29 maggio 2010

BERLUSCONI: " RIMESSO LA BARCA SULLA GIUSTA ROTTA.



FORSE PARLA DELLO YACHT DEL FIGLIO!!

Riportiamo l'agenzia agi sulle affermazioni di stamattina di Berlusconi sul suo "manovra-miracolo" anticrisi e, a seguire, la notizia dello yacht di lusso acquistato in questi giorni dal figlio per circa 18 milioni di euro. C'è chi la paga la crisi, milioni di persone. C'è chi neanche la vede, con milioni di euro da "buttare in mare".


(AGI) - Roma, 28 mag. - "Abbiamo rimesso la barca sulla giusta rotta", dando "una risposta immediata ad una crisi improvvisa".
Cosi' Silvio Berlusconi si e' soffermato sulla manovra in un collegamento telefonico con Belpietro su Canale 5. "Non abbiamo messo le mani nelle tasche degli italiani e abbiamo fatto una manovra efficace", dice il presidente del Consiglio. "Abbiamo ridotto la spesa pubblica e non abbiamo affatto aumentato le tasse". Silvio Berlusconi spiega di essere soddisfatto della manovra che, a suo dire, e' stata "inevitabile" e in ogni caso "non ha fatto macelleria sociale". "Il nostro Stato costa troppo - dice il premier - . Per questo siamo intervenuti con la logica del padre di famiglia. Serviva una risposta immediata e il Governo l'ha data". Con la manovra - ha sottolineato ancora il presidente del Consiglio - "continueremo a restare tra i Paesi virtuosi in Europa anche perche' negli ultimi due anni siamo stati i piu' bravi a tenere sotto controllo i conti pubblici". Il capo del Governo, quindi, afferma di essere ottimista: "possiamo guardare avanti con fiducia perche' ci sono dei segnali positivi. E' in atto una ripresa dei consumi,d ella produzione e delle esportazioni".
Berlusconi piu' volte, nel collegamento telefonico con Belpietro, rimarca che la crisi e' "senza precedenti" perche' "c'e' stato un attacco improvviso all'euro ai primi giorni di maggio che rischiava di colpire i ricavi delle imprese, le pensioni, i salari, rischiava di farci male ma io - conclude il presidente del Consiglio - sono stato tra i primi premier ad intuire la gravita' della crisi e a reagire". "Non e' affatto macelleria sociale, e' un provvedimento inevitabile ma non abbiamo assolutamente tagliato la sanita' e le pensioni". Silvio Berlusconi risponde cosi' alle critiche dei sindacati sulla manovra. Il premier, in un collegamento telefonico con la trasmissione di Belpietro su Canale 5, spiega che nella manovra sono inserite anche "riforme strutturali". Il presidente del Consiglio si sofferma soprattutto sulla lotta all'evasione fiscale. "I comuni saranno maggiormente coinvolti" per fare combattere l'evasione, spiega il Cavaliere. Gil/Pro.

Corriere.it
Varato lo yacht di Pier Silvio Berlusconi
La nuova imbarcazione un «Custom line 124» è lunga 37 metri ed è costata circa 18 milioni di euro

La crisi c'è, ma non per tutti. Mentre a Roma il governo varava una manovra da 24 miliardi di euro, ad Ancona è stato varato infatti il nuovo yacht da 37 metri di proprietà del vicepresidente di Mediaset Pier Silvio Berlusconi un «Custom line 124», da 18 milioni di euro realizzato dai cantieri del gruppo Ferretti.

IL NUOVO YACHT - Lo yacht che è dotato di 4 suite e una sala fitness può raggiungere una velocità di 27 nodi e può ospitare fino a dieci persone oltre alle sei di equipaggio. Come spiega nel dettaglio il quotidiano Romagna Oggi, si tratta della «prima unità del modello 124', nuova ammiraglia della flotta planante di Custom Line. Il maxi yacht misura oltre 37 metri ed è stato realizzato nello stabilimento produttivo di Ancona». E proprio nel capoluogo è avvenuto il tradizionale battesimo con tanto di bottiglia di spumante infranta sulla chiglia.

28 maggio 2010

FALCIANI, L'UOMO DELLA LISTA


Sono nato in un paradiso fiscale, certe cose si imparano come da voi il calcio»


«Così si nascondono i soldi»

«I nomi degli evasori italiani? Ho il dovere di tacere»

NIZZA — A vederlo da vicino, camicina a righe, jeans e l’accento alla ispettore Clouseau, non diresti proprio che è lui Hervé Falciani: l’uomo che ha messo sotto scacco un colosso mondiale della finanza come la banca britannica Hsbc. Invece è proprio quel trentottenne lo stratega informatico che un giorno ha levato il velo sui segreti inconfessabili del principale istituto bancario privato al mondo.

Mentre lo racconta lo sguardo si accende, come quello del cane Toto mentre tira via la tenda e scopre il Mago di Oz. Ma su ciò che c’è dietro il velo Hervé Falciani mette in guardia: «I nomi degli evasori sono un piccolo problema. Ce n'è uno enorme. Le banche sono senza controlli reali. Non esistono più le valigie di soldi portate oltre frontiera. Ora basta un clic di computer e la somma viene trasferita. Il denaro è diventato una scrittura informatica. Ma l’informatica non ha controlli. Questo significa che la finanza, che senza l'informatica non esiste, non ha regole. Tutti lo sanno. Io l'ho provato. Non c'era protezione nemmeno per quei nomi ».

Ecco, appunto, chi c’è nella lista italiana? Lui alza le mani da pianista: «Ho il dovere di non dirlo. C’è il segreto bancario e le indagini». Ma non era indagato perché offriva i dati sottratti alla banca? «Falso. Mai venduto nulla. Mai stato in carcere. Io ho denunciato i meccanismi oscuri con cui le banche violano gli accordi internazionali. La mia banca non mi ha ascoltato. La polizia svizzera non ha fatto nulla. Allora l'ho denunciato alla brigade anticorruption francese e 10 mesi dopo la polizia svizzera mi ha arrestato per poche ore». E i politici di cui ha parlato? «Mai detto. Tutti si fermano ai nomi. Ma è stupido. Lì ci sono pesci piccoli. Non è questo. Se io premo un tasto il denaro va in Cina o in Malesia. Quando la polizia lo cerca è già altrove. Così può esserci il riciclaggio e la speculazione che ha portato alla crisi. Gli Stati non riescono a controllare. La finanza è internazionale anche le regole devono esserlo. Si può fare. È semplicissimo».

C’è chi sospetta che sia una spia. «Andato via dalla banca ho aiutato molte indagini sul denaro sporco e anche i servizi. Poi si saprà. Ma sono nato in un paradiso fiscale: a Montecarlo. Lavoro da dieci anni in una banca svizzera, come mio padre e come tantimiei amici. Come si fa a nascondere il denaro, lo impariamo da piccoli come voi il football ». Resta l’enigma del perché lo ha fatto. «Ho visto che dati molto sensibili non erano protetti. Ho visto decine di migliaia di strutture off shore. Quelle utilizzate dalla criminalità. Davanti a quei numeri si poteva capire che l’opacità era voluta. Non era più artigianale come quella che avevo visto a Monaco, ma era diventata industria. La banca privata rappresenta la cassaforte della finanza e con i sistemi di garanzie bancarie si può speculare con più soldi di quanti ne hai. Il denaro dei clienti permette di emettere garanzie bancarie a chi partecipa alle speculazioni come gli Hedge Fund. Chi ha un milione di dollari può arrivare a spenderne fino a due miliardi. È qui che servono i controlli. E la tracciabilità totale del denaro. Basta vedere cosa è stato fatto con il fondo europeo. Sono 750 miliardi di euro, ma in garanzie bancarie. Serve a pagare i debiti dei Paesi, come la Grecia. Ma i debiti dove sono? Nelle banche. È come prendere da una tasca per metterla nell’altra. La differenza c’è. Sono gli interessi. Chi li paga? Noi cittadini. E a chi? Alla banca. Questo è la base del sistema finanziario che mette in pericolo l’economia. Questo ho visto. Non potevo chiudere un occhio. E chiunque io sia, vale la pena che il mondo li apra».

