26 gennaio 2012

Il bello e le bestie

“La bestia partitica è indomabile”. E’ quello che ha confessato Gennaro Migliore, coordinatore nazionale di Sel, due giorni fa a Bari. Il partito è irriformabile. In esso, la gestione del potere si fa necessariamente opaca (e lui ne sa qualcosa, visto che gravita ai vertici dei partiti da sempre). Occorre invece – ha continuato il nostro – dare spazio alla grande voglia di trasparenza, di partecipazione e di sovranità diretta che i cittadini oggi esprimono. Come? Moltiplicando i momenti in cui la singola “persona” (individuo-elettore, senza connotazioni socio-economiche) salda il suo legame di fiducia diretta con la singola personalità politica (“carismatica”, ça va sans dire), mettendovi una croce sopra il nome nel chiuso della cabina elettorale. E all’occorrenza reiterando il gesto sopra il “sì” della scheda refendaria.

Con questo, la happening hippy left nostrana va a collocarsi saldamente e senza equivoci all’incrocio tra la logica liberale e il modello fascista. Che cosa questo implichi nel funzionamento concreto delle istituzioni politiche e di governo, lo abbiamo visto rappresentato esemplarmente giusto ieri, sempre a Bari. Il modello Migliore risplende nella Puglia migliore. L’Assessore regionale alla salute ha presentato le sue dimissioni e in quattro e quattr’otto il Presidente Vendola ha nominato il suo sostituto. Un “tecnico” (ops!), già dirigente dell’Ares. Il tutto senza consultare la sua comunità politica, senza discutere con il suo popolo, né dei nomi, né delle linee politiche che dovrebbero ispirare la gestione del comparto più importante del governo regionale (che da solo vale l’80% del bilancio complessivo). Secondo la dottrina Migliore un governo in cui il Presidente “consulta solo se stesso” è molto più trasparente di un governo determinato dalle comunità politiche di cui è espressione. Vendola, infatti, equivale im-mediatamente al popolo sovrano, quindi fa quello che vuole. E non importa se quello che fa è l’esatta negazione di quello che predica quotidianamente.

Non passa giorno che il leader di Sel non tuoni contro la sostituzione della politica con la tecnica. Non passa giorno ch’egli non si adoperi a smascherare il governo Monti, la cui cifra “neutra” è in vero espressione di un modello di società ben preciso e ben connotato “politicamente”. Bene. Ma se questo vale a Roma, perché non vale più a Bari? Il tecnico appena nominato, alla sua prima intervista, ha subito annunciato la buona novella della chiusura degli ospedali a favore della fantomatica territorializzazione dei servizi. Vanvera d’ordinanza spacciata per “neutra”, mera misura “tecnica” e in realtà espressione di un ben preciso modello di sanità, che perdendo in questo modo la sua natura politica diventa sacro verbo.

Bell’ d’ chiazz’ e truv’l’ d’ cas’, si dice a Molfetta (cfr. Caparezza). “Bello in piazza e torbido a casa”. E’ l’espressione con cui si fotografa l’atteggiamento tipico del maschio meridionale e che Vendola ha sposato in pieno. Nella piazza mediatica nazionale fa lo splendido, il socievole, il trasparente, il progressista, il paladino della sovranità popolare, il campione della politica contro la deriva tecnocratica ecc. Poi quando torna a casa, in Puglia, diventa torbido, inarrivabile, padre padrone, conservatore, insofferente alla discussione pubblica, supino alla tecnica. Questa vicenda del cambio al vertice della sanità pugliese è devastante sul piano simbolico. Invece di lottare strenuamente contro le bestie coeve del leaderismo e della tecnocrazia, la bella sinistra ne convalida e ne rafforza l’egemonia. Complimenti.

fonte controlacrisi.org

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