13 aprile 2010


THE ITALIAN EXPERIMENT
di Massimo Mastrangeli

Signori e signore,

permettetemi gentilmente di coinvolgere per qualche istante la vostra attenzione in un sorprendente esperimento concettuale. Chiudete gli occhi e lasciatevi regredire in uno stato di grande rilassamento...


... Immaginate un paese piccolo e iperdinamico, carente in risorse materiali ad eccezione di una chiarissima perenne luce solare, e adorno di paesaggi naturali incredibilmente variegati e toccanti; un paese dolorosamente segnato da una storia assai lunga di divisioni intestine e di guerre, di dominazione da parte di potenze straniere sfruttatrici e senza scrupoli, e di irragionevole soggezione ad una superstiziosa morale cristiano-cattolica; un paese benedetto da un’eredità culturale altrettanto radicata nel tempo - un patrimonio di una ricchezza sconvolgente, profondamente influente ed espressa da tantissimi geni talentuosi ed illuminati, impressa in monumenti unici, scolpita in letteratura immortale, traboccante in epitaffi musicali, cristallizzata in splendide architetture e impersonata in affascinanti gesticolazioni popolari, incarnata in un linguaggio grandemente espressivo e lirico ed in una gastronomia di gusto supremo.
Adesso aggiornate la vostra figura mentale di questo peculiare paese, e pensatelo retto da un sistema politico democratico – formalmente giovane ma praticamente puerile – scaturito da una reazione violenta nei confronti di una dittatura breve ma influente – una dittatura che fu in grado di realizzare la prima manifestazione di ipnosi di massa nella storia europea moderna, che portò il paese in una disastrosa guerra globale e lasciò un impatto duraturo sul suo immaginario collettivo, quando persino non nostalgicamente ammirata da alcuni suoi cittadini. Una democrazia fragile, sebbene garantita da una Costituzione solida, ingegnosa e invidiata; una democrazia che nondimeno riflette lo spirito svogliato, pagliaccesco e approssimativo del suo abitante medio – piuttosto ignorante, formalmente cattolico, informato esclusivamente dai mezzi di comunicazione di massa più comodi, repellente ai libri, superstizioso, creativo, prono a lamentarsi facilmente così come ad accettare ogni abuso morale e illegale che non offenda il suo tenore di vita, insuperato nell’oscura arte della sopravvivenza, sfuggevole alle responsabilità e intimamente contento quando gli viene imposto ciò che deve pensare e ciò che deve fare.

Adesso supponete che una figura carismatica si stagli sopra questo sfondo popolare – una mente finanziaria confidente, acuta, ambiziosa e sempre sorridente, esperta nella manipolazione delle apparenze e in strategie di comunicazione. E supponete che, grazie a un’enorme fortuna economica di supposte oscure origini e a una notevole intraprendenza, egli riesca progressivamente a stabilire una rete di emittenti televisive locali, a edificare intere città, ad acquisire quotidiani, riviste e case editrici, a lanciare catene commerciali e a presiedere una squadra di calcio stellare. Egli costruisce di se stesso un’immagine assurda di uomo potentissimo e fattosi da solo, evidentemente distinguibile dai suoi simili, ricchissimo eppure affidabile nonché follemente affascinante per le sue miracolose doti da Re Mida. Inoltre, aggiungete alla rappresentazione che le sue dominanti alleanze politiche e massoniche lo aiutano a consolidare la sua condizione illegale di magnate dei media, trasformando per vie legali la situazione mediatica del paese che ha oltremodo distorto nella normalità. Allo stesso tempo, considerate che i cittadini del paese sono annoiati dalla televisione pubblica generalista, monotona e candida, così che in numero crescente essi accordano la loro preferenza e la loro attenzione alle trasmissioni possedute dal magnate, commerciali e finalmente capaci di coprire tutto il territorio del paese – trasmissioni ampiamente infiltrate di pubblicità incisive, intrattenimenti pruriginosi e volgari, donne discinte, spettacoli che accreditano denaro a pioggia, personaggi profumatamente stipendiati passati alle emittenti della concorrenza dopo aver raggiunto la celebrità su quelle pubbliche, il tutto permeato da un senso di ottimismo combinato drammaticamente con l’assunzione fondamentale che il mero denaro non può che comprare tutto e condurre ad un successo inespugnabile.