Virginia Piccolillo
28 maggio 2010

CONTRATTO DI PRODUTTIVITA'-REGALO ALLE IMPRESE


Preoccupati di prendersi i fischi degli industriali - che Berlusconi ha incontrato stamattina - di fronte a una manovra fatta solo di tagli, i due padroni del governo hanno modificato nottetempo il testo della finanziaria. Tirando fuori il classico cilindro dal cappello, la bozza di decreto legge ha improvvisamente cambiato volto, mettendo in primo piano un capitolo intitolato alla «competitività», seguito dalla già ampiamente nota parte sulla «stabilizzazione finanziaria». A connotare la serietà del progetto basterebbe la brevità della gestazione - una notte, appunto. Ma agli imprenditori Berlusconi vuol portare su un piatto d'argento un dono che non possono rifiutare: la testa dei lavoratori dipendenti. Il piatto l'ha presentato Giulio Tremonti, riconoscendo però il «grande contributo» del collega Maurizio Sacconi nell'ideazione: «un bel «contratto di competitività», che sarà (bontà loro) un «contratto collettivo non individuale, forse nazionale o anche territoriale». Per incentivare questa soluzione il governo metterà sul tappeto «premi fiscali e contributivi», i cui «importi sono tutti da definire». Promesse, alle orecchie di un imprenditore. Ma il significato è inequivoco: serve a «collegare gli aumenti dei salari agli incrementi di produttività» delle rispettive imprese. Fine di ogni rapporto tra quantità di fatica e salario, totale funzionalità delle persone all'andamento e all'esigenze delle imprese. Per dare spessore a questo regalo - che richiederebbe comunque una contrattazione (non banale) tra le parti sociali, non certo un «decretazione d'urgenza» in sede di finanziaria - Tremonti ha messo insieme alcune soluzioni già disperse nel vecchio testo con altre tutte nuove. Non è una novità la «fiscalità di vantaggio per il Sud», rivenduta come un «anticipo del federalismo fiscale». Non resterà una misura solitaria, perché - altro omaggio alle imprese - saranno istituite altre «zone zero Irap» per i nuovi insediamenti industriali. A condire viene aggiunto un «consiglio», più che un impegno governativo: le «reti di imprese». Dei «liberi contratti tra liberi imprenditori, che però così acquistano risparmi in contabilità», possono «compensare Iva interna ed esterna», e anche «conquistare maggiore bancabilità» (ovvero peso contrattuale nei confronti degli istituti di credito). Riesumata anche una legge già approvata nel 2005, «di cui ci eravamo dimenticati» (a dimostrazione del suo carattere strategico), e che dovrebbe favorire «l'attrazione dei cervelli». Ma le promesse sul futuro restano sempre il marchio di fabbrica del «gatto e la volpe». E quindi. «Le imprese straniere potranno venire in Italia portandosi dietro il regime fiscale del proprio paese», rispolverando parte delle suggestioni della «direttiva Bolkestein», poi seppellita anche a Strasburgo. L'ultimo cadeau pro-imprese è rappresentato dalle «zone a burocrazia zero». Di fronte agli sguardi interrogativi degli astanti, il «divo Giulio» ha ben esemplificato: «zone da identificare, a partire dal Sud, in cui un responsabile (un prefetto o un commissario governativo) centralizzerà tutta la burocrazia». Per fare cosa? Ad esempio gestire «uno sportello unico per concedere licenze in tempo reale». Un po' di immaginazione è necessaria. A uno sportello di un sud qualsiasi si presenta un tale e chiede: vorrei aprire una cava, o una discarica, o uno stabilimento... Zac, più veloce della luce il «responsabile» dà un'occhiata alla documentazione - se sarà prevista - e via, campo libero all'«impresa». Il piatto forte resta la mannaia sul pubblico impiego (congelamento degli stipendi fino a tutto il 2013, blocco del turnover, finestre di uscita ridotte - come anche per il «privato»). Ha colpito la noncuranza con cui sia Berlusconi che Tremonti hanno trattato oltre 3 milioni di «servitori dello stato». Accusati di aver avuto nel decennio scorso «aumenti superiori» a quelli dei dipendenti privati, e di essere meno esposti al rischio licenziamento, «per loro si tratta solo di star fermi un giro; non credo sia un dramma». Disprezzo confermato un attimo dopo, quando lo stesso Cavaliere confermava l'«impegno a tagliare le tasse appena possibile, a cominciare naturalmente dalle famiglie numerose». Evidentemente Berlusconi è convinto che i dipendenti pubblici - i cui stipendi saranno erosi per 4 anni dall'inflazione - non abbiano una famiglia. E tantomeno numerosa.FRANCESCO PICCIONI

25 maggio 2010

I COSTI DELLA CRISI LI PAGHI CHI L’HA CAUSATA


Documento della Federazione della Sinistra sulla manovra economica del governo

Con una colossale opera di mistificazione della verità, si vuole far credere che la crisi del debito pubblico degli Stati è causata dall’eccesso di spesa pubblica, e in particolare dalla spesa sociale. Al contrario, la causa risiede nell’enorme ammontare di risorse utilizzate per il salvataggio del sistema finanziario, che torna infatti, anche in Italia, a distribuire lauti dividendi e retribuzioni stratosferiche ai propri dirigenti. Invece di colpire la speculazione, la risposta dei governi è quella preannunciata nei giorni scorsi dalla grande stampa nazionale e internazionale e ribadita dal Fondo Monetario Internazionale: colpire quello che resta del modello sociale europeo. Ancora una volta, la crisi e l’Europa sono utilizzate dalle classi dirigenti e dai governi come pretesto per ridurre il reddito dei lavoratori e i diritti sociali.

Il governo italiano obbedisce a queste richieste e, dopo aver affermato che tutto andava per il meglio, adotta una manovra socialmente iniqua ed economicamente nociva. La manovra è socialmente iniqua: vengono messe le mani nelle tasche degli italiani, con il blocco triennale delle retribuzioni dei dipendenti pubblici, con gli interventi sulle pensioni, con i tagli delle prestazioni sociali che saranno la conseguenza inevitabile dei tagli ai trasferimenti agli enti locali.

Si prepara intanto l’ennesimo condono, nuovo premio agli evasori.

In tal modo, si accentuano le diseguaglianze sociali, già enormemente cresciute negli ultimi anni, mentre l’attacco ai pubblici dipendenti rientra nella logica della svalutazione delle funzioni pubbliche. La manovra inoltre è economicamente nociva, perché riduce il reddito dei lavoratori e quindi la possibilità di sostenere per tale via l’economia reale. Si determinano così le condizioni per un ulteriore aggravamento della recessione e della disoccupazione. Non è affatto vero che questa è l’unica via praticabile. Le risorse necessarie possono essere reperite con una seria operazione di contrasto all’evasione fiscale (che ha raggiunto la cifra di almeno 120 miliardi, 5 volte la preannunciata manovra); con una imposizione progressiva di solidarietà sui grandi patrimoni e sui redditi, pubblici ma anche privati, a partire dalle stock options, e dagli stipendi dei manager, tassando la speculazione finanziaria, riducendo le spese militari, a partire dal ritiro delle truppe italiane dall’Afghanistan.

La Federazione della Sinistra avvia su questi temi un’azione di informazione e mobilitazione del Paese, e chiede a tutte le forze dell’opposizione di non cedere a lusinghe bipartisan, ma incontrarsi invece per definire le misure da intraprendere contro la manovra e contro la politica reazionaria del governo Berlusconi.

25 maggio 2010


BERLUSCONI HA MENTITO. ECCO LE PROVE


Vi ricordate la pubblicità della Porche 911, quella della reclame da 0 a 100 in 3,4 secondi? Potrebbe essere lo spot di questo governo che, in meno di 24 ore, è passato da “va tutto bene madama la marchesa” al “rischio Grecia” annunciato dal sottosegretario Letta. Una accelerata, anzi una brusca sterzata, che la dice lunga sulla credibilità, sulla competenza e serietà di questo governo. La verità è finalmente venuta a galla. La situazione è drammatica, i conti sono allo sfascio. Per reperire i 24 miliardi dell’anticipo della manovra economica il governo annuncia sacrifici per tutti, almeno sulla carta. Poi si sa che con Berlusconi i furbi la faranno franca e gli onesti pagheranno per tutti. Per due anni e mezzo ci siamo dovuti sorbire il falso e retorico ottimismo del presidente del Consiglio, quello che “va tutto bene”, “la crisi non ci sfiora”, “l’economia italiana è in ripresa”, insieme agli insulti nei confronti dell’opposizione, a suo dire menagrama, disfattista e affetta da pessimismo cosmico. Ora si scopre che avevamo ragione, che loro erano i grilli e noi le cicale, che per due anni e mezzo hanno raccontato balle al Paese. Per due anni e mezzo sono rimasti a guardare, mettendo in campo ridicole misure tampone, senza interventi strutturali e di ampio respiro. Ora, se la responsabilità politica avesse ancora un senso e fosse ancora di moda in questo Paese, chi ha mentito, chi ha raccontato bugie colossali e chi oggettivamente ha fallito, dovrebbe andare a casa. Ma siccome questo, politicamente parlando, è il paese del sole e del mare, governo e maggioranza fanno l’unica cosa che sanno fare: appellarsi al senso di responsabilità dell’opposizione. E’ chiaro che Italia dei Valori ci sarà, per senso di profonda responsabilità e per risparmiare ai cittadini e alle famiglie ulteriori indicibili sacrifici. Presenteremo le nostre proposte, la contromanovra dell’IdV, basata su una seria lotta alla speculazione e all’evasione fiscale, che faccia pagare finalmente chi non ha mai pagato, chi ha usato lo scudo fiscale di Tremonti per arricchirsi ulteriormente, e risparmi le fasce medie e più deboli di questo paese. Ma prima di ogni altra cosa, siccome il presidente del Consiglio ha mentito al Paese, gli chiediamo di venire in Parlamento, di metterci la faccia e di dire che la crisi c’è e che il governo ha sbagliato. Altrimenti, vadano a casa!
di Massimo Donati

GOLA PROFONDA: ANCORA 6.6 MILIONI DI EURO PRETESI DALLA PONTINA AMBIENTE (DISCARICA )



Sembra non arrestarsi più la spirale di richieste di denaro da parte delle ditte appaltatrici del comune di Ardea.
11 milioni di euro pignorati dalla Spe, 5 milioni Idrica per progettazioni non pagate, 1,8milioni di euro previsione di aumento per l'attuale servizio di differenziata a cui si devono aggiungere 6,6 milioni pretesi dalla Pontina ambiente per le rimesse in discarica che il comune non paga dal 2007.

