30 novembre 2010

ARSENICO E “VECCHI VIZIETTI”


Le cronache di questi giorni hanno portato alla nostra attenzione la grave questione dell’inquinamento delle falde acquifere in Italia e in particolare nella nostra Regione. In 91 Comuni del Lazio sono stati rilevati valori di sostanze nocive presenti nell’acqua ben al di sopra dei limiti consentiti dalla Dir. 98/83 CE (Drinking Water Directive). Parliamo di sostanze estremamente pericolose come l’arsenico (As), il cui limite è stabilito in 10 mg/l e la cui concentrazione invece arriva anche a 50 mg/litro. Lo sforamento dei valori massimi lo troviamo anche in riferimento al fluoro (F) e al bario (B). Due sono state le deroghe richieste dall’Italia alla Unione Europea per eseguire i lavori di messa a norma degli impianti di distribuzione dell’acqua potabile ma non tutte le realtà locali si sono adeguate. La richiesta della terza deroga ha subìto, a ragione, il veto della UE e ora i Comuni inadempienti si trovano a dover decidere se sospendere o meno l’erogazione dell’acqua potabile o se intervenire diluendo le concentrazioni delle sostanze inquinanti al di sotto del limite massimo, in attesa del termine (ma in alcuni casi non si è nemmeno iniziato) dei lavori di adeguamento ai parametri fissati dalla UE e dal nostro Paese recepiti con il D. Lgs. 31/2001(ben tre anni dopo la Direttiva Europea!!!). Dalla lettura del documento di Bruxelles risulta che nel Comune di Ardea ci sono cento (100) utenze in cui i valori di As, F e B sono superiori al tetto massimo. Ci domandiamo a chi corrispondano le cento utenze “fortunate”, i cui titolari stanno bevendo da anni acqua inquinata e cancerogena: magari tra esse figura qualche scuola… Chiediamo al Sindaco Eufemi di porre in essere immediatamente un’operazione di trasparenza e di adempiere al più presto e senza ulteriori indugi l’obbligo di rendere pubbliche e facilmente accessibili le tabelle dei valori delle sostanze disciolte nell’acqua e di attivarsi, seppur con notevole e colpevole ritardo, per risolvere questa incredibile situazione. Se è vero che la prima deroga risale agli inizi degli anni 2000, è pur vero che nulla è stato fatto per mettere in sicurezza gli impianti. Eppure paghiamo una tra le più salate bollette d’Italia. Dobbiamo almeno esigere che i servizi siano commisurati a quanto da noi pagato e che si allineino allo standard minimo europeo.

Luigi Di Girolamo

Verdi Ardea.

Ardea, 29 novembre 2010.

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