcuni ospiti presenti in sala.Alcuni video della presentazione sono disponibili sul sito ufficiale www.retedeicittadini.it dove possibile iscriversi per ricevere aggiornamenti sulle prossime iniziative e sulla presentazione pubblica del prossimo 15 gennaio 2010. Roma, 27 dicembre 2009
Lazio: nasce la nuova lista civica RETE DEI CITTADINI. Un movimento veramente dal basso per aggregare le diverse realt territoriali La RETE DEI CITTADINI nasce pochi mesi fa in modo assolutamente spontaneo, proponendosi di unire le forze di singoli cittadini, comitati, associazioni e movimenti che abbiano a cuore la cosa pubblica e gli interessi dei cittadini e del paese. Nasce come 'proposta dal basso' con l'intenzione di presentarsi alle prossime elezioni 2010 come alternativa politica al mal governo ed alla pessima prassi di quei governanti che non intendono la politica come servizio ma come 'privilegio'. Alla RETE DEI CITTADINI possono aderire tutte quelle realt che vogliono condividere i principi fondanti elencati sul suo manifesto. In questi mesi RETE DEI CITTADINI ha proposto dibattiti, sia sul proprio forum che in luoghi fisici, su temi come Rifiuti Zero, Ambiente, Legalit, Economia alternativa, Acqua pubblica, Sanit e Medicina alternativa e, durante la giornata NO-B DAY, ha lanciato l'iniziativa NO-CASTA DAY, rivolgendo il proprio dissenso non soltanto al premier, ma allintera classe politica asservita al potere economico per salvaguardare i propri interessi piuttosto che favorire il benessere del paese e dei cittadini. Sul forum della RETE DEI CITTADINI ancora in corso l'elaborazione del programma politico con il contributo di tutti gli aderenti al progetto. La nuova lista civica RETE DEI CITTADINI si costituita ufficialmente lo scorso Sabato 19 dicembre presso l'Hotel Golden Tulip di Roma.All'inaspettato numero di partecipanti sono stati presentati il manifesto con i principi fondanti del progetto e le bozze dello statuto dell'associazione e del programma partecipato, prima di lasciare la parola ad alcuni membri del gruppo per presentare le variegate realt che stanno formando ed accrescendo un progetto fatto da cittadini per i cittadini. L'evento stato anche un'occasione per conoscere le prime candidature proposte e per raccogliere impressioni da parte di alcuni ospiti presenti in sala.Alcuni video della presentazione sono disponibili sul sito ufficiale www.retedeicittadini.it dove possibile iscriversi per ricevere aggiornamenti sulle prossime iniziative e sulla presentazione pubblica del prossimo 15 gennaio 2010. Roma, 27 dicembre 2009
23 dicembre 2009
LA PIU' BELLA FAVOLA DI NATALE
Tregua di Natale
C'era una volta a Ypres, in Belgio, una guerra.
La chiamarono Prima Guerra Mondiale, perche' poi ce ne furono altre.
Era il 1914 e a pochi metri di distanza gli uni dagli altri, due
battaglioni degli eserciti britannici e tedeschi si combattevano dalle
loro trincee.
C'era una volta a Ypres, in Belgio, una guerra.
La chiamarono Prima Guerra Mondiale, perche' poi ce ne furono altre.
Era il 1914 e a pochi metri di distanza gli uni dagli altri, due
battaglioni degli eserciti britannici e tedeschi si combattevano dalle
loro trincee.
Immersi nel fango, sotto la pioggia, calpestando i cadaveri dei propri
compagni, i soldati erano logorati da un'inutile battaglia per la conquista di una striscia di terra.
In autunno i due generali nemici, impantanati anche da un punto di vista
strategico, iniziano a scambiarsi i primi favori, come quello di non
sparare durante l'ora dei pasti.
Inizia la "tregua di Natale", che ebbe il suo culmine tra il 24 e il 25
dicembre 1914: i soldati tedeschi decorano gli alberi con candele e
intonano canti natalizi.
Gli inglesi rispondono coi loro canti tradizionali.
Poi gli ufficiali si scambiano gli auguri a distanza.
Il giorno dopo entrambi gli schieramenti depongono i fucili e si
incontrano, scambiandosi addirittura doni come sigari, whisky e cioccolata.
Nei giorni seguenti la tregua si estende lungo due terzi del fronte
occidentale , in alcune zone e' poi durata fino a Capodanno.
Il giorno di Natale non fu sparato un solo colpo.
Pubblicata da Focus.it questa storia e' vera, non ne trovate traccia nei
libri di storia perche' siamo dei baluba, ma e' chiaramente raccontata
in una canzone folk dell'artista inglese Mike Harding, dal titolo
Christmas 1914: "/I fucili rimasero in silenzio [...] senza disturbare
la notte. Parlammo, cantammo, ridemmo [...] e a Natale giocammo a calcio
insieme, nel fango della terra di nessuno/".
La Storia narra che la partita si interruppe quando il pallone colpi' il
filo spinato, bucandosi.
Nacque li' il terzo tempo.
22 dicembre 2009
BILANCIO COMUNALE
UNA OPERAZIONE DI FACCIATA
Non sorprende l'ennesima iniziativa di facciata. Eufemi mostra, attraverso comunicati, un'efficienza operativa che non trova riscontro nei fatti. Dopo l'approvazione del bilancio di previsione perfetta sulla carta ma nei fatti ridimensionata da disservizi e scarsa informazione dei cittadini come segnalato dagli esponenti delle varie associazioni, dei Comitati di Quartiere. La cosa sconcertante è che neanche di fronte alle cifre molto scarne, il Sindaco trova la decenza di informare la città sulla realtà incombente. L'opinione pubblica non vuole essere presa in giro.
Ci chiediamo che fine hanno fatto i 12 milioni di euro (contenzioso Spe ) che dovevano rientrare nelle casse comunali cosi come annunciato da Eufemi dopo la "vittoria " legale. A che punto è l'espletamento della gara di appalto per la raccolta dei rifiuti solidi urbani, l'aumento della tassa è stato incamerato, la città in realtà e sempre più sporca.
L'unica frenetica attività dell'amministrazione rutula sembra essere la ricerca spasmodica di suoli da edificare: bandi pubblici per l'offerta di terreni, peraltro carenti di un regolamento, la soluzione a "perdere" per vecchi contenziosi (vedi convenzione Puccini, palazzoni Nuova Florida ) che finiranno per esaurire la possibilità di contrarre mutui pubblici e inonderanno il territorio di colate di cemento senza risanare la carenza di servizi e tantomeno le casse comunali. Il trionfalismo di Eufemi, stride con la cruda realtà della vita quotidiana e dei disservizi che tutti i giorni i cittadini devono affrontare. Le sortite propagandistiche, non trovano contradditorio istituzionale, la democrazia mutilata da una opposizione arrendevole e subalterna che vota compatta lo strumento di indirizzo del centro destra ( solo 2 le astensioni ) sono le facce della stessa medaglia che mette a rischio l'essenza stessa della partecipazione nella vita pubblica, trasformata a regime nepotistico e personale.
E' giunto il momento di fronte al quale non si può più indugiare, le forze politiche del centro sinistra si interroghino su quello che sta accadendo nella melassa maleodorante della politica Ardeatina. Accumulare ritardi nel costruire una vera alternativa di centro sinistra segnerà un ulteriore degrado sociale, ambientale ed economico del territorio. Nessuno può chiamarsi fuori.
Valtere Roviglioni IDV Ardea
I FIGLI ECCELLENTI ..............
...............DI MAMMA RAI ( elenco non aggiornato.....)
Tinni Andreatta, responsabile fiction di Raiuno, figlia dell'ex ministro dc Beniamino.
Natalia Augias, Gr, figlia del giornalista e scrittore Corrado.
Gianfranco Agus, inviato a "La vita in diretta", figlio dell'attore Gianni.
Roberto Averardi, Gr, figlio di Giuseppe, ex deputato Psdi.
Francesca Barzini, Tg3, figlia dello scrittore e giornalista Luigi junior.
Bianca Berlinguer, conduttrice del Tg3, figlia di Enrico, segretario del Pci.
Barbara Boncompagni, autrice, figlia di Gianni. Claudio Cappon, direttore generale, figlio di Giorgio, potente ex direttore generale dell'Imi.
Antonio De Martino, Gr, figlio dell'ex ministro socialista Francesco.
Fabrizio Del Noce, Tg1, direttore Raiuno, figlio del filosofo Augusto.
Antonio Di Bella, direttore Tg3, figlio di Franco, ex direttore del "Corriere della Sera".
Claudio Donat-Cattin, capostruttura Raiuno, figlio dell'ex ministro democristiano Carlo.
Jessica Japino, programmista regista di tutte le edizioni di "Carramba", figlia di Sergio.
Giancarlo Leone, amministratore delegato di Rai Cinema e responsabile della Divisione Uno, figlio dell'ex presidente della Repubblica Giovanni.