1.6 milioni per l'anno 2008
3,3 milioni per l'anno 2009
1,7 milioni per l'anno 2010
Un buco nero che sta facendo sprofondare Ardea nel dissesto finanziario in un momento di crisi senza precedenti. Prima o poi gli artifici contabili lasceranno il posto alla realtà dei numeri veri,
Eufemi dovrà rispondere di una gestione allegra, sbilanciata al mantenimento degli equilibri di una maggioranza vorace che ha sperperato ingenti risorse, mentre la crisi morde ed il paese aspetta tutti i servizi primari.
Gia nel lontano 1993 il comune di Ardea dichiarò il dissesto finanziario, tutte le tasse ed i tributi subirono il massimo rialzo per ripianare debiti derivati dalla gestione disastrosa della RACCOLTA DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI. La storia dopo 17 anni si ripete, gli uomini di allora sono gli stessi di oggi che pur cambiando partito appartengono al quel comitato di affari criminale spregiudicato e impunito, predatore dei beni pubblici. E' ora che cittadini associazioni ed enti istituzionali preposti intervengano per reprimere ogni abuso e facili arricchimenti. I pasdaran del federalismo riflettano, altro che Roma ladrona, Ardea e' governata da un centro destra predatore che copre tutte le posizioni politiche ( destra – sinistra ) che nulla lascia ai servizi per i cittadini.
Una consorteria che Prefettura, Procura della Repubblica e Corte dei Conti devono mettere sotto stretta osservazione, alle quali ci rivolgeremo per mettere fine all'attuale scempio delle casse comunali.
D'altronde al Sindaco Nettunense poco importa delle risorse del paese, tra poco lascerà il mandato (ormai non più rinnovabile ) e se ne tornerà a fare il professore,si spera!!!! Lasciando alla prossima amministrazione una situazione finanziaria disastrata.

Valtere Roviglioni
Alberto delli Colli IDV ARDEA

23 maggio 2010

LUCA FANCO : UNA RAFFICA DI AVVISI DI GARANZIA


Al centro dell'inchiesta, le feste organizzate a Tor San Lorenzo nelle estati del 2008 e del 2009. Ecco quanto dichiara il consigliere comunale Luca Fanco
A seguito dei numerosi esposti e denuncie presentati presso il Comune di Ardea, le Autorità Giudiziarie locali e la Procura della Repubblica di Velletri, a firma del Consigliere comunale Luca Fanco e del collega compianto Luigi Mancini, sulla dubbia legalità delle numerose feste organizzate nel nostro territorio (Viale San Lorenzo e Viale San Lorenzo angolo Via Campo di Carne) sono stati emessi diversi Avvisi di Garanzia ad Amministratori e Politici del Comune di Ardea con il coinvolgimento del Settore Sport Cultura e Spettacolo, Commercio e Polizia Locale. Sentito direttamente il Consigliere comunale Luca Fanco, ha rilasciato la seguente dichiarazione " ho appreso dei numerosi avvisi di garanzia effettuati dalla Procura della Repubblica di Velletri ad Amministratori e Politici del Comune di Ardea in merito alle feste estive svoltesi indisturbate e prive di verifiche e controlli nel nostro territorio. Quando interviene la Magistratura è comunque un fatto spiacevole perché si è operato in modo non trasparente e legale. Forse oggi mi è stata data la risposta a due interrogativi inspiegabili. Il primo riguarda il motivo per cui il Capogruppo pro-tempore Massimiliano Giordani, con arroganza e prepotenza, ha escluso e disconosce ignorantemente il sottoscritto quale Consigliere del PDL di Ardea, anche se ufficializzato e riconosciuto da tutti i Dirigenti di Partito locali, provinciali, regionali e nazionali, del PDL da tda tutte le Commissioni consiliari e da ogni riunione politica………mi sembra che il settore delle feste sia gestito politicamente proprio dal Giordani che ha indicato sia l’ex Assessore, sia l’attuale Assessore con competenza anche nel settore delle feste incriminate. Il secondo interrogativo riguarda il motivo per cui il Capogruppo pro-tempore Massimiliano Giordani abbiamo proposto e supportato a gran voce la Delibera di Giunta relativa alla pensione forzata dell’ormai ex Comandante della Polizia Giudiziaria locale Col. Luciano Martinelli, il quale, come da me riferito in Consiglio comunale stava indagando in molteplici filoni Giudiziari dove erano coinvolti numerosi attuali Amministratori comunali e Politici, tra cui quello relativo all’illegalità delle feste sul territorio di Ardea ……….. Nel caso specifico si è voluto procedere per oscuri motivi,con arroganza e presunzione a rilasciare autorizzazioni e non fare le verifiche e i controlli richiesti dal sottoscritto e dal collega Mancini. Noi eravamo intervenuti in soccorso dei numerosi commercianti locali che erano andati direttamente nell’Ufficio di Viale San Lorenzo del collega Mancini, per protestare in quanto il Comune nei mesi di Luglio/Agosto permetteva ad alcuni speculatori di organizzare feste con bancarelle di ogni tipo che sottraevano ai commercianti locali ingenti guadagni che dovevano ad andare a compensare il lungo periodo invernale con magre vendite e bilancio in passivo. I nostri esposti/denuncia evidenziavano come il Comune di Ardea autorizzava feste, non effettuava i controlli richiesti e addirittura concedeva patrocini elargendo contributi economici (con i soldi dei cittadini) senza verificare tutti i requisiti previsti per legge . Ricordo perfettamente che sono state autorizzate Feste e Mad Uffici comunali chiusi, festya è stata revocata un'tazioni direttamente dal Sindaco Carlko Eufemi richiestiolli richiesti danifestazioni prive del parere obbligatorio dell’apposita Commissione, è stata revocata un’ordinanza di chiusura della festa di Tor San Lorenzo, dal Dirigente dell’Area Finanziaria nel giorno di Sabato ad Uffici comunali chiusi (la stessa festa che ha ospitato la campagna elettorale del Sindaco Eufemi addirittura con la presenza dell’On. Gianfranco Fini), sono stati concessi ingenti contributi a feste mediocri e negato ad altre di massima importanza. Le mie perplessità aumentavano quando pensavo alle ingenti cifre richieste (cinquecento euro) per posizionare ogni bancarella (erano circa cinquecento) di pochi metri quadrati e le oscure agevolazioni concesse dagli Uffici che non facevano pagare nessuna tassa o tributo nonché il pagamento dell’occupazione del suolo pubblico (provocando un’ingente ammanco alle casse comunali). Mi ricordo inoltre il Comandante dei Carbinieri di Tor San Lorenzo, che mi telefonò personalmente sul mio cellulare per chiedermi ulteriore conferma su quanto denunciato nell’esposto. Gli diedi i recapiti telefonici dei Dirigenti degli Uffici comunali con la speranza che almeno alla sua telefonata rinunciassero a rilasciare autorizzazioni e di conseguenza non consentivano di far svolgere la festa di Tor San Lorenzo priva dei requisiti previsti per legge. Dopo aver parlato con i Dirigenti, il Comandante mi riferì che il Comune non aveva intenzione di ordinare la chiusura della festa e lui per ordine pubblico non poteva disporre la chiusura perché nel frattempo stavano montando tutti le bancarelle, ma mi disse che in questo caso la prassi era quella di relazionare dettagliatamente ed inoltrare ogni atto alla Procura della Repubblica di Velletri.Ricordo infine un esposto a firma del Responsabili di una festa di Ardea, presentato direttamente dai Carabinieri di Ardea, dove denunciava che il Sindaco aveva chiesto se aveva parlato prima con l’Assessore di riferimento. Quando mi è stata consegnata copia dell’esposto ho presentato immediatamente al Consiglio comunale successivo un’interrogazione dove ho contestato al Sindaco che l’organizzatore di una festa non si deve rivolgere alla politica per organizzare una manifestazione ed ottenere le autorizzazioni, ma agli Uffici comunali che verificano la documentazione presentata e rilasciano le Autorizzazioni finali attraverso i loro Dirigenti. Ricordo infine di contestare che le bancarelle vendevano al pubblico ogni tipo di cibo (macedonia, zucchero filato, panini, pasti all’aperto etc) in mezzo ad un campo con nuvoloni di polvere che si alzavano, senza acqua potabile, senza bagni chimici e privi di ogni minimo requisito igienico-sanitario. La risposta ai nostri esposti/denunce ricordo che era stata data direttamente dal Sindaco Carlo Eufemi ripetendo come un nastro registrato " abbiamo operato nella massima trasparenza e legalità…. " dopo i numerosi articoli pubblicati dalla stampa locale e nazionale che evidenziavano le nostre perplessità sulla legalità delle feste, dopo i nostri esposti al Comune di revocare le autorizzazioni ed effettuare verifiche e controlli

