31 gennaio 2012

Oliviero Diliberto: Un nuovo partito comunista per unire le forze a sinistra del Pd

La proposta arriva dal segretario dei Comunisti Italiani Oliviero Diliberto intervenuto a Livorno in occasione del 91/esimo della fondazione del Partito Comunista d'Italia, avvenuta il 21 gennaio 1921 nella città toscana.

Durante il dibattito un corteo con circa 300 persone dal teatro Goldoni ha raggiunto l'ex teatro San Marco, stesso percorso dei seguaci di Gramsci e Bordiga dopo la scissione del Psi. Qui è stata sostituita come da tradizione la bandiera con falce e martello.



    Diliberto, al Goldoni, ha spiegato che, l’obiettivo è riportare i comunisti in Parlamento riunendo Rifondazione e Pdci, ma anche che “l’opinione mia e del mio partito
    è che ci debba essere un unico partito comunista e che questo partito lanci una proposta unitaria a tutta la sinistra italiana. La Federazione della sinistra avrebbe un senso se all’interno ci fosse anche Sinistra ecologia e libertà perché ci sarebbero i comunisti e i non comunisti, perché sulle cose concrete siamo d’accordo”.

    “Dico un’eresia: non disprezzerei una grande alleanza di sinistra, noi, Rifondazione, Sel e Italia dei Valori. Questi ultimi non saranno d’accordo. Ma ancora una volta sui contenuti ci ritroviamo su molte questioni”. Lo ha detto il segretario del Partito dei Comunisti italiani, Oliviero Diliberto. “Noi non possiamo rimanere in una torre d’avorio e dire che ci fanno schifo tutti gli altri. E’ uno sbaglio: i rapporti di forza contano nella politica”. Diliberto ha raccontato di essere stato l’unico invitato italiano due giorni fa al discorso di insediamento del governo del Marocco, con 4 ministri comunisti: “E sapete perché? Per fare un discorso su Togliatti e la svolta di Salerno del 1944, cioé sui comunisti e la politica delle alleanze. Se c’é una strategia chiara, identità forte e pensiero strutturato non dobbiamo avere paura delle politiche delle alleanze. La storia ci aiuta per presentarci verso il futuro”.

    “Se noi diciamo che Monti attenta alla Costituzione, ci prendono per matti. Ma è vero – prosegue Diliberto – Prendiamo l’articolo 3, quello sull’uguaglianza. Dice che devono essere rimossi tutti gli ostacoli perché i cittadini siano uguali e quindi se un ragazzo non si può permettere il costo per andare a scuola, glielo paga lo Stato. Ma se lo Stato deve stare attento al pareggio di bilancio rischia di non poter più pagare la scuola a quel giovane. Il pareggio di bilancio nella Costituzione è l’economia che comanda sulla democrazia”. Democrazia che, con un governo tecnico, non è sospesa, precisa il segretario del Pdci, “semmai è commissariato un partito, il Pd, commissariato dal presidente della Repubblica”.

    “Le misure varate dal governo sono ingiuste e depressive”, ha concluso il segretario del PDCI riferendosi alle liberalizzazioni.


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