Marina Letta, contrattista a tempo determinato, figlia di Gianni, sottosegretario alla Presidenza a Palazzo Chigi.
Pietro Mancini, Gr, figlio del socialista Giacomo. Maurizio Martinelli ,Tg2, figlio del giornalista Roberto.
Stefania Pennacchini, Relazioni istituzionali Rai, figlia di Erminio sottosegretario Dc.
Claudia Piga, Tg1,figlia dell'ex ministro dc, Franco. Francesco Pionati, ex notista politico del Tg1, figlio dell'ex sindaco di Avellino, la cui assunzione, secondo la leggenda, fu decisa durante una partita a carte di Ciriaco De Mita a Nusco.
Alessandra Rauti, redattore del Gr, figlia di Pino, segretario del Movimento Sociale-Fiamma Tricolore. Silvia Ronchey, autrice e conduttrice di programmi, figlia di Alberto, ex ministro dell'Ulivo ed ex presidente di Rcs.
Paolo Ruffini, direttore Gr, nipote del cardinale e figlio di Attilio, ex deputato e ministro dc.
Sara Scalia, capostruttura di Raidue, figlia della giornalista Miriam Mafai.
Maurizio Scelba, Tg1, figlio di Tanino, ex portavoce del presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro.
Mariano Squillante, ex corrispondente da Londra, ora a RaiNews 24, figlio dell'ex giudice Renato.
Giovanna Tatò, Raitre, figlia di Tonino, consigliere di Enrico Berlinguer.
Carlotta Tedeschi, Gr, figlia di Mario, senatore Msi. Daniel Toaff, capostruttura autore della "Vita in diretta'', figlio dell 'ex rabbino di Roma, Elio.
Stefano Vicario, regista preferito di Giorgio Panariello, figlio del regista cinematografico Marco. Stefano Ziantoni, Tg1, figlio dell' ex presidente dc della Provincia di Roma Violenzio.
(pròssimo reportage sui FIGLI LEGITTIMI di mamma RAI )
da http://www.adusbef.it/
AUMENTA IL CANONE RAI
Un aumento che indebolisce il servizio pubblico
Paolo Landi, Adiconsum: “Perché il viceministro Romani ha preferito chiedere più soldi agli utenti aumentando il canone invece di varare provvedimenti contro coloro che non lo pagano?”
Sì al qualitel
Rendere noti i programmi finanziati dal canone
Non c’è bisogno di grandi ricerche per affermare che la qualità del servizio Rai è peggiorata. A ciò si aggiunga la spesa straordinaria che dovranno sopportare circa 2 milioni di famiglie che non vedono i canali Rai dal digitale terrestre e che quindi saranno costretti ad acquistare anche il decoder per vedere TivùSat.
Se a ciò aggiungiamo la campagna supportata anche da esponenti politici contro il canone Rai, pochi saranno coloro che lo pagheranno.
Il canone Rai è la tassa più evasa nel nostro Paese.
Adiconsum chiede quindi al Governo di cancellare l’aumento del canone e di attivare invece azioni nei confronti di chi evade il canone.
La scelta di aumentare il canone – dichiara Paolo Landi, Segretario Generale Adiconsum - rischia di indebolire ulteriormente il servizio pubblico Rai.
Adiconsum ripropone, così come sostenuto anche dal Consiglio Nazionale Utenti (CNU) presso l’Agcom, l’urgenza di un qualitel sui programmi trasmessi e soprattutto di conoscere quali sono i programmi di servizio pubblico finanziati dal canone e quali no, poiché ritiene che molti siano i programmi commerciali finanziati dal canone.
LE DONNE DELL'AGORA' PARLANO SPAGNOLO
CORSO DI LINGUA SPAGNOLA
livello principiante
ogni sabato dalle ore 10,00 alle 12,00
Il corso ha l’obiettivo di dare le nozioni di base per comunicare: chiedere indicazioni per una strada, orario dei treni o aereo, ordinare qualcosa al bar o al ristorante …… cose basilari durante un viaggio.
L’insegnante, Chiara Bettinali NON è madrelingua, ma ha studiato lo spagnolo durante il suo lavoro alla FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite) e sviluppato ed approfondito la conoscenza della lingua con frequenti viaggi in Spagna ed in Messico; ha inoltre continui contatti con amicizie nel mondo latino-americano presente tra Roma ed il nostro territorio.
Per la conversazione ci sarà la collaborazione di Alicia Riveiro (madrelingua argentina)
info: 349 8192689 Chiara – 338 6119578 Barbara
Il corso partirà con un minimo di 5 persone
Costo del corso 20 euro mensili, pagabili a inizio mese. Il corso si terrà presso la sede del circolo l'Agorà Via San Lorenzo 46 e partirà con un minimo di 5 persone con un primo incontro organizzativo per l’avvio, stabilito per SABATO 19 dicembre dalle 10 alle 11.
21 dicembre 2009
ECOBALLE & ECOMAFIE
COMUNICATO STAMPA POST-EVENTO
Castelli Romani, inquietanti messaggi dal convegno ECOBALLE & ECOMAFIE: Il gassificatore di Albano sara un errore irreparabile che le generazioni future non ci perdoneranno
Venerdi 18 dicembre 2009 ha avuto luogo presso il Museo Civico di Marino (RM) il convegno ECOBALLE & ECOMAFIE: Smaltire i rifiuti e una necessita, bruciarli e una speculazione organizzato dallassociazione DIFFERENZIA-TI in merito alla gestione rifiuti ed al costruendo gassificatore di Albano Laziale.
Il convegno, decisamente impostato sui prestigiosi contributi tecnico-scientifici della Dott.ssa Patrizia Gentilini (ISDE International Society of Doctors for the Environment) e del Dott. Massimo Morigi (ISPRA Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), si e svolto con lobiettivo di riunire ed informare con competenze tecniche ed autorevoli le piu diverse realta presenti sul territorio: da quelle associative, fino a quelle politico amministrative passando per le realta imprenditoriali dei Castelli Romani.
Il livello e lesperienza dei relatori presenti, tra cui On. Antonio Rugghia (Commissione bicamerale attivita illecite connesse al ciclo dei rifiuti), Dott. Aldo Garofalo e Dott. Daniele Castri, (rispettivamente chimico - tecnico e referente legale del coordinamento NO INCENERITORE ALBANO), ha mostrato la situazione attuale del comprensorio e della vertenza in atto e dimostrato gli inquietanti scenari verso cui verrebbero proiettati i Castelli Romani.
Tra i relatori anche Dott. Massimo Gargano (presidente COLDIRETTI Federazione regionale e vicepresidente nazionale) e Dott.ssa Veronica Trasmondi (Responsabile Eno-Turismo di unAzienda Vitivinicola del territorio) che hanno sostenuto lopposizione alla costruzione di inceneritori nel territorio laziale. In particolare, tale contrarieta e rafforzata, laddove questi impianti di termocombustione dovessero sorgere nei pressi di aree agricole di pregio, minacciando cosi i marchi DOC, DOP ed IGP, volani delleconomia. Si contravverrebbe infatti a quanto stabilito dallart. 21 del D.Lgs. 228/01, che introduce il concetto di interferenza riferito alla localizzazione degli impianti di smaltimento di RSU rispetto alle aree a vocazione agricola di pregio, ed il regolamento Cee n 2092/91, volto a tutelare le superfici nelle quali si ottengono prodotti con tecniche che si rifanno a principi di agricoltura biologica e zone aventi specifico interesse agrituristico.
Adriano Palozzi (Sindaco di Marino Laziale) ha colto l'occasione per ringraziare lassociazione DIFFERENZIA-TI (http://www.differenziati.org) per la sede scelta, considerando il convegno come una preziosa possibilita di informazione, ed ha offerto la propria disponibilita a sostenere lazione di sospensiva cautelare dellAIA.
In platea erano presenti lOn. Claudio Bucci (presidente della Commissione ambiente della Regione Lazio) gia firmatario della sopra citata sospensiva attinente il possibile impianto castellano, Alessandra Lombardi (assessore all'ecologia e all'ambiente di Aprilia), Dott. Nicola Marini (tra i candidati sindaco ad Albano Laziale) e rappresentanti di gruppi politici dei Castelli Romani. Hanno assistito al convegno anche rappresentanti della POLIZIA PROVINCIALE ROMA (Distaccamento Sud di Colleferro), delle associazioni LA SPINOSA di Velletri, LEGAMBIENTE Lazio e Castelli Romani, ITALIA NOSTRA Castelli Romani, del gruppo facebook QUELLI CHE SONO CONTRO L'INCENERITORE DI ALBANO LAZIALE e del comitato NO TURBOGAS APRILIA.