Sulle feste e sulle autorizzazioni rilasciate, dopo la risposta evasiva del Sindaco Carlo Eufemi, decidemmo di inoltrare tutti gli atti alla Procura della Repubblica.

Esprimo tutta la mia solidarietà al Vice-Comandante della Polizia Locale Col. Luciano De Paolis, il quale, conoscendolo da anni personalmente, ha sempre operato sempre nella massima trasparenza e legalità. E’ stato vittima di questo Provvedimento Giudiziario pur non essendo lui il titolare dei controlli. Sono convinto che dimostrerà la sua buona fede e la sua estraneità nella fase successiva delle indagini.

Non rimango affatto stupito del coinvolgimento del Dirigente Avv. Giovanni Cocuzza, sostenuto in ogni occasione e con ogni mezzo dal Capogruppo pro-tempore del PDL Massimilano Giordani, in quanto è lo stesso firmatario di numerose aggiudicazioni e revoche dell’appalto della Mensa, dell’Appalto dei Trasporti, della Nettezza Urbana. E’ sempre più insistente la voce che è stato predisposto l’attuale Concorso per la sua assunzione in pianta stabile al Comune di Ardea, infatti sostengono in molti che sarà lui il vincitore nonostante concorrono figure professionali di gran lunga superiori come curriculum, titoli di studio, preparazione ed esperienza! Si ricorda infine che l’Avv. Cocuzza si è distinto nel Comune di Ardea per il suo operato da Dirigente come colui che ha permesso l’aggiudicazione degli appalti alle ditte con offerte a costi più alti e non al maggior ribasso. (Appalto della Mensa, Appalto Raccolta Solidi Urbani, Appalto Trasporti).

22 maggio 2010

Ardea: FIGLI ABBANDONATI dall’Amministrazione Comunale


Il 18 maggio 2010 si è tenuta un’assemblea tra insegnanti e genitori presso la scuola dell’infanzia S.Antonio di via Laurentina.
Ne è emersa una situazione di completo disinteresse da parte dell’Amministrazione Eufemi per quanto riguarda anche la minima gestionalità di cui il plesso ha bisogno. Non vengono effettuati interventi di manutenzione ordinaria e qualcosina di carattere leggermente straordinario (come aggiungere un servizio igienico al posto di un bidet in una sezione) e altre sezioni non sono state dotate dell’arredamento previsto necessario allo svolgimento della normale didattica (ci sono arredi rimediati e molto è gentilmente stato fornito dai genitori).
Gli ambienti esterni ci regalano uno scenario di degrado allucinante con spazi verdi diventati zone impraticabili tanto che la scorsa settimana durante la prova, prevista dagli enti preposti, per l’evacuazione dell’istituto in casi di emergenza i bambini non si sono potuti posizionare nell’area prevista perché l’erba era talmente alta da poter nascondere pericolose insidie (vipere e ratti) visto il contesto ambientale di contorno anch’esso dominato da incuria totale.
Quanto sopra è tristemente da aggiungere alle condizioni disastrate del piazzale antistante l’area parcheggio.
Tra le cose peggiori in questo delicato momento economico per tutti c’è la nutrita e vergognosa lista di attesa per i bimbi che dovrebbero iniziare di DIRITTO il prossimo anno scolastico: sono stati presi solo 27 alunni, lasciando OLTRE I DUE TERZI di bimbi FUORI, costretti a rimanere (i più fortunati) a casa presso parenti o in COSTOSISSIMI ASILI PRIVATI.
Perché tutto questo? Perché cari amministratori siete tanto insensibili alle esigenze della scuola? In quali istituti portate i vostri figli? Possibile che dopo sei anni di governo non si vede luce?
Chi non ha cura dei bambini, non ha alcun interesse verso il futuro di questa Città. Solo la cultura e l’educazione preparano i bimbi di oggi ad essere responsabili uomini e cittadini di domani: la scuola deve essere sempre inserita tra le priorità.
Perché dobbiamo subire continuamente da genitori e da cittadini continue umiliazioni?
Alle prossime elezioni non dimentichiamoci di quanto subito, votiamo con responsabilità e per il bene di tutta la comunità liberiamoci da chi non vuole il nostro futuro.
Nicola Pisani

ALLARME FINANZIARIO


Le notizie che vengono diffuse su iniziative giudiziarie o amministrative che potrebbero comportare cospicui esborsi per le finanze comunali preoccupano non poco per gli effetti terribili che gli stessi potrebbero implicare, cioè un dissesto finanziario di enormi proporzioni che avrebbe conseguenze sulla cittadinanza sia in termini finanziari, per l’aumento delle tasse, sia in termini di servizi e di opere pubbliche.
Si rincorrono, infatti, voci su un possibile aumento dell’appalto sulla nettezza urbana, perché il contratto prevedrebbe la raccolta differenziata dei rifiuti urbani con il sistema del porta a porta solo per il centro storico, mentre la stessa è stata estesa a quasi tutto il territorio. Se così fosse l’aumento del costo sarebbe ineludibile se non si vuole percorrere la strada dei debiti fuori bilancio che la precedente esperienza della SPE ci ha tristemente insegnato. E’ illusoria l’ipotesi di far gravare questo aumento su una presunzione di rientro integrale degli 11 milioni di euro (contenzioso SPE) tenuto conto che la copertura finanziaria data al momento del prelievo coattivo, avvenne sull’avanzo di amministrazione, sugli oneri di urbanizzazione e su minori spese non di certo destinate alla raccolta dei RSU. Non rimarrebbe, allora, che aumentare la relativa tassa essendo ciò tassativamente stabilito dalla legge. Per quanto riguarda, poi, l’asserita richiesta di 5 milioni di euro da parte dell’Idrica con ricorso ad un lodo arbitrale, riteniamo che l’amministrazione debba sin d’ora fare una attenta ricognizione delle pratiche o delle iniziative della società concessionaria e se non preventivamente autorizzate, nel rispetto delle norme contrattuali, costituire in mora gli eventuali responsabili sia amministratori o funzionari.
Siamo in pieno allarme finanziario. Il centrodestra ha ridotto Ardea ad essere un comune disastrato sia come finanze che come programmazione e servizi. Il problema serio che Ardea continua ad avere è che col passare del tempo, non ci sono né progressi né crescita, non si riescono ad avviare politiche serie di programmazione e di sviluppo della città, sia dal punto di vista economico, ma anche, più decisive, per l’armonico sviluppo sociale e delle potenzialità.
Ardea , 20 maggio 2010

Franco Lo Reto – Portavoce del Partito Socialista Italiano

21 maggio 2010

LA LETTERA


RAI - MARIA LUISA BUSI RINUNCIA A CONDURRE IL TG1 E SCRIVE A MINZOLINI

"Un giornalista ha un unico strumento per difendere le proprie convinzioni professionali: levare al pezzo la propria firma. Un conduttore, una conduttrice, può soltanto levare la propria faccia, a questo punto". E' questo uno dei punti centrali della lettera con cui Maria Luisa Busi, ha annunciato l'intenzione di abbandonare la conduzione del Tg1. La missiva, tre cartelle e mezzo affissa nella bacheca della redazione del telegiornale, è indirizzata al direttore Augusto Minzolini e al Cdr, e per conoscenza al direttore generale della Rai Mauro Masi, al presidente dell'azienda Paolo Garimberti e al responsabile delle Risorse umane Luciano Flussi. Ecco di seguito il testo integrale.