A questo punto, cominciate a ragionare sull’influenza che una simile esposizione, perpetua e auto-inflitta, al suddetto condizionamento mass-mediatico pervasivo può avere sulla struttura mentale e la visione del mondo dei cittadini aderenti al nuovo stile di vita. Circoscrivendo le loro fonti d’informazione ai pochi mezzi cortesemente e liberamente (all’apparenza) messi a disposizione dall’uomo eternamente vincitore e dall’ampio ghigno, questa massa di gente in espansione inizia inconsapevolmente a percepire e interpretare la realtà attraverso gli occhi e la mente stessi di quest’uomo – essi approcciano la realtà nella forma che lui stesso vorrebbe che essa assumesse. Il loro apparato gnoseologico viene progressivamente distorto per adattarsi alle connessioni alla realtà irreale che il loro padrino mediatico gli ha distillato – nel nome svuotato della libertà e del liberalismo.

Adesso alziamo la posta. Immaginate che l’uomo si renda conto che, durante le sue attività mirabolanti ed impeccabili, abbia effettivamente accumulato troppi debiti – nonostante le sue società finanziarie stabilite in paradisi fiscali e le sue frequentazioni criminali e massoniche. L’uomo è disperato, ma a causa del disturbo narcisistico della sua personalità si considera comunque invincibile e non può permettersi di perdere ed essere privato della sua fortuna. Ad ogni costo. Così si rivolge al suo braccio destro, persino più oscuro di lui, che prodigiosamente gli propone una soluzione di puro genio. Dichiarare bancarotta? No. Fuggire dal paese? No. Suicidio? Mai. Piuttosto, perché non sfruttare l’immunità parlamentare e soggiogare le leggi stesse del paese, governandolo? Per di più, per intercessione di una sincronia prodigiosa, in quella congiuntura frenetica l’uomo ha la possibilità ideale di entrare nell’agone politico senza essere sospettato dei suoi intenti, sebbene pubblicamente dichiarati (evitare la galera) – meglio, persino additato senza esitazione come il buon samaritano giusto e tanto atteso, salvatore del paese dal suo collasso e votato soltanto al puro onore. In un frangente di sconvolgimenti radicali per la politica del paese, come rivelato dalle corti di giustizia, e per la sua sicurezza sociale, minata da ripetute stragi di matrice criminale sparse per il territorio, l’uomo scende nel campo di calcio politico con un movimento di plastica, chiamato secondo un popolarissimo slogan da stadio. E con una rapidità senza precedenti – sospinta da inserzioni ossessive distribuite attraverso le sue televisioni e riviste, dalla piaga della sua incantevole icona di homo novus per la politica destinato a nient’altro che ad avere successo lì come già accaduto così bene nei suoi affari, e dal suo potente appello ad una necessità di rinnovamento ampiamente condivisa – egli si ritrova sul trono. Intenzionato a rimanerci seduto per sempre.