Nell'ultima parte del convegno, Dott.ssa Patrizia Gentilini ha illustrato anche le alternative ad impatto zero e tecnologicamente allavanguardia nella gestione/smaltimento dei rifiuti; un accento propositivo che lassociazione DIFFERENZIA-TI ha messo da subito tra i suoi obiettivi principali per una corretta campagna di confronto e informazione tra gli attori coinvolti nella vertenza: societa civile, economica, politica e associazionismo attivo sul territorio.
Marino, 20 dicembre 2009
Castelli Romani, inquietanti messaggi dal convegno ECOBALLE & ECOMAFIE: Il gassificatore di Albano sara un errore irreparabile che le generazioni future non ci perdoneranno
Venerdi 18 dicembre 2009 ha avuto luogo presso il Museo Civico di Marino (RM) il convegno ECOBALLE & ECOMAFIE: Smaltire i rifiuti e una necessita, bruciarli e una speculazione organizzato dallassociazione DIFFERENZIA-TI in merito alla gestione rifiuti ed al costruendo gassificatore di Albano Laziale.
Il convegno, decisamente impostato sui prestigiosi contributi tecnico-scientifici della Dott.ssa Patrizia Gentilini (ISDE International Society of Doctors for the Environment) e del Dott. Massimo Morigi (ISPRA Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), si e svolto con lobiettivo di riunire ed informare con competenze tecniche ed autorevoli le piu diverse realta presenti sul territorio: da quelle associative, fino a quelle politico amministrative passando per le realta imprenditoriali dei Castelli Romani.
Il livello e lesperienza dei relatori presenti, tra cui On. Antonio Rugghia (Commissione bicamerale attivita illecite connesse al ciclo dei rifiuti), Dott. Aldo Garofalo e Dott. Daniele Castri, (rispettivamente chimico - tecnico e referente legale del coordinamento NO INCENERITORE ALBANO), ha mostrato la situazione attuale del comprensorio e della vertenza in atto e dimostrato gli inquietanti scenari verso cui verrebbero proiettati i Castelli Romani.
Tra i relatori anche Dott. Massimo Gargano (presidente COLDIRETTI Federazione regionale e vicepresidente nazionale) e Dott.ssa Veronica Trasmondi (Responsabile Eno-Turismo di unAzienda Vitivinicola del territorio) che hanno sostenuto lopposizione alla costruzione di inceneritori nel territorio laziale. In particolare, tale contrarieta e rafforzata, laddove questi impianti di termocombustione dovessero sorgere nei pressi di aree agricole di pregio, minacciando cosi i marchi DOC, DOP ed IGP, volani delleconomia. Si contravverrebbe infatti a quanto stabilito dallart. 21 del D.Lgs. 228/01, che introduce il concetto di interferenza riferito alla localizzazione degli impianti di smaltimento di RSU rispetto alle aree a vocazione agricola di pregio, ed il regolamento Cee n 2092/91, volto a tutelare le superfici nelle quali si ottengono prodotti con tecniche che si rifanno a principi di agricoltura biologica e zone aventi specifico interesse agrituristico.
Adriano Palozzi (Sindaco di Marino Laziale) ha colto l'occasione per ringraziare lassociazione DIFFERENZIA-TI (http://www.differenziati.org) per la sede scelta, considerando il convegno come una preziosa possibilita di informazione, ed ha offerto la propria disponibilita a sostenere lazione di sospensiva cautelare dellAIA.
In platea erano presenti lOn. Claudio Bucci (presidente della Commissione ambiente della Regione Lazio) gia firmatario della sopra citata sospensiva attinente il possibile impianto castellano, Alessandra Lombardi (assessore all'ecologia e all'ambiente di Aprilia), Dott. Nicola Marini (tra i candidati sindaco ad Albano Laziale) e rappresentanti di gruppi politici dei Castelli Romani. Hanno assistito al convegno anche rappresentanti della POLIZIA PROVINCIALE ROMA (Distaccamento Sud di Colleferro), delle associazioni LA SPINOSA di Velletri, LEGAMBIENTE Lazio e Castelli Romani, ITALIA NOSTRA Castelli Romani, del gruppo facebook QUELLI CHE SONO CONTRO L'INCENERITORE DI ALBANO LAZIALE e del comitato NO TURBOGAS APRILIA.
Nell'ultima parte del convegno, Dott.ssa Patrizia Gentilini ha illustrato anche le alternative ad impatto zero e tecnologicamente allavanguardia nella gestione/smaltimento dei rifiuti; un accento propositivo che lassociazione DIFFERENZIA-TI ha messo da subito tra i suoi obiettivi principali per una corretta campagna di confronto e informazione tra gli attori coinvolti nella vertenza: societa civile, economica, politica e associazionismo attivo sul territorio.
Marino, 20 dicembre 2009
20 dicembre 2009
POVERA ARDEA
Le scellerate decisioni di Eufemi: il PD di Ardea dice no all’ecomostro Puccini!
Da qualche giorno campeggia sul territorio di Ardea un Manifesto del PD che denuncia le decisioni scellerate della Giunta Eufemi.
Per riparare ai gravi errori commessi dal Comune negli anni ’80 nei confronti di Puccini, proprietario della vasta area di Tor San Lorenzo posta di fronte all’ufficio postale, la giunta delle “meraviglie” con a capo il sindaco che “chiude la stalla quando i buoi sono usciti” (vedi 11 milioni di euro fatti negligentemente pignorare dalla Spe) ha escogitato una nuova trovata da far accapponare la pelle: regalare 90.000 metri cubi di cemento, facendoli passare come una misura positiva per i cittadini.
Eufemi è di Nettuno, è probabile che per andare al suo paese non passi da Tor San Lorenzo, altrimenti si sarebbe reso conto che già ora il traffico è pazzesco, figuriamoci qualora dovessero sorgere dei grandi centri commerciali e abitazioni per decine e decine di famiglie.
Peraltro, le nuove costruzioni andrebbero a posarsi su un’area archeologica provocando un ulteriore scempio alla memoria rutula, del quale non si sente il bisogno e che diventerebbe un’altra trentennale “storiaccia” come quella delle Salzare: un serpentone costruito su area anch’essa archeologica, ovviamente indisponibile.
Il PD di Ardea è fermamente contrario all’ipotesi di regalare a Puccini un’area così vasta, tanto più se si pensi che il contenzioso principale si è chiuso con il pagamento da parte dell’amministrazione di circa un milione di euro e rimane aperta la sola questione relativa ai danni chiesti da Puccini.
Ovviamente il danno, per quanto rilevante, non può raggiungere una compensazione di tale entità. A pensare male, diceva un noto governante, “si fa peccato” però…!
Il PD di Ardea dichiara di voler lottare con tutte le forze politiche del centrosinistra e insieme a tutti i cittadini di buon senso, affinché sia evitato un nuovo scempio: l’ecomostro di Tor San Lorenzo
PD Ardea
CHIAREZZA !
Di Pietro e De Magistris «De Luca e Cascetta? Noi diciamo no»
Italia dei Valori: lavori in corso in vista delle regionali campane. Da Novara, dove ieri ha inaugurato una sede del partito, Tonino Di Pietro guarda a Sud e batte un colpo: «Le alleanze? In Calabria saremo in corsa con il presidente degli industriali, un imprenditore minacciato che si è rifiutato di pagare il pizzo; in Campania invece — focalizza — saremo alternativi a un Pd che propone un rinviato a giudizio come Vincenzo De Luca o un compromesso nella gestione Bassolino come Ennio Cascetta».
Risponde, più o meno sulla stessa lunghezza d’onda, l’eurodeputato Luigi de Magistris, ieri a Napoli per un convegno. «Se il Pd non sarà capace di dare un segnale di discontinuità forte — spiega al Corriere del Mezzogiorno l’ex magistrato — indicando un nome nuovo e diverso da quelli in campo, credo sia auspicabile intraprendere una strada diversa. Penso ad un accordo tra quelle forze del centrosinistra che più spingono per un rinnovamento radicale, visto il fallimento dell’attuale classe dirigente campana».Forze del centrosinistra in Campania alternative al Pd: l’elenco (sommario) è presto fatto: federazione della sinistra radicale, i vendoliani, la stessa Italia dei valori. E poi, alternativa all’alternativa, c’è il movimento 5 stelle di Beppe Grillo, ufficialmente in campo da sabato scorso per le regionali con tanto di candidato a governatore, Roberto Fico. La sorpresa potrebbe venire dalla fazione «grillina». De Magistris pensa ad alta voce: se l’elettorato nostro e il popolo della Rete che orbita sulle posizioni del comico-blogger genovese è molto simile, perché confondere, disperdere voti? «Si può pensare ad un progetto comune — specifica infatti l’europarlamentare — tra Idv, sinistra plurale e gli stessi meetup», ovvero la comunità virtuale a 5 stelle. «Dico di più: un accordo per appoggiare la candidatura di Roberto Fico nella corsa alle regionali». Fermo restando che «no, io non mi candido. Il mio impegho è a Strasburgo».
