04 febbraio 2009

MENSE E PANINI: IL PUNTO DI VISTA
DEL GENITORE PRIMA CHE DEL POLITICO

A causa di un problema nella piattaforma del fornitore di servizi è temponeamente impossibile accedere alla consultazione dell'area "Opinioni dei cittadini" e pertanto proponiamo di seguito uno scambio di opinioni tra una mamma, visitatrice affezionata di questo sito, e l'ex-consigliere comunale del PRC Valtere Roviglioni.
Non appena nuovamente raggiungibile la sezione "Opinioni dei cittadini" ospiterà i medesimi contenuti di questa pagina.


il panino: parte seconda

LA STORIA INFINITA!

MENSE SCOLASTICHE: SI CAMBIA ANCORA

E' di oggi (30.01.09) la notizia trapelata dagli uffici comunali che il dirigente ai servizi sociali ha revocato la ditta incaricata per il servizio di mensa scolastica.
Ad ora non ci è dato sapere i motivi di tale atto.
E' ora che Eufemi faccia chiarezza definitivamente di questo andazzo di "stop and go" sulla pelle degli alunni che lunedi troveranno cambiamenti e probabilmente disservizi nel cambio di gestione.
La seguenza di cambi può generare una serie di contenziosi che Ardea non può più permettersi.

Valtere Roviglioni - PRC Ardea


E' strano che non le sia giunta voce delle proteste che noi mamme abbiamo inscenato a seguito delle scarse condizioni igieniche e qualitative del servizio mensa a partire dal rientro a scuola dei nostri figli dopo le vacanze di natale. E' presumibile che queste non siano bastate per decidere la revoca dell'incarico, ma è pacifico che l'unico modo per assicurare un pasto discreto ai nostri bambini era quello di far mangiare loro un panino. Niente di nuovo! Quello che mi meraviglia è la sua totale "ignoranza" del fatto, visto che ho avuto modo di apprezzare più volte, su questo sito , la sua sensibilità sulle tematiche che riguardano i nostri figli e non solo.

Anna Sibio





MENSE e PANINI

Cara Anna,

la mia nota sulle mense scolastiche: "si cambia ancora" è stata dettata dalla preoccupazione che un ulteriore cambio potesse creare ancora più disservizi ai bambini, inoltre è vero che in alcuni plessi i genitori si stanno mobilitando per una cattiva gestione del servizio a cui dovrebbe rispondere ed intervenire il comune ed il Sindaco, ma la questione va inquadrata anche dal punto di vista amministrativo.
Comunque la ringrazio per questa sollecitazione polemica, le risponderò da genitore e non da uomo impegnato politicamente e socialmente da 20 anni su questo territorio.
E' dal 1989 che seguo le vicende della scuola. Su questo sito le basterà cliccare nella sezione ricerca e troverà una infinita documentazione. Di pochi giorni fa una lettera di alcune mamme "ardiesi" che mi invitavano a non interessarmi del problema in quanto mio figlio non frequenta le scuole di Ardea. Credo sia giunto il momento di replicare sapendo di rappresentare migliaia di genitori che sono costretti al pendolarismo scolare dei loro figli.
Mio figlio ha frequentato il nido fuori dal comune a pagamento in quanto molte strutture a mio modo di vedere non garantivano i requisiti minimi: non potevo certo affidare mio figlio ad una struttura, magari realizzata ai bordi di un fosso, abusiva e senza permessi, gestita - guarda caso - da parenti, amici e famigliari di consiglieri comunali.
Giunto alla materna è finito in una lunga lista di attesa che poteva scavalcare solo con una segnalazione dell'assessore o politico di turno. Evidentemente chi ritiene la scuola un diritto evita disgustosi compromessi e quindi si rivolge altrove. Alle elementari, scuola dell'obbligo, finalmente avrebbe dovuto trovare un posto nelle scuole di Ardea, ma inventarono le scuole "garage" di via Pratica di Mare, con il fosso (ora ricoperto) che celava una vera e propria discarica di liquami a cielo aperto.
Quando ero consigliere comunale e mi recavo presso i plessi scolastici trovavo sempre un "ostruzionismo" di maestre e bidelle preoccupate di non far passare lo "straniero", mentre per altri "consiglieri Ardiesi", libero accesso e tappeto rosso.
Qualche anno fa in compagnia di un assessore e di un impiegato comunale mi recai presso la scuola di Pian di Frasso per visionare dei lavori; al mio arrivo, una maestra invei solo contro di me, reo di andare nella scuola a disturbare le lezioni e strumentalizzare i bambini. La visita terminò con il transennamento di una parte del giardino retrostante perché il cornicione del locale servizi era pericolante.
Non è cambiato molto da allora: quel plesso scolastico andrebbe chiuso per tutta una serie di motivi di sicurezza e di agibilità. Ad esempio, in un'aula costruita successivamente al primo blocco (in tutta la struttura è evidente la sovrapposizione degli stili di costruzione con l'aggiungersi dei nuovi spazi ricavati alla meglio), sotto un banco dove siedono i bambini c'è un pozzetto con una pompa che dovrebbe distribuire acqua.
Tornando al servizio di mensa scolastica, non le sarà sfuggito come il Comune abbia impostato singolarmente la gara d'appalto; già il 15 di Agosto del 2008 ne denunciai limiti e contraddizioni, puntualmete confermate in Consiglio Comunale dal Sindaco e da esponenti della stessa maggioranza.
Mi chiedo perchè non si torni al servizio gestito direttamente dal comune o comunque tramite un centro cottura comunale da poter essere affidato in gestione. Tra aggiudicazioni e revoche corriamo il grosso rischio di aprire dei contenziosi (che provi a immaginare chi pagherà...) e forse di non trovare più ditte disponibili a fornire questo servizio. Come lei dovrebbe sapere, quando una gara è aggiudicata è difficilissimo revocarla ed in questi anni su un problema così delicato come quello delle mense scolastiche la politica avrebbe dovuto quanto meno essere neutrale. Cosa che invece non è stata.
Quando si assegna una gara, a meno di gravissime inadempienze è difficilissimo revocarla, infatti vedrà che nonostante le proteste dei genitori la ditta continuerà il servizio fino alla fine del mandato.
Forse mi sono troppo dilungato, ma è evidente che c'è un abisso culturale che va ribaltato, tra chi vive in questo territorio ed è considerato un ospite (nemmeno tanto gradito) costretto a digerire la negazione dei diritti, e chi si sente padrone della cosa pubblica e se ne frega della scuola e della cultura, anzi la usa ai propri fini come merce di scambio; ed in questo gioco delle parti, complice la confusione imperante, noi che ci battiamo per una inversione di tendenza finiamo poi per polemizzare inutilmente.

Con affetto
Valtere Roviglioni