21 novembre 2006

TERMOLI: RISARCIMENTI TURBOGAS TRA INDAGINI E ACCORDI SOSPESI

Di seguito un articolo di ciò che accade a Termoli, pubblicato sul sito di Primonumero.
Per chi continua a pensare che un mostro del genere si possa fermare DOPO !!!
No, noi dobbiamo fermarli ora... Prima che venga costruito.

I loro soldi... Che daranno chissà quando, come e a CHI ... A noi non interessano.
Non comprano la nostra salute e il nostro futuro

Bisogna essere in tanti alla prossima giornata di protesta indetta per il
2 Dicembre!!!
Devono sentire forte il nostro NO!


"Rete Cittadini Contro la Turbogas"




La proprietà della centrale deve compensare il disturbo ambientale con opere pubbliche per i termolesi. Ma la trattativa si trascina da quasi due anni, e intanto la Procura ripesca una lettera con cui il comune chiedeva di dirottare 500mila euro sul fantomatico Cesad. La Giunta Greco temporeggia, sperando di imporre alla Turbogas l'acquisto di nuovi filtri antinquinamento.

di Carlo D'Angelo, Daniela Fiorilli

E' una regola valida in Italia e in Europa: quando si costruisce un impianto che modifica l'equilibrio ambientale di un territorio - come una centrale a ciclo combinato - si realizzano le cosiddette opere di compensazione. Giardinetti e campi sportivi o interventi di pubblica utilità che la città in cui sorge l'impianto incassa a mo' di risarcimento. Un po' come, per utilizzare una metafora, quando si dà lo zuccherino all'animale da ammaestrare prima di richiuderlo in gabbia. Ma Termoli, per il momento, non ha ancora avuto neanche quello zuccherino, nonostante il fatto che accordi in materia siano stati abbozzati fra il Comune e la proprietà della Turbogas, cioè il gruppo che fa capo a De Benedetti. Non solo: proprio sulla questione delle opere di compensazione è in atto una indagine da parte della Procura di Larino che da una costola della inchiesta "black hole" ha aperto un fascicolo riguardante la richiesta fatta dai reggenti del Municipio alla Turbogas di forniture sanitarie al Cesad, il fantomatico Centro medico inventato da Patrizia De Palma e lautamente finanziato sia dal Comune di Termoli che dalla Asl4 del Basso Molise.

Sta di fatto che per i cittadini l'intera trattativa fra la dirigenza della centrale e il Comune è un mistero, visto che ad oggi nessuno si è preso la briga di far sapere alla città cosa potrebbe spettare in cambio del "danno" recato dall'impianto. A riprova del fatto che anche questo aspetto, che in realtà dovrebbe essere dibattuto con la massima trasparenza, sia stato gestito come un ?affaire' privato ci sono due documenti inabissati nel palazzo comunale che portano la firma di due ex sindaci: Montano e Di Giandomenico. Il primo documento, però, non ha più alcuna validità perché è stato annullato e riconsiderato da Di Giandomenico. Si tratta di un preliminare di accordo sottoscritto il 27 gennaio del 2005 a Roma fra l'amministratore delegato di Energia spa Massimo Orlandi e l'allora sindaco di Termoli. L'accordo prevede che la Turbogas sborsi circa sei milioni e mezzo di euro in due modi: o nella realizzazione di opere pubbliche da concretizzare nell'arco di 10 anni, oppure attraverso uno sconto del 20 per cento sulle bollette di tutti i termolesi per i primi dieci anni di attività dell'azienda.
Opzioni di cui, però, al momento non si è avvantaggiato nessuno. Perché? Perché quello che era un accordo preliminare è stato "recepito" dalla giunta Di Giandomenico solo nel novembre del 2005, ma in modo provvisorio e cioè senza determinare né stabilire quale tipo di opere sarebbero state richieste a Energia a compensazione della Centrale. Anzi, rimandando a nuove e futuribili delibere la specificazione delle richieste. Delibere che non ci sono mai state.
La prova di questo sta nel fatto che a proporre un elenco concreto di opere non è stato il Comune, ma la stessa dirigenza della Turbogas che, il 25 novembre dello scorso anno, inviò al Comune una proposta ? sempre a firma di Massimo Orlandi ? in cui si prospettava l'ipotesi di realizzare interventi di illuminazione pubblica, di sistemazione di alcune strade, una palestra e un asilo nido, piccoli interventi di verde pubblico in alcune aree della città.
Un libro delle buone intenzioni, insomma, che allo stato attuale sono lettera morta per la semplice ragione che non sono mai state approvate e autorizzate da successive delibere.

E mentre tutto il territorio deve ingoiare il boccone amaro della inattesa impennata (rilevata dall'Arpam a fine ottobre) di sostanze inquinanti - prodotte da chi, per ora, non si sa ? senza sapere se questo "sacrificio" verrà compensato e in che modo, un documento di cui nessuno era ufficialmente a conoscenza, è finito in mano degli inquirenti della Procura di Larino. Sembra infatti che una richiesta specifica e reiterata sia in realtà stata fatta dal Comune alla Energia spa: quella di un finanziamento di 500mila euro per l'acquisto di strutture sanitarie da destinare al Cesad, una struttura medica privata la cui esistenza era già venuta a galla durante l'inchiesta "black hole" visto che proprio sul Cesad ? ideato e sponsorizzato da Patrizia De Palma ? erano confluiti cospicui finanziamenti del Comune e della Asl. Che cosa c'entrassero le opere di compensazione per i cittadini di Termoli con un finanziamento da un miliardo di lire al Centro studi della dottoressa De Palma è una domanda a cui i magistrati stanno cercando di rispondere.