"Caro direttore - scrive la Busi - ti chiedo di essere sollevata dalla mansione di conduttrice dell'edizione delle 20 del TG1, essendosi determinata una situazione che non mi consente di svolgere questo compito senza pregiudizio per le mie convinzioni professionali. Questa è per me - prosegue - una scelta difficile, ma obbligata. Considero la linea editoriale che hai voluto imprimere al giornale una sorta di dirottamento, a causa del quale il TG1 rischia di schiantarsi contro una definitiva perdita di credibilità nei confronti dei telespettatori". "Come ha detto - osserva la giornalista - il presidente della Commissione di Vigilanza Rai Sergio Zavoli: 'la piu'grande testata italiana, rinunciando alla sua tradizionale struttura ha visto trasformare insieme con la sua identità, parte dell'ascolto tradizionale". E prosegue così: "Amo questo giornale, dove lavoro da 21 anni. Perché è un grande giornale. E' stato il giornale di Vespa, Frajese, Longhi, Morrione, Fava, Giuntella. Il giornale delle culture diverse, delle idee diverse. Le conteneva tutte, era questa la sua ricchezza. Era il loro giornale, il nostro giornale. Anche dei colleghi che hai rimosso dai loro incarichi e di molti altri qui dentro che sono stati emarginati. Questo è il giornale che ha sempre parlato a tutto il Paese.

Il giornale degli italiani. Il giornale che ha dato voce a tutte le voci. Non è mai stato il giornale di una voce sola. Oggi l'informazione del TG1 è un'informazione parziale e di parte. Dov'é il paese reale? Dove sono le donne della vita reale? Quelle che devono aspettare mesi per una mammografia, se non possono pagarla? Quelle coi salari peggiori d'Europa, quelle che fanno fatica ogni giorno ad andare avanti perché negli asili nido non c'é posto per tutti i nostri figli? Devono farsi levare il sangue e morire per avere l'onore di un nostro titolo. E dove sono le donne e gli uomini che hanno perso il lavoro? Un milione di persone, dietro alle quali ci sono le loro famiglie. Dove sono i giovani, per la prima volta con un futuro peggiore dei padri? E i quarantenni ancora precari, a 800 euro al mese, che non possono comprare neanche un divano, figuriamoci mettere al mondo un figlio? E dove sono i cassintegrati dell'Alitalia? Che fine hanno fatto? E le centinaia di aziende che chiudono e gli imprenditori del nord est che si tolgono la vita perché falliti? Dov'é questa Italia che abbiamo il dovere di raccontare? Quell'Italia esiste. Ma il tg1 l'ha eliminata. Anche io compro la carta igienica per mia figlia che frequenta la prima elementare in una scuola pubblica. Ma la sera, nel TG1 delle 20, diamo spazio solo ai ministri Gelmini e Brunetta che presentano il nuovo grande progetto per la digitalizzazione della scuola, compreso di lavagna interattiva multimediale". "L'Italia - scrive la giornalista - che vive una drammatica crisi sociale è finita nel binario morto della nostra indifferenza. Schiacciata tra un'informazione di parte - un editoriale sulla giustizia, uno contro i pentiti di mafia, un altro sull'inchiesta di Trani nel quale hai affermato di non essere indagato, smentito dai fatti il giorno dopo - e l'infotainment quotidiano: da quante volte occorre lavarsi le mani ogni giorno, alla caccia al coccodrillo nel lago, alle mutande antiscippo. Una scelta editoriale con la quale stiamo arricchendo le sceneggiature dei programmi di satira e impoverendo la nostra reputazione di primo giornale del servizio pubblico della più importante azienda culturale del Paese. Oltre che i cittadini, ne fanno le spese tanti bravi colleghi che potrebbero dedicarsi con maggiore soddisfazione a ben altre inchieste di più alto profilo e interesse generale".

"Un giornalista ha un unico strumento per difendere le proprie convinzioni professionali: levare al pezzo la propria firma. Un conduttore, una conduttrice, può soltanto levare la propria faccia, a questo punto. Nell'affidamento dei telespettatori è infatti al conduttore che viene ricollegata la notizia. E' lui che ricopre primariamente il ruolo di garante del rapporto di fiducia che sussiste con i telespettatori". Secondo la Busi "i fatti dell'Aquila ne sono stata la prova. Quando centinaia di persone hanno inveito contro la troupe che guidavo al grido di vergogna e scodinzolini, ho capito che quel rapporto di fiducia che ci ha sempre legato al nostro pubblico era davvero compromesso. E' quello che accade quando si privilegia la comunicazione all'informazione, la propaganda alla verifica".

Nella lettera a Minzolini Busi tiene a fare un'ultima annotazione "più personale": "Ho fatto dell'onestà e della lealtà lo stile della mia vita e della mia professione. Dissentire non è tradire. Non rammento chi lo ha detto recentemente. Pertanto: 1)respingo l'accusa di avere avuto un comportamento scorretto. Le critiche che ho espresso pubblicamente - ricordo che si tratta di un mio diritto oltre che di un dovere essendo una consigliera della FNSI - le avevo già mosse anche nelle riunioni di sommario e a te, personalmente. Con spirito di leale collaborazione, pensando che in un lavoro come il nostro la circolazione delle idee e la pluralità delle opinioni costituisca un arricchimento. Per questo ho continuato a condurre in questi mesi. Ma è palese che non c'é più alcuno spazio per la dialettica democratica al TG1. Sono i tempi del pensiero unico. Chi non ci sta è fuori, prima o dopo. 2)Respingo l'accusa che mi è stata mossa di sputare nel piatto in cui mangio. Ricordo che la pietanza è quella di un semplice inviato, che chiede semplicemente che quel piatto contenga gli ingredienti giusti. Tutti e onesti. E tengo a precisare di avere sempre rifiutato compensi fuori dalla Rai, lautamente offerti dalle grandi aziende per i volti chiamati a presentare le loro conventions, ritenendo che un giornalista del servizio pubblico non debba trarre profitto dal proprio ruolo. 3) Respingo come offensive le affermazioni contenute nella tua lettera dopo l'intervista rilasciata a Repubblica, lettera nella quale hai sollecitato all'azienda un provvedimento disciplinare nei miei confronti: mi hai accusato di "danneggiare il giornale per cui lavoro", con le mie dichiarazioni sui dati d'ascolto. I dati resi pubblici hanno confermato quelle dichiarazioni. Trovo inoltre paradossale la tua considerazione seguente: 'il tg1 dara' conto delle posizioni delle minoranze ma non stravolgerà i fatti in ossequio a campagne ideologiche".

Posso dirti che l'unica campagna a cui mi dedico è quella dove trascorro i week end con la famiglia. Spero tu possa dire altrettanto. Viceversa ho notato come non si sia levata una tua parola contro la violenta campagna diffamatoria che i quotidiani Il Giornale, Libero e il settimanale Panorama - anche utilizzando impropriamente corrispondenza aziendale a me diretta - hanno scatenato nei miei confronti in seguito alle mie critiche alla tua linea editoriale. Un attacco a orologeria: screditare subito chi dissente per indebolire la valenza delle sue affermazioni. Sono stata definita 'tosa ciacolante - ragazza chiacchierona - cronista senza cronaca, editorialista senza editoriali' e via di questo passo. Non è ciò che mi disse il Presidente Ciampi consegnandomi il Premio Saint Vincent di giornalismo, al Quirinale. A queste vigliaccate risponderà il mio legale. Ma sappi che non è certo per questo che lascio la conduzione delle 20. Thomas Bernhard in Antichi Maestri scrive decine di volte una parola che amo molto: rispetto. Non di ammirazione viviamo, dice, ma è di rispetto che abbiamo bisogno". E conclude "Caro direttore, credo che occorra maggiore rispetto. Per le notizie, per il pubblico, per la verità. Quello che nutro per la storia del TG1, per la mia azienda, mi porta a questa decisione. Il rispetto per i telespettatori, nostri unici referenti. Dovremmo ricordarlo sempre. Anche tu ne avresti il dovere".
( note di ag. )

20 maggio 2010

Un nuovo attacco ai Blog da parte della "CASTA"


Ieri il Senato ha approvato il cosiddetto pacchetto sicurezza (D.d..L. 733) tra gli altri con un emendamento del senatore Gianpiero D'Alia (UDC) identificato dall'articolo 50-bis: /Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet;

la prossima settimana Il testo approderà alla Camera diventando l'articolo nr. 60.

Il senatore Gianpiero D'Alia (UDC) non fa parte della maggioranza al Governo e ciò la dice lunga sulla trasversalità del disegno liberticida della"Casta".

In pratica in base a questo emendamento se un qualunque cittadino dovesse invitare attraverso un blog a disobbedire (o a criticare?) ad una legge che ritiene ingiusta, i /providers/ dovranno bloccare il blog.

