11 febbraio 2010

QUELLO CHE FAREMO CONTRO L'USURA


Scritto da Vincenzo Maruccio

I commercianti del Lazio si rivolgono agli usurai, segnale evidente della difficoltà sempre maggiore di far quadrare i conti a fine mese. Ma l'usura, purtroppo, non è un fenomeno diffuso solo al livello delle imprese, perché ci sarebbero anche 70 mila famiglie nel Lazio che correrebbero lo stesso rischio a causa della stretta creditizia delle banche e dei bilanci familiari sempre più in rosso. Come emerge dal rapporto di «Sos Impresa Lazio», l'associazione nata alcuni anni fa proprio per opporsi al racket e alla criminalità organizzata, un terzo dei commercianti attivi nel Lazio, pari a 26 mila titolari di negozi avrebbe avuto negli ultimi anni rapporti con il mercato del credito «a nero» del denaro. L'usura si starebbe estendendo anche ad artigiani, professionisti, dipendenti pubblici e pensionati. Per un giro d'affari, solo per il commercio, stimato in non meno di 2,3 miliardi di euro tra interessi pagati ed altre utilità. E’ per questa ragione che occorre una revisione della legge regionale contro l’usura.
Occorre innanzitutto introdurre nella legge regionale una “Rete Regionale di Sportelli Anti-usura” in grado di sostenere progetti volti a favorire uno sviluppo economico e sociale libero da condizionamenti illegali. Occorre infatti prevenire il fenomeno dell’usura anche attraverso l’ascolto dei soggetti a rischio, dei fenomeni di “sovra indebitamento” ad alto rischio usura e sviluppare nel cittadino il concetto di “buon uso del denaro”. Insomma, occorre innanzitutto incentivare e sostenere azioni di prevenzione del fenomeno dell’usura.
Successivamente sarà necessario mettere in campo programmi di attività volti a contrastare l’illegalità e a sostenere concretamente i soggetti usurati o potenziali vittime del reato di usura, attraverso processo volti all’integrazione e al reinserimento sociale .

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