Il dialogo con il 35enne Fico è da tempo serrato. Giusto ieri l’ex pm di «Why not?» ha organizzato insieme al candidato grillino una convention dedicata ad internet al Teatro Mediterraneo della Mostra d’Oltremare (non proprio uno scantinato) dal titolo «Chi ha paura della Rete?»
18 dicembre 2009
CITTADINANZA ATTIVA GIA' A DICEMBRE 2007 .........
PER TRASPARENZA E LEGALITA' EUFEMI DOVREBBE CHIARIRE ALLA CITTADINANZA SE LE LAUTE PARCELLE PAGATE AL NOTO AVV. GIOVANNI PASCONE SIANO STATE LIQUIDATE CON REGOLARITA' TECNICA E CONTABILE
TUTTO A... PASCONE!
La scorsa settimana, un po' in sordina - si è saputo solo grazie ad una nota di "Cittadinanzattiva" - il presidente dell'Aser, Giovanni Pascone, ha rassegnato le dimissioni dall'incarico.
La notizia potrà apparire ininfluente o di scarso interesse per i cittadini di Ardea, ma forse non è esattamente così.
Nella scorsa settimana a Pomezia non sono mancati numerosi appelli che invitavano i residenti a pagare l'Ici tramite il modello F24 invece di versarli tramite la società incaricata, ovvero proprio l'Aser. E l'Aser è la concessionaria del servizio anche ad Aprilia, Nettuno e... Ardea!
L'Aser è in crisi, e secondo Cittadinanzattiva la causa è «nella politica dello struzzo seguita dai Comuni di Pomezia, Ardea e Aprilia che non hanno mai partecipato alle assemblee di approvazione dei bilanci e delle modifiche statutarie della società facendo venir meno il controllo previsto per legge quale requisito essenziale per l'assegnazione diretta del servizio».
Giovanni Pascone è un avvocato "famoso" ad Ardea per aver "difeso" il Comune nella causa contro l'Idrica... Ma anche per altre cause, con parcelle contestate in Consiglio Comunale da esponenti dell'opposizione. Attualmente è ancora consulente legale dell'Amministrazione di Ardea in regime di quasi monopolio, il vero e proprio braccio giuridico del Sindaco Eufemi che gli affida pareri e quesiti legali.
Che dire... Complimenti a Pascone per la capacità di accentrare attività e cariche nelle amministrazioni del medesimo territorio al quale Ardea appartiene!
GIOVANNI PASCONE GIA' DIRETTORE GENERALE DEL COMUNE DI POMEZIA E CONSULENTE LEGALE PER ARDEA
Fisco L' avvocato Pascone di Roma aveva ottanta incarichi in enti pubblici e società di servizi
Non ha dichiarato 40 milioni. Denunciato alla presidenza del
Consiglio
ROMA - Il consulente giuridico della presidenza del Consiglio, noto avvocato ed ex magistrato con un curriculum inattaccabile («quattro lauree più due specializzazioni») e una strabiliante pletora di incarichi in enti pubblici e società di servizi, evadeva il fisco per milioni di euro. Con uno stratagemma da dilettanti: le sue fatture erano emesse con una partita Iva taroccata, formalmente aperta per l' esercizio di un bar. «È incredibile, aveva lavorato con tutti, da Dini a Berlusconi. Un personaggio di un tale spessore culturale e professionale... », si lascia sfuggire adesso un investigatore delle Fiamme gialle. Già, un esperto molto stimato. Stando alla montagna di carte sequestrate, però, non ci sono dubbi: l' avvocato Giovanni Pascone, 47 anni, superconsulente dei governi (l' attuale e i precedenti) con un passato da magistrato della Corte dei conti e consigliere del Tar, è accusato di non aver dichiarato al fisco compensi per 40 milioni di euro «nell' arco dei circa due anni sottoposti a verifica», per un totale di Iva sottratta all' erario di oltre 16 milioni. È stato il Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Roma a venire a capo di questa indagine-monstre durata un anno: prima sono state trasferite dall' ufficio dell' avvocato Pascone alla caserma di via dell' Olmata, nel centro di Roma, «carriole e carriole di documenti». Poi, attraverso l' anagrafe tributaria, è iniziato l' accertamento vero e proprio, che si è allargato via via «fino a ottanta incarichi retribuiti sull' intero territorio nazionale». Infine, riscontrato grazie alle banche dati e al monitoraggio delle transazioni bancarie che nessuno dei pagamenti ricevuti per consulenze era stato dichiarato al fisco, è scattata la denuncia penale per evasione. Il fascicolo è stato quindi trasmesso all' Agenzia delle entrate per il recupero delle imposte non versate. I compensi non potevano essere in nero, visti i rapporti con soggetti pubblici: «L' avvocato emetteva fatture all' apparenza regolari, con una partita Iva relativa a un bar impossibile da riconoscere. Il problema è che non le conservava o non le dichiarava, omettendo anche di istituire libri e registri contabili». L' accertamento non è stato frutto del caso: l' impulso, forse in seguito a qualche «soffiata» per invidie o rivalse personali, è infatti partito direttamente dalla presidenza del Consiglio. Il superconsulente, «nonostante il suo status di dipendente pubblico», esercitava «parallelamente» la professione di avvocato senza chiedere le preventive autorizzazioni. La zona di maggiore «influenza» - incarichi istituzionali a parte - è il Lazio a sud di Roma, dove l' avvocato Pascone è stato in passato direttore generale di un comune (Pomezia), presidente di almeno due società di servizi (Aser e Acqualatina), consulente del sindaco di Latina per le grandi opere. Senza disdegnare «sconfinamenti» nel Sud Italia, come quello per diventare direttore dell' acquedotto pugliese. Un' attività frenetica, da non dormirci la notte. In un' intervista rilasciata tempo fa al periodico online Il Pontino era stato lui stesso, l' avvocato uno e trino, a dichiarare: «Ho fatto tantissime cose: ho lavorato per la Banca d' Italia, come capoufficio legislativo ai Lavori pubblici per diversi governi, come consigliere giuridico per tutti i governi, sia con D' Alema che con Amato, che con Dini, Berlusconi e Ciampi... ». Destra o sinistra? «No, no, ho lavorato con tutte le forze politiche. Sono stato in quota Ds nella società Bagnoli Futura... ». Un superconsulente «trasversale», insomma: «A me interessa esserci - concludeva nell' intervista online - non è che si fa tutto solo per i soldi».
Fabrizio Peronaci
Scheda: Il consulente Giovanni Pascone, 47 anni, era consulente giuridico della Presidenza del consiglio. Noto avvocato, ex magistrato della Corte dei Conti e consigliere del Tar ha lavorato con tutti i governi, da Dini a Berlusconi L' accusa: Pascone è accusato di non aver dichiarato al fisco compensi di circa 40 milioni di euro nell' arco di circa due anni per un totale di Iva sottratta all' erario di oltre 16 milioni
DAL CORRIERE DELLA SERA 16 DICEMBRE 2009
17 dicembre 2009
L'ARCHEOASTRONOMIA DEI RUTULI
ore 18,30
nella SALA CONVEGNI del MUSEO MANZU' di ARDEA si terrà l'ultimo incontro, a cura di Giosuè Auletta e Michele Zuccarello, dell'ARTE della MEMORIA per l'anno 2009.
l tema dell'incontro di storia locale è
"ARCANA ENEIDE: l'ARCHEOASTRONOMIA dei RUTULI".
Si parlerà del grande fenomeno cosmico relativo al "SOLSTIZIO d'INVERNO" visto attraverso le scoperte archeologiche dei LUOGHI SACRI del territorio di ARDEA.
L'incontro è una preparazione all'iniziativa di domenica 20 dicembre, alle ore 15,30, quando ci sarà la contemplazione del SOLSTIZIO sul monte della Noce (CENTRO STORICO di ARDEA), dove ci sono i resti del grande tempio arcaico dei Rutuli.
Tutti gli interessati sono invitati a partecipare e a diffondere l'informazione.
Giosuè Auletta
RIFONDAZIONE COMUNISTA SINISTRA E LIBERTA'
COMUNICATO STAMPA
Ancora una volta l'amministrazione Eufemi, da segno di grande sprezzo della democrazia.
Locali sequestrati (e acquisiti?), donati ad associazioni locali. La manovra sembrerebbe onesta e a buon fine, ma la domanda nasce spontanea,, quali sono stati i criteri delle assegnazioni, e come si è dato modo di partecipare?
Bando ?
chiamata diretta?
avviso pubblico?
Molte le associazioni del territorio che non sono state prese in considerazione, e se andiamo a scavare nelle cose, scopriamo che le assegnatarie associazioni sono quelle più vicine al governo ardiese e di recente formazione!
abbiamo già detto che siamo stanchi di questo sistema clientelare, per altro ormai sfacciatamente alla luce del sole, segno tangibile che neanche l'ombra di una opposizione di governo,scoraggia l'amministrazione a compiere atti antidemocratici.