Adesso aumentate gli ingrandimenti della vostra fotocamera mentre vi apprestate a scavare nei particolari tecnici della sua strategia – mutuata da quel prezioso tesoro di psicologia di massa accumulato dai burocrati statunitensi durante gli anni ’70. L’uomo debutta con una mossa senza precedenti. Al momento della sua proposizione politica, una vasta parte della società del paese era ormai solita guardare le sue televisioni – ovvero vedere la realtà attraverso il minuscolo, distorcente buco della serratura catodico delle sue emittenti commerciali. Bene, a quel punto il divo si manifestò mostrandosi nelle case stesse della gente attraverso quello stesso buco, filtrato e privato. Egli indirizzò il suo potenziale elettorato direttamente, senza filtri politichesi e ciance demodé in stile prima repubblica. Una prestazione memorabile: aveva attaccato un cavo privato e domestico a tutti i cittadini per monopolizzare la loro attenzione, e così facendo aveva drammaticamente reso tangibile il legame emotivo tra lui e loro. I soggetti ipnotizzati non si rendono conto di essere manipolati, e protestano veementemente se ciò gli viene fatto notare. E’ la firma che l’ipnosi funziona. In questo caso l’ipnosi ha un nome: narrazione emotiva.
L’uomo capitalizza la sua connessione emotiva con il suo pubblico, introdotta molto tempo prima e alimentata già per lungo tempo, attraverso alcuni elementi ben studiati. Permette alle persone di proiettarsi e riconoscersi in lui evitando di celare, quando non manifestando o persino inventando, difetti privati e personali: statura bassa da sostenere con i tacchi, donnaiolo, raccontatore di barzellette in occasioni ufficiali, e molto altro. Non perde occasione per attirare l’attenzione pubblica su di sé – anche ridicolizzandosi. Ha fatto in modo di rendere la sua storia idealizzata nota a tutti i cittadini del paese spedendo la sua biografia patinata a milioni di case (a spese dei contribuenti). Ispirandosi forse ad auto-proiezioni psicologiche negative, egli sostiene di informare la sua attività agli alti ideali di libertà e liberalismo, anche rinominando all’uopo il suo partito politico. Distrae l’attenzione delle sue osannanti folle dai guai personali quotidiani dirigendola verso spaventosi nemici, che dice di rintracciare in specie quasi estinte chiamate “comunisti” (mentre si vanta di essere amico fraterno di un terribile presidente russo ed ex-membro del KGB). Ha iniziato una battaglia furiosa per attaccare i presunti ostacoli alla sua altrimenti fenomenale attività: i magistrati, e in definitiva la Costituzione stessa. Ha promesso un nuovo miracolo economico, e sostenuto di spargere ottimismo e amore nel confronto della povera e odiosa sinistra mentre si esibisce in discorsi aggressivi e istigazioni volgari contro le istituzioni pubbliche. Il suo elettorato sembra accettare tutto comunque sempre, quando non sia persino fiero del potere implicito che l’uomo si accorda arbitrariamente.
Ma questa è soltanto la punta visibile di un iceberg profondo.
La sua azione pianificata ha avuto un facile e vasto successo anche perché al frattempo l’uomo l’ha venduta come un sogno gioioso al suo elettorato, la cui affezione all’amato leader non può pertanto essere scossa da alcuna delle sue numerose azioni illegali, fallimenti confermati, supposti crimini, scandali acclarati, ipocrita morale cristiano-cattolica (tuttavia ripetutamente avallata dalla stessa chiesa romana in cambio, tra l’altro, di esenzione dalle tasse). I suoi elettori sono arruolati in una storia vivente – proprio come le tante che sono soliti ammirare sulle sue televisioni, ma molto migliore e in prima persona – dove essi possono proiettare se stessi nel loro eroe, e possono sostenerlo finché lo possono votare (per questo c’è bisogno della democrazia), e non vogliono altro che assistere all’epocale trionfo che attende questa magnifica impresa collettiva, alla faccia dei tanti nemici ed insidie e crisi e impoverimento e sfruttamento e disinteresse del capo per i bisogni della gente. Il suo elettorato, quando non vuole sfruttarlo, vuole vivere il sogno che gli è stato venduto – anche al costo di negare la realtà. Un legame sigillato con il leader – nulla può revocare questo tremendo incantesimo.
Più alla radice, l’uomo ha ormai profondamente rivisto il linguaggio politico dopo aver plasmato quello popolare, rimuovendo il consistente significato di parole comuni per riempirle di uno nuovo, vacuo ed irrilevante; ha introdotto categorie come amore e odio che non pertengono alla politica, ha prodotto istanze di fulgida demagogia senza precedenti in ogni singola occasione; ha alterato la stessa dinamica della vita politica del paese iscrivendo meteore del suo farsesco circo catodico nelle sue liste elettorali e trasformando il Parlamento nella dépendance delle sue ville e dei suoi palazzi privati. Ha istruito se stesso e le sue coorti a negare sistematicamente qualsiasi accredito e accusa anche di fronte a documenti probanti. Per di più, è stato incredibilmente benedetto dalla sontuosa fortuna di essere fronteggiato dalla eufemisticamente trascurabile opposizione dimostrata dal maggior partito di sinistra – il partito più inoffensivo, masochista, auto-contraddittorio e inconcludente mai visto nella storia del paese: da una parte, tale partito si è trovato a giostrare entro i confini del nuovo linguaggio orientato alla propaganda e animato dal gossip stabilito dall’uomo e, piuttosto che rigettare questo gergo disdicevole, lo ha allegramente adottato, recitando in ultima istanza e sin dall’inizio come un attore non-protagonista su un palco arredato da e dedicato all’uomo; dall’altra, tale partito non è stato capace di alcuna iniziativa sostanziale per estinguere l’incantesimo anche nel corso dei periodi in cui ha effettivamente detenuto il potere, incapace di dichiarare illegale l’enorme conflitto di interessi dell’uomo - in sostanza impersonando alla perfezione la vile figura di una nube melliflua di macchiette riciclate e non convincenti che vogliono godere di soldi pubblici facili senza assumersi alcuna responsabilità di governo. Questo stesso partito è stato, se non altro, un eccellente motivo per gli elettori dell’uomo per non distoglierne la loro cieca preferenza.