Ma non è la sola domanda visto che ? così come sta cercando di fare il Comune di Termoli ? anche la Procura di Larino sta cercando di ricostruire l'iter con cui è stata autorizzata la costruzione della centrale Turbogas per capire se siano state commesse irregolarità e se vi siano state delle semplici sviste.

La legge vuole che per consentire a una centrale di produzione elettrica di quel tipo di insediarsi in un territorio, sia necessario il parere positivo di molte parti in causa: i Comuni interessati, la Provincia, la Regione, il ministero dell'Ambiente. Ma sulle carte che hanno accompagnato l'iter autorizzativo della centrale adriatica, la voce del Comune di Termoli non compare mai direttamente. Solo nelle pagine di inizio istruttoria (nel 2001), figura un accenno al parere contrario dell'allora sindaco Montano, che in seguito però si disinteressò della questione. Infatti, come risulta dai verbali delle successive riunioni, non ci fu nient'altro che potesse attribuirsi al Municipio termolese.

L'unico atto del palazzo di città sotto l'Amministrazione Di Giandomenico che risulta agli atti è una determina dirigenziale (a firma dell'avvocato Alfredo Dalla Torre) in cui si esprime un parere di compatibilità urbanistica della centrale rispetto al contesto in cui sarà ubicata. Niente di più, anche perché a fare le veci del Comune di Termoli nelle riunioni decisionali e consultive ci ha sempre pensato il vice direttore del Consorzio industriale, Gianfranco Vitagliano, e successivamente al suo posto la dottoressa Perla anche lei incaricata di rappresentare l'azienda industriale Valle Biferno. E' possibile che il rappresentate del Nucleo ? che aveva tutto l'interesse all'insediamento della Turbogas ? possa essere al contempo il rappresentante anche della città di Termoli, che di interessi ne aveva molti meno? E' una questione complicata di cui, come si è visto, si stanno occupando sia l'attuale Amministrazione, sia i magistrati.
Rimane il fatto che, a conclusione di quell'iter, nel dicembre 2002 la centrale è stata autorizzata, che a quattro anni di distanza ha cominciato a produrre energia elettrica (che copre tutto il Molise, parte dell'Abruzzo e l'alta Puglia) nonostante i tentativi di opposizione da parte di alcuni politici e la forte avversione dei cittadini e delle organizzazioni agricole e turistiche.

E' impensabile che, a questo punto della storia, qualcuno possa realisticamente immaginare di costringere la Turbogas a fare le valigie con la scusa di qualche eventuale irregolarità nelle procedure di autorizzazione. Ma sembra di capire che l'intenzione del Comune sia proprio quella di imbastire una caccia all'errore per far venire a galla tutte le eventuali magagne burocratiche prima di andare a una trattativa, se non a una ridefinizione, delle opere di compensazione. Anche in forza del forte allarme suscitato in città alla fine di ottobre, quando per la prima volta la spessa colonna di vapore acqueo si è alzata dai camini della centrale andando a oscurare per qualche ora il cielo del Basso Molise.

Questo spiega probabilmente la ragione per cui l'attuale Amministrazione non ha ancora messo mano a un vero accordo con Energia. E pare che stia valutando l'ipotesi di rinunciare a qualcosa pur di costringere la centrale a montare dei pannelli di schermo, cioè filtri per le polveri sottili chiamati Sconox. Il problema è che quei filtri hanno costi elevatissimi, finanche superiori a quei sei milioni e mezzo di euro che la Turbogas era disposta a concedere ai termolesi. E potrebbe sembrare una pretesa irrealizzabile quella di ottenere capra (cioè le opere di pubblica utilità) e cavoli (cioè i filtri). Ma l'assessore all'Ambiente, Emanuela Lattanzi, non vuole rinunciarvi a priori, e la spiega così: «La priorità assoluta per noi è stata quella di formare un tavolo tecnico per riuscire ad ottenere dei filtri di abbattimento dei fumi della centrale, tant'è vero che, manco a farlo a posta, dopo le prime riunioni con Energia in città è scoppiato un grosso allarme sociale per i fatti che conosciamo tutti. Tuttavia la nostra richiesta non esclude di poter perfezionare l'accordo economico, anzi. D'altronde è un diritto della città quello di avere un risarcimento, e nelle prossime settimane decideremo come prendercelo: in opere pubbliche, in liquidità, in risparmio energetico o altro».
Un bel proposito che però sembra scontrarsi con alcuni dati di fatto. Per esempio, sembra già chiaro che i filtri Sconox non possono essere montati sulla centrale bassomolisana da 800 megawatt perché il sistema di abbattimento dei fumi, seppur tecnicamente avanzato, non è ancora in grado (tecnicamente) di lavorare su impianti dalla potenza elevatissima, come appunto quello termolese.


(Pubblicato il 21/11/2006 su Primonumero.it)

Nessun commento:

Posta un commento

I vostri commenti sono molto graditi a patto che non arrechino offesa. In caso contrario i commenti non saranno pubblicati. Dopo aver inserito il commento nella finestra sottostante sarà necessario validarlo introducendo il codice visualizzato di volta in volta. Tutti i commenti sono soggetti ad approvazione.