Un popolo senza la speranza del confronto è un popolo annientato, culturalmente e tecnicamente.
Questa la condizione dei cittadini di Ardea, che disertano le urne alle elezioni perchè hanno ben capito che chi si candida, verosimilmente disattenderà il voto, è già capitato e non fa onore all'uomo, come essere pensante, la tragica rassegnazione che prende ormai ad Ardea come in tutto il paese.
circolo del Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra e Libertà
CICK TO CICK
da Il Fatto Quotidiano del 16 dicembre
Sono del tutto ingiustificati gli allarmi per l’annunciato decreto Maroni contro il dissenso nelle piazze e sulla Rete.
Anzitutto perché il ministro dell’Interno è un noto libertario che detesta le repressioni, anzi ha proprio il dente avvelenato con la Polizia, come si legge nella sentenza della Cassazione che lo condanna a 4 mesi e 20 giorni per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, per aver ingaggiato un parapiglia con gli agenti che nel 1996 perquisivano la sede della Lega Nord.
Il piccolo Bobo finì in ospedale col naso rotto (anche lui), non prima di aver azzannato la caviglia di un poliziotto. Di qui la nomina a ministro dell’Interno, per competenza gastronomica in fatto di polizia.
Ma chi teme una svolta repressiva può stare sereno anche perché abbiamo alla Camera un formidabile difensore della democrazia, furibondo col ministro dell’Interno che vuole limitare "le manifestazioni pubbliche".
Esprime "profonda insoddisfazione per la risposta del ministro" che “potrebbe determinare la chiusura del confronto democratico", "accumula tensione a tensione" e ”provoca un braccio di ferro, un susseguirsi di sfide e controsfide… Non è certo con questi provvedimenti che si affronta la gravità dell’ordine pubblico. Anzi, in questo modo si accentuano gli elementi negativi”.
"Non posso – prosegue il descamisado – non contestare le direttive impartite alle forze dell’ordine: un preventivo attacco contro chiunque si avvicinasse alla piazza, da cui sono derivate aggressioni a cittadini per nulla organizzati né violenti, che a loro volta hanno innescato un meccanismo pericoloso, grave e drammatico...E’ la direttiva alle forze dell’ordine che va nettamente contestata e condannata”.
Il disegno, secondo il nostro tupamaro, è chiaro: "Da parte di ben determinati settori del potere si investono le forze dell’ordine cercando di determinare uno spostamento a destra, un riflusso verso una tendenza al rancore e allo scontro con i manifestanti…Un disegno di provocazione e rottura presente in settori politici della maggioranza" che "ci auguriamo sia solo un errore e non un disegno premeditato del governo. Da un lato è necessario un confronto parlamentare sulla questione e chiediamo il ritiro del decreto; dall’altro le forze democratiche giovanili debbono comprendere a quale pericolo di scontri e a quali trappole sono di fronte" per "sconfiggere il tentativo repressivo… in cui a repressione si aggiunge repressione… per spostare a destra l’opinione pubblica".
Il nostro paladino chiama a raccolta tutte "le forze non violente e democratiche" contro le "procedure del governo che ci lasciano sgomenti", un autentico "tentativo di repressione indiscriminata" che può portare a "situazioni ancor più gravi" e richiede "uno sforzo da parte di un ampio arco di forze democratiche".
E’ in atto – denuncia – "uno sgretolamento dello Stato o un tentativo diretto a cambiare il volto dello stesso Stato uscito dalla resistenza, per edificarne uno che intrecci incapacità, disfacimento e repressione".
A parlare così alla Camera è l’on. Fabrizio Cicchitto.
Purtroppo non ieri, ma il 13 maggio 1977 all’indomani della morte di Giorgiana Masi in una manifestazione radicale non autorizzata dal Viminale. Il governo era l’Andreotti III. Il ministro dell’Interno era Cossiga. E Cicchitto era deputato dell’estrema sinistra socialista, tre anni prima di incappucciarsi chez Licio, tessera P2 numero 2232.
Quando il suo nome fu trovato nelle liste, Fortebraccio immaginò un dialogo fra Lenin e Marx nei Campi Elisi. "Compagno Marx, ti vedo triste e pensoso, che ti è successo?". "Compagno Lenin, ho avuto cattive notizie dalla terra: il compagno Cicchitto non ci vuole più bene".
Ma noi sappiamo che, sotto quel cappuccio, batte sempre il cuore di un sincero democratico. Grazie, compagno Cick, difendici tu.
Sono del tutto ingiustificati gli allarmi per l’annunciato decreto Maroni contro il dissenso nelle piazze e sulla Rete.
Anzitutto perché il ministro dell’Interno è un noto libertario che detesta le repressioni, anzi ha proprio il dente avvelenato con la Polizia, come si legge nella sentenza della Cassazione che lo condanna a 4 mesi e 20 giorni per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, per aver ingaggiato un parapiglia con gli agenti che nel 1996 perquisivano la sede della Lega Nord.
Il piccolo Bobo finì in ospedale col naso rotto (anche lui), non prima di aver azzannato la caviglia di un poliziotto. Di qui la nomina a ministro dell’Interno, per competenza gastronomica in fatto di polizia.
Ma chi teme una svolta repressiva può stare sereno anche perché abbiamo alla Camera un formidabile difensore della democrazia, furibondo col ministro dell’Interno che vuole limitare "le manifestazioni pubbliche".
Esprime "profonda insoddisfazione per la risposta del ministro" che “potrebbe determinare la chiusura del confronto democratico", "accumula tensione a tensione" e ”provoca un braccio di ferro, un susseguirsi di sfide e controsfide… Non è certo con questi provvedimenti che si affronta la gravità dell’ordine pubblico. Anzi, in questo modo si accentuano gli elementi negativi”.
"Non posso – prosegue il descamisado – non contestare le direttive impartite alle forze dell’ordine: un preventivo attacco contro chiunque si avvicinasse alla piazza, da cui sono derivate aggressioni a cittadini per nulla organizzati né violenti, che a loro volta hanno innescato un meccanismo pericoloso, grave e drammatico...E’ la direttiva alle forze dell’ordine che va nettamente contestata e condannata”.
Il disegno, secondo il nostro tupamaro, è chiaro: "Da parte di ben determinati settori del potere si investono le forze dell’ordine cercando di determinare uno spostamento a destra, un riflusso verso una tendenza al rancore e allo scontro con i manifestanti…Un disegno di provocazione e rottura presente in settori politici della maggioranza" che "ci auguriamo sia solo un errore e non un disegno premeditato del governo. Da un lato è necessario un confronto parlamentare sulla questione e chiediamo il ritiro del decreto; dall’altro le forze democratiche giovanili debbono comprendere a quale pericolo di scontri e a quali trappole sono di fronte" per "sconfiggere il tentativo repressivo… in cui a repressione si aggiunge repressione… per spostare a destra l’opinione pubblica".
Il nostro paladino chiama a raccolta tutte "le forze non violente e democratiche" contro le "procedure del governo che ci lasciano sgomenti", un autentico "tentativo di repressione indiscriminata" che può portare a "situazioni ancor più gravi" e richiede "uno sforzo da parte di un ampio arco di forze democratiche".
E’ in atto – denuncia – "uno sgretolamento dello Stato o un tentativo diretto a cambiare il volto dello stesso Stato uscito dalla resistenza, per edificarne uno che intrecci incapacità, disfacimento e repressione".
A parlare così alla Camera è l’on. Fabrizio Cicchitto.
Purtroppo non ieri, ma il 13 maggio 1977 all’indomani della morte di Giorgiana Masi in una manifestazione radicale non autorizzata dal Viminale. Il governo era l’Andreotti III. Il ministro dell’Interno era Cossiga. E Cicchitto era deputato dell’estrema sinistra socialista, tre anni prima di incappucciarsi chez Licio, tessera P2 numero 2232.
Quando il suo nome fu trovato nelle liste, Fortebraccio immaginò un dialogo fra Lenin e Marx nei Campi Elisi. "Compagno Marx, ti vedo triste e pensoso, che ti è successo?". "Compagno Lenin, ho avuto cattive notizie dalla terra: il compagno Cicchitto non ci vuole più bene".
Ma noi sappiamo che, sotto quel cappuccio, batte sempre il cuore di un sincero democratico. Grazie, compagno Cick, difendici tu.
REDDITO MINIMO GARANTITO-GRADUATORIA
Reddito minimo garantito
(Legge Regionale n. 4 del 20 marzo 2009)
Gli elenchi sono disponibili direttamente visualizzabili in formato PDF o in alternativa scaricabili in formato compresso.
