10 gennaio 2010

PIOVONO RANE

berlusco20
Qualcuno, in giro, è attonito per la miracolosa guarigione del premier: manco un graffio sul volto, a soli 25 giorni da un’aggressione la cui prognosi prevista era di tre mesi.

C’è chi ne ha tratto conclusioni cospirazioniste che secondo me sono del tutto sballate, perché se il premier davvero non si fosse fatto nulla – è ovvio – alla sua prima uscita senza cerotti avrebbe accentuato i postumi delle ferite, anziché nasconderle con il consueto cerone.
A me invece pare che, nel linguaggio non verbale della sua fresca uscita provenzale, si possano cogliere alcuni fatti e alcuni messaggi massmediatici diversi, e forse non meno gravi e fasulli.
Prima di tutto è ormai palese la calcolata esagerazione iniziale delle conseguenze dell’aggressione: i tre mesi di prognosi branditi sui tg e l’autodefinizione di “miracolato” – con tutto il rispetto – somigliano molto al comportamento di un bambino che sfrega il termometro sul calorifero per far salire il mercurio da 37 e mezzo a 39, così da marinare scuola. E vabbeh, pazienza: lo sfruttamento a fini propagandistici dell’aggressione era evidente fin dal momento in cui il premier è uscito dall’auto sanguinante pur di farsi fotografare, e ora quegli scatti diventeranno immagini da campagna elettorale per le regionali.
Ma ancor più interessante è notare gli altri segnali non verbali, appunto, inviati dal premier dopo la guarigione.
Il primo, nella sua banalità, era l’ammiccamento alla mitica gente comune che per il Cavaliere si identifica con i consumatori: vedete, anch’io come voi vado al centro commerciale, a fare lo shopping di Natale. Sono stato male, anzi malissimo, potevo morire, ma ciò non mi impedisce di fare acquisti in una cattedrale del consumismo come il Gigante di Villasanta, Brianza.
Il secondo messaggio, appunto, sta nella totale assenza di segni sul volto: eh sì, mi volevano far fuori, ma io sono invincibile, sono un superuomo, straccio le prognosi in volata, guardate che guarigione miracolosa, aveva ragione Scapagnini a dire che sono tecnicamente immortale. Quindi governerò per sempre.
L’ultimo messaggio è forse quello che inquieta di più, ed è la seconda esibizione in pochi giorni del giaccone della Marina militare russa che gli ha regalato Putin.
Ora, e che cacchio, voglio sperare che un uomo così benestante tenga nel guardaroba non pochi abiti civili di buona qualità, e non si capisce che bisogno abbia di sfoderare di continuo un capo militare della Voenno-Morskoj Flot, nota per i suoi sottomarini nucleari pieni di missili balistici. Insomma, indossare questo giaccone non è proprio un messaggio ghandiano, ed è anzi un tipico atteggiamento da “uomo forte” di regime: forse a qualcuno possono venire in mente i colonnelli greci o i generali cileni, ma secondo me Berlusconi pensa più a modelli come Gheddafi, Chávez e lo stesso Putin, tutta gente a cui piace parecchio mostrarsi in divisa.
Sia quel che sia, qui non c’è bisogno di immaginare nessuna cospirazione perché basta e avanza la realtà.
E la realtà è che il premier ci sta dicendo che lui forte e invincibile, miracolato e miracoloso, onnipotente protettore del suo grande popolo di consumatori-elettori a cui si dedica tanto rischiando la vita quanto imitando la guerra.
Ecco, questo è il modello culturale e politico vincente che abbiamo nell’Italia del 2010. Ed è questo che dobbiamo provare a superare, se vogliamo diventare un paese civile.   Fonte"L'ESPRESSO"

Nessun commento:

Posta un commento

I vostri commenti sono molto graditi a patto che non arrechino offesa. In caso contrario i commenti non saranno pubblicati. Dopo aver inserito il commento nella finestra sottostante sarà necessario validarlo introducendo il codice visualizzato di volta in volta. Tutti i commenti sono soggetti ad approvazione.