03 marzo 2010

CAOS PDL LAZIO, VINCENZO MARUCCIO RICOSTRUISCE IL CASO DELLA LISTA MAI CONSEGNATA





La legge è uguale per tutti. Ogni volta siamo costretti a rimarcare questo assunto che ogni cittadino, tanto più se candidato a governare una Regione, dovrebbe ricordare. Le regole sono regole e non si possono stravolgere ogni volta a proprio piacimento, appellandosi al Presidente della Repubblica, o montando un patetico sistema di accuse contro la burocrazia.
Andiamo a ricostruire, allora, cosa è successo sabato mattina. Il PDL, il partito che governa l’Italia e che si proponeva di governare il Lazio, a Roma e provincia non è riuscito nemmeno a presentare la lista. È fin troppo semplice.
Oggi le dietrologie si sprecano. Tra panini mangiati di fretta, figli malati in macchina, esponenti di altre forze politiche assurti a buttafuori o forse, e lo diciamo sottovoce, qualche candidato da cancellare con il bianchetto comprato nella vicina cartoleria. E cioè aggiungere un reato ad un altro reato. Lo sanno i politicanti del PDL che cambiare un candidato qualche minuto prima della presentazione delle liste è reato? Lo sanno che le firme raccolte sono collegate al candidato e quindi cambiare il nome significa ingannare la buonafede dei propri sostenitori ?
Il fatto certo è che alle ore 12 del termine ultimo il delegato del PDL, incaricato della consegna delle liste, non era presente all’interno del Tribunale e fino a quel momento non aveva presentato alcunché . Non si può parlare, dunque, di una esclusione della lista PDL, perché era difficile escludere una lista mai presentata. Si deve invece parlare di pressapochismo, di delirio di onnipotenza, arroganza e spregio delle regole di chi oggi è costretto a raccontare scuse e inventare deliranti congiure.
Nella storia delle elezioni politiche non sono mancate esclusioni di liste per mancanza dei requisiti di legge, figuriamoci nel caso di una richiesta mai presentata. I pianti e le accuse di questi giorni, sembrano più lacrime di coccodrillo di persone incompetenti che reali giustificazioni.
Nei corridoi di palazzo, oggi si accavallano voci di provvedimenti lampo che puntano a salvare il PDL dal “pasticciaccio romano” come è stato definito dagli stessi giornali di destra.
Vigileremo affinché il sistema delle regole che tengono in piedi la nostra democrazia non sia personalizzato da questa banda di arroganti. Siamo disposti anche a fare le barricate per opporci strenuamente ad ogni tentativo di imporre l'illegalità con la prepotenza. E non è giustizialismo nè difesa becera delle regole perchè le regole o esistono o non esistono, o valgono o non servono. L'Italia è piena di "regole" che non funzionano perchè applicate "all'italiana" ossia con discrezionalità e da caso a caso. Questa volta non sarà così.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Errori o non errori, le leggi elettorali sono da rifare. Non si può negare la democrazia ai cittadini che così non possono scegliere tra due candidati.
Mi dispiace per chi canta già vittoria ma è stato violato il diritto di libera scelta di voto.

Anonimo ha detto...

Siamo tutti d'accordo sul fatto che le leggi elettorali siano da rifare. Sopratutto per permettere ai cittadini di eleggere i propri candidati e non queli decisi dai Partiti. Mi chidevo pero' se è democrazia cambiare le regole a distanza di due settimane dalle elezioni e quando gli altri partiti sono tutti in regola.

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