COME EFFETTUARE UNA RICERCA ALL'INTERNO DI UN FILE PDF
Elenco domande ammissibili dal n. 1 al 6900 (CONVOCATI)
Attenzione: L'inserimento del proprio nominativo in questo elenco non comporta l'automatica ammissione al reddito minimo garantito.
Tale ammissione, infatti, avverrà solo successivamente alla approvazione ed alla pubblicazione della graduatoria definitiva formulata dalla Commissione.
La graduatoria (provvisoria e successivamente definitiva) sarà formulata e pubblicata solo a seguito del riscontro della veridicità delle dichiarazioni rilasciate dai richiedenti in sede di domanda, della stipula del “patto di servizio” e della verifica della compatibilità delle risorse finanziarie disponibili.
Pertanto i nominativi sottoelencati dovranno presentarsi, nel giorno e nell'orario indicati – a pena di esclusione dall'elenco - presso il Centro per l’Impiego di iscrizione al fine di produrre la documentazione comprovante quanto dichiarato in sede di domanda. (Vedere elenco documenti da produrre)
VISUALIZZA L'ELENCO DOMANDE AMMISSIBILI DAL N.1 A L 6900 (CONVOCATI) - file in formato PDF
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Elenco domande ammissibili
Attenzione: L'inserimento del proprio nominativo in questo elenco indica che la domanda è formalmente corretta.
L'eventuale convocazione avverrà con notifica individuale previa verifica della compatibilità delle risorse finanziarie disponibili
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Elenco domande non ammissibili
Attenzione: L'inserimento del proprio nominativo in questo elenco indica che la domanda è esclusa per vizi formali.
Per conoscere il motivo di esclusione consultare l'apposita legenda
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DOSSIER DI LIBERA
NEL LAZIO E' ATTIVA LA QIUNTA MAFIA
Nasce nelle borgate, negli anni '70, come derivazione dalle mafie tradizionali (Cosa Nostra, Camorra, 'Ndrangheta) ma poi cambia pelle diventando una criminalità organizzata 'nostranà, profondamente radicata sul territorio: È la quinta mafia, di Roma e del Lazio. A far luce su questa realtà, «cresciuta nell'ombra», un dossier firmato da Libera Informazione e presentato questa mattina nella sede dell'Fnsi alla presenza del presidente Roberto Natale. In principio, spiega il dossier, la prima attività dei mafiosi nel Lazio è l'usura, «lo strozzinaggio dei cravattari», organizzati dalla Banda della Magliana. Poi, con la parabola discendente della banda di Nicoletti, prendono potere le famiglie meridionali. Sono «cosche imprenditrici con una parvenza di rispettibilità» che si radicano sul territorio, «mettono da parte le differenti origini e sanno fare affari senza pestarsi i piedi», spesso protetti dalla politica. Droga, usura, prostituzione, contraffazioni e abusivismo vedono la mafia del Lazio alleata con quella straniera: cinesi, russi, albanesi, rumeni e nigeriani su tutti. «A Roma - spiega Gaetano Liardo di Libera Informazione - i mafiosi reinvestono e ripuliscono i loro proventi illeciti in ristoranti e attività economiche e un esempio per tutti il Cafè del Paris. Ma la Capitale è anche uno tra gli snodi più ambiti dei traffici di droga e prostituzione.
Così se l'aeroporto di Fiumicino e il porto di Civitavecchia vengono indicati come «i varchi preferiti dai narcotrafficanti», l'intera regione è definita «la terra promessa delle mafie straniere» con «un migliaio di segnalazioni per reati di droga (circa il 10% del totale nazionale)» e un triste record anche nei decessi di tossicodipendenti. Secondo il dossier, poi, gli indicatori relativi alla penetrazione mafiosa non lasciano spazio ad equivoci: «il Lazio è ai primi posti nelle classifiche relative alla penetrazione mafiosa, subito dopo le quattro regioni meridionali a 'occupazionè consolidata. Nel 2005 - si legge - i procedimenti avviati dalla Dda di Roma sono stati 204 (droga, tratta e associazione mafiosa), più che a Reggio Calabria (189).
Nella relazione annuale 2006/2007 a Roma sono 143 i fascicoli aperti dall'antimafia, e anche sul fronte dei beni confiscati alle mafie e destinati al riuso il Lazio è tra le prime regioni italiane». Sul versante dell'illegalità ambientale significativi i dati del 2008: 2086 infrazioni accertate nel Lazio con 2247 persone denunciate o arrestate e 915 sequestri effettuati. Il ciclo dei rifiuti, nello stesso periodo conta 788 infrazioni, quello del cemento 774. Eppure il fronte di chi nega l'esistenza della criminalità organizzata nel Lazio, secondo Libera, è ancora saldo. «Se è vero che le mafie sono delle holding finanziarie, infiltrate nelle amministrazioni e nella politica ai più alti livelli - afferma il coordinatore di Libera, Antonio Turri - allora va da sè che puntino con forza con Roma e dintorni».
De Ficchy. «Tutto il sud del Lazio è grandemente inquinato da infiltrazioni mafiose. Oltre a Fondi ci sono altri comuni del Sud Pontino che sono nella stessa situazione, dove avvengono decine di attentati». Cosìil procuratore di Velletri Luigi De Ficchy è intervenuto alla presentazione del dossier Lazio di Libera Informazione. «In queste zone ci sono gruppi criminali che fanno attività economiche legate con le amministrazioni locali - ha spiegato De Ficchy -, gli attentati sono sotto gli occhi di tutti e testimoniano l'inquinamento conclamato nel sud pontino. La verità è che la mafia nel Lazio ha un grande potere economico e bisogna prenderne atto».
LATINA 24 ORE .IT
ODIO POLITICO
La soluzione dei giovani Pdl: "Aboliamo IdV e Rifondazione Comunista"
I giovani del Pdl di Treviso hanno in mano la soluzione ai guai dell’Italia. Come il giovane Astolfo dell’Orlando innamorato, sono accorsi sulla Luna in groppa all’Ippogrifo, hanno rovistato un po’ fra le ampolle contententi tutto ciò che l’uomo ha perso, e sono tornati smaglianti, con una bottiglietta piena di senno. "Ah!", avranno gridato di piacere, dopo aver bevuto un goccio del miracoloso intruglio. Meno male che ci sono loro! Dopo le menate di Tartaglia, una bella rinfrescata ci voleva proprio.L’idea brillante è quella di portare all’attenzione del partito un’istanza che propone di varare una legge abolitiva "di quei soggetti politici che hanno come unico scopo l’inneggiare alla violenza e alla disobbedienza civile, che in Italia sono l’Italia dei Valori e Rifondazione Comunista". Di Pietro è la rovina dell’Italia: "Vuole scatenare una guerra eversiva, non è democratico".
Nicola Di Maio, il coordinatore dei giovani a Treviso, specifica: "Noi non vogliamo eliminare i partiti che non la pensano come Silvio Berlusconi, vogliamo mettere al bando, per legge, quelli che lo calunniano e lo infamano creando un pericolosissimo clima di odio che, come si è visto, può sfociare in atti di violenza".
L’ingenuità di queste affermazioni fa quasi sorridere, anche se di un sorriso amaro.
E’ chiaro che i giovani pidiellini trevigiani si indignano solo con metà del corpo. Il rifiuto dell’incitazione alla violenza e della disobbedienza civile deve essere totale, e non limitata a quelle che provengono dagli spalti della curva opposta.
Silvio Berlusconi è uno dei premier più violenti, verbalmente parlando, della storia del nostro Paese. Il suo "mi consenta" è emblematico, in questo senso: con una frase apparentemente galante riesce a strappare il turno discorsivo all’avversario, e il "dialogo" si trasforma in monologo che non accetta repliche, intrusioni, sospiri. Sovrastare la voce altrui è diventata regola universalmente condivisa. La violenza non viene trasportata esclusivamente da pugni e statuine, ma anche da queste violazioni del buon vivere civilmente. Di esempi di violenza verbale, Berlusconi ne ha a bizzeffe alle spalle: dall’etichetta "kapò" affibiata al parlamentare tedesco Schulz, alle stoccate inferte alla Corte Costituzionale e al Presidente della Repubblica Italiana, qualche giorno fa. Dichiarazioni, queste ultime, che possono infiammare gli animi, anche quelli di chi, per una malattia mentale, non riesce a gestire la propria rabbia.
Se vogliamo proprio mettere i puntini sulle "i", l’istigazione a compiere atti di disobbedienza civile, quando non a sfociare nel reato, è argomento ben presente anche nel curriculum del PdL: avete forse dimenticato quando il Premier invitò gli italiani a non pagare il canone RAI perché trasmissioni come "Report" e "Annozero" osavano attaccarlo? Oppure quella volta in cui, in campagna elettorale, il Premier disse che l’evasione fiscale è una scelta morale, quando la tassazione arriva a superare il 50%? E, per non andare troppo lontano in tema di violenza, dobbiamo proprio ricordare il gesto di Borghezio che, spruzzino detergente alla mano, ripuliva pazientemente il sedile di un autobus su cui un’immigrata si era seduta? Non è un gesto che stimola le azioni dei poco di buono, dandogli l’approvazione di un personaggio politico? E allora perchè non proporre anche l’abolizione della Lega Nord, dato che ci siamo? Tanto per andare sul sicuro.