Questo provvedimento può far oscurare un sito ovunque si trovi, anche se all'estero; il Ministro dell'Interno, in seguito a comunicazione dell'autorità giudiziaria, può infatti disporre con proprio decreto l'interruzione della attività del blogger, ordinando ai fornitori di connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine.

L'attività di filtraggio imposta dovrebbe avvenire entro il termine di 24 ore; la violazione di tale obbligo comporta per i provider una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 50.000 a euro 250.000.

Per i blogger è invece previsto il carcere da 1 a 5 anni per l'istigazione a delinquere e per l'apologia di reato oltre ad una pena ulteriore da 6 mesi a 5 anni perl'istigazione alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico o all'odio fra le classi sociali.

Con questa legge verrebbero immediatamente ripuliti i motori di ricerca da tutti i link scomodi per la Casta !

In pratica il potere si sta dotando delle armi necessarie per bloccare in Italia Facebook, Youtube e *tutti i blog* che al momento rappresentano in Italia l'unica informazione non condizionata e/o censurata.

Vi ricordo che il nostro è l'unico Paese al mondo dove una /media company/ ha citato YouTube per danni chiedendo 500 milioni euro di risarcimento.

Il nome di questa /media company/, guarda caso, è Mediaset.

Quindi il Governo interviene per l'ennesima volta, in una materia che, del tutto incidentalmente, vede coinvolta un'impresa del Presidente del Consiglio in un conflitto giudiziario e d'interessi.

Dopo la proposta di legge Cassinelli e l'istituzione di una commissione contro la pirateria digitale e multimediale che tra poco meno di 60 giorni dovrà presentare al Parlamento un testo di legge su questa materia, questo emendamento al "pacchetto sicurezza" di fatto rende esplicito il progetto del Governo di /normalizzare/ con leggi di repressione internet e tutto il istema di relazioni e informazioni sempre più capillari che non si riesce a dominare.

Tra breve non dovremmo stupirci se la delazione verrà premiata con buoni spesa!

Mentre negli USA Obama ha vinto le elezioni grazie ad internet in Italia il governo si ispira per quanto riguarda la libertà di stampa alla Cina e alla Birmania.

Oggi gli unici media che hanno fatto rimbalzare questa notizia sono stati il blog Beppe Grillo e la rivista specializzata Punto Informatico.

19 maggio 2010

E' IN ARRIVO UN NUOVO LODO ARBITRALE - IDRICA : 5 MILIONI DI EURO


Ancora non si sono spente le polemiche per il contenzioso Spe srl costato al
Comune 11 milioni di euro, il milione ed ottocentomila euro che l'assessore
all'ambiente propone di destinare all'aumento dell'appalto per la raccolta dei
rifiuti solidi urbani che, come un fulmine a ciel sereno arriva in comune una
richiesta di lodo arbitrale da parte dell' Idrica srl concessionaria privata
in regime di monopolio per la distribuzione idrica, la raccolta fognaria e la
gestione dei depuratori comunali. Sembra che i 5 milioni di euro sbattuti sul
tavolo del Comune di Ardea con richiesta di lodo arbitrale sia il frutto di
tante progettazioni eseguite dalla ditta e mai retribuite dal Comune, molte di
queste, anzi la stragrande maggioranza per opere mai realizzate
dall'amministrazione. Arrivano al pettine i nodi di un modello di governo
inconcludente e truffaldino, è al capolinea la politica del rigore, della
legalità e della trasparenza che Eufemi ha sbandierato demagogicamente. Ardea
sconta ancora oggi politiche che affondano le radici negli anni 80/90 eredità
che il centro destra ha perseguito puntualmente e che Eufemi ha rappresentato
riportando alla giuda della città il vecchio comitato d'affari ed i personaggi
che pur cambiando casacca continuano a stritolare economicamente e socialmente
una intera popolazione. Ma quale popolo delle libertà, ma quale liberismo,
siamo di fronte ad un protettorato dei monopoli assoluti che stridono con tutte
le leggi nazionali ed europee.
Un'altro salasso alle casse comunali per incapacità e connivenza. Mentre i
nostri ragazzi continuano a morire in guerre lontane che non ci appartengono,
in Italia c'e' chi si fa pagare le case dagli imprenditori amici, chi si
arricchisce mentre la crisi economica semina disoccupazione e povertà, chi gira
in Suv e dichiara reddito zero, chi se ne frega delle condizioni dei cittadini
considerati ormai sudditi paganti.

Valtere Roviglioni
Alberto delli Colli IDV ARDEA

SIAMO SULL'ORLO DI UNA CRISI MONDIALE SENZA PRECEDENTI


di Lisa Viola Rossi

Giulietto Chiesa è arrivato ieri a Ferrara, e verso le 10 di mattina lo si trovava davanti alla facoltà di Giurisprudenza di corso Ercole I d’Este.

Poco prima della conferenza “Guerra e terrorismo dopo l’11 settembre”, a cui era stato invitato come relatore dall’associazione Officina, il giornalista ed ex parlamentare, noto per i suoi reportage da Mosca, si è così reso disponibile ad un’intervista per Estense.com.

Da 1 a 10, quanto siamo a rischio terrorismo in Italia?
È difficile rispondere perché prima bisogna rispondere alla domanda: “Che cos’è il terrorismo?”.

Che cos’è?
È una cosa molto complicata e non è quella che ci raccontano. Io penso che Al-Qa'ida non esista e ne sono convinto. Credo invece che esistano un sacco di persone che lavorano in senso terroristico, ma che sono tutte infiltrate nei servizi segreti. È molto difficile distinguere il terrorismo dal potere, perché il terrorismo è infiltrato nei servizi segreti nel momento in cui si forma. Perché i servizi segreti sanno tutto: se c’è un atto terroristico, non solo è assolutamente improbabile, ma è anche dimostrabile, che è impossibile che l’abbia organizzato qualche scalzacane.

E in Italia c’è tale rischio?
Certo che c’è. Da 1 a 10, la probabilità che accada un atto terroristico è 9. Siamo sul filo di una crisi mondiale senza precedenti: considerata quella del 1929, che ha portato alla Seconda Guerra Mondiale, la situazione attuale è più acutamente pericolosa.

Perché?
Perché è fallito l’intero sistema economico su cui si regge l’intero Occidente. L’intera macchina della produzione capitalistica è inceppata, non c’è nessun ordine mondiale, nessuno che guida. È come se fossimo su un aereo a 10mila metri di quota, e che all’improvviso si mette a ballonzolare. I passeggeri corrono verso la cabina di pilotaggio e scoprono che al comando c’è una scimmia. I passeggeri siamo noi. L’unica cosa che dovremmo fare tutti insieme è cacciare via la scimmia dal comando e cercare di atterrare, senza morire.

Chi è la scimmia, e come la si può scacciare?
Bisogna costruire una forza politica nuova, che sia capace di raccontare il mondo non come ce lo racconta il mainstream mediatico – che in Italia è particolarmente scemo (ma il discorso vale in generale per tutto il mondo) -, che narra la favola dell’uva, un mondo che non esiste, come quello di Marchionne che sostiene che possiamo produrre altri 6 milioni di automobili Fiat e 36 nuovi modelli. Questa è la follia totale. Questa è la scimmia al comando. Perché non si potranno produrre 6 milioni di automobili. Capisco benissimo il problema dell’occupazione, ma non si risolve portando il pianeta alla rovina.

Verso che direzione stiamo andando?
A un certo punto ci sarà una situazione in cui non ci sarà più per tutti energia, acqua, cibo. Perciò si andrà in guerra, perché i più forti useranno le armi per procurarsi quello che non possono avere.

Come si può allora cambiare rotta?
Il mio lavoro politico nel giro intellettuale e culturale ha l’obiettivo di svegliare la gente, dicendole che bisogna assolutamente che noi ci dotiamo di mezzi di comunicazione di massa per parlare con milioni di persone, e metterla così in guardia su quello che sta accadendo.

Cosa sta accadendo nel contesto geopolitico internazionale?
Si andrà alla guerra con l’Iran. Questa è la mia nettissima sensazione. Il rischio di guerra è altissimo.

Quanto tempo abbiamo?
Un anno, due anni. Quando Israele deciderà che l’Iran è diventato una minaccia per la sua esistenza, attaccherà: e noi entreremo in guerra contro l’Iran. Ma questa volta non sarà come con l’Iraq o l’Afghanistan. Non sarà uno scherzo, perché l’Iran ha i missili e l’aviazione. È in grado di affondare una portaerei nel golfo Persico, e tutte le navi che porteranno petrolio in tutto il mondo. Nell’arco di 10-15 giorni. Non si potrà annichilire. Ci saranno milioni di morti: sarà usata l’arma atomica. Andiamo verso una crisi di proporzioni gigantesche e, in queste condizioni, è l’ipotesi più probabile.


