04 maggio 2011

SPERANDIO SI GIUSTIFICA


Come di solito avviene dopo un Consiglio che non produce gli effetti voluti, e cioè che si votino i punti all’ordine del giorno posti dal Presidente, si parla di difficoltà della maggioranza o di diatribe all’interno del consiglio, tra consiglieri. Questo ormai appare consueto, comune a tutti i Consigli Comunali.

Forse sarebbe bene riformare gli enti locali o trovare forme che garantiscano la liceità delle delibere portate in Consiglio e che queste poi vengano votate o bocciate obbligatoriamente, e non come avviene spesso, ritirate. Le delibere possono essere ritirate per diversi motivi, però nel nostro Consiglio Comunale di Ardea solitamente si ritirano perché la delibera non è passata nella commissione. Tale procedura, tra l'altro, non sarebbe vincolante, perché le commissioni sono solo consultive: tutti i consiglieri, una volta posti gli argomenti da dibattere in Consiglio devono o meglio possono consultare le delibere e farsi chiarire gli aspetti tecnici, poi hanno il diritto di votare il punto o di non votarlo. Le commissioni, così come poste dalla legge negli enti locali, servono a poco, e secondo me dovrebbero essere redigenti e non solo consultive. Però se un Consiglio Comunale si dà la regola che tutte le delibere passino nelle commissioni consiliari come è giusto che sia, prima di metterle all’ordine del giorno, la conferenza dei capigruppo, insieme al Presidente del Consiglio, dovrebbe se non altro verificare se questo passaggio in commissione (ora determinante) sia avvenuto.

L’altro aspetto è che se le commissioni non raggiungono il numero legale non possono considerarsi aperte, cioè valide, così i vari presidenti non possono adempire la regola, che in questo Comune è fondamentale per la votazione degli atti, di aver fatto conoscere ai commissari le delibere consiliari. Le decisioni prese nell’ultimo Consiglio sono da considerarsi inidonee al principio o allo spirito di avere una delibera che sia formalmente e sostanzialmente pronta a produrre i suoi effetti nel più breve tempo possibile, ma è vero anche che non possono essere inserite delibere che non hanno avuto un passaggio in una commissione valida.

E' così che sono nate contrapposizioni diverse tra chi poneva il fondamento della regola delle commissioni e chi invece proponeva, in virtù della materia prettamente fondata su una questione sociale, di concludere la fase della votazione e perciò dell’approvazione.

Ora la questione politica tra opposizione e maggioranza, secondo me, è solo di opportunità, e giustamente la minoranza ha accolto con favore la richiesta di approvazione mentre altrettanto correttamente il Presidente del Consiglio ha posto il ritiro per una questione di equilibrio ed imparzialità.

Così il Consiglio termina su un punto a me non chiaro sui debiti fuori bilancio. Devo precisare che, continuando ad acquisire esperienza politica ed invecchiando, sono sempre più incline al mio giudizio ma anche a rispettare quello degli altri, perciò credo che, ricevendo maggiori informazioni chiarificatrici, io sarei pronto a votare. Credo che, i debiti, un ente non dovrebbe produrli per almeno due motivi: il primo perché indeboliamo le nostre imprese che lavorano e poi non vengono pagate, il secondo perché quando si formano così tanti debiti significa che non c’è una buona gestione, anche se per precisione devo dire che questi debiti, almeno per la maggior parte, arrivano da lontano.

Concludo chiarendo che il consigliere Sperandio non pensa minimamente al futuro Sindaco di Ardea, anzi crede che queste questioni siano oggi solo destabilizzanti, visto che abbiamo un Sindaco in carica e che il sua mandato scadrà tra un anno.

Oggi dobbiamo spendere tutte le nostre energie per ottemperare al programma che l’Amministrazione in tutte le sue componenti intende realizzare, e non credo che i capigruppo della PDL e degli altri partiti di maggioranza siano contrari a questo progetto.


Nazareno Sperandio

LUIGI CENTORE COMMENTA

Nazareno Sperandio commenta l’ultimo consiglio comunale che certo non ha brillato per professionalità e interesse verso i cittadini. Sperandio in una nota molto critica ma leale, spiega le motivazioni che hanno portato allo scioglimento della seduta consiliare per mancanza di numero legale. Sperandio spiega il perché non condivi il formarsi dei debiti fuori bilancio, oltre che precisare che per il momento non si deve pensare al futuro sindaco visto che attualmente ce ne è uno valido quale Carlo Eufemi. Le precisazioni sul trascurare il totosindaco sembrerebbero nate dal fatto che da più parti si fa sempre più insistente in quello che resta del gruppo dell’ex vicesindaco Renzo Morini il quale in più occasioni parla come se già fosse sindaco. Per qualcuno forse si sente sindaco per diritto di usu capione. Sperandio sembra far trasparire l’appoggio alla teoria di quanti ritengono che il futuro sindaco debba essere uno che non ha amministrato Ardea fin da quando aveva i pantaloni corti.

Attualmente la politica di Ardea è in fermento. In consiglieri stando a quanto accaduto nell’ultimo consiglio comunale appaiono tutti contro tutti e soprattutto contro il sindaco.

Luigi Centore

ROVIGLIONI: IL TEATRINO DEI SOLITI NOTI

Sperandio tenta una puerile giustificazione confondendo questioni tecniche e poco compresibili ai cittadini come il funzionamento delle commissioni con l'azione politico amministrativa. Da mesi ormai c'e' una maggioranza che non governa, pensa solo ad aggiustare licenze edilizie per i soliti Consiglieri Comunali geometri, assunzioni di parenti e conoscenti in vista della prossima tornata elettorale. Ad un anno dalle elezioni è scattato il mercato del consenso, la ricerca di un nuovo candidato sindaco per il centro destra. Il commento di Centore avvolara l'ipotesi che Ardea subirà l'ennesimo scempio nella disputa, una lunga agonia pagata a caro prezzo dai cittadini mentre la macchina amministrativa si va impantanando ogni giorno di più.
La presenza costante negli anni dei soliti uomini che hanno retto le redini del comune passando da un incarico all'altro, da un partito all'altro da uno schieramento all'altro, senza mai pagare pegno per il loro operato, li rende arroganti, prepotenti, impuniti.
Come è gia stato detto " ogni popolo ha il governo che si merita "
" ognuno è artefice del proprio destino " .............

Valtere Roviglioni


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