"Quando il dito indica la luna, l’imbecille guarda il dito": è un trucchetto semplice, dopotutto. Se esplode l’odio a causa dei continui attacchi del Premier alle istituzioni dello Stato, la mossa più semplice per mettere in scacco l’opposizione è darle la colpa di aver denunciato l’illegalità di quegli attacchi. Se nessuno avesse parlato, il Duomo sarebbe rimasto in una bancarella, intonso.
I giovani politicanti avrebbero dovuto prendere uno specchio, dalla Luna. Anche se, forse, non ci avrebbero guardato dentro: l’autocritica non è cosa da maggioranza.
AGORA-VOX ITALIA
16 dicembre 2009
CONVOCATI TRE CONSIGLI COMUNALI
Tre consigli comunali di cui due convocati per la seconda decade di dicembre. Il terzo nella prima decade di gennaio 2010.. I giorni in cui si svolgerà il consiglio comunale sono: 21 dicembre - 22 dicembre e 14 gennaio tutti alle ore 10.00. Appuntamento al Centro Anziani “Caduti di Nassirya” di Tor San Lorenzo sito in via dei Tassi n. 18/b Ardea
Ordine del giorno
Premiazione campioni d’Italia Atletica Leggera;
1. Approvazione verbale seduta precedente;
2. Comunicazioni del Sindaco;
3. Mozioni - interrogazioni - interpellanze;
4. Delibera Giunta comunale n. 120 del 30/11/2009, avente ad oggetto “ Variazioni Bilancio di Previsione al Bilancio Pluriennale 2009-2011, alla Relazione Previsionale e Programmatica ed al piano annuale OO.PP.” - RATIFICA
5. Verifica quantità e qualità di aree e fabbricati da destinarsi alla residenza, alle attività produttive e terziarie che potranno essere ceduti in proprietà od in diritto di superficie;
6. Determinazione tassi di copertura in percentuale del costo di gestione dei servizi a domanda individuale;
7. Programmazione OO.PP. triennale ed elenco annuale 2010– 2012 – Adozione
8. Approvazione Bilancio annuale di previsione per l’esercizio 2010. Relazione previsionale e programmatica per il triennio 2010/2012; bilancio pluriennale per il triennio 2010/2012.
FERRERO SU AGGRESSIONE A BERLUSCONI
Abbiamo espresso la più netta condanna dell’aggressione subita da B. Lo abbiamo fatto perché difendiamo la democrazia senza se e senza ma, e questo vuol dire difendere - per tutti - gli spazi di agibilità politica. Questo è tanto più necessario oggi, in una fase in cui la democrazia è pesantemente messa in discussione proprio dall’attacco delle destre che vogliono stravolgere la carta costituzionale.
Di questa volontà di stravolgere le regole abbiamo avuto una testimonianza con l’utilizzo che, dell’aggressione, è stato fatto dalla destra, sia politica che giornalistica. L’aggressione è utilizzata per beatificare B, per far dimenticare i suoi trascorsi e i suoi propositi eversivi.
L’aggressione è utilizzata per dire che chi combatte politicamente B è antidemocratico; si è arrivati a parlare di terrorismo. L’aggressione è utilizzata per cercare di normalizzare l’opposizione, per toglierle la parola cercando di obbligarla all’accettazione subalterna dei propositi governativi.
Si tratta di una operazione demagogica e populista di tipo fascista, che cerca di criminalizzare l’opposizione per renderla innocua e per giustificare strette repressive. Del resto non è un caso che tutte le svolte antidemocratiche del secolo scorso siano state giustificate in nome della difesa della libertà: dai nazisti, dopo il rogo del Reichstag, alle dittature latinoamericane. Non a caso la Lega, che di questo disegno eversivo è la punta di diamante politica ed ideologica, sta imprimendo alla vicenda una torsione integralmente repressiva. L’aggressione del signor Tartaglia alla persona B ha quindi determinato una grande occasione per il politico Berlusconi al fine di rifarsi una verginità e dare un duro colpo all’opposizione.
L’aggressione al presidente del consiglio ha dato nuova linfa al progetto piduista di svolta reazionaria nel paese e solo un cretino può pensare il contrario. Occorre quindi difendere fino in fondo gli spazi democratici dagli attacchi strumentali e fascistoidi della destra, ma nel contempo progettare con chiarezza una risposta in avanti a questa situazione. La situazione attuale è caratterizzata dal tentativo berlusconiano di utilizzare la crisi economica per attuare una svolta reazionaria e uscire da destra dalla crisi della seconda repubblica.
Questo tentativo cerca di tradurre l’atomizzazione e le solitudini sociali in consenso passivo alla svolta reazionaria.
La nostra riposta non può essere il puro rovesciamento di questa prospettiva: il populismo di sinistra è nei fatti subalterno al populismo di destra. Dobbiamo progettare con ancora maggior cura di quanto fatto sin’ora la costruzione di una opposizione di massa alle politiche governative e confindustriali per riportare lo scontro politico al merito delle questioni sociali. Non rimanere impigliati in una personalizzazione dello scontro politico e mettere sul tappeto i problemi sociali: questo è il punto decisivo.
La nostra risposta alla campagna d’opinione e repressiva del governo è il cambio radicale di terreno dello scontro politico. La nostra risposta è la costruzione certosina della mobilitazione sociale a partire dalla lotta per l’occupazione e la campagna referendaria da preparare sin da subito contro la privatizzazione dell’acqua, contro il nucleare e contro la precarietà. Per sconfiggere il berlusconismo non serve attaccare Berlusconi, ma ricostruire nel paese un sano conflitto di classe che dia vita ad una forte opposizione sociale e, quindi, apra la strada all’alternativa.
I MAESTRI DELL'ODIO
CICCHITTO ATTACCA DI PIETRO TRAVAGLIO E ANNO ZERO
Questa mattina in aula alla Camera si è consumato un vero e proprio regolamento dei conti. Si è compiuto un attacco predeterminato al partito dell’Italia dei Valori. Il centrodestra ha indicato i mandanti politici dell’aggressione a Berlusconi, “coloro che dal 1994 fomentarno l'odio nel Paese”. Ho deciso di postare il video con cui il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, ha commentato l’informativa del ministro Maroni. Vorrei che a valutare se ad alzare i toni e fomentare gli animi del Paese è proprio Antonio Di Pietro e la compagnia dei terroristi mediatici come Travaglio e Santoro. “Una campagna di odio iniziata il 1994 da sempre concentrata contro una sola persona, contro Silvio Berlusconi. A condurre questa campagna è il network composto dal gruppo editoriale Repubblica-Espresso, da quel mattinale delle procure che è Il Fatto Quotidiano, da una trasmissione televisiva condotta da Santoro e da un terrorista mediatico di nome Travaglio da alcuni pubblici ministeri che hanno nelle mani alcuni processi tra i più delicati sul terreno del rapporto tra mafia e politica e che nel contempo vanno nei più vari talk show televisivi a demonizzare Berlusconi e da un partito, l'Italia dei Valori, il cui leader Di Pietro sta in questi giorni evocando la violenza, quasi voglia tramutare lo scontro politico durissimo in atto in guerra civile fredda”. Queste sono le parole che Cicchitto ha pronunciato in Parlamento. Queste sono le dichiarazioni che confermano che l’odio politico di cui tanto parlano nasce proprio dal modo in cui per quindici anni hanno deciso di portare in Parlamento non gli interessi del Paese ma quelli del Premier. Per Cicchito, infatti, l’unico modo per disinnescare questo clima da “guerra civile” è quello che il Parlamento approvi “leggi funzionali” a contrastare “l'uso politico della giustizia”. Tradotto in soldoni il Parlamento e l’opposizione tutta dovrebbe approvare le leggi ad personam per salvare il premier dalle sue beghe politiche. Questo, conclude Cicchitto “è il cancro che ha distrutto la prima Repubblica e che sta corrodendo anche la seconda”. Solo così, a detta di Cicchitto “si può iniziare un cammino virtuoso, procedendo ad una grande riforma istituzionale, ad una grande riforma della giustizia, ad un'incisiva riforma dei regolamenti parlamentari e all'istituzione del federalismo fiscale”. Tutto questo è davvero inaccettabile. Gli interessi del premier per questa classe politica vengono sempre prima del bene del Paese che ha bisogno come il pane di queste riforme. Purtroppo per loro, noi non cadremo nel tranello. Queste loro intimidazioni non ci fermeranno. Noi non facciamo opposizione per odio verso Berlusconi, ma per amore del nostro Paese. Ed è per questo che continueremo a batterci contro i provvedimenti ad personam che umiliano i cittadini e la nostra Costituzione. Il presidente Cicchitto dovrebbe capire che i toni si abbasseranno solo esclusivamente quando saranno loro a farlo per primi e quando questa maggioranza deciderà di occuparsi delle questioni che stanno a cuore agli italiani. Anche oggi, con il monito di Fini mi sono reso conto che ci sono due centrodestra. Il primo, è il centrodestra che non ha futuro, quello di Silvio Berlusconi, che sparge odio nel paese e altro non sta facendo che strumentalizzare quello che è accaduto domenica. Poi c’è un altro centrodestra, quello rappresentato dal presidente della Camera Gianfranco Fini che potremmo non condividere nei contenuti, ma che è un serio e leale avversario politico con cui potersi confrontare partendo da una visione comune dei valori che ispirano l’arte della politica: i principi sacrosanti della carta Costituzionale, l’equilibrio dei poteri e il rispetto per le istituzioni democratiche. Tutte cose che Berlusconi e tanti del centrodestra calpestano quotidianamente. Per questo chedevo constatare che la serenità del confronto politico tornerà quando Berlusconi deciderà di uscire dalla politica e si porterà dietro tutta la clache di politici eletti solo per fare i suoi interessi in parlamento. Solo allora la politica italiana potrà permettersi di riabbassare i toni e tornare a un confronto civile.