In questo quadro, da pochi giorni ha fondato Alternativa, un nuovo movimento politico nel panorama nazionale. Non ritiene che possa contribuire a frammentare uno schieramento che condivide valori riconducili alla tradizione di sinistra?
No. Io ho fondato un movimento che non è programmaticamente di sinistra. Siamo di fronte a una tale emergenza, che la sola sinistra non basterebbe più comunque. Ho verificato che molta gente di destra non sa neanche la differenza tra destra e sinistra e vota in modo sbagliato, contro i suoi interessi, perché non sa nulla. Allora io mi rivolgo anche a loro, e penso sia possibile trovare un’intesa comune con milioni di persone per sopravvivere semplicemente, in modo più civile. Certo io non propongo “Alternativa” come alternativa ai partiti: i partiti attuali sono totalmente inefficienti e inessenziali. In particolare il Pd, che non rappresenta nessuna sinistra e non vuole neppure rappresentarla. Mentre i suoi elettori pensano ancora che sia giusto avere un programma di sinistra: che però non c’è. L’ambiguità sta nel fatto che gli elettori del Pd votano per un partito che non è più di sinistra e che al contrario ha sposato tutte le tesi dell’avversario. Naturalmente perde: l’avversario è più bravo di lui nel programmarle e nel farle andare avanti. Per questo non penso che si verifichi un incremento alla frammentazione, perché “Alternativa” nasce per mettere al centro dell’attenzione una serie di questioni che nessuno dice.

Le principali?
L’altissimo pericolo di guerra e l’enorme gravità della crisi, che è incomparabilmente superiore alla percezione della stessa, anche da parte di tutta la sinistra, che non è capace di fare un’analisi del mondo. Per questo ha fatto un sacco di stupidaggini. Abbiamo perciò bisogno di un nuovo sistema della comunicazione: l’attuale è un inganno. L’ho chiamato “la grande fabbrica dei sogni e della menzogna”. Occorre una informazione democratica, che abbiamo perduto, perché di conseguenza stiamo perdendo la democrazia.


Il nuovo ddl Alfano sulle intercettazioni introduce il carcere per i cronisti.
Questa è la deriva per cui, a poco a poco, tagliano sempre più i pezzi di informazione e gli strumenti per poter comunicare con il pubblico, avendo in mano loro tutto il meccanismo. Allora penso che per uscire da questa situazione di crisi, bisogna invertire la macchina dell’informazione. Finora questa macchina ha lavorato per trasformare milioni di persone, in Italia e nel mondo, in consumatori compulsivi. Nel momento in cui il consumo entra in crisi, noi dobbiamo architettare un modo per utilizzare questa macchina alla rovescia: trasformare milioni di consumatori in cittadini consapevoli. Questa è la condizione essenziale per sopravvivere. In Italia e in tutto il resto del mondo.


CHE DANNO GLI ITALIANI........


L’Italia sprecona, corrotta e cinica che viene giudicata ogni giorno dai 500 magistrati della Corte dei Conti distribuiti in 20 procure regionali, svela, secondo il presidente Tullio Lazzaro, una corruzione “capillare“. Ossia un reticolo di opportunismo e avidità raccontato nelle 150 pagine della relazione del procuratore generale Mario Ristuccia, che somma le oltre 1.000 sentenze di condanna emesse nel solo 2009.

Tra le opere incompiute c’è il reparto di radioterapia di Sora (FR) chiuso a pochi giorni dall’inaugurazione, e il palasport di Piancavallo in Friuli, costruito in pompa magna nel 2003 e oggi totalmente abbandonato.
In allarme anche la sanità: non soltanto “spese inutili” ma anche “fenomeni particolari di mala gestione” che vanno dagli “inefficienti e costosi programmi di screening anti-tumorale” della Regione Calabria, fino alle “eccessive prescrizioni di farmaci” e agli “sconcertanti interventi chirurgici non necessari“. Senza contare la grottesca operazione “dentiere gratuite“, promesse dalla Regione Lazio a 700 mila anziani e finite con un “niet” economico.

Nella ralazione della Corte dei conti c’è spazio anche per il fisco, oggetto di cattiva gestione e gigantesche truffe. Sono oltre 200 mila gli atti falsi di riscossione emessi nei confronti di evasori inventati da molte concessionarie (scomparse e rimpiazzate da Equitalia che tuttavia, secondo un documento pubblicato dal Fatto quotidiano, usa due pesi e due misure a seconda di chi è il contribuente da colpire).

Il corposo capitolo dedicato alla turbofinanza riporta che nell’ultimo triennio migliaia di piccoli comuni italiani hanno dimezzato del loro valore i contratti a causa di “sottoscrizioni fatte da enti di modeste dimensioni sprovvisti di strutture e professionalità idonee ad esprimere valutazioni di ordine economico-finanziario“.
Il 6% delle 1.077 sentenze di condanna alla Pubblica amministrazione riguarda consulenze “illegittimamente conferite” un po’ come quelle della giunta Moratti a Milano che ne ha ricevute due e per le quali, avendone chiesto conto al vicesindaco a doppio incarico Riccardo De Corato, ho rimediato a una causa civile di risarcimento per “lesa onorabilità” di cui ci sarà udienza in novembre.

Molti i tentativi dei sindaci di fare di testa propria fregandosene dello Stato. Esempio lampante quello delle multe. La legge prevede che la metà del ricavato dalle sanzioni per eccesso di velocità e divieto di sosta venga investito nellasicurezza stradale (dalle buche alla segnaletica). Ebbene sono in continuo aumento i comuni che non rispettano questo limite usando i soldi delle multe per aggiustare il bilancio.

La Corte dei conti, con 500 magistrati contabil fa quello che può. Nel 2009 ha aumentato del 25% i controlli sui comuni colpendone ben 4.000. La metà del totale sul suolo italiano. Lo fa con una lettera scritta al sindaco in cui lo invita ad uniformarsi alle sue osservazioni, e in caso di disobbedienza, scatta l’invio della segnalazione al ministro che potrebbe bloccare i fondi. Non si ha notizia di una simile sanzione andata in porto.

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17 maggio 2010

BRUCIA L'ISOLA ECOLOGICA


Brucia l'isola ecologica, brucia ancora di più la notizia, per il momento rientrata, di un aumento alla ditta incaricata di 1 milione ed ottocentomila euro l'anno per l'appalto della raccolta differenziata. Avevamo ragione quando affermavamo che l'impoto dell'appalto per la raccolta RSU era sottodimensionato, infatti pochi mesi dopo spunta un probabile incremento in quanto nel capitolato la differenziata è prevista solo nel centro storico e che allargarla a tutto il territorio ha costi maggiori. Ci troveremo ancora una volta come è avvenuto per il contenzioso Spe srl e con 11 milioni di euro da pagare ?
Per il momento l'idea dell'aumento sembra sia venuta dall'assessore all'ambiente pare rietrato. Conoscendo i metodi amministrativi del centro destra è possibile che trovino altri termini per far lievitare un appalto molto discutibile dal punto di vista dei costi. Non fummo i soli a sollevare dei dubbi, anche comitati ed associazioni segnalarono "anomalie " cadute nel vuoto, oggi purtroppo confermate.
Intanto brucia l'unica isola ecologica del territorio situata in via Pavia, un fatto che assume contorni torbidi e ci fa pensare ad un lontano contenzioso mai risolto con una ditta di Anzio legata alla famiglia di un importante politico. Più volte si è provato a affrontare il contenzioso di via Pavia che si trascina da più di 10 anni mai risolto e che a detta di molti è stato ripreso dall'assessore ai LL. PP. ormai dimissionato dal Sindaco e sfiduciato dai consiglieri ex PD di riferimento.
Trasparenza, legalita' e moralita' sono state il cavallo di battaglia di Eufemi in campagna elettorale. Un fallimento totale! Brucia l'isola ecologica e con lei le speranze dei cittadini di avere un paese pulito e civile

