29 dicembre 2011

Appalti sospetti, salgono a 11 le richieste di rinvio a giudizio Ecco i primi nomi negli atti del pm


Si muove la Procura della Repubblica di Velletri. Coinvolti due ex dirigenti, un funzionario e un tecnico comunale più un consigliere comunale, due assessori e un ex assessore e alcuni tecnici della ditta coinvolta


da Il Faro on line - Inviate dal Gup Aldo Morgini della Procura della Repubblica di Velletri undici richieste di rinvio a giudizio per fatti legati ad una storia, ancora tutta da provare, di tangenti e di assegnazione appalto di manutenzione cimiteriale che vede coinvolti due ex dirigenti dell’Ufficio cimiteriale, un funzionario ed un tecnico comunale all’epoca dei fatti in servizio presso l’Ufficio citato, un consigliere comunale, un assessore ed un ex assessore, tre imprenditori che hanno partecipato alla gara, oltre ad un imprenditore rutulo di pompe funebri, l’udienza non pubblica si svolgerà a Velletri a fine marzo 2012.

Le indagini sono state svolte dalla Guardia di Finanza di Pomezia, la quale, su disposizione del P.M. Dott. Giuseppe Travaglini della Procura di Velletri, effettuò perquisizioni domiciliari che fecero in paese molto scalpore per i personaggi che a vario titolo vi erano coinvolti.
Una storia tutta da provare per la quale il giudice ha riconosciuto cinque parti lese, tra cui il Comune di Ardea, che questa volta non potrà più esimersi, come troppe volte ha fatto in passato, dal costituirsi parte civile.

Oggi per il Sindaco ciò potrebbe implicare un nuovo rimpasto in giunta, per una eventuale incompatibilità se non proprio giuridica almeno morale da parte di chi ancora ricopre incarichi istituzionali conferitogli proprio dal sindaco Carlo Eufemi considerato il sindaco che della legalità ne ha fatto il suo cavallo di battaglia, oltre di chi sembra intenzionato a candidarsi o ricandidarsi a partecipare alle prossime elezione comunali.

Di recente il Comune non si è costituito parte lesa neppure contro alcune persone attualmente rinviate a giudizio per aver, con falsa rappresentazione dell’elaborato grafico, ottenuto un permesso a costruire in sanatoria ingannando tutti i tecnici, tanto che l’allora dirigente del competente Ufficio dovette in autotutela revocare il permesso a costruire in sanatoria.
Tale revoca ancora oggi solleva perplessità perchè non fu sostenuta con un legale del comune davanti al TAR, per cui la revoca venne vanificata. Successivamente a seguito di denuncia di una delle parti lese il rinvio a giudizio fu accolto (nei prossimi mesi il dibattimento) pur senza che il Comune si fosse costituito parte civile per il rispetto della legalità cosa che ancora non è data a capire. Fatti questi che certamente verranno portati all’attenzione della Procura per capire con quali criteri, come e contro chi il Comune si costituisca parte civile, oppure non lo faccia, in tribunale o nei giudizi al TAR del Lazio.

Ecco i primi nomi coinvolti
L'ex assessore Cassio Roccafiorita, l'attuale assessore Petricca, il consigliere comunale Di Fiori, i due ex dirigenti comunali Cucuzza e Porreca. Per tutti - lo ricordiamo per correttezza d'informazione - vale il principio d'innocenza. Un'accusa, per qunato pesante, non è una prova, che casomai verrà costituita in Tribunale, unica sede preposta. E comunque la legge prevede tre gradi di giudizio.


Luigi Centore

1 commento:

Anonimo ha detto...

sarebbe utile sapere perché il Comune non si è costituito parte civile ed è bene che diventi fatto noto.

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