15.12.2009
POMEZIA - ASSEMBLEA PUBBLICA
A S S E M B L E A P U B B L I C A
Giovedì 17 DICEMBRE ore 18,00
Hotel Principe - via dei Castelli Romani 16 - Pomezia
CONTRO IL “SACCO” DI POMEZIA!
DICIAMO NO ALLA DEVASTAZIONE DEL TERRITORIO
interverranno:
Walter Bianco
Roberto Baieri
Maurizio Battistelli
ALBA ROSA
ENRICO FONTANA Capogruppo "Sinistra Ecologia e Libertà " Consiglio Regionale del Lazio
LUIGI NIERI Assessore al Bilancio Regione Lazio
FILIBERTO ZARATTI Assessore all'Ambiente Regione Lazio
CIRCOLO PD ARDEA - REGALI NATALIZI
Il PD di Ardea presenta i doni natalizi che l’Amministrazione Eufemi ha preparato per noi, suoi tanto amati cittadini:
• Non bastando i 600.000 € stabiliti dal Tribunale per l’ecomostro Puccini, Babbo Natale Eufemi porta a compensazione 90.000 mc di cemento pari a circa 60 milioni di €
• Per lo scheletro di Rio Verde, valore commerciale zero, l’Amministrazione intende pagare 7 milioni di € e accetta l’unica offerta presentata con un ribasso ridicolo dello 0,5%
• Invece di recuperare gli 11 milioni di € della SPE, il Pinocchio Incatenato si vede recapitare l’ennesima ingiunzione di 4 milioni di € per un totale di 15 milioni di €
Grazie a questi “regali” i cittadini di Ardea pagano di tasca propria l’inefficienza dell’Amministrazione vedendosi aumentare le tariffe per servizi già scadenti.
Il Circolo di Ardea del PD augura a tutti i cittadini di trascorrere comunque serenamente le prossime feste sapendo che presto
UN’ ARDEA ALTERNATIVA E’ POSSIBILE
INTERNAUTI
Hanno avuto una canzoncina patriottica in regalo. I 300 milioni di internauti cinesi che lo scorso ottobre hanno raggiunto questa cifra tonda, la più alta del mondo. Ciò che hanno gradito meno - bocciandola come «violazione della privacy» al 96 percento, da una ricerca universitaria compiuta in Cina - è stato il Green Dam Youth Escort, il programma “Diga verde” da istallare obbligatoriamente su tutti i computer a partire dal 1° luglio scorso per un «necessario filtraggio». Il monitoraggio obbligatorio è ufficialmente un’operazione anti pedopornografia, di fatto però ha colpito quasi unicamente blogger e oppositori politici.
Ciò che Google non fa più, la denuncia dei dissidenti, ora è compito di Sohu, motore di ricerca tutto cinese - ma quotato al Nasdaq di Wall Street, sia detto per inciso - che ne ha copiato il modello. In Iran il regime di Ahmadinejad pur avendo recentemente acquisito in Germania la tecnogia più sofisticata continua ad avere grossi problemi a intercettare i ragazzi dell’Onda Verde. I giovani iraniani sono infatti molto attenti ed esperti e usano generalmente i server proxy, che cambiano continuamente: un modo per navigare in anonimato concatenandosi come in scatole cinesi che dirottano su indirizzi esteri, ad esempio in Germania o negli Usa. Non è facile intercettare i contenuti che si diffondono sul web come olio nell’Oceano. E soprattutto nelle democrazie occidentali è ancora considerato generalmente illegale. A differenza delle intercettazioni telefoniche vocali che per standard internazionali imposti alle industrie telefoniche devono essere possibili su ogni comunicazione, il traffico di dati su Internet è «nato libero», come nipote della corrispondenza postale su cui tutti e solo i regimi dittatoriali si arrogano il diritto di intervenire.
Così solo in Cina esiste una “Diga Verde” a monte dello scambio di file. Nelle democrazie per controllarlo bisogna inserirsi nel flusso della comunicazione con tecnologie complesse e costose come il sistema Echelon o interventi autorizzati dalla magistratura. Recentemente per finalità antiterrorismo e di difesa dei copyright verso gli utenti che scaricano musica e film «piratati», c’è una forte pressione per modificare in senso restrittivo le libertà del web, che come tutte le libertà ha i suoi rischi e i suoi costi. In Francia è stata recentemente approvata la legge Hadopi o «dei tre scalini» contro la pirateria informatica: prevede il monitoraggio da parte di un’agenzia e la segnalazione degli illeciti all’autorità giudiziaria. Al terzo accertamento di violazione si rischia la sconnessione dell’Id. La legge voluta fortemente da Sarkozy dà obbligo di prova all’utente e non a chi lo accusa. Ma è stata emendata dalla Corte costituzionale francese in base alla Carta dei diritti dell’Uomo del 1789. E non è an cora chiaro se dovrà essere modificata di nuovo entro il 2011 in base alla normativa europea che nel cosiddetto «articolo 138» stabilisce che la Rete è uno spazio neutro, non proprietario delle major televisive e quindi libero per diritto. Il diritto soggettivo alla privacy.
Ciò che Google non fa più, la denuncia dei dissidenti, ora è compito di Sohu, motore di ricerca tutto cinese - ma quotato al Nasdaq di Wall Street, sia detto per inciso - che ne ha copiato il modello. In Iran il regime di Ahmadinejad pur avendo recentemente acquisito in Germania la tecnogia più sofisticata continua ad avere grossi problemi a intercettare i ragazzi dell’Onda Verde. I giovani iraniani sono infatti molto attenti ed esperti e usano generalmente i server proxy, che cambiano continuamente: un modo per navigare in anonimato concatenandosi come in scatole cinesi che dirottano su indirizzi esteri, ad esempio in Germania o negli Usa. Non è facile intercettare i contenuti che si diffondono sul web come olio nell’Oceano. E soprattutto nelle democrazie occidentali è ancora considerato generalmente illegale. A differenza delle intercettazioni telefoniche vocali che per standard internazionali imposti alle industrie telefoniche devono essere possibili su ogni comunicazione, il traffico di dati su Internet è «nato libero», come nipote della corrispondenza postale su cui tutti e solo i regimi dittatoriali si arrogano il diritto di intervenire.
Così solo in Cina esiste una “Diga Verde” a monte dello scambio di file. Nelle democrazie per controllarlo bisogna inserirsi nel flusso della comunicazione con tecnologie complesse e costose come il sistema Echelon o interventi autorizzati dalla magistratura. Recentemente per finalità antiterrorismo e di difesa dei copyright verso gli utenti che scaricano musica e film «piratati», c’è una forte pressione per modificare in senso restrittivo le libertà del web, che come tutte le libertà ha i suoi rischi e i suoi costi. In Francia è stata recentemente approvata la legge Hadopi o «dei tre scalini» contro la pirateria informatica: prevede il monitoraggio da parte di un’agenzia e la segnalazione degli illeciti all’autorità giudiziaria. Al terzo accertamento di violazione si rischia la sconnessione dell’Id. La legge voluta fortemente da Sarkozy dà obbligo di prova all’utente e non a chi lo accusa. Ma è stata emendata dalla Corte costituzionale francese in base alla Carta dei diritti dell’Uomo del 1789. E non è an cora chiaro se dovrà essere modificata di nuovo entro il 2011 in base alla normativa europea che nel cosiddetto «articolo 138» stabilisce che la Rete è uno spazio neutro, non proprietario delle major televisive e quindi libero per diritto. Il diritto soggettivo alla privacy.
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