Valtere Roviglioni
Alberto delli Colli IDV - Ardea

16 maggio 2010

INCENDIO ISOLA ECOLOGICA

Comunicato Stampa
Non crediamo si tratti di autocombustione in un periodo di piogge e pertanto condanniamo nella
maniera più risoluta, e non giustifichiamo in alcun modo, l’atto criminoso compiuto nell’incendiare
i cumuli rifiuti abbandonati nei pressi della mai aperta Isola Ecologica di via Pavia a Nuova Florida.
Chi ha compiuto questo atto illegale ha messo a repentaglio la salute dei cittadini che abitano nella
zona e non ha contribuito certamente a risolvere i problemi, anzi .......
Presa questa chiara posizione dobbiamo però cercare di capire come si può arrivare a situazioni del
genere.
Da anni denunciamo la necessità di dotare il territorio di Isole Ecologiche, una tipologia abitativa
come la nostra, villette e giardini, porta a produrre, oltre i normali rifiuti di un appartamento, una
grande quantità altro materiale.
Per tutta risposta l’unica Isola esistente, a Nuova Florida, è stata chiusa anni fa con la promessa, da
parte dell’Amministrazione, di aprirne immediatamente una sostitutiva e di farne almeno altre due
in altre località.
Avendo ben presenti le esperienze degli altri comuni, quando è partita la raccolta differenziata porta
a porta abbiamo fatto presente più volte che, causa la indisponibilità di cassonetti per
l’indifferenziata, senza Isole Ecologiche la situazione sarebbe diventata insostenibile e si sarebbe
creati alibi per gli “sporcaccioni”.
L’Isola Ecologica di via Pavia è praticamente pronta da oltre un anno, a più riprese Sindaco e
Assessore competente ne hanno data per prossima l’apertura; passano i mesi e niente succede, ora si
parla di problemi inerenti la proprietà del terreno, pazzesco!!!!!!
Al di là dell’incendio la situazione della nettezza urbana è veramente indegna di un paese civile,
discariche abusive si trovano su tutto il territorio comunale.
Per questa situazione vi sono sicuramente singole responsabilità di molti cittadini “incivili”, ma è
altrettanto certo che vi siamo gravi colpe e carenze da parte dell’Amministrazione Comunale.
Sinistra Ecologia Libertà – Ardea

COMUNICATO STAMPA-PRESIDI SANITARI ARDEA




In data 14 febbraio 2010, i rappresentanti dei partiti PRC e SEL e delle associazioni
"Mafalda" e "Donna" di Ardea si sono incontrati con la dirigente responsabile della
A.S.L. RMH per il distretto di Pomezia-Ardea.
L’incontro era stato richiesto a seguito della chiusura degli ambulatori per i prelievi di
Ardea siti in Via dei Tassi e via Legnano.
La dirigente ha spiegato che la mancanza di fondi, e quindi di personale, porta ad una
revisione delle strutture sanitarie sul territorio.
Il personale a disposizione è sufficiente per un solo ambulatorio; a seguito di una sua
mediazione interna alla A.S.L., per non penalizzare del tutto una zona con la chiusura
di uno dei due, si è giunti all’accordo di mantenerli entrambi attivi ma con apertura
alternata: ogni ambulatorio aprirà tre giorni a settimana, uno i giorni dispari e l'altro
giorni pari, compreso il sabato.
Apprezziamo il tentativo di salvare una situazione sanitaria territoriale al limite della
decenza, dare risposta ai cittadini resta sempre e comunque il nostro obiettivo, ma
sottolineiamo che evidentemente l'indirizzo politico è quello di tagliare i costi anche a
rischio di penalizzare alcuni territori.
Nell'incontro si è discusso dell’assoluta carenza di infrastrutture sanitarie in una città
come Ardea di oltre 45.000 abitanti.
In particolare è stata evidenziata la grave mancanza di un presidio di Pronto Soccorso,
mancanza che diviene gravissima nella stagione estiva quando la popolazione supera
le 100.000 unità e la situazione del traffico stradale rende problematico il raggiungere
l'ospedale più vicino.
Abbiamo proposto di istituire, ormai per il prossimo anno, un presidio estivo di pronto
intervento possibilmente sul litorale di Ardea; la dottoressa si è resa disponibile a
valutarne la realizzabilità.
Altra situazione che abbiamo rappresentata è quella relativa alle difficoltà di gestione
del centro di neuropsichiatria infantile; centro che copre un territorio tanto vasto,
quanto problematico.
La proposta avanzata è stata quella di verificare con una mappatura la presenza di
persone riconosciute con disabilità, anche all'interno della popolazione scolastica, e
considerare l'idea di istituire un nuovo polo o quanto meno potenziare quello già
esistente (Pomezia).
Resteremo attenti collaboratori di una dirigente che si è resa disponibile al dialogo e
ad accogliere proposte concrete e realizzabili.
PRC- SEL circoli di Ardea

CODICE STRADALE-NUOVE REGOLE


Ecco quindi cosa dobbiamo attenderci dal nuovo Codice della strada.

Non cambia il limite di velocità

Tramonta l'idea dei 150 km/h e resta il limite a 130 Km/h, ma con la discrezionalità da parte delle società che gestiscono le autostrade di consentire i 150 nei tratti a tre corsie, con i tutor installati e con le migliori condizioni meteo.

Auto blu

Via l'emendamento della discordia che evitava agli autisti di Stato di perdere i punti dalla patente. Un ordine del giorno rinvia al Governo la decisione sull'introduzione o meno di una patente "ad hoc" di servizio dalla quale sottrarre i punti.

Test antidroga

I candidati a conseguire la patente dovranno sottoporsi preventivamente ad un test antidroga. Un test che sarà tra l'altro obbligatorio per tutti quegli automobilisti alla guida di mezzi pubblici, taxi e camion alle prese con il rinnovo della patente.

Licenziamento degli autisti

Gli autisti professionali che abbiamo avuto la patente sospesa in quanto ubriachi o perché sotto gli effetti disostanze stupefacenti possono essere licenziati dal datore di lavoro per giusta causa.

Deroga alla patente sospesa

Chi ha avuto la patente sospesa può richiedere al prefetto una deroga di tre ore al giorno per andare e tornare dal lavoro o per fini socialmente utili. A questa richiesta corrisponde però il raddoppio dei tempi di sospensione della patente.

Microcar

Le automobiline che si guidano dai 14 anni entrano finalmente nel Codice della Strada. Scatta l'obbligo all'uso dellecinture di sicurezza e gli automobilisti che abbiano avuto la patente sospesa non potranno aggirare il divieto guidando né una minicar tantomeno un motorino. Arrivano finalmente anche le multe per chi "trucca" i motori; a pagare stavolta c'è anche il meccanico che effettua le modifiche (multa da 389 a 1.556 euro) oltre che ovviamente il proprietario (multa da 148 a 594 euro).

Nessun divieto per chi fuma in auto

Bocciata l'idea del divieto di fumo alla guida.

Locali provvisti di etilometro

Anche i ristoranti dovranno possedere un etilometro da far utilizzare ai clienti prima di tornare al volante della propria vettura.

Stop all'alcol

Alle 3 di notte scatta il divieto per tutti i locali di vendere bevande alcoliche. Non solo, è anche passata una norma che vieta anche agli autogrill delle autostrade di vendere bevande alcolichebevande superalcoliche già dalle ore 22 e fino alle 6 di mattina con contravvenzioni salate dai 2.500 ai 7.000 euro. Stop alle bevande alcoliche dalle ore 2 alle 7 con multe che vanno dai 3.500 a 10.500 euro. Arriva anche la "punizione" per i gestori: se in due anni non rispettano per più volte il divieto dovranno "chiudere" per 30 giorni.

Stop all'alcol per camionisti e neopatentati

Tutti i camionisti e coloro che hanno conseguito la patente fino a tre anni non potranno bere alcolici prima di mettersi al volante. Multa da 155 a 624 euro.

Spartizione proventi delle contravvenzioni

Novità rispetto al testo approvato dalla Camera: i proventi delle multe saranno divisi a metà tra i proprietari delle strade e gli enti accertatori (Comuni o Province).

Rateizzazione delle multe e snellimenti burocratici

Chi ha un reddito fino a 15.000 Euro annui potrà richiedere il rimborso delle multe (a partire da 200 Euro) anche a rate. Salta però la possibilità di ottenere uno "sconto" di un terzo se si fossero pagate per intero entro 10 giorni, il "niet" è arrivato dal Ministero dell'Economia, temendo in questo modo meno introiti. Per quanto concerne gli snellimenti burocratici si accorceranno i tempi di notifica delle contravvenzioni da parte dei Comuni che passeranno dagli attuali 150 a 60 giorni.

TIR e bus fino ai 70 anni

Elevata da 65 a 70 anni l'età per i conducenti di mezzi pubblici, autocarri e tir.

Autonoleggio con "sidecar"

Non più solo i tradizionali tassisti o conducenti di limousine, arriva anche la figura professionale dell'autista di"sidecar".

Circolazione auto "rally"

Le vetture in gara per competizioni sportive potranno circolare liberamente, ma solo per spostarsi da una parte all'altra dei circuiti.

In moto con i bimbi

Coloro che trasportano un bambino (fino a 150 cm di altezza) non potranno viaggiare oltre i 60 km/h. Per i minori tra i 5 ed i 12 anni sarà obbligatorio montare un apposito seggiolino con caratteristiche specificate successivamente dal Ministero dei Trasporti. Saltano invece le proposte su paraschiena e casco integrale obbligatorio.

Casco in bicicletta

Sarà obbligatorio, ma solo per i ragazzi fino ai 14 anni di età.