Ed ora completate la vostra costruzione mentale dando corpo ai dettagli del lato oscuro dell’artefice dell’incantesimo. L’uomo che ora avete davanti non può tollerare alcuna critica al suo operato, e lo dichiara apertamente, a ben vedere, gridando ossessivamente la sua supposta strenua difesa del pluralismo e del liberalismo. Il suo narcisismo arriva al punto di disturbare la sua personalità; ed è terribilmente angosciato dal suo passato – che potrebbe trovarsi sul punto di rivoltarsi contro di lui e/o di essere finalmente svelato al pubblico – da esprimere questa sua ossessione parossistica, a ben vedere, con il suo perpetuo rifiuto di lasciarsi giudicare dalla giustizia ordinaria del paese. Egli scambia il sostegno ipnotico manifestato dalla sua gente con una benedizione sovrannaturale che dovrebbe, nei suoi auspici, renderlo onnipotente e legittimarlo a piegare la legge del paese alle sue esigenze e piaceri ed ad essere considerato più uguale del resto dei cittadini. E non perde occasione per sparare violentemente contro i magistrati e per seminare odio e scetticismo contro la loro attività sostenuta dalla Costituzione, ammettendo chiaramente, a ben vedere, la sua colpa anche prima di ogni potenziale verifica. E’ un uomo essenzialmente solo che si è circondato e ha riempito le istituzioni del paese con personaggi che o gli devono qualcosa o che vogliono qualcosa da lui o che lo possono minacciare o che lui può facilmente programmare per agire secondo la sua privata volontà. In questo modo, è stato capace di far approvare dal Parlamento una lunga lista di leggi infami dedicate a risolvere i suoi problemi privati con la giustizia, facendo spesso estinguere i suoi crimini prima che potesse esserne accusato o perseguito – sempre proclamando di agire esclusivamente nel nome delle esigenze del popolo: un modo peculiare di chiamare i suoi interessi privati. Ha infine sabotato le fonti di informazione pubblica rimuovendo chirurgicamente tutte le voci dissonanti più temibili che si potessero trovarci, e allineando i servizi pubblici con le sue armate private di mercenari. I pochi partiti politici capaci di manifestargli vera irriducibile opposizione sono costantemente anatemizzati come estremisti, anti-politici e persino anti-paese, non senza la sostanziale approvazione da parte del maggior partito di sinistra stesso. Invece di riconoscere in quest’allarme il segnale rivelatore della vera sorgente di timore per il regime, molti cittadini perplessi si sono trovati d’accordo con la censura e si sono allontanati da queste insidiose minoranze.
E nuove generazioni docili di fedeli sostenitori senza scrupoli sono in procinto di essere forgiate attraverso l’istanza di una radicale decomposizione e miserabile smantellamento delle istituzioni di educazione pubblica, scuole e programmi ministeriali.

L’intera costruzione dell’uomo si puntella su di lui, e quindi è destinata ad annichilirsi al momento della sua scomparsa. Ma nel frattempo, quest’uomo solo sta lasciando ovunque rovine.

Se avete sostenuto questo esotico esperimento fin qui, dovreste ora avere in mente l’immagine grossolana di un paese in decadenza che muove felicemente e ciecamente verso il collasso finanziario, culturale ed istituzionale sul baratro di una nuova dittatura – dove i pochi anticorpi sopravvissuti che possono sperabilmente ristabilire la salute e una sicura futura prosperità e civiltà sono principalmente segregati in rigorosi quotidiani, su Internet e in paradisi intellettuali domestici. L’ultimo incantesimo diabolico del regime in atto consiste nell’indurre questi numerosi circoli distribuiti a sentirsi come particelle isolate ed inani di fronte al consenso dominante.

Questo esperimento è un’illusione – pervicace, ma pur sempre un’illusione...


... Bene, onorevoli signore e signori! Avete giocato all’esperimento? Siete riusciti ad immaginare un simile paese?
Perfetto, allora siete pronti per il gran finale!
Aprite gli occhi e ... guardate!

Quel paese esiste.


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